Notiziario




Una leggenda metropolitana: l’Eucalipto letale per le api

Una inverosimile storia che, a un certo punto della sua diffusione orale, ha ricevuto una temporanea e immeritata, patente di credibilità da parte di apicoltori siciliani e algerini, riguarda l’eucalipto australiano Eucaliptus globulus.

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L’uomo e gli animali da affezione

L’uomo da sempre ha rapporti più o meno problematici con le specie del mondo animale del quale egli stesso fa parte anche se è separato dall'evoluzione cerebrale ed intellettiva che gli hanno consentito, con il progresso culturale e sociale, di elaborare tecniche per utilizzarle a proprio vantaggio. Dice L. Feuerbach: “La natura ha fatto dell'uomo il signore degli animali e gli ha dato le mani per domarli ed occhi ed orecchi per ammirarli” ma da noi dipende il giusto equilibrio fra diritti e doveri, tra le esigenze economiche e quelle della natura per assicurare il futuro delle altre specie. 

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Mozzarelle blu e alimenti dai colori anomali

Le mozzarelle con colorazioni anomale di qualche tempo fa, suscitano allarme e paure, come nel passato vi era stato per la polenta porporina e il pane delle ostie con macchie rosse vivo, quasi sangue. Lo stesso avviene per i gamberetti luminosi e fluorescenti e per carni suine cotte o stagionate che alla superficie di taglio presentano strane iridescenze. Che cosa sta accadendo?
Gli alimenti spesso in superficie e talvolta anche al loro interno hanno microrganismi (batteri, lieviti, muffe) che, per vivere e moltiplicare, compiono reazioni chimiche e possono produrre composti che trasmettono all’alimento. Qualche volta questi composti sono utili perché trasformano una materia prima (latte, carne, uva) in un alimento fermentato (yogurt, salame, vino). Altre volte i microrganismi producono tossine, alterano l’alimento, lo fanno puzzare, rammollire o gli danno anche colori anormali.
Le mozzarelle blu, verdastre o di altri colori e talvolta fluorescenti sono dovute ai pigmenti prodotti da particolari batteri, gli Pseudomonas, che crescono nei formaggi freschi poco acidi, con scarso ossigeno (quindi confezionati), con il favore di sbalzi termici. Gli Pseudomonas producono diversi pigmenti: piocianina, di colore verde blu, piorubina rossastra – marrone e fluorescente, pioverdina giallo – verde o giallo – brina e fluorescente all’ultravioletto. Quando gliPseudomonas crescono rapidamente producono poco pigmento, ma ne producono molto e ben visibile quando hanno una crescita lenta, come può accadere in un frigorifero mal regolato e con un lunga conservazione. Gli Pseudomonas si sviluppano di preferenza nei biofilm aderenti a superfici umide, come nelle moderne confezioni commerciali di formaggi.
Al di fuori di fenomeni d’inquinamento della produzione casearia, a iniziare dalla necessaria purezza dell’acqua, e che ovviamente sono da controllare, la comparsa delle anomale colorazioni provocate dagliPseudomonas è favorita dalla sempre più ridotta acidità della produzione casearia e del liquido di mantenimento delle confezioni, nelle quali è agevolata la produzione di biofilm. Questo spiega come in ambienti acidi e senza confezioni, come era regola nel passato, gli Pseudomonas non erano un problema e le mozzarelle non assumevano colori o fluorescenze anomale e inquietanti.

