L’agricoltore custode dell’ambiente e del territorio

Ferdinando Albisinni 29 November 2023

Il Senato ha approvato, e la Camera dei deputati sta esaminando, la proposta di legge per il riconoscimento della figura dell’agricoltore custode dell’ambiente e del territorio
(v. https://documenti.camera.it/leg19/pdl/pdf/leg.19.pdl.camera.1304.19PDL0045190.pdf).
Il testo, all’art. 1, muove dal richiamo al nuovo testo dell’art. 9 della Costituzione, quanto alla tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, e tuttavia segna una significativa novità rispetto alla recente riforma costituzionale.
La Legge cost. 11 febbraio 2022, n. 1, che ha modificato gli artt. 9 e 41 della Costituzione, invero, non ha neppure nominato l’agricoltura e l’uso dei suoli, quasi che la tutela dell’ambiente e della biodiversità possa prescindere dall’utilizzazione dei suoli e delle altre risorse naturali ai fini della produzione agricola ed alimentare.
L’omissione in sede di riforma costituzionale non è in realtà sorprendente, perché di agricoltura, e più in generale di attività destinata alla produzione di cibo e di uso dei suoli per tale attività, non si era parlato nell’ambito del dibattito che ha accompagnato la recente riforma della costituzione.
D’altro canto – come è noto – la parola agricoltura non compare più nel testo vigente della costituzione, in esito alla riforma del 2001 (introdotta con L. Cost. 18 ottobre 2001, n. 1, che ha modificato il Titolo V della Parte II, fra l’altro riscrivendo l’art. 117 cost.), che ha cancellato dall’elenco delle materie nominate nell’art. 117 cost. quella dell’agricoltura e foreste.
Anche quando, in questi ultimi anni, si è riaperto il confronto su eventuali riforme costituzionali, agricoltura e produzione agricola sono rimaste totalmente assenti dal dibattito.
La stessa ampia legge di riforma costituzionale del 2016, approvata dal Parlamento ma bocciata in sede referendaria, non prevedeva la reintroduzione della materia agricoltura e foreste nel testo dell’art. 117 cost., pur aggiungendo all’elenco delle competenze dello Stato “le disposizioni generali e comuni per la tutela della salute, per le politiche sociali e per la sicurezza alimentare”, in qualche misura anticipando l’attenzione alla food security riemersa dopo la pandemia di Covid-19 e lo scoppio della guerra in Ucraina.
L'aspetto paradossale è che, successivamente alla riforma del 2001, la nostra Corte costituzionale è dovuta intervenire più volte in controversie tra lo Stato e le Regioni, nelle quali si discuteva di questioni che le Regioni rivendicavano come di propria competenza esclusiva collocandole in una materia, l’agricoltura, non nominata espressamente nell’art. 117 cost., e come tale rientrante – almeno ad una prima lettura – nella previsione del 4^ comma, in forza del quale «Spetta alle Regioni la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato».
La Corte costituzionale, in un’articolata serie di sentenze, ha motivatamente respinto tale lettura, ricostruendo un quadro di principi e regole, ed un articolato contesto, nel quale collocare l’agricoltura. Le pronunce della Corte in materia sono numerosissime, a conferma dell’insostenibilità della scelta operata nel 2001. Basti dire, per ricordare qualche numero significativo, che dal gennaio 2002 al luglio 2019 sono oltre 400 le pronunce della Corte, che hanno investito questioni che in vario modo riguardano l’agricoltura, con un’impressionante dimensione del contenzioso costituzionale in argomento. Nella grande maggioranza dei casi la Corte ha respinto i ricorsi regionali contro leggi statali, che avevano previsto interventi nazionali attraverso l’esercizio di funzioni di politica economica ovvero attraverso attività di monitoraggio e vigilanza, ricostruendo la disciplina dell’agricoltura come essenzialmente unitaria e condivisa, a livello nazionale e comunitario.
Il tempo è galantuomo, e sta oggi maturando la consapevolezza che cancellare agricoltura e foreste dall’elenco delle materie nominate in costituzione, e non inserirla esplicitamente nel testo riformato degli artt. 9 e 41 della Costituzione, è stata una scelta davvero paradossale, per un paese come l'Italia, che rivendica da sempre la ricchezza della propria agricoltura e vanta nelle statistiche ufficiali la capacità di esportazione dei prodotti agroalimentari, sottolineando il primato quanto al numero di Prodotti del territorio riconosciuti in sede europea come DOP o IGP.

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Le “piante resurrezione”, risorsa per il futuro?

Giuliano Mosca 29 November 2023

Si chiamano “piante della resurrezione” quelle che utilizzano particolari processi rappresentati da cicli di essiccazione e successiva reidratazione per sostenersi e rimanere vive.
Le specie xerofite sono vegetali capaci di vivere in ambienti caratterizzati da lunghi periodi di siccità o da clima arido o desertico, definiti genericamente ambienti xerici. Un gruppo particolare di piante xerofite manifesta anche adattamenti a vivere in suoli ad elevato accumulo di salinità. In questo caso vengono chiamate alofite e possono colonizzare anche ambienti umidi; tuttavia, per la presenza di una elevata pressione osmotica, mantengono prerogative analoghe a quelle  adatte agli ambienti xerici.
Nei vegetali gli aspetti fisiologici sono in generale meno evidenti di quelli morfologici, ma in taluni casi possono rappresentare la più alta espressione di adattamento xerofitico. Questi adattamenti si traducono in una contrazione del ciclo biologico, una regolazione attiva delle aperture stomatiche, una fotosintesi tipo CAM (Crassulacean Acid Metabolism) e infine una disidratazione della fitomassa.

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Biostimolanti e Green Deal Europe

Antonio Ferrante 29 November 2023

La gestione agronomica dei sistemi colturali deve innovarsi per poter raggiungere gli obiettivi del Green Deal EU per il 2030. Tra gli obiettivi fissati, c’è la riduzione dell’impiego dei fertilizzanti e delle perdite dei nutrienti nel suolo. Questi obiettivi possono essere raggiunti attraverso l’impiego di prodotti biostimolanti che possono compensare la riduzione dell’apporto dei fertilizzanti senza riduzioni delle rese e della qualità dei prodotti.

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Agricoltura e genetica

Alessandra Gentile, Stefano La Malfa, Gaetano Distefano, Stefania Bennici 29 November 2023

L’agricoltura, scrive Marco Terenzio Varrone nel ‘De re rustica’, è “la scienza che insegna quali colture piantare in un tipo di terreno e le operazioni da fare per avere la maggiore produzione in perpetuo”. Fin dall’avvento dell’agricoltura, gli esseri umani hanno selezionato le piante con caratteristiche migliori tali da rispondere alle loro esigenze. Alla base di qualunque forma di agricoltura c’è la genetica, la scienza che studia la trasmissione dei caratteri ereditari negli organismi viventi.

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