Notiziario








Innovazioni nel vivaismo viticolo

Il convegno su “Innovazioni nel vivaismo viticolo”, organizzato dalla Sezione Sud-Ovest dell’Accademia dei Georgofili in collaborazione con l’Accademia Italiana della Vite e del Vino si è svolto il 9 dicembre 2015 ed ha visto la partecipazione di ricercatori, studenti e di operatori del settore. 

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Clima ed abitudini alimentari

Le capacità di adattamento delle popolazioni umane ed animali al clima e agli alimenti sono legate alle risorse naturali che da sempre hanno caratterizzato l’ambiente di vita nel quale si sono evolute. Uomo ed animali hanno perciò proprie esigenze climatiche e abitudini alimentari differenziatesi secondo gli ecosistemi naturali.

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“Ecosistema giardino storico”: è possibile garantire la fruizione e mantenere l’equilibrio ecologico?

Il processo di urbanizzazione, iniziato nel XIX secolo e diventato inarrestabile dopo la Seconda Guerra, ha profondamente trasformato le strutture sociali esistenti, sovvertendo le vecchie politiche, abolendo certi costumi e imponendone di nuovi.

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Interrogare il territorio

Vita sine literis mors est, et hominis vivi sepoltura.
                                                
Siamo quasi riusciti a distruggere una delle discipline più affascinanti e utili per il nostro sviluppo sociale : l'urbanistica. Da tempo, su questa materia c'è un silenzio assordante. Prima aggredita dalla “pianificazione territoriale” (dimostratasi velleitaria e difficilmente applicabile) ha finito per perdere quella funzione di raccordo con la programmazione economica del territorio, ma anche con le discipline tradizionalmente amiche, nell'analisi e nel progetto. Da troppo tempo non si effettuano più studi e analisi sistematiche per conoscere i mutamenti e le propensioni dell'attività produttiva, del suolo, della mobilità, dei rapporti residenza-lavoro, della vita di relazione. Quanto furono fecondi di studi i decenni passati, quanto sono stati aridi gli ultimi. Come si può governare la polis senza conoscerla? C'è un impoverimento della cultura politica che non riesce più a “interrogare il territorio”. L'emergenza è diventata prassi. Non si è più capaci di immaginare l'armonia di un territorio, urbano o rurale che sia; e le continue “varianti” agli strumenti di previsione urbanistica strutturale spingono solo ad inseguire le proposte degli investitori. Avevamo immaginato una nuova e più civile stagione ove i “parchi fluviali”, i “parchi urbani” e i “pocket-park” avrebbero finalmente dato nuova ossigenazione alla nostra vita; c'eravamo persino illusi che quell'urbs perfecta cantata da Leonardo Bruni ai primi del Quattrocento, sarebbe tornata ad essere un modello da poter rivivere, ma così non è stato. Nè si parli superficialmente di neo-romanticismo. Senza un ritorno ad una visione urbanistica armonica non basterà certo fermare di due gradi centigradi la temperatura del globo per salvarci. La “salvazione” si guadagna con lo studio, con l'analisi e con la conseguente traduzione qualificata della sintesi. E proprio dai Georgofili può forse ancora passare questo messaggio. 

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"Il riscaldamento non è un'opinione. Serve buonsenso"

«Il cambiamento climatico si misura. Più scientifico di così. Il contenuto di calore degli oceani dagli anni ‘70 a oggi è aumentato di 5-6 volte e questo è stato misurato via satellite, non è un'opinione», spiega Giampiero Maracchi, climatologo dell'università di Firenze e fondatore dell'Istituto di biometeorologia del Cnr.

Quali certezze abbiamo quando parliamo di clima?
«È in corso un cambiamento climatico, questo è inequivocabile. Sappiamo quanti gas a effetto serra emettiamo perché sappiamo quanto petrolio bruciamo. E conosciamo bene l'effetto di questi gas nell'atmosfera. Più incerti sono i modelli di previsione del futuro».

Fasi di riscaldamento ci sono state anche in passato.
«Ma hanno impiegato milioni di anni. Questa volta tutto è avvenuto nel giro di cento anni ».

