Rinnovata attualità del glifosate

Ancora oggi, è uno strumento di notevole utilità per la gestione della vegetazione spontanea in ambito agricolo ed extra-agricolo per la sua notevole efficacia, versatilità e economicità. In assenza di alternative equivalenti.

Aldo Ferrero 11 September 2024

Il glifosate è, oggi, il prodotto più utilizzato a livello globale per la gestione della vegetazione indesiderata nelle aree agricole ed extra-agricole. Il grande successo dell’erbicida è essenzialmente da porre in relazione ad un ampio spettro di azione, ad un costo non elevato, unitamente ad un buon profilo tossicologico e ambientale. In molti paesi, alla diffusione dell’erbicida ha fortemente contribuito la possibilità di impiego in modo selettivo nelle colture geneticamente modificate di mais, soia, cotone e colza.
Il glifosate è un erbicida sistemico ad azione totale nei confronti delle piante annuali e poliennali, erbacee e legnose. Assorbito dai tessuti verdi, circola in modo sistemico in tutte le parti delle piante, comprese quelle sotterranee ed inibisce la sintesi degli aminoacidi, bloccando l’azione dell’ESPS, un enzima unicamente presente nei vegetali.
A partire dal 2019 il prodotto è stato sottoposto, come previsto dalle normative europee sui prodotti fitosanitari, ad un nuovo processo di revisione da parte delle Autorità e Agenzie competenti (EFSA, IARC, ECHA, OMS, FAO) basato sull‘esame di oltre 2.400 nuovi studi da cui non è emersa. Non essendo emerse significative criticità sanitarie e ambientali, il 28 novembre 2023 la Commissione Europea ha approvato la proroga dell’autorizzazione dell’erbicida fino al 15.12.2033 (Reg. 2660/2023).
Il rinnovo è stato accompagnato da alcune limitazioni alle dosi massime di impiego, oltre che da nuove misure legate alla protezione dell’ambiente e da una riduzione della presenza di alcune impurezze nella sostanza attiva. La dose massima è stata stabilita, per gli usi agricoli a 1,44 kg s.a./ha/anno (innalzabile a 1, 80 kg s.a./ha anno nel caso di specie invasive) e per gli usi extra-agricoli a 3,60 kg s.a./ha anno. Nel nostro Paese il mantenimento delle autorizzazioni esistenti è stato subordinato alla richiesta di rinnovo, entro il 15.03.2024, al Ministero della Salute da parte dei titolari, con adeguamento delle condizioni di impiego alle limitazioni stabilite. Data la numerosità di formulati da esaminare (oltre 70), è prevedibile che il processo di riesame nazionale di tutti i prodotti richieda alcuni anni per il suo completamento. Nel frattempo i formulati per i quali è stata presentata la richiesta di rinnovo continueranno a mantenere le dosi e le modalità di impiego in precedenza autorizzate.
Nei sistemi colturali erbacei il quantitativo massimo utilizzabile di 1,44 kg s.a./ha/anno (corrispondente a 4 L/ha/anno di un formulato con una concentrazione di 360g/L di glifosate) fornisce, in generale, una soddisfacente efficacia delle malerbe annuali e di alcune poliennali, sia in assenza delle colture (falsa semina, post-semina/pre-emergenza), sia in presenza delle colture con attrezzature in grado di impedire il contatto con le colture (ugelli schermati barre lambenti, ecc.). Per una più completa azione nei confronti delle specie poliennali o difficili è prevedibile che si rendano necessari interventi integrativi meccanici (sfalci, lavorazioni del terreno) o chimici (es. con 2,4 D, dicamba, limitatamente alle specie a foglia larga). Data la frequente presenza di specie poliennali di difficile controllo, più critica potrebbe risultare la gestione delle malerbe nei sistemi conservativi, dove la semina delle colture viene eseguita su terreno sodo, una pratica fortemente sostenuta dagli indirizzi politici comunitari e nazionali per le favorevoli ricadute agronomiche e ambientali. In queste condizioni, le alternative all’impiego del glifosate, con risultati non sempre soddisfacenti, sono essenzialmente limitate all’applicazione di pochi prodotti integrativi a specifica azione nei confronti di malerbe graminacee o a foglia larga e alla semina di colture di copertura gelive, in grado di completare il ciclo prima dell’inverno (es. rafano americano, trifoglio incarnato) o da terminare con interventi meccanici.

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Boschi in Sardegna: un’altra estate di grave sofferenza

Un report conoscitivo

Michele Puxeddu 11 September 2024

Non bastavano gli incendi: ora è in atto il deperimento dei boschi naturali.  Nuovi ingenti danni alle risorse forestali della Sardegna si manifestano con appassimento delle foglie e successivo e completo disseccamento delle chiome degli alberi. Già evidenti a partire dal mese di questo luglio sono proseguiti con intensità crescente durante tutto il mese di agosto assumendo carattere di grave eccezionalità. Particolarmente intensi in vari comuni dell’area orientale dell’Isola, dal Sarrabus Gerrei al sud, passando per l’Ogliastra e per la Baronia al centro fino in Gallura al nord. L’eccezionale siccità, presente con una diminuzione delle precipitazioni medie negli ultimi anni che lungo la costa orientale dell’Isola sfiora il 50%, unita all’aumento delle temperature medie estive, con massimi superiori a 45°C negli ultimi 10 anni ormai ricorrenti e per periodi temporali prolungati, sta colpendo in particolare le formazioni naturali di sughera (Quercus suber L.) e di leccio (Quercus ilex L.), ma anche le superfici occupate da macchia mediterranea. In tutta l’Isola le prime stime indicano decine di migliaia di ettari le superfici complessivamente colpite.

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Vino e ortofrutta: piani di salvataggio o piani di crescita?

Lorenzo Frassoldati* 11 September 2024

Il vino – per cui l’export è strategico quasi quanto per l’ortofrutta - batte la strada dell’innovazione nei prodotti, nell’attenzione al mercato e nelle strategie di marketing. L’ortofrutta al momento piange molto su se stessa, anche se c’è chi sta lavorando per il futuro e non mancano progetti innovativi. 

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Un po’ meno grasso nel guanciale ma gli aerei inquineranno di meno

Mauro Antongiovanni 11 September 2024

Il giornalista brasiliano freelance Daniel Azevedo ci informa dalle pagine della rivista di informazione zootecnica “Dairy Global” del 7 agosto scorso che la multinazionale JBS Foods, conosciuta come la più grande azienda per la lavorazione delle carni nel mondo, sta utilizzando gli scarti di lavorazione delle carni per produrre biocarburanti per aerei. Le strutture industriali di trasformazione si trovano negli Stati Uniti, Canada e Australia.

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