Notiziario















Si diffonde in Italia il Punteruolo dell’Eucalipto

Gli eucalipti, sono stati introdotti nel nostro Paese a partire dall’800 come piante ornamentali, e sono stati largamente impiegati nell’ultimo dopoguerra per fini industriali, nei rimboschimenti, negli interventi di bonifica, nel rinsaldamento delle dune e lungo le linee ferroviarie.

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Prospettive per la coltivazione del pistacchio in Italia

La crisi di alcune colture frutticole maggiori che negli ultimi anni ha colpito l’Italia meridionale, come nel caso degli agrumi, dell’uva da tavola, del pesco e la contemporanea crescita mondiale della domanda e dei relativi prezzi della frutta secca, hanno destato interesse dei frutticoltori italiani nei confronti delle specie tradizionali a frutto secco, in primo luogo il mandorlo, il nocciolo e il noce, ma, anche il pistacchio, non solo nelle aree tradizionali della Sicilia ma, in generale in tutto il Sud. 

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Il piede franco del Sangiovese

Il Sangiovese è il più pregiato, celebre e diffuso vitigno da vino rosso dell’Italia centrale. Le sue origini e la sua provenienza sono incerte. Alcuni studi delle fonti storiche e storie angiografiche hanno evidenziato due nuclei distinti quello delle colline romagnole e quello delle colline toscane mentre le differenze di germoplasma esistenti tra i due nuclei stanno forse a evidenziare un’antica origine comune e poi una successiva differenziazione nel corso dei secoli. La leggenda narra che il nome derivi da un’esclamazione di un vescovo che in epoca medioevale, proprio sul monte Giovi che si trova sulla dorsale appenninica del monte Morello, dopo aver assaggiato il generoso vino lo paragonò alla folgore e al forte e caldo sangue di Giove (Sanguis Jovis), mentre Francesco Redi  già dal 1655 accademico della Crusca, nella sua opera Bacco in Toscana (1685), cosi scriveva: “se dell’uve il sangue amabile non rinfresca ognor le vene, questa vita è troppo labile, troppo breve, e sempre in pene. […] ma se chieggio di Lappeggio la bevanda porporina, si dia fondo alla cantina”. Lo stesso Redi nella sua opera fa riferimento al Falerno antico vino romano noto nella tarda età repubblicana dell’antica Roma. Certo è che le origini del Sangiovese si perdono nella notte dei tempi. Sin dall’IIIV secolo a.C. sembra vi siano tracce archeologiche che confermerebbero la presenza dei due originari ceppi quello appunto romagnolo e quello toscano e ciò potrebbe tra l’altro confermare due differenti migrazioni una commerciale ad opera dei greci che per via mare raggiunsero l’Italia del sud poi l’empòrion di pithekoussai (Ischia) e l’Elba, l’altra espansiva ad opera degli etruschi e riporta da Erodoto (V sec. a.C.) che partendo dall’Anatolia per via terra sotto la guida del condottiero etrusco Tirreno, sottomisero umbri e villanoviani e dettero il nome al mar d’Etruria. A quei tempi le barbatelle prodotte per talea e piantate, erano su piede franco ovvero non erano innestate su portainnesti di viti americane in seguito alla piaga della fillossera, oidio e peronospora, giunte alla fine del XIX secolo dal nord Europa.  La loro durata era certamente superiore agli impianti moderni infatti sino ai tempi dei nostri nonni esistevano vigneti antichissimi, coltivati secondo metodi tradizionali. 

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Innovation Broker, il progettista dell’innovazione che aiuterà gli agricoltori