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Le piante in città

Selezionare e piantare alberi avvenenti e utili nelle zone antropizzate è materia ingegnosa, un astratto aristocratico ma non un lusso. Nemmeno sia l’Eldorado per appalti orientati al solo profitto; tanto più che col semplice gesto di sollevare una pietra e smuovere la terra, con modalità poco invasive, si può piantare l’albero che serve senza sottostare alle lunghe attese delle ristrutturazioni urbane. 
Le piante, nelle dimensioni giuste per impianti tecnologici, gravano poco sull’economia della Pubblica Amministrazione e i cittadini devono avvalersi del fresco e del decoro senza attese interminabili. Se poi capita davvero che si proceda alla ristrutturazione globale, le immissioni, anche poco recenti, possono essere ricuperate per altre utili destinazioni.
Gli alberi destinati a una lunga carriera, naturalmente, devono disporre di una fertilità “inesauribile”. Ma gli altri, opportuni alla dignità estetica e ad una appagante vivibilità, si pianteranno dove occorre, come meglio si può, consapevoli che la permanenza potrà essere temporanea. 
I giardinieri comunali, a mio avviso, sono i più abilitati a sostenere l’efficienza delle piante della città. Sono loro che possono provvedere alle sostituzioni, con prontezza e sufficiente autonomia, senza attendere le tante esitazioni e i preamboli burocratici che rallentano le rispondenze ambientali della città. Ma non dovrebbero essere distratti dagli impegni del giardinaggio effimero. L’arredo floreale dovrebbe essere riservato a stilisti della decorazione, abili e fantasiosi nelle creazioni di scene in colori e profumi come altri sono negli addobbi e nelle luminarie delle feste. Il budget più o meno consistente, per effetti più o meno importanti a rallegrare l’ambiente in semplici, gentili, composizioni o mirabili “coordinati in Sanderson”. Nel caso vengano commesse improprietà non restano danni alla struttura paesaggistica della città. 

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Come diradare i rimboschimenti per migliorarne la salute – il progetto LIFE-FoResMit

Il progetto LIFE-FoResMit (LIFE14 CCM/IT/000905) ha l'obiettivo di dimostrare l'efficacia delle opzioni gestionali per il recupero delle pinete degradate peri-urbane al fine di ripristinare la stabilità ecologica ed il potenziale di mitigazione dei cambiamenti climatici.

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Semplificazione, razionalizzazione e competitività per il settore agricolo

Il Senato della Repubblica, XVII Legislatura, nel “Fascicolo Iter DDL S. 1328-B” ha pubblicato la versione approvata definitivamente della legge recante “Deleghe al Governo e ulteriori disposizioni in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitivita` dei settori agricolo e agroalimentare, nonché sanzioni in materia di pesca illegale”. L’Accademia dei Georgofili, in attesa di analizzare più approfonditamente questa legge, ne presenta una breve sintesi con qualche sintetico commento. 

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Firmato protocollo tra Legambiente e Accademia dei Georgofili

Legambiente e Accademia dei Georgofili si accordano per la salvaguardia e lo sviluppo dell’ambiente rurale, agricolo e forestale italiano. Il documento, firmato lo scorso 7 agosto a Rispescia (GR) durante Festambiente, prevede una completa collaborazione sui principi bioecologici e di salvaguardia di ogni aspetto agricolo e rurale del territorio italiano: un’azione comune per favorire la diffusione di conoscenze scientifiche nel settore ambientale, promuovere le filiere di bioeconomia e affrontare tutte le problematiche economiche, ambientali e territoriali delle aree marginali e montane. Inoltre, si propone di contribuire allo sviluppo delle razze e delle varietà zootecniche nel rispetto dei più corretti criteri agroecologi.
Il documento si propone anche di valorizzare quelle imprese che gestiscono correttamente la propria rete idrica, di contribuire promuovere la massima diffusione a tutte le iniziative congiunte dei due enti, nonché di realizzare campagne e collaborazioni con soggetti terzi, intese a valorizzare il patrimonio culturale e le nuove acquisizioni tecnico-scientifiche che hanno riflessi sul settore agricolo-forestale e sull’ambiente rurale.
L’accordo è stato firmato da Rossella Muroni, Presidente nazionale di Legambiente e Giampiero Maracchi, Presidente dell’Accademia dei Georgofili.

