Notiziario




Vendemmia a rischio per caldo e siccità

“Se non ci saranno piogge nei prossimi giorni – avverte Confagricoltura - gli acini di uva non ingrosseranno e perderanno colore; insomma non matureranno adeguatamente, con il rischio di poca gradazione. Già veniamo da un’annata di basse rese e c’è il rischio che vengano confermate anche quest’anno; chi ha la possibilità mette in conto irrigazioni di soccorso, che comportano oltre tutto aumenti dei costi aziendali."

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Il Ministro Catania presenta iniziativa contro la cementificazione delle campagne

Il Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania intende portare a settembre in Consiglio dei Ministri un disegno di legge quadro in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo di suolo.
Lo ha annunciato il 24 luglio u.s., in occasione di un'iniziativa da lui promossa ed alla quale hanno preso parte il presidente di Slow Food Carlo Petrini e l'editorialista del Corriere della Sera Sergio Rizzo.
“ Dal 1971 ad oggi - ha ricordato il ministro - sono andati persi circa cinque milioni di ettari di superficie agricola, di cui un milione e mezzo a causa della cementificazione e ancora oggi, ogni giorno,  si perdono 100 ettari. Peraltro - ha aggiunto - ciò accade in un paese in cui il tasso di autoapprovvigionamento alimentare è dell'ordine dell'80 per cento, con il peso dell'import che cresce ed in un quadro in cui i prezzi delle materie prime agricole appaiono in irreversibile aumento".
Per Catania, comunque questa battaglia per la salvaguardia del suolo agricolo va al di là del problema in sé, ma assume il carattere di una "battaglia di civiltà", a favore di un cambio di modello di sviluppo, "che recuperi quello che l'Italia sa fare meglio" e che attiene alla creatività, alla qualità, alla bellezza.
In questo senso, il ministro ha chiesto un ampio sostegno alla sua iniziativa, spiegando che il disegno di legge ha già ricevuto l'appoggio informale di una serie di suoi colleghi di governo, tra cui quello "molto importante" del ministro delle attività produttive Corrado Passera, anche se - ha ammesso - "sono sicuro che ci saranno anche resistenze".

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Uno studio della NASA sui pregi del verde urbano

Lo studio e un "primo passo" verso la quantificazione del ruolo della vegetazione nelle periferie, che sono le aree urbane che crescono più rapidamente negli USA ed in tutti i paesi industrializzati.

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Alla ricerca di una disciplina giuridica del giardino storico: da “verde urbano” a “bene culturale e paesaggistico”

“Uno spazio progettato dall’uomo con finalità in primo luogo, ma comunque non esclusivamente, estetiche a cui si riconosce un interesse pubblico, conferitogli dalle sue caratteristiche artistiche e/o dalla rilevanza storica”. In questi termini il Ministero per i Beni e le attività culturali ci prospetta la nozione di giardino storico che racchiude in sé quella profonda valenza culturale ricorrente nelle definizioni che dello stesso ci offrono la Carta dei Giardini storici, detta anche Carta di Firenze, e la Carta italiana dei giardini storici, documenti non dotati di valenza giuridica, ma che contengono una serie di raccomandazioni mirate alla corretta gestione di questa peculiare tipologia di giardino, sull’onda del rinnovato interesse che quest’ultimo, per lungo tempo degradato a mero verde urbano, nella considerazione dei progettisti e degli urbanisti, ha suscitato a partire dagli anni settanta del secolo scorso.
La valenza culturale del giardino storico conduce il giurista a inquadrare il tema sullo scenario legislativo contemporaneo, in stretta assonanza con quello del paesaggio, alla luce della moderna concezione di quest’ultimo come bene culturale, formalizzata nella Convenzione europea del paesaggio e adottata dal legislatore italiano nel Codice dei beni culturali e del paesaggio (c.d. Codice Urbani).

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Allarme di Catania: “Negli ultimi 30 anni sono stati persi 5 milioni di ettari agricoli su un totale nazionale di 30 milioni”

Il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Mario Catania, intervenendo alla Assemblea A.N.B.I. (Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni), che si è svolta a Roma lo scorso 11 luglio, si è dichiarato estremamente preoccupato a riguardo del consumo di suolo agricolo in Italia, pari a circa 100 ettari ogni giorno.
“Si tratta di pura follia, se teniamo a mente che siamo all’80% dell’auto-approvvigionamento alimentare e andando di questo passo rischiamo di bruciare economia, sviluppo e lavoro."