Si è svolto all’Accademia dei Georgofili lo scorso 10 marzo un convegno nazionale sulla figura professionale dell’Innovation Broker, che ha visto una numerosissima partecipazione. 
Il nome “Innovation Broker”, mutuato dal Secondo pilastro della Pac (Sviluppo rurale) e dalle diverse opportunità previste dai programmi comunitari come Horizon 2020, indica una nuova figura professionale – già prevista in fase embrionale con la programmazione 2007-2013 e rilanciata con l’attuale 2014-2020 – incaricata per sviluppare l’innovazione, mettendo in contatto diversi soggetti coinvolti nel settore primario.
In pratica, l’Innovation Broker, munito di una preparazione multidisciplinare, deve adoperarsi affinché le aziende agricole, soprattutto quelle piccole e medio-piccole che incontrano più difficoltà a rimanere sul mercato e al passo con i tempi, si avvicinino al mondo della ricerca e dell’innovazione per rimanere competitive sul piano globale ed affrontino le complesse sfide che attendono l’agricoltura.
L’Accademia dei Georgofili, organizzando questo convegno ha confermato il ruolo che “da oltre 260 anni riveste nei confronti della scienza e dell’innovazione a vantaggio dell’agricoltura”, ha detto il presidente Giampiero Maracchi nell’introduzione ai lavori. 
La sfida, secondo Marco Remaschi, assessore all’Agricoltura della Regione Toscana (promotrice e coordinatrice della rete ERIAFF - European Regions for Innovation in Agriculture, Food and Forestry, “è quella di rimanere sul mercato e affrontare i cambiamenti che il comparto chiede”.

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Sul paesaggio, ancora “esercizi di stile”

Su un tema assai caro ai Georgofili, che ha visto la nostra Accademia più volte impegnata, registriamo con piacere due convegni di approfondimento sul paesaggio.

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Ricerche di etnobotanica alimentare nel Mezzogiorno: la dieta mediterranea nascosta?

Le erbe spontanee alimentari, che raccoglievano e forse ancora raccolgono le nostre nonne, sono ritornate in auge: non passa settimana che alla TV o nei rotocalchi si parli di piante selvatiche nel piatto e di foraging (la ricerca di piante alimentari in natura). Molte di queste nuove tendenze però non riescono a connettersi con una colonna portante della gastronomia popolare italiana: la raccolta e cucina tradizionale a base di erbe spontanee, un tempo nota come fitoalimurgia, e che ha rappresentato per molti secoli, soprattutto nel Mediterraneo, la base della nutrizione delle società contadine, specialmente durante l’inverno, e talvolta anche il tardo autunno.

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Il crollo dei prezzi delle commodities

Sarà perché la Cina compra meno, sarà per il fatto che i raccolti in certi paesi sono stati abbondanti, sarà per altre, e complesse, ragioni, fatto sta che il prezzo mondiale di  molte commodities, compreso il grano, è crollato a livelli bassissimi. 
Naturalmente, il grano infestato da aflatossine costa ancora meno. Ecco la ragione dell’arrivo di questa merce,  non utilizzabile ex lege, in un porto italiano. 
Ma il problema di fondo di questa condizione del mercato agricolo europeo sta nella politica agricola comune, sciagurata scelta del legislatore dell’UE appoggiata dal consenso di molti, troppi politici. A lungo la CE e gli USA avevano inviato imponenti quantità di prodotti alimentari o materie prime per produrli agli Stati non allineati, ai quali appartenevano Siria, Egitto Algeria, Tunisia, Sudan, Somalia, Eritrea, Ciad, ecc., e hanno tollerato la presenza di dittatori per molti versi criticabili, forse addirittura esecrabili, quali Gheddafi e Saddam Hussein.
Chi avesse creduto si trattasse d’interventi umanitari o realizzati per consentire l’esportazione delle enormi eccedenze accumulate grazie alle politiche agricole delle due più potenti entità economiche e alimentari del pianeta, sarebbe caduto in errore. Si trattava, in realtà, di azioni di politica estera volte a mantenere nella zona d’influenza occidentale gli stati in questione, al fine di contenere l’espansionismo sovietico, che aveva le ali tarpate quando si trattava di prodotti alimentari, stante la permanente crisi produttiva dell’agricoltura Russa e Ucraina.

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Un polifago defogliatore del castagno

Nell’ambito di indagini sul Cinipde del Castagno, in un castagneto delle pendici etnee, nello scorso mese di giugno, sono state riscontrate estese erosioni fogliari causate da larve di un lepidottero nottuide.

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Il latte di asina e le sue proprietà nutrizionali

L’allevamento di asini per la produzione di latte alimentare sta tornando di moda degli ultimi anni ed ha contribuito a salvare un patrimonio genetico che era già in vie di estinzione. Dall’antichità era noto che il latte d’asina fosse il più simile al latte umano ed utilissimo per i neonati e nella dieta dell’adulto ma alla sua produzione era assegnato un ruolo del tutto secondario nell’allevamento.

