L’Unione Europea delle Accademie di Agricoltura produce un documento sulla PAC e il futuro dell’agricoltura in Europa

Leonardo Casini 17 July 2024

Il Working Group of the UEAA sulla Politica Agricola Comunitaria ha prodotto il documento: “Input to the Strategic Dialogue on the future of EU agriculture” che propone delle linee guida per la prossima PAC. Nel gruppo è in corso una significativa discussione sul futuro della PAC e in particolare sui vari tradeoffs esistenti fra i 9 obiettivi alla base dell’attuale politica europea, ad esempio fra sicurezza nell’approvvigionamento alimentare e sostenibilità ambientale; fra competitività delle aziende e difesa delle attività nelle aree marginali; fra semplificazione amministrativa e compensazione dei servizi non di mercato prodotti dall’agricoltura.
Anche i vari punti costituenti il documento sono il risultato di questo dibattito e in questo senso devono essere considerati come indicazioni di massima, che per una loro esatta definizione richiedono la collocazione in un quadro complessivo che ne permetta l’integrazione e valutazione sistemica, una volta effettuate le scelte fondamentali proprio sulle priorità dei vari obiettivi.
Su questa premessa i principali punti costituenti il contributo sul futuro della PAC possono essere individuati nei seguenti.
Eliminare gradualmente le sovvenzioni che supportano l'uso di fertilizzanti chimici, pesticidi e combustibili fossili o che incentivano la produzione dei prodotti più intensivi in termini di emissioni di gas serra. Proporre una riallocazione di queste sovvenzioni verso pratiche agricole ambientalmente sostenibili, in linea con gli ambiziosi obiettivi climatici dell'UE.
Introdurre schemi di pagamento innovativi progettati per compensare finanziariamente gli agricoltori che forniscono significativi benefici ambientali, climatici e per il benessere degli animali, oltre ai requisiti standard. Gli incentivi forniti dovrebbero promuovere l'integrazione delle pratiche verdi nei modelli di business principali delle aziende agricole, privilegiando la partecipazione volontaria per favorire un maggiore coinvolgimento e impegno da parte della comunità agricola. Gli schemi dovrebbero mirare specificamente a miglioramenti nella biodiversità, salute del suolo, conservazione dell'acqua, adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici.

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Produzione di alimenti di origine animale e sostenibilità

Bruno Ronchi, Giovanni Bittante, Vittorio Dell’Orto, Andrea Formigoni, Nicola Macciotta, Marcello Mele, Giuseppe Pulina, Agostino Sevi 17 July 2024

La valutazione della sostenibilità dei prodotti di origine animale è orientata all’analisi delle componenti economiche, sociali e ambientali lungo la catena alimentare che va dalla produzione primaria, alla trasformazione, alla commercializzazione e al consumo. Negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione nei confronti di aspetti della sostenibilità sociale che riguardano l’accettabilità delle pratiche agricole e zootecniche, la multifunzionalità (es. erogazione di servizi ecosistemici), la qualità e salubrità dei prodotti. La sostenibilità ambientale delle produzioni animali è fortemente influenzata dall’adozione di buone pratiche aziendali, rispettose del benessere animale e in grado di garantire una piena efficienza produttiva. I dati relativi al contesto nazionale indicano chiaramente un deciso miglioramento dell’impronta ambientale dei sistemi zootecnici negli ultimi decenni, con notevole riduzione delle emissioni di gas serra e di altre sostanze considerate problematiche per l’ambiente. Nella valutazione delle emissioni di metano da parte dei ruminanti occorre considerare correttamente i tempi di permanenza in atmosfera delle forme di natura biogenica, di gran lunga inferiori rispetto a forme di diversa natura e con un potere di riscaldamento globale negativo, cioè non dannoso per il clima. L’aumento della produttività individuale ha influito positivamente sul miglioramento della efficienza delle produzioni zootecniche. I risultati conseguiti sono principalmente dovuti al miglioramento genetico degli animali allevati (fenomica, genomica, crossbreeding, ecc.), nutrizione (precision feeding, unifeed, formulazione mangimi, controllo qualità), benessere animale (prevenzione delle malattie, controllo ambientale, densità di allevamento, ecc.), management (precision farming, sensoristica, formazione del personale, ecc.).
Tra le tecnologie disponibili per migliorare l’impronta ambientale degli allevamenti, il miglioramento genetico rappresenta una strategia di medio-lungo termine, capace di apportare modifiche permanenti e cumulabili. Punti essenziali per lo sviluppo di un piano di selezione finalizzato alla riduzione delle emissioni di gas serra, ed in particolare di metano enterico, sono la definizione di fenotipi che possano essere utilizzati qual obiettivi di selezione, la comprensione della loro architettura genetica, con particolare riferimento alle relazioni con i caratteri produttivi e funzionali e le possibilità offerte dalla selezione genomica. Tale strumento ha avuto un grande impatto sui programmi di miglioramento genetico, in particolare dei bovini da latte, determinando aumenti del progresso genetico dovuti alla riduzione degli intervalli di generazione e all’aumento dell’accuratezza delle valutazioni dei giovani animali e delle femmine. La selezione genomica è efficace, in termini di aumento di accuratezza della valutazione genetica, soprattutto nei caratteri a bassa ereditabilità, quali appunto l’emissione del metano. I progressi del miglioramento genetico dovranno essere accompagnati da un contemporaneo e efficace progresso nell’alimentazione animale.

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La PAC prima e dopo il Green Deal

Luigi Russo 17 July 2024

Da tempo la Politica Agricola Comune (PAC) è chiamata a confrontarsi con le imprescindibili esigenze di tutela ambientale: se è vero che tra gli obiettivi della PAC (di cui, ora, all’art. 39 TFUE), non compare alcun riferimento alla tutela dell’ambiente, non è men vero che a far tempo dall’Atto Unico europeo, risalente al 1987, l’azione della Comunità (ora Unione europea) nel campo ambientale ha acquisito piena legittimazione. Con il Trattato di Amsterdam (entrato in vigore il 1° maggio 1999) è stato altresì inserito nel trattato l’art. 3C – divenuto ora art. 11 TFUE - secondo cui le esigenze connesse con la tutela dell’ambiente devono essere integrate nella definizione e nell’attuazione di tutte le politiche ed azioni dell’UE: in questo modo, agli obiettivi della PAC come indicati nell’art. 39 del trattato, si è aggiunta la finalità, trasversale, della tutela ambientale.

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Pesce povero e consumo ittico sostenibile

Chiara Gelici, Fabio Boncinelli, Giulia Secci, Giuliana Parisi 17 July 2024

Negli ultimi anni, i consumatori europei hanno concentrato il loro consumo su poche specie ittiche, caratterizzate da un elevato valore commerciale. Purtroppo, la pressione esercitata dalla pesca intensiva su poche specie può produrre un’eccessiva quantità di pesci scartati, esacerbare i problemi di sovra sfruttamento delle risorse e mettere a rischio la stabilità degli ecosistemi marini. Pertanto, sarebbe importante rivitalizzare la domanda delle specie ittiche considerate di minor valore commerciale, il cosiddetto “pesce povero”, al fine di favorire un consumo responsabile, sostenibile e diversificato. Tuttavia, preparare pietanze a base di pesce povero richiede tempo, pazienza ed abilità culinarie.

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