Notiziario




Apologia dello scarabeo

Il paziente scarabeo ci insegna che, se vogliamo liberarci dalle montagne di rifiuti, se vogliamo evitare gli inceneritori, le discariche, se vogliamo rendere efficienti i processi di riciclo, dobbiamo scegliere materie prime e merci quanto più possibile simili alle materie presenti in natura e solo allora ci sarà facile sia evitare gli inquinamenti nei processi di produzione, sia riutilizzare una frazione crescente dei rifiuti.

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Lotta contro il cinipide galligeno del castagno

Alla richiesta dei castanicoltori delle colline metallifere, giustamente  preoccupati per i gravi attacchi del cinipide galligeno (Dryocosmus kuriphilus), rispondo che allo stato attuale delle conoscenze si prospetta una sola possibilità pratica di difesa dal pericoloso insetto, che è basata sulla lotta biologica mediante l’introduzione e la diffusione nelle aree infette di Torymus sinensis, insetto imenottero calcidoideo che parassitizzando le larve del cinipide, esercita  un’azione di controllo della sua presenza.

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Il burro: tra passato, presente e futuro

Il burro è il grasso alimentare ricavato dalla lavorazione della crema di latte vaccino. La sua storia è antichissima, risale al tempo degli egizi che lo ricavavano dal latte degli animali da allevamento. È un alimento ad alto valore energetico da integrare nella dieta sia come condimento che come ingrediente. È di particolare interesse per le sue caratteristiche nutrizionali, antinfettive e, come è stato dimostrato da recenti studi, anticancerogene. Particolare importanza a fini salutistici è sicuramente la presenza in questo alimento degli isomeri coniugati dell’acido linoleico (c18:3, CLA).

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Acqua e produzione alimentare

Nel 2050 la popolazione mondiale raggiungerà i 9 miliardi di abitanti, ed anche le abitudini alimentari dei Paesi in via di sviluppo cambieranno, con conseguente aumento della domando di alimenti e, quindi, di acqua, così come la crescita delle colture bioenergetiche richiederà maggiori consumi idrici. Negli ultimi tempi la temperatura media della terra è aumentata di 0,74°C, fenomeno questo che non può essere disgiunto da eventi come alluvioni, siccità e uragani di intensità senza precedenti. L’alterazione del regime delle precipitazioni provoca alluvioni in alcune regioni e aridità in altre; eventi questi che sempre si traducono in perdite di produzione.

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Quale futuro per le grandi colture dopo il 2013?

In Italia, nel decennio 2000-2010, si è registrata una preoccupante contrazione sia della superficie complessivamente coltivata (- 12%) sia di quella destinata alle principali colture erbacee di pieno campo (- 22%  per i cereali e - 60%  per le colture industriali). In molte aree della penisola si è fatto sempre più evidente e preoccupante il fenomeno dell’abbandono delle superfici coltivate che ha raggiunto nel 2010 ben 2 milioni di ettari, di cui quasi 1 milione per i cereali e più di mezzo milione  per le colture industriali

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SICUREZZA DELL’ALBERO E TUTELA DEL CITTADINO

Oltre il 50% della popolazione mondiale vive in ambiente urbano. In Europa vi sono aree nelle quali tale valore supera il 90%. Pertanto, il benessere dell’uomo dipende sempre più dalla qualità della vita in città e ben sappiamo come le piante possano contribuire a condizionarla. Ma numerose sono le cause di disturbo che affliggono gli alberi in città. Si comincia con errate scelte progettuali, scarsa rispondenza del materiale vivaistico, inadeguati interventi manutentivi e, soprattutto, pratiche cesorie spesso eseguite al di fuori di ogni riferimento tecnico-scientifico. Ne conseguono pericolosi fenomeni di carie del legno, primi responsabili della riduzione di fitostabilità e quindi fattori di pericolo e di rischio per il cittadino.

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IL “CANCRO” DEL KIWI

Pseudomonas syringae pv. actinidiae (Psa), agente causale del “cancro batterico” dell’Actinidia è oramai diffuso nelle maggiori aree di produzione italiane di kiwi. Infatti, se fino allo scorso anno le epidemie più gravi si riscontravano nel Lazio, soprattutto a carico del kiwi giallo (Actinidia chinensis), da fine autunno 2010 ad inizio primavera 2011, le infezioni si sono notevolmente estese anche in Piemonte ed Emilia-Romagna. Inoltre, anche il kiwi verde (Actinidia deliciosa) è risultato frequentemente colpito in maniera grave negli stessi areali di produzione del kiwi giallo. Inoltre, il batterio è stato segnalato, su kiwi giallo, anche in Veneto e in Calabria. Una caratteristica comune in tutte le aree colpite è la notevole rapidità con cui Psa si diffonde negli e tra gli impianti nonché le forte aggressività mostrata nei confronti di tutte le varietà di kiwi giallo e verde attualmente coltivate nel nostro Paese.