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La nostra agricoltura e il suo Ministero

L'attuale "Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali" forse sarà innovato e potrebbe assumere il nome di "Ministero dell'Agroalimentare". Secondo il Ministro Martina, per valorizzare le spinte avute da Expo. Il Presidente Renzi ha invece affermato che, comunque venga chiamato, questo Ministero dovrà svolgere un ruolo centrale per l'identità e lo sviluppo del sistema Paese. 
Dalla Unificazione Nazionale, abbiamo più volte modificato nome e compiti dell'allora "Ministero dell'Agricoltura, Industria e Commercio". Nel 1916 fu finalmente ribattezzato solo come "Ministero dell'Agricoltura". Per qualche tempo fu poi assorbito nel "Ministero dell'Economia nazionale". Ma nel 1929 risorse come "Ministero dell'Agricoltura e Foreste".
Dopo l'ultimo conflitto mondiale la politica nazionale cedette troppo facilmente le competenze agricole di questo Ministero, sia all'Unione Europea (con la PAC) che al tuttora discusso decentramento regionale. Il nostro "Ministero" competente si è così trovato a dover adottare le non sempre concilianti direttive di Bruxelles e le decisioni legislative regionali.
Il Presidente Renzi ha ragione nel lamentare le inadeguatezza dei rapporti diretti fra Europa e Stato Italiano. Mentre Bruxelles è piena di sedi rappresentative, a cominciare da quelle delle Regioni, delle grandi Imprese, delle nostre associazioni di categoria, ecc. Una folla di italiani, difficilmente univoca, alla quale lo Stato non credo abbia delegato questi compiti, senza guida e controlli. Nel quadro delle riforme istituzionali e regionali già previste, o comunque prevedibili, dovrebbero essere contestualmente riconsiderate anche le competenze già a suo tempo trasferite, per ridare allo Stato le sue prerogative e alla centralità unitaria agricola la possibilità di risorgere con progetti strategici nazionali. La preconizzata riduzione del numero delle nostre Regioni potrebbe sottendere un loro maggiore peso politico e ambiziose aspirazioni ad autonomie, anziché al più importante sostegno dell'intera Nazione europea.
Sento il profondo dovere Georgofilo di richiamare l'attenzione sulla necessità di riflettere in merito allo storico Ministero chiamato da sempre a tutelare lo sviluppo e la solidità della nostra agricoltura, ma che oggi ha bisogno di rinforzare le proprie potenziali operatività e recuperare i suoi ruoli.

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L'Innovation Broker: una nuova figura professionale in agricoltura

Il prossimo giovedì 10 marzo alle ore 9 si svolgerà all'Accademia dei Georgofili un convegno a carattere nazionale sull’Innovation Broker, promosso in collaborazione con il CONAF, la FIDAF , il MiPAAF e la Regione Toscana - quest’ultima quale Regione promotrice e coordinatrice della Rete Europea per l’innovazione nel settore agricolo, forestale ed agroalimentare (rete ERIAFF) -. 
Questa nuova figura professionale, chiamata a favorire le sinergie tra le imprese agricole e il mondo della ricerca e ridurre i tempi di trasferimento e adozione delle innovazioni nel mondo rurale, per quanto attiene l’agricoltura è stata introdotta con la nuova programmazione europea 2014-2020 sullo sviluppo rurale, che vede le Regioni italiane impegnate nell’attuazione delle misure destinate all’innovazione previste dal regolamento UE n.1305/2013.
In questo contesto, risulta quanto mai opportuno aprire un confronto tra le Istituzioni regionali, nazionali ed europee, i professionisti che operano in agricoltura e le organizzazioni professionali agricole.
 

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La “quintessenza” della più grande falena europea

Il lepidottero europeo di maggiori dimensioni è la Pavonia maggiore, Saturnia pyri, le cui femmine hanno un’apertura alare che può arrivare a 17 cm. Le sue ali sono fondamentalmente di colore marrone grigiastro e sono dotate di caratteristiche macchie ocellari, simili a occhi di uccelli rapaci, che hanno la funzione di intimidire eventuali predatori.