La colpa è sicuramente dell'uomo?
«Al 95 per cento. Dovrebbe bastare a preoccuparci, se siamo dotati di buon senso».

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Difesa delle piante mediante biotecnologie

Giovedì 10 dicembre 2015 alle ore 9.30, nella sede dell’Accademia dei Georgofili, si svolgerà una giornata di studio sulla “Difesa delle piante mediante biotecnologie”, organizzata su proposta del Comitato consultivo dei Georgofili sui problemi della difesa delle piante. 

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Premio Laura Bacci

Mercoledì 9 dicembre alle ore 16 si svolgerà all’Accademia dei Georgofili la cerimonia per il conferimento del “Premio Laura Bacci”, intitolato a una giovane ricercatrice dell'Istituto di biometeorologia del CNR scomparsa nel 2013. Quest’anno alla sua seconda edizione, il premio mette a disposizione due borse di studio, una per tesi di laurea e una per tesi di dottorato discusse nell'anno 2014, che abbiano dimostrato risultati di particolare eccellenza sul tema dell'Innovazione per la sostenibilità in agricoltura.    

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Dal campo al consumatore

Si continua a divulgare con enfasi che l'esportazione attuale dei prodotti alimentari italiani avrebbe raggiunto un alto valore complessivo (circa 34 miliardi di euro) e che si mira a portarlo a 50 miliardi nei prossimi 5 anni. Non si pubblicizza invece il rovescio della medaglia, cioè che la nostra complessiva produzione nazionale di alimenti primari non è più autosufficiente e continua a decrescere. Siamo infatti diventati grandi importatori (a prezzi inferiori ai nostri costi di produzione). Liberamente elaboriamo queste commodities che poi esportiamo come nostro prodotto "agro-alimentare" e anche con l'ormai equivoco e malinteso marchio "Made in Italy". 
Attualmente, il non regolamentato rapporto tra i multiformi anelli delle filiere alimentari tende a mettere in difficoltà le imprese agricole, non pagando loro prezzi adeguati. Già da tempo è stata evidenziata la mancanza di un regolamento generale e di un accordo di compartecipazione fra tutte le imprese che comunque operano in una stessa filiera, “dal campo al consumatore”. Bisognerebbe comunque realizzare un'equa ripartizione del reddito complessivo, quale il valore aggiunto finale. 

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Quale Politica per le foreste italiane?

Da troppo tempo, ormai, non c’è una politica per le foreste italiane. Dagli anni ‘80, infatti, con la Legge 121/81, recante il “Nuovo ordinamento dell'Amministrazione della Pubblica Sicurezza”, venne sancito l'inserimento del Corpo Forestale tra le Forze di Polizia dello Stato. Le disposizioni legislative, emanate successivamente, posero le basi per la riforma strutturale e normativa del CFS, concretizzatasi con la nuova legge 6 febbraio 2004 n. 36, per il "Nuovo ordinamento del Corpo Forestale dello Stato"; legge che ribadisce i compiti ad esso affidati, di polizia ambientale e forestale, nonché di polizia giudiziaria, di ordine e sicurezza pubblica e di protezione civile. La scelta di campo viene ribadita e confermata sia dal cosiddetto codice ambientale - D.L.vo 3 aprile 2006 n. 152 recante "Norme in materia ambientale" - sia in particolare dal Decreto del Ministro dell' Interno del 28.04.2006 concernente il "Riassetto dei comparti di specialità delle Forze di Polizia". 
Sono venuti meno, pertanto, i compiti tecnici e di gestione, che per anni hanno costituito il punto di forza del CFS, lasciando spazio ai compiti di vigilanza e repressione delle violazioni in danno all'ambiente. Tali scelte appaiono opposte a quelle della maggioranza dei paesi avanzati. In essi, infatti, le attività di controllo si sono andate ridimensionando rispetto alle funzioni di supporto, assistenza tecnica, monitoraggio, ricerca e sviluppo, in un rapporto di collaborazione e di coinvolgimento delle diverse espressioni della società civile. Concetti come interfluvio, sorrenamenti, frangiventi sono scomparsi anche dal linguaggio tecnico, quando in realtà sono decisamente importanti ai fini del controllo del dissesto idrogeologico e della salute umana. 

