La riduzione degli imballaggi in plastica e degli agrofarmaci

Paolo De Castro 06 December 2023

Riduzione degli imballaggi in plastica e dei fitofarmaci, dopo la riforma del sistema Ig (acronimo di Indicazioni geografiche), sono tra i lavori qualificanti su cui le istituzioni europee si sono concentrate in questa IX legislatura, ormai al termine, in particolare al Parlamento che dal 2009 ho l’onore di rappresentare per l’Italia.
Sul primo tema, grazie alla dedizione costante di alcuni colleghi della commissione Agricoltura, con il voto favorevole a maggioranza del ‘regolamento imballaggi’, espresso a novembre, abbiamo dato una risposta concreta alla necessità di ridurre i rifiuti, senza tuttavia mettere a rischio migliaia di posti di lavoro in filiere produttive chiave per il nostro Paese, come quelle della carta e dell’agroalimentare. Tutelando inoltre i nostri consumatori che potranno così contare sugli elevati standard di igiene e di qualità che contraddistinguono il nostro sistema alimentare. Una questione spinosa e dirimente per la quale i negoziati con Consiglio e Commissione Ue potrebbero ora partire nei prossimi mesi.
Con questo voto potremo dire finalmente addio alle confezioni monouso di sapone, ai sovraimballaggi classici dei tubetti di dentifricio o ai cellofan sulle valigie in aeroporto. E poi abbiamo chiesto un approccio più realistico per quanto riguarda gli obiettivi di riuso degli imballaggi alimentari. Infatti abbiamo inserito una deroga per tutti quei Paesi che, come l’Italia, negli ultimi anni hanno investito in un sistema di riciclo ad alta qualità tra i più efficienti in Europa. E questo, a chi raggiungerà l’85% di riciclo degli imballaggi interessati, consentirà di essere esentato dall’obbligo di riuso.
Inoltre, comparti chiave del settore agroalimentare – dalle Ig all’ortofrutta e al florovivaismo, dai vini alle bevande alcoliche, fino alle bioplastiche e ai contenitori in carta della ristorazione – saranno esclusi da questo regolamento, limitando al massimo il rischio di ulteriori sprechi alimentari.
Per quanto riguarda i fitofarmaci, l’obiettivo indicato dalla Commissione fin dal 2019-2020 nel quadro più generale del Green Deal – il patto con i consumatori - è quello di dimezzare il loro uso per contenere l’impatto ambientale ed eventuali riflessi negativi sulla salute delle persone entro il 2030. Termine che nel novembre scorso, nel frattempo, è stato prorogato al 2035 e ridotto l’obiettivo al 35% in attesa di nuove norme che vadano incontro con alternative concrete alle necessità operative dei nostri agricoltori. Tuttavia con la bocciatura finale in plenaria se riparlerà la prossima legislatura!

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Economia di prossimità per la rigenerazione delle Aree Interne

Giuseppe Marotta 06 December 2023

La transizione ecologica ha contribuito a riportare al centro del dibattito il tema delle aree interne, unitamente alle crisi alimentari ed energetiche, innescate dagli ultimi eventi (conflitto russo-ucraino), che ne hanno evidenziato il loro ruolo strategico.
I fenomeni di insostenibilità delle aree urbane e la nuova domanda di qualità della vita hanno fatto riemergere il ruolo delle aree interne e la necessità di una loro rigenerazione trasformativa, valorizzando il patrimonio di risorse di cui sono detentrici (risorse naturali, forestali, ambientali, paesaggistiche, storiche, culturali, alimentari, ecc.). Queste aree rappresentano i territori più fragili del paese, a rischio severo di desertificazione economica e sociale in conseguenza della generalizzata rarefazione delle attività antropiche e dei servizi, nonché del crescente spopolamento e indebolimento dei modelli di welfare (Barbera et al., 2022; Locatelli et al., 2022). Fenomeni, questi, non contrastati dalla Strategia Nazionale per lo Sviluppo delle Aree Interne (SNAI), attuata attraverso iniziative su “aree pilota” in tutte le regioni italiane, la quale dopo una fase di slancio iniziale, e a seguito delle prime analisi sui risultati conseguiti, ha evidenziato una sostanziale inefficacia (Interlandi, Famiglietti, 2022).
Più di recente, la guerra in Ucraina ha riportato nuovamente alla ribalta il tema, anche da un altro punto di vista, almeno nel dibattito fra gli addetti ai lavori, per la constatazione di un apparente incomprensibile paradosso: una minacciosa dipendenza esterna del nostro paese per risorse strategiche, quali cibo ed energia, che ha avuto significative ripercussioni economiche e sociali, a fronte di una diffusa e ampia sottoutilizzazione del potenziale produttivo di tali beni nelle aree interne.

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Mauro Antongiovanni 06 December 2023

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