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Firmato il protocollo di intesa tra Accademia dei Georgofili e Unicoop Firenze

E’ stato firmato questa mattina un protocollo di intesa tra Accademia dei Georgofili e Unicoop Firenze, alla presenza dei due presidenti, Giampiero Maracchi e Daniela Mori.
L’Accademia dei Georgofili si è impegnata a dare il proprio contributo in varie iniziative, rivolte sia ai consumatori che ai dipendenti della cooperativa, che riguarderanno temi come la qualità dei prodotti toscani, l’alimentazione e i cambiamenti climatici, i processi di preparazione alimentare, l’educazione alimentare, i cibi del mondo, gli stili di vita, le produzioni agricole toscane, la lettura delle etichette e molti  altri aspetti relativi al mondo dei prodotti alimentari. 
Obiettivo della collaborazione è quello di offrire ad un vasto pubblico la possibilità di acquisire da un lato informazioni utili nella vita quotidiana, dall’altro nozioni storiche e culturali legate alla tradizione e alla realtà toscana. 
Grazie alla firma del protocollo di intesa verranno organizzate attività di formazione e di informazione sia presso la sede accademica in Logge degli Uffizi Corti che nei supermercati Coop, grazie alle quali  il grande patrimonio di competenze della più antica accademia di agricoltura del mondo (fondata nel 1753) troverà nuovi spazi di valorizzazione, a contatto con il mondo dei consumatori.

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Evoluzione degli impianti di macellazione del bestiame dall’antichità ai tempi moderni

Nel ciclo integrato a filiera del settore zootecnico esiste uno stretto collegamento fra l’allevamento del bestiame e la produzione della carne. L’allevamento degli animali,  soprattutto degli  ovini e dei caprini,  è molto antica ed  ha probabilmente le sue origini in Mesopotamia, nella cosiddetta mezzaluna fertile, intorno al 10.000 a.C. 

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Lievito madre, misterioso inganno sessuale

Omero definisce il pane midollo degli uomini e non uomini coloro che non conoscono questo alimento, ottenuto da farine impastate con acqua e in generale fermentato prima di una cottura a secco.
Oltre all’origine e qualità delle farine, le fermentazioni panarie, non ancora completamente conosciute, contribuiscono molto alle caratteristiche del pane.

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Le risorse alimentari e la fame nel mondo

La continua pressione di migranti alla ricerca del benessere in Europa (libertà dalle guerre, dalla fame, dai disagi, ma anche, possibilmente, del pensiero) mi dà l’occasione per fare il punto della situazione e presentare la filosofia degli interventi e le proposte operative auspicate per le realtà sociali ed economiche dei Paesi in Via di Sviluppo. Il problema è antico e si inquadra nel più ampio contesto delle disponibilità di risorse alimentari; se ne parla da secoli ma le soluzioni sono di là da venire. La disponibilità di alimenti è limitata da fattori ambientali, climatici e pedologici, ma anche da fattori politici, come le guerre e la gestione del potere, perché, come insegna la storia, coloro che lo hanno desiderano conservarlo con un popolo sottomesso soprattutto se lo si lascia nell’analfabetismo e nella fame. Nei Paesi in Via di Sviluppo (ma anche nei Paesi Sviluppati) la causa primaria della fame non è dovuta all’incremento demografico od alla insufficiente produzione, ma nell'impossibilità per i più poveri di acquistare gli alimenti. Scrivevo nel 1985 “Ciò che preoccupa è il prezzo che dovrà essere pagato per raggiungere l’equilibrio, alla ricerca di rapporti di crescita demografica bilanciata tra diversi Paesi, di disponibilità alimentari sufficienti ed equamente ripartite, di risorse naturali rinnovabili o alternative, di sistemi e tecniche di industrializzazione capaci di migliorare il ciclo di produzione e di ridurre gli effetti inquinanti. Ed il prezzo potrà essere particolarmente elevato se non verrà posta ogni cura nella individuazione e nella applicazione di accorgimenti tecnici, economici e sociali atti a favorire il raggiungimento, nella forma più morbida possibile, di quel punto di equilibrio evitando scontri bruschi e cruenti tra i popoli”.

