Le straordinarie interazioni chimico-fisico-biologiche che si instaurano
fra piante parassite ed ospiti offrono interessantissimi spunti di
ricerca che sempre più travalicano gli ambiti dell’agricoltura o della
botanica per spostarsi nei campi delle biotecnologie, della genetica e
persino della medicina, prefigurando nuovi scenari e nuove possibili
applicazioni.
Le piante parassite sono organismi vegetali che dipendono, per parte o
tutto del loro ciclo vitale, da un'altro organismo vegetale. Spesso tali
piante parassite sottraggono ai loro ospiti sostanze nutritive, acqua,
metaboliti, o le utilizzano come "supporto" per la loro crescita; in
altri casi percepiscono dei segnali chimici emessi dai loro ospiti per
avviare o svolgere alcune importanti fasi del loro ciclo biologico, come
la germinazione dei semi.
Nel mondo si conoscono oltre 4000 specie
di piante parassite appartenenti a 19 generi: fra esse si annoverano
anche specie di straordinaria importanza ecologica ed ambientale, quale
ad esempio
‘Rafflesia arnoldii’, che produce il più grande fiore conosciuto, o specie del genere
‘Hydnora’, le cui piante svolgono tutto il ciclo, compreso la fioritura, sotterraneamente.
Le piante parassite dei generi
Striga ed
Orobanche sono fra i più dannosi organismi delle colture agrarie. Le specie di
Orobanche
parassitano importanti colture agricole in tutto il mondo come legumi,
crocifere, girasole, canapa, tabacco e pomodoro. Le specie di
Striga
causano invece disastrosi danni alle colture di cereali e costituiscono
addirittura il principale danno biotico per tali colture nelle regioni
sub-sahariane. Le possibilità di controllo di queste infestanti sono
piuttosto limitate, e nessuno dei metodi di controllo tradizionali
studiati finora ha dimostrato di essere completamente efficace.
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