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La politica agricola comune: sfide e indirizzi futuri

Intervista a Vittoria Alliata di Villafranca, direttore presso la Direzione Generale della politica regionale e urbana della Commissione europea. 

The Common Agricultural Policy: challenges and future directions
Interview with Vittoria Alliata di Villafranca, director at the European Commission’s Directorate General for Regional and Urban Policy. 

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Quando le olive sono sulla pianta il problema è trovare chi le raccoglie

La annata del 2014 catastrofica per l’olivicoltura italiana ha segnato la fine anche dell’’ultimo dei quattro eventi annuali, la raccolta delle olive, che insieme alla fienagione, alla battitura ed alla vendemmia, caratterizzavano la società agraria.

When olives are on the tree, the problem is who is going to pick them?

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Maometto, il cibo e la montagna

L’emigrazione di massa riguarda oggi tutta la terra perché anche fuori Europa esistono esodi analoghi, come dal Messico negli USA, in Sudafrica dai paesi confinanti e dalla Nigeria, dalla Cina in Russia con il traghettamento dell’Ussuri; inoltre, ancora dalla Cina, in direzione di ogni continente.
Il pianeta è caratterizzato, oggi più che mai, da squilibri economici e da enormi differenze nel tenore di vita mentre le notizie, che un tempo circolavano in ambienti ristretti, ora sono “mondializzate” grazie a un’elettronica che sta facendo conoscere a tutti com’è fatta la quinta strada a New York, quanto sono invitanti le vetrine di via Condotti o di via Monte Napoleone in Italia,  quali autovetture si usano e quali cibi si mangiano in Europa e negli USA,  ecc.
Orbene, applicando un detto mussulmano, “se la montagna non va a Maometto, Maometto va alla montagna”, gli odierni profughi per fame (diverso discorso andrebbe fatto per chi fugge dallo sterminio e dalla guerra), non ricevendo più gli aiuti euroamericani che arrivavano fino a qualche anno addietro, lasciano la terra natia per venire nei paesi ricchi, rischiando anche traversate marine pericolosissime. Occorre che i governanti dei paesi sviluppati manifestino più saggezza e considerino scopo primario della loro attività quella di ridurre le differenze di reddito fra i loro stessi cittadini e, naturalmente, fra i loro compatrioti e i popoli dei paesi più poveri. 
Il primo argomento meriterebbe un vero trattato sul significato della concorrenza e sullo strapotere di colossi economico – finanziari che possono, con la loro forza reale, influire in modo addirittura impressionante sulle decisioni dei governi nazionali. Ma non è questa la sede adatta.

The mountain, food and Mohammed
Mass emigration today concerns the whole planet as even outside Europe there are similar exoduses such as those to the United States from Mexico, to South Africa from neighboring countries and Nigeria, and from China to Russia across the Ussuri River as well as towards each continent.
Today more than ever, the planet is characterized by economic imbalances and huge differences in living standards while news that once circulated only in restricted circles has now been globalized thanks to electronics that is making everyone acquainted with what Fifth Avenue in New York is like, how appealing the Via Condotti or Via Monte Napoleone window displays in Italy are, which cars are used and what food is eaten in Europe and the United States, etc.  
However, by applying a Muslim saying “if the mountain won’t come to Mohammed, Mohammed must go to the mountain”, today’s refugees from famine (different from those fleeing war and slaughter), that no longer receive the Euro-American aid that they got until a few years ago, are leaving their native lands to come to wealthy countries, even risking very dangerous sea crossings. The leaders in developed countries should show more wisdom and consider their primary purpose to be reducing income differences between their own citizens and, naturally, between their fellow countrymen and people from poorer countries.