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Bioeconomia: un driver importante per la rinascita economica ed industriale del Paese

La popolazione mondiale è destinata ad aumentare ancora. Si calcola che nel 2050 ci saranno almeno 9 miliardi di persone e che per fornire di cibo a sufficienza le produzioni agricole dovranno crescere almeno del 70%. Contemporaneamente alcune delle materie prime tradizionali e non rinnovabili iniziano a scarseggiare; si calcola che attualmente consumiamo risorse naturali come se avessimo a disposizione una terra e mezza e che se tutto il mondo utilizzasse le risorse naturali come la media dei Paesi OCSE sarebbe come se avessimo a disposizione tre terre invece di una. Una soluzione possibile è rappresentata da una maggiore e migliore valorizzazione delle risorse biologiche e rinnovabili presenti in natura per la produzione di alimenti e mangimi di migliore qualità in maggiore quantità, ma anche composti chimici e combustibili, garantendo in questo modo sicurezza e qualità alimentare, riduzione degli inquinamenti ambientali e dei cambiamenti climatici nonché nuove opportunità di mercato ed occupazionali. 
Queste sono le priorità della Bioeconomia, che abbraccia quindi l’agricoltura, la selvicoltura, la pesca e l’acquacoltura sostenibili, la sicurezza e la qualità alimentare, la produzione di carta e di prodotti forestali,  la bioindustria e le bioraffinerie e la gestione e la valorizzazione delle risorse marine e delle acque interne. 

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La coltivazione del giaggiolo in Toscana

  • 20 July 2016
  • Beatrice Pezzarossa, Fernando Malorgio, Silvia Scaramuzzi
La coltivazione del giaggiolo (Iris spp) per l’utilizzazione dei rizomi è iniziata in Toscana a metà del 1800 raggiungendo notevoli quantitativi di produzione grazie alla domanda da parte di aziende francesi e del nord Europa per l’utilizzo della polvere di iris in profumeria e distilleria

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Attenzione alle diete vegane per i neonati

Le notizie di bambini ricoverati in ospedale con gravi forme di malnutrizione dovute alla dieta vegana imposta dai genitori, iniziano a moltiplicarsi. L’ideologia vegana, con la sua variante più intransigente (fruttariana), sta interessando fasce sempre più vaste della popolazione, di solito appartenente a classi culturalmente elevate. Se tali scelte alimentari sono comprensibili, ma non giustificabili, negli adulti, costringere i bambini ad assumere diete prive di prodotti di origine animale può esporli a gravi rischi per la salute e per il loro sviluppo psico-fisico. 

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L’Accademia dei Georgofili firma un protocollo di intesa con l’Ente Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi

