Il settore primario si sta sempre più affermando a livello
internazionale con un ruolo strategico essenziale per la sopravvivenza
dell’umanità. La FAO ha evidenziato la necessità di raddoppiare la
produzione complessiva di alimenti entro il 2050 aumentando le rese
unitarie con l’ausilio della genetica molecolare, anziché con
l’ulteriore incremento dell’impiego di mezzi tecnici inquinanti e
costosi.
Il mercato globale attualmente è caratterizzato da un
grave squilibrio tra domanda e offerta che tende ad allargarsi per la
crescita economica dei paesi asiatici e il miglioramento delle
condizioni di vita che comporta crescenti richieste di cereali e
proteine animali, con conseguenti pressioni e volatilità delle
principali
commodities agricole.
Questa situazione è causata anche dalle speculazioni finanziarie e dalle
misure protezionistiche dei principali paesi esportatori, ma anche dai
frequenti eventi climatici negativi. In questo contesto mondiale l’UE
ha tracciato le linee della Politica Agricola Comunitaria per il 2020
che riguardano innanzitutto la sicurezza alimentare e la tutela delle
risorse naturali e del territorio.
La sicurezza alimentare ritorna
ad essere l’obiettivo primario della PAC e in questo contesto la
modernizzazione e la riaggregazione della filiera agroindustriale è
strategica per aumentare e migliorare le produzioni locali, concorrere a
rafforzare la tipicità del Made in Italy a competere sul mercato
globale e incrementare le esportazioni di produzioni italiane di
qualità.
Il mercato globale regola disponibilità e prezzi e marginalizza le
produzioni agricole locali soprattutto dove non si è in grado di
competere sul piano dei costi, l’agricoltura pugliese avrebbe
innanzitutto bisogno di organizzazioni di commercializzazione più
efficienti ,capaci di valorizzare l’origine dei propri prodotti e
aumentare i ricavi. Si stima infatti che gli agricoltori italiani
abbiano perso nel periodo 2000-2009 il 36% del loro reddito con una
ulteriore flessione nel 2010, mentre in Europa ,nello stesso periodo, si
è registrato un incremento medio del reddito agricolo del 5% annuo.
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