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Accordo tra Agrinsieme e Accademia dei Georgofili per il progresso dell'agricoltura italiana

E’ stato firmato ieri, martedì 24 novembre 2015, presso la sede nazionale della Cia-Agricoltori Italiani, dal coordinatore Nazionale di Agrinsieme, Dino Scanavino, il Presidente di Confagricoltura Mario Guidi, il Presidente di Copagri Franco Verrascina e il presidente dell'Accademia dei Georgofili, Professor Giampiero Maracchi, un protocollo d'intesa che impegnerà i firmatari a compiere azioni comuni nel campo dello sviluppo, ricerca e formazione nel settore ambientale, agricolo e alimentare italiano. Il protocollo d'intesa, che legherà per almeno un triennio Agrinsieme – coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative italiane del settore Agroalimentare - con l'Accademia dei Georgofili, verte su azioni comuni per la tutela ambientale, per la sicurezza e qualità alimentare, lo sviluppo del mondo rurale, le competenze tecnico-scientifiche degli operatori, anche attraverso i riferimenti alle tradizioni dei diversi territori nazionali.   “La firma di questo accordo è la naturale conclusione di un percorso comune: con l’Accademia dei Georgofili condividiamo l’obiettivo fondante di promuovere l’agricoltura come volano di crescita del Paese, dal punto di vista economico ma anche ambientale, sociale e culturale - ha spiegato Scanavino - tramite politiche che garantiscano e accrescano allo stesso tempo la redditività alle aziende agricole”.  Sulla stessa linea il presidente della storica istituzione di Firenze: “E’ dal 1753 che l’Accademia dei Georgofili è impegnata a sviluppare e promuovere gli aspetti sempre nuovi del settore", ha detto Maracchi.

Agreement between Agrinsieme and the Georgofili Academy for the Advancement of Italian agriculture
A memorandum of understanding was signed yesterday, Tuesday 24 November 2015, at the national headquarters of CIA-Agricoltori Italiani by Dino Scanavino, Agrinsieme’s national coordinator; Mario Guidi, president of Confagricoltura; Franco Verrascina, Copagri president; and Professor Giampiero Maracchi, president of the Georgofili Academy, which commits the signatories to carry out common actions in the field of research, development and education in Italian environmental, agricultural and food sectors. Agrinsieme (CIA, Confagricoltura, Copagri and the food sector’s Alleanza delle Cooperative italiane) will be bound to the Georgofili Academy by this memorandum of understanding for at least three years, coordinating common actions to safeguard the environment, food safety and quality, rural area development, technical-scientific skills, including references to the traditions of the various domestic areas. 

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Evoluzione delle macchine per la protezione delle colture

Le recenti evoluzioni del quadro normativo in materia di uso delle irroratrici, nate dall’applicazione della Direttiva 2009/128/CE sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, prendono le mosse dall’aumento dell’interesse dell’opinione pubblica nei confronti delle problematiche di natura ambientale connesse all’impiego dei prodotti fitosanitari verificatosi negli ultimi anni. 

Evolution of crop protection machinery

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L’origine della razza ovina Gentile

Benché si sia sostenuta per secoli l’origine tutta spagnola della razza ovina Gentile, molti sono gli elementi incontrati nella nostra lunga ricerca che ci hanno convinto dell’esistenza concreta di un’altra possibilità, e cioè che l’ovino gentile sia esistito, proprio in Puglia, molto prima dell’occupazione del Regno di Napoli da parte degli Aragonesi, e quindi prima della presunta introduzione di quella razza nelle terre della Dogana delle Pecore, magistratura di creazione  aragonese che regolò la transumanza organizzata tra Abruzzo e Puglia da metà ‘400 a tutto il ‘700.

The origin of the Gentile sheep breed

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La cultura alimentare odierna: alla ricerca di nuove regole

Ogni tempo adotta pratiche alimentari che interpretano un gusto ed esprimono un’idea di cosa sia una buona alimentazione. E oggi, quale tendenza orienta il nostro rapporto con il cibo?
Alla fine degli anni Settanta di fronte all’esplosione dell’urbanizzazione, al predominio della grande industria alimentare e della distribuzione di massa, gli studiosi esprimevano preoccupazioni per un allontanamento del rapporto tra atto alimentare e natura. Il cibo sembrava diventare “opaco”, in un certo senso non riconoscibile e con ciò fonte di ansia per coloro che lo consumavano. L’assenza di regole sembrava contrassegnare l’alimentazione dell’uomo moderno. 