E’ stato firmato il 14 luglio nella sede accademica, un protocollo di intesa tra i Georgofili e il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Presenti alla firma i due presidenti, Giampiero Maracchi e Luca Santini. 
In base all’accordo è stato stabilito di organizzare attività congiunte destinate a contribuire al progresso dell’agricoltura, del settore forestale, della tutela ambientale e valorizzazione della biodiversità, diffondendo il proprio reciproco patrimonio culturale e le nuove acquisizioni tecnico-scientifiche anche attraverso la formazione degli agricoltori e dei tecnici agricoli, favorire la diffusione delle innovazioni produttive, di processo e di prodotto, nel settore dell'agricoltura e delle foreste, per quanto concerne le tecniche colturali compatibili con i cambiamenti climatici, la tutela dell'ambiente rurale e la valorizzazione dei prodotti agroalimentari.
L’Accademia dei Georgofili e l’Ente Parco si impegnano anche a dare la massima diffusione a tutte le iniziative di comune interesse, organizzare congiuntamente convegni, seminari, mostre e gruppi di studio, divulgare informazioni scientifiche e tecniche anche attraverso la comunicazione digitale e i propri rispettivi canali di informazione, collaborando ad iniziative tese a valorizzare il territorio montano e a favorire la permanenza della popolazione, nonché alla ricerca e valorizzazione della cultura e della storia dei territori ricadenti nel parco. 
Si ricorda che il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna è stato istituito con D.P.R. del 12 luglio 1993,  si estende su circa 37.000 ha, di cui l'80% è superficie boscata, ed è ripartito in quattro zone a tutela differenziata, che comprendono aree di elevato valore naturalistico, destinate alla salvaguardia, protezione e valorizzazione, nonché al mantenimento degli equilibri biologici ed ambientali. Il territorio del Parco interessa le regioni Emilia Romagna e Toscana e in particolare le province di Forlì-Cesena, Arezzo e Firenze, coinvolgendo 11 comuni. 
Il protocollo ha durata triennale, a partire dalla data della sua sottoscrizione, e potrà essere rinnovato.

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Protocollo di intesa tra il Coordinamento Agromeccanici Italiani e l’Accademia dei Georgofili

E’ stato firmato a Firenze martedì 19 luglio 2016 un protocollo di intesa tra il Coordinamento Agromeccanici Italiani (CAI), rappresentato dai Presidenti Leonardo Bolis (CONFAI) e Silvano Ramadori (UNIMA) e l’Accademia dei Georgofili, rappresentata dal Presidente Giampiero Maracchi.
In base all’accordo sottoscritto, l’Accademia dei Georgofili - che da oltre 260 anni svolge un’attività culturale di rilevante interesse pubblico nel settore dell'agricoltura -  e il Coordinamento Agromeccanici Italiani si impegnano a promuovere ed attivare attività congiunte nell'ambito della meccanizzazione agricola, destinate a contribuire al progresso della agricoltura, della tutela ambientale, della sicurezza e qualità alimentare, dello sviluppo del mondo rurale e delle competenze tecnico-scientifiche nel settore delle macchine per l’agricoltura. Intendono inoltre valorizzare il proprio reciproco patrimonio culturale e le nuove acquisizioni tecnico-scientifiche anche in relazione alla formazione degli agricoltori e dei tecnici agricoli, con particolare riferimento alle giovani generazioni, e dare la massima diffusione a tutte le iniziative di comune interesse ed organizzare congiuntamente convegni, seminari e gruppi di studio, divulgando informazioni scientifiche e tecniche anche  attraverso la comunicazione digitale;
L’Accademia dei Georgofili e il Coordinamento Agromeccanici Italiani collaboreranno anche al fine di valorizzare le azioni intraprese dall'industria nel settore dell'agromeccanica per favorire l'affermazione di modelli di produzione sostenibile dal punto di vista economico e ambientale.
Il primo atto a seguito dell'accordo sarà un convegno sull'importanza del contoterzismo nell’agricoltura italiana, aperto a tutti gli interlocutori, che si svolgerà nella sede accademica entro la fine del 2016.
 

Nella foto, da sinistra: Leonardo Bolis, Giampiero Maracchi e Silvano Ramadori

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La “Tarma piccola degli alveari”: Acroia grisella

L’alveare, nel cui interno vengono immagazzinate le scorte di polline e di miele necessarie allo sviluppo della famiglia, assicura, alle api sociali, condizioni ottimali per lo sviluppo di uova, larve e pupe, nonché un adeguato riparo sia per la regina che per le operaie.

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I boschi invecchiano. Per che cosa? Per il meglio. Speriamo.

A quanto pare in Italia  il  disboscamento e  la degradazione dei boschi, sono pericoli scongiurati. 
Nel 1985 l’Inventario Forestale riportò 6.140.000 ettari di bosco e  al 2005 il nuovo Inventario ne riporta: 8.759.000.  Poiché i rimboschimenti  non si fanno quasi più, l’aumento  va attribuito alla diffusione spontanea nei terreni ritirati dall’agricoltura e dalla pastorizia.