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L’internet delle piante: il progetto PLEASED

“Paura a Ceriale la notte scorsa. Una decina di persone, tra turisti e abitanti della zona ospiti di un campeggio, sono state ricoverate nell'ospedale Santa Maria di Misericordia con forti bruciori agli occhi e alla gola provocati da una nube tossica che si è sprigionata intorno alle 23.30 nella piana tra Albenga e Ceriale, nel savonese.” La Repubblica, 4 settembre 2011.

Immaginiamo uno scenario nel quale, tramite un sistema di comunicazione “vegetale”, sarebbe stato possibile acquisire preventivamente l’informazione trasmessa da pianta a pianta così da evitare tale disastro. Le piante sono spesso considerate come semplici automi non in grado di percepire l’ambiente che le circonda né di comunicare con altre piante o animali. Studi condotti negli ultimi anni hanno però dimostrato che, contrariamente a quanto ritenuto, le piante sono estremamente sensibili e sono in grado di percepire cambiamenti nell’ambiente molto prima rispetto agli animali.

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Il controllo biologico della Psilla dell’Eucalipto

Nell’ultimo biennio, le estese infestazioni dell’esotica Psilla dell’Eucalipto (Glycaspis brimbecombei) hanno destato notevoli preoccupazioni sia in ambienti forestali che nelle aree antropizzate per i fastidi causati dalla pioggia di melata e di follicoli dalla chioma delle piante infestate sui passanti e sulle auto. Allarmati sono gli apicoltori poiché, a seguito degli attacchi, le piante vengono fortemente debilitate e si riducono sia il notevole flusso di nettare sia di polline che assicurano alle api importanti pascoli estivi dai quali le api ottengono abbondanti produzioni di un caratteristico miele. Un ruolo marginale nel contenimento delle infestazioni è svolto dai nemici naturali indigeni rappresentati da Antocoridi predatori e da Vespe mentre le formiche vivono in simbiosi con la psilla produttrice di melata.

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Sequenziato il genoma di Drosophila suzukii

Dopo il sequenziamento del genoma della vite, del melo e della fragola, a San Michele all’Adige è stato raggiunto un altro importante risultato in questo campo. Un team multidisciplinare di ricercatori della Fondazione Edmund Mach ha sequenziato il genoma di Drosophila suzukii, il moscerino che preoccupa da qualche anno i produttori di piccoli frutti in tutto il mondo. Per raggiungere l’obiettivo si è partiti da alcuni insetti raccolti in Valsugana, la zona più importante per la produzione di piccoli frutti in Italia e che ha fronteggiato le conseguenze più gravi dagli attacchi dell’insetto. Sono state utilizzate moderne tecnologie di sequenziamento che rispetto ad un recente passato sono molto più efficaci e di gran lunga meno dispendiose. I dati sono stati depositati in una banca dati internazionale, al fine di condividerli con la comunità scientifica mondiale che si occupa di questa problematica.
Il progetto dei ricercatori della Fondazione Edmund Mach di San Michele, presentato alla stampa a Trento, con la presenza del presidente della Provincia Lorenzo Dellai e del presidente della Fondazione Edmund Mach, Francesco Salamini, prevede di utilizzare questi dati per chiarire gli ancora numerosi punti oscuri sull’origine dell’insetto ed accelerare la messa a punto di metodi di controllo innovativi, sfruttando anche l’enorme mole di conoscenze prodotte su Drosophila melanogaster, il moscerino dell’aceto, parente stretto di Drosophila suzukii e organismo modello per eccellenza.

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Olivi di Toscana

Tutte le attività agricole produttive, anche le più avanzate - e non solo quelle alimentari - cercano oggi di accreditare i legami fra i prodotti, le tradizioni e i territori di origine, evidenziando le antiche basi culturali sulle quali si sono sviluppate ed affermate le proprie tipicità.
Con questi stessi intenti, i Georgofili hanno pubblicato un volume su “Olivi di Toscana”. Si tratta di una pubblicazione di oltre 300 pagine, realizzata con il sostegno dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, della Regione Toscana e della Fondazione Carlo e Giulio Marchi, avvalendosi della collaborazione di 23 Autori, tra i più qualificati Esperti nelle materie riguardanti i singoli capitoli. L’opera illustrata ampiamente l’evoluzione della olivicoltura toscana, attraverso la storia, l’arte, la letteratura, ecc., nonché lo sviluppo delle tecniche colturali, fino all’attualità.