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Meccanizzata anche la “Vendemmia Verde”

Nell’arco di un anno sono aumentate da 2 a 9 le Regioni che nel nostro Paese hanno chiesto di applicare le misure previste per la “Vendemmia Verde”. A questo proposito si è svolto un incontro, organizzato dalla Sezione Sud-Ovest dei Georgofili, tenutosi venerdì 20 maggio 2011 nell’Aula Magna della Facoltà di Agraria dell’Università di Palermo.
Tre le relazioni presentate: Giuseppe Bursi dell’Assessorato Agricoltura della Regione Siciliana ha illustrato i dati di 2 anni di applicazione in Sicilia, mettendo in evidenza il crescente interesse da parte delle aziende viticole.

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Filiere alimentari e rivoluzione agroindustriale

Nonostante la progressiva diminuzione della nostra superficie agraria utilizzabile e  nonostante la tendenza mondiale ad un aumento della domanda rispetto all’offerta di prodotti alimentari, un numero crescente di nostri agricoltori sta rinunciando a seminare i propri terreni perché i loro costi di produzione non sono competitivi rispetto ai prezzi sul mercato globale.
Allo scopo di assicurare “entrate eque per gli agricoltori”,  il Parlamento Europeo ha già deciso di verificare gli attuali sistemi organizzativi delle filiere, nell’intento di correggerne i riconosciuti squilibri.
A Bruxelles si parla di una nuova “rivoluzione agroindustriale”capace di far fronte alla straordinaria sfida globale che spinge a produrre di più, con meno terra arabile, risparmiando acqua, inquinando meno.
Il prossimo 8 giugno, l’Assemblea di Federalimentare (Confindustria) affronterà proprio il tema “ Verso nuovi equilibri della filiera alimentare”. La problematica è stata scelta proprio a causa dei mutati scenari del mercato alimentare.

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L’abbazia in cui si fa ricerca in campo agricolo

L’Azienda Sperimentale di Vezzolano si colloca nel Comune di Albugnano (Asti), a mezza strada tra Torino ed Asti, sulla collina più alta del Monferrato. La storia dell’Azienda ha origine il 26 luglio 1929, data in cui la nobildonna Camilla Serafino, proprietaria dell’Abbazia di Vezzolano e dei terreni circondanti, donò alla Regia Accademia di Agricoltura di Torino le sue proprietà compreso il cascinale dove ha ora sede l’Azienda Sperimentale, sede distaccata del CNR-Imamoter.
La donazione prevede il vincolo, per cui l’Accademia deve attenersi scrupolosamente alle intenzioni dichiarate dalla signorina Serafino che indica la continua e predominante attività di ricerca e di formazione, in ambito agricolo, da svolgersi presso la suddetta Azienda.

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Gli agrumi di Cosimo I de’ Medici e la crioconservazione

Il progetto CRIOGERM, sviluppato negli anni 2008-2009 dall’Istituto per la Valorizzazione del Legno e delle Specie Arboree (IVALSA) del CNR, grazie anche al contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, ha affrontato un importante studio sulla crioconservazione (conservazione in azoto liquido, a -196°C) di semi poliembrionici di agrumi, con l’obiettivo ultimo di realizzare una “criobanca” a tutela dell’antico germoplasma della Villa Medicea di Castello.
La collezione della Villa Medicea è infatti costituita da circa 500 esemplari di agrumi in conche di terracotta, di svariate dimensioni ed età, la cui origine risale al 1544. Le accessioni conservate nella Villa costituiscono un importantissimo patrimonio agrumicolo, comprendente specie e varietà ornamentali di alto valore storico e difficilmente reperibili in altri contesti.