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Nanotecnologie in tavola

I nanomateriali sono materiali con almeno una delle dimensioni comprese tra uno e cento nanometri. Un nanometro (cioè un milionesimo di millimetro) è cinquantamila volte inferiore al diametro di un capello e siamo quindi in un universo impercettibile all’occhio umano. Un solido la cui superficie è di un centimetro quadrato, se frazioniamo questo solido in milioni di particelle la sua superficie aumenta di milioni di volte e da qui l’aumento enorme della loro superficie e quindi un migliore sfruttamento delle loro proprietà, riducendone drasticamente la quantità utilizzata. I campi di applicazione dei nanomateriali sono vari: elettronica, farmaceutica, energia, ambiente, alimentare, packaging, tessile, cosmetico ecc. e ad oggi non ancora del tutto esplorati.
Le proprietà fisiche dei materiali e in particolare i nanocomposti interessano anche l’alimentazione, in un orientamento che tende a privilegiare i trattamenti fisici rispetto a quelli chimici, questi ultimi sempre più osteggiati dall’opinione pubblica. I possibili campi di applicazione alimentare dei nanomateriali sono molteplici e riguardano anche gli alimenti e per ora soprattutto i loro imballaggi.

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Sottoscritto protocollo d’intesa tra Federalimentare e Accademia dei Georgofili

E’ stato sottoscritto il 12 luglio u.s. un protocollo d’intesa tra la Federalimentare, la Federazione Italiana dell'Industria Alimentare, e l’Accademia dei Georgofili.

Nato con l’intento di promuovere e attivare, anche in una dimensione internazionale, iniziative congiunte destinate a far conoscere l'industria alimentare italiana, l’accordo mira a valorizzare l'immagine della nostra industria. Un'industria avanzata, capace di proporre un'offerta di prodotti ai massimi livelli di qualità, sicurezza igienico-sanitaria e tutela delle tradizioni alimentari. L'impegno comune sarà quello di valorizzare le azioni e i modelli di produzione e consumo sostenibili. Federalimentare e l’Accademia dei Georgofili stimoleranno, anche attraverso lo strumento del Cluster Tecnologico Nazionale Agrifood, l'impegno in ricerca e innovazione tecnologica, formazione e trasferimento delle conoscenze. Al centro la competitività dell’industria alimentare, in particolare delle piccole-medio imprese, e per assicurare all'industria alimentare italiana uno sviluppo adeguato al mercato interno ed internazionale. Infine verrà data la massima diffusione a tutte le iniziative di reciproco interesse, saranno organizzati convegni, seminari e gruppi di studio comuni, divulgando informazioni scientifiche e tecniche anche attraverso la comunicazione digitale. Il protocollo ha durata triennale e potrà essere rinnovato su espressa volontà delle parti. 


Il Presidente dei Georgofili, Giampiero Maracchi: “Il rapporto tra la produzione agricola e la trasformazione agroindustriale è un elemento strategico dell’economia del Paese. La qualità dei prodotti, la tracciabilità delle materie prime, la sostenibilità dei processi industriali, diventano un elemento sempre più fondamentale per la produzione agroalimentare italiana che si deve qualificare per le sue caratteristiche di qualità. Una sinergia fra produzione primaria e trasformazione industriale diventa un elemento chiave per la politica agroalimentare del nostro Paese. L’Accademia dei Georgofili con i suoi 900 Accademici, che rappresenta il massimo delle competenze professionali nei diversi settori, può diventare un elemento chiave nella certificazione della qualità dei prodotti”.