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Un importante contributo al dibattito energetico: le biomasse

Su scala globale l' 81% dell'energia consumata è derivata da combustibili fossili, mentre le energie rinnovabili coprono il rimanente 19% di cui il 6% è rappresentato dal nucleare, ma ben il 10% dai biocarburanti, rappresentati da biodiesel -sostanzialmente derivato da lipidi di soia, colza ed altri semi oleaginosi- e soprattutto da etanolo prodotto usando lieviti in grado di fermentare zuccheri estratti da canna da zucchero, da barbabietola o dall'amido di mais, frumento e cassava. Tutta questa energia ricavata dalle piante rappresenta, a livello mondiale, il 78% delle energie rinnovabili; negli USA a fronte di 522 miliardi di litri di  benzina, si usano 49 miliardi di litri di etanolo. La stima degli autori è che, con gli opportuni miglioramenti, si possa arrivare a soddisfare il 30% della richiesta mondiale del carburante per trasporti, con i biocarburanti prodotti dalle biomasse.

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L’Italia ha bisogno degli OGM oppure l’agricoltura morirà: lettera-appello di 200 scienziati e coltivatori

In una lettera al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio, 200 tra scienziati e agricoltori italiani hanno fatto una richiesta precisa: che sia di nuovo possibile, in Italia, competere scientificamente ed economicamente nel settore strategico dell’agricoltura e che, allo stesso tempo, finisca la “politica dello struzzo” sul tema degli OGM. E’ una richiesta che assume particolare rilevanza alla luce della norma europea di NON CONSENTIRE che gli Stati membri decidano in modo autonomo di vietare la coltivazione di piante OGM, mentre in Italia (a Viterbo n.d.r.)  si sradicano alberi di ulivo e di ciliegio OGM, calpestando una sperimentazione decennale.

Sul sito http://www.salmone.org/lettera-ai-presidenti/ è possibile leggere il testo integrale della lettera sottoscritta, tra gli altri, da Silvio Garattini, Umberto Veronesi, Luciano Maiani, Chiara Tonelli, Elena Cattaneo, Felice Cervone e molti altri noti esponenti del mondo agricolo e scientifico.

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Biocarburanti: Colza batte Cavolo abissino 1-0

Il Cavolo abissino (Brassica carinata) è stato coltivato per tre anni consecutivi nell’ambito di un progetto dell’Università di Firenze cofinanziato dal MiPAAF sul programma OIGA. Le attività sperimentali, condotte presso un’azienda agricola toscana, hanno permesso di mettere in luce limiti e criticità alla coltivazione di questa specie, originaria dell’Africa orientale, nei nostri ambienti, e di valutarne le performance, rispetto al colza, nella produzione di biomasse per la filiera dei biocarburanti.
I risultati evidenziano una scarsa vocazionalità del pedo-clima locale. Difficoltà sono state riscontrate nell’individuazione dell’adeguato periodo di semina: la B. carinata ha mostrato una particolare vulnerabilità nel corso delle prime fasi di germinazione e ingrossamento delle silique e di richiedere pertanto un’ attenta preparazione del letto di semina.

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Arboricoltura urbana: le nuove sfide

Piantare alberi è uno dei presupposti di gran parte dei programmi di miglioramento ambientale delle principali istituzioni nazionali e internazionali che si occupano di ambiente e, nel presente scenario di cambiamenti globali (non solo climatici), la scelta delle piante da inserire nelle aree verdi delle nostre città non può e non deve avvenire solo su basi estetiche o limitando la scelta alle sole specie indigene, ma deve tener conto del potenziale "contributo" ambientale che le specie che saranno messe a dimora potranno apportare.
Appare necessario che questa scelta debba essere basata su altri parametri come la quota d’inquinanti rimossi dalla vegetazione, il miglioramento della qualità dell’aria, l’emissione oraria e giornaliera dei composti organici volatili da parte della pianta e il relativo impatto sulla genesi di ozono e di monossido di carbonio annuali, l’ammontare totale del carbonio organicato al netto della respirazione e dell’emissione di composti organici volatili, l’effetto del bosco urbano sull’efficienza energetica nella zona confinante, la produzione di polline e allergeni, l’evapotraspirazione e la conseguente modifica del microclima. Tutto questo deve sempre tener conto del principio “albero giusto al posto giusto”, poiché non è sufficiente che gli alberi sopravvivano, ma che abbiano elevati tassi di crescita e, conseguentemente, elevati tassi di sequestro di CO2 e di abbattimento degli inquinanti.

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C’è un futuro per le produzioni ovine e caprine della Sardegna?