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Il Presidente Napolitano in visita ai Georgofili

L’Accademia dei Georgofili ha accolto oggi con grande e deferente affetto nella propria Sede il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per una visita alla mostra “I Georgofili per l’Unità d’Italia”, nella quale sono esposti originali documenti tratti dal proprio archivio.
L’Accademia infatti è nata a Firenze nel 1753, più di cento anni prima della proclamazione dell’Unità nazionale, ed ha quindi vissuto direttamente il Risorgimento e tutte le fasi successive dei primi governi italiani, così come quelli della costruzione del nuovo Stato. Illustri personaggi, dallo stesso Granduca di Toscana a Camillo Benso di Cavour, Bettino Ricasoli, Vincenzo Gioberti, Cosimo Ridolfi, etc. erano accademici dei Georgofili.
Il materiale di archivio esposto, fra cui manoscritti inediti e registri di verbali che riguardano importanti eventi storici, è stato esaminato con interesse dal Presidente Napolitano, che ha anche provato l’emozione di sfogliarne alcune pagine.
Il Prof. Scaramuzzi, Presidente dell’Accademia, insieme agli autorevoli membri del Consiglio, ha consegnato al Capo dello Stato una medaglia d’oro appositamente coniata dai Georgofili per ricordare questa visita. E’ stata donata al Presidente Napolitano anche un’ originale pubblicazione: il “Libretto sull’accoglienza in Accademia di Vincenzo Gioberti, il 29 giugno 1848, realizzato per la vendita a intero benefizio delle famiglie più bisognose di quei militi volontari che sono corsi in Lombardia alla cacciata dello straniero”.
Il Presidente Napolitano ha desiderato rendere omaggio alle vittime del vile attentato dinamitardo del 27 maggio 1993 ed è uscito in strada, con un “fuori programma”,  sostando davanti alla targa e all’olivo di via dei Georgofili, posti a ricordo di quella strage.

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Le peculiarità giuridiche dell’impresa agricola in Italia oggi

Alla dimensione che ha portato ad un’espansione del modello di impresa agricola a comprendervi attività prima escluse, si è accompagnata un’espansione dell’area dell’agrarietà, anche fuori dai confini dell’impresa atomisticamente intesa. Da ciò l’esperienza della distrettualità in agricoltura, anche sul versante giuridico, oltre che economico e sociale.

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L’Unità Nazionale e gli Italiani

Anche volendo ammettere che 150 anni non siano stati sufficienti a perfezionare la formazione e spirito unitario degli Italiani, dobbiamo riconoscere che da allora il nostro popolo è molto cambiato. La nostra penisola era già stata da tempo ripetutamente attraversata da invasori e da correnti migratorie interne e con l’estero, fenomeni tutt’oggi in atto. Né si deve commettere l’errore di sottovalutare che una buona parte della popolazione è ormai costituita da generazioni miste i cui caratteri possono esprimere quel “lussureggiamento” evidenziato dalla scienza genetica. Oggi viviamo in una realtà del tutto diversa, che ha fortemente condizionato le culture, le tradizioni, i modi di vivere, di pensare e di essere. Anche le differenze sociali ed economiche ancora esistenti tra alcune aree della nostra penisola non possono essere considerate statiche. Ciascuna realtà dispone di proprie specifiche risorse che non vanno sottovalutate e sprecate, spesso per pregiudizi dettati da qualche malcelato interesse contingente.
Dobbiamo anche ricordare che l’irrinunciabile avvio dell’Unione Europea ha aperto un nuovo, più vasto e non facile processo unitario, a livello continentale, che oggi raccoglie 27 Paesi. Siamo impegnati nella coerente ricerca di comuni indirizzi e regole per amministrare e tutelare un’unica società civile europea. Sono già stati ottenuti importanti risultati, ad esempio con l’adozione della moneta unica, l’abolizione delle frontiere, la libera circolazione del lavoro e degli studenti, l’aumento di matrimoni misti e di doppie nazionalità. Tutti dovremo condividere le conseguenze che un tale impegnativo processo inevitabilmente comporterà, consapevoli che occorreranno secoli, varie generazioni ed una tenace capacità di resistere agli inevitabili contrasti.

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Il Presidente Giorgio Napolitano in visita ai Georgofili per la mostra sull’Unità d’Italia

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, visiterà nella mattina del 12 maggio 2011 la mostra “I Georgofili per l’Unità d’Italia”, presso la Sede Accademica in Logge degli Uffizi Corti.
Si tratta di una visita in forma privata, in cui il Prof. Franco Scaramuzzi, Presidente dei Georgofili, illustrerà al Capo dello Stato i manoscritti e i documenti originali appartenenti all’archivio dell’Accademia.
Infatti proprio in seno all’Accademia, fondata a Firenze nel 1753, nacquero importanti e lungimiranti idee che la Toscana trasmise all’Italia unita. Fra gli Accademici dei Georgofili vi furono Vincenzo Gioberti e Camillo Benso di Cavour, Bettino Ricasoli, Cosimo Ridolfi, e molti altri protagonisti di quel periodo storico.
La mostra “I Georgofili per l’Unità d’Italia” (ingresso gratuito, dal lun. al ven., ore 15-18), illustra come quei cattolici liberali che consigliarono i Lorena seppero rendere la Toscana un’oasi di buon governo e trasmisero le loro idee su come amministrare la cosa pubblica anche al nuovo Stato Unitario.

