Una sfida persa

Marcello Pagliai 31 May 2023

Eccoci ancora una volta nel giro di pochi mesi a piangere vittime di alluvioni: dopo le Marche nel settembre 2022, Ischia nel novembre scorso e ora l’Emilia Romagna si aggiungono ad una drammatica lista di disastri simili a cominciare da quello di Sarno nel 1998.
Già in occasione di quel disastro nei report scientifici e nelle analisi degli studiosi del suolo dell’epoca si leggeva, nelle loro conclusioni, che la gestione del suolo e delle risorse idriche sarebbe stata la sfida del futuro: ora possiamo dire che quella sfida l’abbiamo già persa!
La causa è sempre la stessa e ha origine intorno agli anni ’60 del secolo scorso in concomitanza del così detto “boom economico” quando il modello di sviluppo di allora portò all’abbandono di vaste aree di collina e montagna considerate marginali e quindi all’abbandono dell’agricoltura e della pastorizia perché quelle braccia erano più redditizie se impiegate nello sviluppo industriale e edilizio. Gli agricoltori rimasti nella bassa collina e nelle pianure furono indottrinati all’aumento delle produzioni, all’uso sfrenato di fertilizzanti chimici, alle monocolture con continue lavorazioni profonde con il risultato che nel tempo si è formato uno strato compatto al limite inferiore dell’aratura (“suola d’aratura”) che di fatto impedisce il drenaggio del terreno; da qui gli allagamenti di questi terreni quando piove in forma di nubifragio come ormai accade di regola.

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Insetti commestibili: utilità e neofobia alimentare

Alberto Ritieni 31 May 2023

All’inizio della lettura di questo contributo il pianeta contava circa 8.034.664.100 abitanti e nel giro di circa 10 minuti ha acquisito 800 nuovi ospiti pur considerando il bilancio fra natalità e mortalità. Il trend di crescita demografico è impressionante per cui in un anno si aggiungono al pianeta circa lo stesso numero degli stessi abitanti che popolano l’Italia. 
Parallelamente, le risorse naturali rinnovabili per produrre alimenti sono sempre più sfruttate e vengono richiesti sempre più acqua, terreni coltivabili, energia e tanto altro ancora. Ad oggi India e Cina assommano a oltre il 30% dell’umanità e le loro abitudini alimentari non si basano su proteine di origine animale per motivi religiosi o per tradizioni culturali. 
Basta pensare che in Cina, dal 1980 il consumo di carne dai 13 kg pro-capite è cresciuto a 53 kg nel 2004 e, l'attuale tendenza, li porterà nel 2031 a equiparare i 97 kg all’anno consumati di carne dell’odierno nordamericano. L’OMS e la FAO hanno da tempo sottolineato che l’incremento dei consumi di proteine di origine animale in questi paesi renderà insostenibile la gestione delle risorse naturali aggiungendo un ulteriore pericolo per la sopravvivenza della specie umana. 
Una possibile alternativa è identificare altre fonti di proteine non di origine animale o vegetale che possano sostenere sia la crescita demografica che il diritto ad una alimentazione equa senza creare problematiche di sicurezza alimentare. 
Gli insetti sin da tempi remoti sono stati considerati alimenti o in molti casi dei veri e propri scrigni di principi terapeutici grazie al loro patrimonio di sostanze bioattive. Il futuro ci sta chiedendo di ripensarli come una fonte di macronutrienti utili per il sostegno alimentare specie nelle aree dove ci sono difficoltà ad ottenere gran quantità di proteine per la popolazione. 
Sono oltre 2.000 le specie di insetti edibili, molti dei quali sono comuni in Africa, Asia o America del Sud, e studiarli per avere una valida alternativa e sostenere i consumi alimentari dell’umanità è un dovere per i paesi più avanzati pur se quest’ultimi non hanno ancora la necessità di usarli come fonte alimentare. L’allevamento degli insetti può sia sostenere la maggiore richiesta di proteine di qualità che la riduzione dei consumi delle risorse rinnovabili rendendosi utili in qualsiasi momento del loro ciclo di crescita a partire dalle larve e pupe potendo così ottimizzare i loro tempi di “raccolta” e utilizzo.
Oggi gli insetti come cibo sono usuali per quasi due miliardi persone nel mondo, ma per i restanti consumatori la loro accettazione come cibo è una barriera dura da superare. Il primo ostacolo è legato alla “neofobia alimentare” ovvero alla paura del nuovo in tavola; qualcosa di simile accadde agli inizi del ‘900 col rifiuto di accettare il latte pastorizzato anziché il latte crudo. Un secondo motivo di rifiuto è nell’essere semplicemente disgustati dagli insetti perché collegati ad ambienti sporchi, a fenomeni di carestie, alle bibliche invasioni e ad alcune malattie di cui sono vettori. 

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Il rapporto tra fauna selvatica e territorio ieri e oggi

Zeffiro Ciuffoletti 31 May 2023

Ci sono voluti dei drammatici fatti in Trentino e gli attacchi dei lupi in Toscana e poi ancora incidenti in Abruzzo per far capire che il rapporto fra fauna selvatica e territorio è una questione seria, che non si può affrontare sulla base di ideologie superficiali ancorché care al mondo variopinto dello spettacolo e della comunicazione. Oppure della retorica ecologista.

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Una consultazione pubblica per lo sviluppo del verde

Alberto Giuntoli* 31 May 2023

Il Comitato per lo sviluppo del verde pubblico del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha lanciato una consultazione pubblica il cui obiettivo è quello di individuare le criticità per lo sviluppo del verde pubblico in aree urbane e periurbane. La richiesta mira infatti a raccogliere da associazioni, enti, operatori economici e anche privati cittadini, proposte operative per il miglioramento della qualità del verde cittadino ma anche suggerimenti di semplificazione normativa da trasmettere al governo.

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