Le produzioni di latte ovino e caprino sono crescenti un po’ovunque. L’Italia è una delle poche nazioni che invece mostra una decrescita delle produzioni, soprattutto per quanto riguarda il latte ovino. Il mercato mondiale è caratterizzato da prezzi medi del latte ovino più elevati di quelli prevalenti in Italia. In particolare, il prezzo del latte in Sardegna è in assoluto fra i più bassi.
Diversa è la situazione del prezzo del latte di capra in Italia, ed in particolare in Sardegna, in linea e talvolta superiore a quello delle principali nazioni europee. La riduzione del valore del latte ovino è stata attribuita principalmente alla debolezza organizzativa di molte aziende casearie, in particolare di quelle cooperative, che continuano a produrre formaggi poco attrattivi per il mercato moderno ed a venderli senza il supporto di adeguate figure professionali.

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Parassiti delle piante: lotta senza fitofarmaci?

Una chimera dell'agricoltura mondiale è rappresentata dalla possibilità di eliminare o quanto meno ridurre drasticamente i numerosi trattamenti antiparassitari necessari nella grande maggioranza delle coltivazioni, per poter contenere le perdite quanti-qualitative delle produzioni,  dovute alle varie avversità di tipo biotico.
Si potranno mai rendere immuni le piante coltivate dai vari attacchi parassitari?
.....
Una piccola molecola di RNA sembrerebbe alla base della "memoria ereditabile" della malattia che potrebbe suggerire nuove strategie di difesa dai parassiti. Per dirla con il linguaggio fiorito di  Andrei Alyokhin, ricercatore dell'Università del Maine, è come dare un vaccino ai genitori e riscontrare l'immunità nei figli.

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Georgofili: Scaramuzzi confermato presidente

Per l’ottava volta dal 1986, Franco Scaramuzzi è stato eletto presidente dei Georgofili. Vicepresidenti sono stati confermati Giampiero Maracchi e Federico Vecchioni. Nei giorni scorsi, alla scadenza del mandato, i membri del consiglio direttivo e i presidenti delle varie sezioni si erano espressi pubblicamente chiedendo al loro Presidente di accettare l’ennesima conferma.
Pugliese di origine, trasferitosi a Firenze dopo la laurea, docente alla facoltà di agraria, rettore dell’università negli anni che seguirono il caos della contestazione, a 85 anni Franco Scaramuzzi è ancor oggi una figura di spicco, non solo nel mondo scientifico. La sue capacità di organizzatore furono comprese da tutti quando seppe, in breve tempo, ricostruire la sua Accademia dopo l’attentato del 1993. Le sue capacità di analisi sociali ed economiche sono ben note ai lettori de La Nazione, ai quali dedica frequenti articoli e riflessioni.

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Drosophila Suzuki (Matsumura): un nuovo temibile nemico della frutta

Delle oltre 1500 specie del genere Drosophila comunemente definite mosche/moscerini dell’aceto o della frutta, D. suzukii, nota fin dal 1916 in Giappone, è una delle poche in grado di attaccare i frutti integri di numerose piante coltivate e spontanee

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L’agricoltura rimane un settore strategico

Il settore primario si sta sempre più affermando a livello internazionale con un ruolo strategico essenziale per la sopravvivenza dell’umanità. La FAO ha evidenziato la necessità di raddoppiare la produzione complessiva di alimenti entro il 2050 aumentando le rese unitarie con l’ausilio della genetica molecolare, anziché con l’ulteriore incremento dell’impiego di mezzi tecnici inquinanti e costosi.
Il mercato globale attualmente è caratterizzato  da un grave squilibrio tra domanda e offerta che tende ad allargarsi per la crescita economica dei paesi asiatici e il miglioramento delle condizioni di vita che comporta crescenti richieste di cereali e proteine animali, con conseguenti pressioni e volatilità  delle principali commodities agricole.
Questa situazione è causata anche dalle speculazioni finanziarie e dalle misure protezionistiche dei principali paesi esportatori, ma anche dai  frequenti eventi climatici negativi. In questo contesto mondiale l’UE ha tracciato le linee della Politica Agricola Comunitaria per il 2020 che riguardano innanzitutto la sicurezza alimentare e la tutela delle risorse naturali e del territorio.
La sicurezza alimentare ritorna ad essere l’obiettivo primario della PAC e in questo contesto  la modernizzazione e la riaggregazione della filiera agroindustriale  è strategica per aumentare e migliorare le produzioni locali, concorrere a rafforzare la tipicità del Made in Italy a competere sul mercato globale  e incrementare le esportazioni di produzioni italiane di qualità.
Il mercato globale regola disponibilità e prezzi e marginalizza le produzioni agricole locali soprattutto dove non si è in grado di competere sul piano dei costi, l’agricoltura pugliese avrebbe innanzitutto bisogno di organizzazioni di commercializzazione più efficienti ,capaci di valorizzare l’origine dei propri prodotti e aumentare i ricavi. Si stima infatti che gli agricoltori italiani abbiano perso nel periodo 2000-2009 il 36% del loro reddito con una ulteriore flessione nel 2010, mentre in Europa ,nello stesso periodo, si è registrato un incremento medio  del reddito agricolo del 5% annuo.