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L’innovazione dei poveri

Strano mondo, il nostro, almeno quello che viene fuori dall’ultimo rapporto del Worldwatch Institute: lo State of the World 2011, dedicato quest’anno a Nutrire il Pianeta. Un mondo ricco e nello stesso tempo povero, con un sistema agroalimentare mai così squilibrato e generatore di impatti negativi. Da una parte risulta che la produzione agricola mondiale potrebbe nutrire abbondantemente il doppio della popolazione attuale del pianeta. Dall’altra emerge che quasi la metà del cibo nella lunga filiera agroalimentare mondiale si perde, viene sprecata: fosse possibile recuperarla basterebbe per nutrire tre miliardi di individui. Da una parte il mondo conta un miliardo di affamati fra denutriti e sottonutriti, dall’altra gli obesi hanno ormai raggiunto numeri simili. Due miliardi di persone risultano dunque malnutrite: mangiano troppo o troppo poco con conseguenti, gravi, problemi dal punto di vista economico, sociale, sanitario.

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I Georgofili per l’Unità d’Italia

L’ Unità Nazionale è stata realizzata cento anni dopo la fondazione dell’ Accademia. I Georgofili hanno quindi vissuto il Risorgimento e poi collaborato con impegno alla costruzione dello Stato italiano. Altri cento anni dopo, con lo stesso spirito, hanno accolto con favore l’avvio di una ulteriore e più ampia Unione, a livello continentale, quella Europea. Ora guardano con grande interesse, a livello mondiale, al comune impegno di tutti i Paesi che condividono la necessità di univoche regole generali per una civile convivenza globale, nel pieno rispetto di ciò che li diversifica per cultura, interessi o quant’altro, pur trovandoci in un dinamico quadro cangiante di ritmi di sviluppo, orientamenti politici, ecc.
Sembra che la storia ci stia portando verso percorsi razionali e forme sempre più ampie di unione. Indurrebbe all’ottimismo il crescente interesse e l’assiduità nella partecipazione ai numerosi Summit mondiali che, a vario livello, vanno susseguendosi per trovare tenacemente condivise soluzioni alle più grandi ed urgenti problematiche planetarie che riguardano l’intera umanità.
Poiché la realizzazione e il successivo sviluppo della nostra Nazione sono stati interamente vissuti dai Georgofili nei loro 258 anni di attività, è stato loro possibile raccogliere nei propri archivi una documentazione ampia e preziosa che ha consentito la realizzazione della mostra “I Georgofili per l’Unità d’Italia” presso la Sede accademica, che rimarrà aperta fino al 18 maggio p.v.
E’ annunciata una visita privata a questa mostra da parte del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

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Errare è umano, perseverare ....

Si sta svolgendo a Milano la “Fiera dell’agroalimentare”. Rileviamo ancora una volta l’improprietà del termine “agroalimentare” che può indicare soltanto quel settore dell’agricoltura che si dedica alla produzione di alimenti primari.

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IL GENOMA DEL TARTUFO NERO

  • 04 May 2011
  • Paola Bonfante, Antonietta Mello e Raffaella Balestrini
I risultati del sequenziamento del pregiato tartufo nero Tuber melanosporum sono stati pubblicati nel 2010 sulla prestigiosa rivista Nature e hanno offerto un buon esempio di indagine innovativa che va incontro, da una parte a richieste del territorio e  permette, dall'altra parte un balzo in avanti nella comprensione della biologia di uno dei funghi più ricercati al mondo.