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Settanta anni di evoluzione organizzativa e operativa del contoterzismo agricolo

Anche se le prime forme di servizio agromeccanico possono essere fatte risalire alla seconda metà del 1800, è solo dopo la seconda guerra mondiale che nasce l’Associazione dei Contoterzisti. E’ infatti del 1947 la fondazione della “Unione nazionale trebbiatori e motoaratori”, divenuta poi Unima (Unione nazionale imprese di meccanizzazione agricola). Il passaggio dalla trebbiatura a punto fisso alla mietitrebbiatura in campo con mietitrebbie sempre più evolute ha consentito, insieme alla riduzione delle perdite di prodotto un forte risparmio di manodopera.

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La tua squadra di calcio gioca male? Potrebbe essere colpa dell’inquinamento dell’aria! E alle piante cosa succede?

Mille sono le motivazioni addotte dai tifosi per giustificare le talvolta non buone prestazioni atletiche dei loro idoli calcianti: oltre, ovviamente, alle congiure del ‘palazzo’ e agli intrighi (o ‘gomblotti’) arbitrali, si spazia dalle dimensioni e condizioni del campo, al colore delle maglie, alle capacità di rimbalzo del pallone, e via ipotizzando. Un recente articolo comparso sul Guardian (https://www.theguardian.com/environment/2016/mar/05/air-pollution-football-performance) introduce un nuovo elemento: l’inquinamento atmosferico. Infatti, un gruppo di ricerca tedesco ha analizzato le correlazioni tra qualità dell’aria all’esterno dei campi da gioco della Bundesliga e prestazioni dei calciatori, in termini di percentuale di passaggi di palla riusciti, e le conclusioni sono preoccupanti: le sostanze tossiche, anche se anche al di sotto delle soglie consentite dalle normative ambientali, sono responsabili di significative diminuzioni nei parametri considerati.
Non è certo la prima volta che l’inquinamento dell’aria viene associato alla riduzione di capacità fisiche (ma anche cognitive) dell’uomo.

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La Bioeconomia italiana in una prospettiva di economia circolare

Martedì 12 luglio 2016 all'Accademia dei Georgofili si svolgerà un convegno su: "La Bioeconomia italiana in una prospettiva di economia circolare".
A distanza di quattro anni dall'adozione da parte della Commissione Europea di una strategia per una Bioeconomia sostenibile (febbraio 2012), l'Accademia dei Georgofili, in collaborazione con Legambiente, il CREA e la Fondazione per il Clima e la Sostenibilità, e con il Patrocinio della Regione Toscana, ha ritenuto opportuno promuovere un Convegno Nazionale per fare il punto su come in Italia sia stata adottata tale strategia e quale contributo stanno fornendo in tal senso il mondo della ricerca e il sistema imprenditoriale italiano, per il raggiungimento dell'obiettivo comune di un uso più sostenibile delle risorse naturali, inserito nel nuovo paradigma dell'economia circolare.
L'Italia, come il resto degli altri Paesi Europei, ha infatti bisogno di risorse biologiche rinnovabili per produrre alimenti e mangimi sicuri, ma anche materiali, energia ed altri prodotti più in generale. In tale contesto, occorre sviluppare tecnologie, nuovi processi produttivi e nuovi mercati, nonché creare competitività nei diversi settori della Bioeconomia, quali l'agricoltura, la selvicoltura, la pesca, la produzione alimentare, l'industria chimica, biotecnologica, energetica, ecc., ma anche ricercare sempre più l'integrazione tra il mondo imprenditoriale e il mondo della ricerca. A tale riguardo, si sono aperti e si stanno aprendo interessanti opportunità per affrontare queste tematiche, in stretta sinergia tra i due mondi, attraverso il programma europeo "Orizzonte 2020" e soprattutto con il Partenariato Europeo per l'Innovazione (PEI) e i relativi Gruppi Operativi, che stanno formandosi in risposta all'attivazione delle specifiche misure previste dai Piani di Sviluppo Rurale (PSR 2014-2020), che le Regioni e le Province Autonome italiane hanno definito.

PROGRAMMA


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