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LO STATO DISTRUGGE LA RICERCA SCIENTIFICA PUBBLICA IN ATTO

Martedì 12 giugno è iniziata la distruzione di alberi di olivo, di ciliegio e di kiwi, oggetto di studi genetici presso campi sperimentali dell’Università della Tuscia. Le ricerche erano state formalmente autorizzate dal Ministero dell’Agricoltura ed erano iniziate da quasi 30 anni, rispettando le misure di sicurezza previste dalla legge. Alla scadenza dell’autorizzazione, il Ministero dell’Ambiente (al quale era stata trasferita la competenza) non ha accolto la richiesta di proroga avanzata dall’Università della Tuscia. La comunicazione del Ministero è pervenuta in data 1 giugno e l’Università, a partire dal 12 giugno, ha dovuto applicare un protocollo di distruzione che prevede un trattamento con un disseccante , l’espianto e poi  l’incenerimento degli alberi. Le ricerche avrebbero consentito di selezionare varietà resistenti a diversi agenti patogeni, portando quindi ad una auspicata riduzione dell’uso di antiparassitari chimici in agricoltura. Sembra che il diniego sia stato sollecitato da una denuncia presentata dalla Fondazione Diritti Genetici di Mario Capanna ai Ministri dell'Ambiente e dell'Agricoltura e alla Presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, per decadenza dell’autorizzazione.

Si riportano  alcuni commenti che ci sono pervenuti, in merito all’accaduto.

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LIBRI VIOLENTATI

“Perdere un libro significa perdere un po’ della propria storia …” .
Così si scriveva a pochi mesi di distanza dall’attentato di via Georgofili del maggio 1993. L’occasione era la mostra Libri violentati allestita nel mese di ottobre 1993 nelle due sale del pianterreno della sede accademica, sopravvissute alla furia sconvolgente dell’ordigno che aveva devastato la medievale Torre dei Pulci, trascinando sotto le macerie vite umane, la biblioteca e l’archivio dell’Accademia dei Georgofili.

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Economia reale e agricoltura per uscire dal tunnel

Si complica lo scenario e si smarriscono le certezze nel labirinto della crisi, nata da politiche finanziarie disinvolte e poi  estesa a tutta l’economia. Ne sono  colpiti tutti i settori, compresa l’agricoltura che produce nuova ricchezza e non si limita a compravendere prodotti finanziari. La produzione agricola non si è arrestata, ha subito forti scossoni per le due ondate al rialzo e poi al ribasso dei prezzi. Anche la contrazione dei consumi alimentari è stata modesta e inferiore a quella generale.
Gli Italiani hanno modelli di consumo da Paese ricco e l’alimentazione non è sentita come un problema prioritario, ma rimaniamo deficitari di prodotti agricoli e alimentari. La produzione non perde terreno, ma da almeno un decennio le rese non aumentano. Ci stiamo incamminando su una strada che non considera l’esigenza di incrementarla perché preferiamo privilegiare altre valenze dell’agricoltura.
Diamo per scontato che qualcuno, nel mondo, produrrà per noi gli alimenti e le materie prime per ottenere i grandi prodotti della nostra tradizione.

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SALVARE L’AGRICOLTURA

Nell’ambito di un convegno svoltosi a Pisa il 23 maggio u.s. per celebrare il 170° anniversario di quella Facoltà di Agraria, la prima nata nelle Università italiane (per iniziativa di Cosimo Ridolfi, allora Presidente dell’Accademia dei Georgofili), il prof. Franco Scaramuzzi ha tracciato un quadro realistico dell’attuale situazione della nostra agricoltura (testo su www.georgofili.it), mettendone in evidenza le crescenti difficoltà in un clima di incomprensione e di sempre più scarso interesse da parte della opinione pubblica e di riflesso dal mondo politico, erroneamente, come se oggi fosse meno importante d’un tempo.
Le sintetiche argomentazioni del Presidente dei Georgofili hanno espresso e trasmesso il drammatico disorientamento e scoraggiamento che il mondo dell’agricoltura sta vivendo.
Il prioritario ed essenziale problema è rappresentato dalla crescente difficoltà di conseguire reddito dalle attività agricole. Allo stesso tempo, gli agricoltori avvertono, più che mai, la mancanza di attenzione e di prospettive.

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