Food culture today: looking for new rules
Every era adopts eating habits that translate a taste and express an idea of what makes up a good diet.  And today, what is the tendency that guides our relationship with food?
At the end of the 1970s, in the face of the urbanization explosion, with the dominance of large-scale food production and distribution, scholars were worried about a split of the food-nature relationship. Food seemed “dull”, in a certain sense unrecognizable,  and therefore a cause of anxiety for those who ate it. The absence of rules seemed to mark the modern human diet.
Today this behavioral direction seems to be radically reversed. We continue to live in a time focused on haste and inconstancy. To a large extent we eat food outside our homes, dedicating little time to cooking (at least in our daily lives).
However, two things have changed. The first is that we consider food essential to our health and health one of our primary responsibilities. The second is that digital technologies allow everyone to access information and exchange opinions and experiences. These two conditions contribute to our food choices being both more knowledgeable and open-minded.

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Addio contadini, ora c’è il manager. Il futuro della terra è nell’e-commerce.

“La campagna del futuro? Avrà un ruolo centrale, da protagonista. Ci sarà più attenzione alla vita rurale e agli spazi rurali, anche l’Europa passa dal sostegno alla produzione all’attenzione al territorio. Ci saranno più giovani, in un’ottica multifunzionale che vedrà crescere le fattorie didattiche e l’agriturismo come vero turismo di qualità. Si produrrà cibo, ma non solo, e si venderà grazie all’e-commerce. Segnali di una nuova civiltà.” Parola di Giampiero Maracchi, Presidente dell’Accademia dei Georgofili, la massima e più antica autorità in campo agricolo: è il quadro disegnato all’Università di Pisa, al convegno su: “L’agricoltura nel 2050: vecchi e nuovi paradigmi di fronte alla sfida ecologica. Dai precetti agro ecologici di Pietro Cuppari all’agricoltura del futuro”.

Chi sarà per lei, Professore, il “contadino 2.0”?
“Io preferisco parlare di agricoltore, coltivatore, un po’ il farmer inglese. Senza quell’alone di vecchio che evocano certe parole. Il coltivatore del futuro è un imprenditore, vive più felice di chi sta in città e migliora l’ambiente”.

Sbagliato dunque chiamare “Scuola per contadini” quella rilanciata dai comuni del Chianti con la Regione?
“Togliamo quella parola che in italiano suona dispregiativa. I giovani non hanno più nel DNA l’idea che solo l’industria possa produrre felicità e sollevare dalla miseria, e tornano volentieri nei campi”.
Un ritorno che sa di moda?
No, tutto sta alla sensibilità dei giovani rispetto a un mondo alle prese con tante crisi: il clima, il sistema produttivo, l’economia, l’ambiente, le megalopoli. L’agricoltura può dare risposte non solo nel food ma per le fibre tessili, l’energia, i cosmetici”.

Ma non è tutto rose e fiori …
“Anzi: è difficile, malgrado i progetti come quello della Regione Toscana. I finanziamenti sono pochi, la terra costa ancora cara. Ma ci sono attività che possono dare un buon reddito subito, come l’apicoltura. O come le cooperative di raccoglitori di olive, utili per tanti che hanno oliveti di 1-3 ettari”.

Fantasia, insomma. Ma basta?
Eh no. Ci volgiono le competenze. In Italia in questi 50 anni si è più distrutto che creato. C’erano gli Ispettorati agrari, ora non ci sono più. Manca una voce tecnica, salvo pochi servizi regionali. Come Accademia stiamo pensando a un portale tecnico serio. In rete c’è tanto che però non dà nulla, spesso esperienze personali declinate in blog campati per aria. Non cose serie per informarsi su terreni, fertilizzanti, piante come invece sono gli extension services in USA, servizi pubblici che collaborano con l’Università”.



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