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Una corretta scelta dei metodi irrigui per risparmiare acqua ed energia

La crescente richiesta di acqua potabile è di primaria importanza, ma non meno sentita è la situazione relativa al rapporto tra risorsa idrica e settore agricolo. La FAO mette in evidenza che per sfamare un’umanità in continuo aumento occorre produrre molti più alimenti, ricorrendo maggiormente anche all’irrigazione, ma con una disponibilità di acqua sempre minore a causa delle mutate variazioni climatiche: questa forbice tra esigenze di maggiore produzione e minori consumi idrici impone più che mai la massima consapevolezza nella gestione tecnico-politica dell’irrigazione.
In Italia circa il 60% della risorsa idrica è utilizzata nell’agricoltura e quindi le azioni miranti al risparmio idrico devono essere necessariamente concentrate sull’irrigazione, tenendo conto che l’efficienza globale dell’utilizzo irriguo è spesso inferiore al 30%.
Le azioni miranti al risparmio idrico devono riguardare il settore della distribuzione collettiva ma, in particolare, anche la corretta scelta e gestione dei sistemi irrigui aziendali.

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Carver e la chemiurgia

George Washington Carver (1864-1943), un nero nato poverissimo nel Missouri, a furia di entusiasmo riuscì a laurearsi in chimica e ottenne la direzione di un istituto di ricerche agricole dell'Alabama. Carver dedicò tutta la vita a diffondere tecniche agricole e agroindustriali capaci di risollevare i contadini neri dalla miseria.

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Biocarburanti: per pensare al futuro ci deve essere un presente

Le politiche sui biocombustibili sono spesso motivate da preoccupazioni relative alla sicurezza energetica, alla protezione ambientale e allo sviluppo agricolo e tali interazioni, da un punto di vista economico, possono risultare assai complesse. Quando ci si propone di impostare un’analisi dei costi-benefici delle policy sui biocarburanti in relazione alla policy su energia, ambiente e agricoltura una delle ragioni di complessità consiste proprio nel fatto che esistono delle "intricate interrelazioni tra mercati di energia, commodities e le mutate conseguenze ambientali ".
Nel nostro Paese non mancano degli esempi di buone pratiche nelle filiere agro-energetiche, ma è ancora difficoltoso parlare di casi di successo che siano veramente tali sotto tutti i punti di vista.

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L’eccezionale fioritura del cipresso nello scorso inverno

Il cipresso è una pianta che negli anni ha acquisito una crescente importanza dal punto di vista allergologico. Il polline delle Cupressaceae non solo è altamente allergico, ma è presente in atmosfera in concentrazioni elevate durante il periodo di fioritura a causa della grande diffusione dei cipressi, sia come piante da rimboschimento sia ornamentali in giardini e parchi.
In Toscana e in particolare nell’areale fiorentino, sono presenti, in maniera predominante, due specie afferenti alla famiglia delle Cupressaceae: il Cupressus arizonica o cipresso dell’arizona e il Cupressus sempervirens o cipresso comune (specie maggiormente diffusa). Le due specie presentano periodi di fioritura differenti. Il C. arizonica, più precoce, fiorisce in Toscana tra la fine di gennaio e i primissimi giorni di febbraio con un ciclo di fioritura della durata di circa 15-20 giorni. Il ciclo di fioritura del cipresso comune è più tardivo e ha inizio dalla metà di febbraio con una durata che si può protrarre anche fino a inizio aprile.

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Il legno: materiale naturale per una moderna ingegneria

Esistono quattro ragioni principali che consentono di considerare il legno, prodotto naturale di origine biologica, un materiale da costruzione a tutti gli effetti con lo stesso livello di sicurezza dei materiali da costruzione tradizionali nel nostro Paese (acciaio, cemento armato, muratura …).
La prima ragione è la possibilità di classificare il legno in uso nelle costruzioni in base alla sua qualità resistente, ovvero non in base alla qualità estetica come può interessare il falegname, ad esempio, ma in base alla qualità resistente, appunto, come interessa il costruttore.
La seconda ragione risiede nella disponibilità che si ha oggi delle cosiddette macchine a controllo numerico (CNC, computer numerically controlled machines), con cui si possono effettuare lavorazioni di precisione su qualunque pezzo di legno, impensabili fino a pochi anni fa.
La terza ragione deriva dai sistemi di collegamento di nuova generazione, in particolare le viti. Viti di lunghezza fino a 120 cm e più, auto foranti ed auto serranti, che inserite a vari angoli con la direzione della fibratura del legno, permettono di resistere a sforzi di qualche centinaio di tonnellate e per di più con giunti di dimensioni ridotte.
Infine, quarta ragione, la possibilità di disporre oggigiorno di materiali innovativi derivati dal legno, ad alte prestazioni in termini di resistenza e rigidezza, quali il compensato di tavole o cross-lam (XLAM).

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