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Perchè recuperare le pinete degradate– il progetto LIFE-FoResMit

Il progetto LIFE-FoResMit (LIFE14 CCM/IT/000905) ambisce a dimostrare l'efficacia delle opzioni gestionali per il recupero delle pinete degradate peri-urbane al fine di ripristinare la stabilità ecologica ed il potenziale di mitigazione dei cambiamenti climatici.

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Rischi nella filiera alimentare e coperture assicurative

Il prossimo giovedì 25 febbraio alle ore 14 si svolgerà all’Accademia dei Georgofili un convegno su: “Rischi nella filiera alimentare e coperture”, organizzato in collaborazione con la Fondazione CESIFIN – Alberto Predieri  e AIDA (Associazione Internazionale di Diritto delle Assicurazioni).
La qualità e la sicurezza del cibo dipendono dagli sforzi di tutte le persone coinvolte nella complessa catena della produzione agricola, della lavorazione, del trasporto e del consumo.
Tra i principali rischi vanno ricordati quelli relativi a: qualità delle materie prime; deterioramento delle materie prime o del prodotto finito durante il trasporto; processi di lavorazione; fase dell’imballaggio; contaminazione batteriologica; contaminazione industriale o domestica. I cibi perfettamente sicuri al momento dell’acquisto devono evitare una contaminazione al momento del consumo: da qui l’importanza dell’informazione al consumatore.

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Consorzi di Bonifica e Accademia dei Georgofili: un accordo per valorizzare l’agricoltura

Lo scorso 18 febbraio è stato firmato un protocollo d’intesa fra i Consorzi di Bonifica della Toscana (riuniti a livello regionale nell’ANBI) e l’Accademia dei Georgofili, per la salvaguardia idrogeologica del territorio e la tutela del mondo agricolo. Esiste un legame storico tra Consorzi di Bonifica e Accademia dei Georgofili, accomunati dall’interesse per l’agricoltura e per l’ambiente. Un legame rafforzato adesso da una convenzione che riguarda il progresso dell’agricoltura, la tutela dell’ambiente, la salvaguardia idrogeologica del territorio, ma anche la valorizzazione di iniziative culturali e scientifiche. 
L’accordo, siglato da Marco Bottino (Presidente ANBI Toscana) e Giampiero Maracchi (Presidente dei Georgofili), ha durata triennale, rinnovabile, e si allinea alla nuova programmazione europea 2014-2020 in materia di sviluppo rurale.
Con il protocollo, Consorzi di Bonifica e Accademia dei Georgofili puntano a sviluppare il proprio reciproco patrimonio culturale e le nuove acquisizioni tecnico-scientifiche, fondamentali per l’agricoltura, le foreste, la difesa idrogeologica e il mondo rurale. In primo piano viene posta la formazione dei tecnici e delle giovani generazioni, ma grande importanza viene data anche all’innovazione nel settore dell’agricoltura, delle foreste e della regimazione idraulica. Per dare la massima diffusione a tutte le iniziative di comune interesse, i due enti collaboreranno per organizzare congiuntamente seminari e gruppi di studio comuni, anche attraverso la sezione dell’Accademia presente sul territorio regionale. Il protocollo vuole insomma essere uno strumento per potenziare, grazie alla collaborazione fra i due enti, lo studio e l’approfondimento di un settore sempre più strategico anche nella nostra Regione, come quello della difesa del suolo e della tutela dell’agricoltura e dell’ambiente.
“Il nuovo corso dei Consorzi di Bonifica poggia su solide basi – spiega il presidente di Anbi Toscana, Marco Bottino – ovvero su quanto fatto in passato dall’uomo per favorire sia gli insediamenti agricoli che lo sviluppo della città. La riscoperta dell’agricoltura come attività importante per la nostra regione, non può che vedere alleati Anbi Toscana e Accademia dei Georgofili”. 
“L’Accademia dei Georgofili, fin dalla sua fondazione, ha sempre guardato con attenzione al territorio e alla sua sistemazione idraulico-agraria - sottolinea il Prof. Giampiero Maracchi, presidente dell’Accademia dei Georgofili – e anche oggi, in un periodo di grandi cambiamenti climatici, ha nei propri maggiori interessi la promozione di progetti che riguardano il controllo delle acque e del suolo”.

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Una foresta di opportunità?

Un recente seminario organizzato dalle Associazioni Universitarie Studenti Forestali e SISEF (Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestalesi) è stato dedicato all’esplorazione delle opportunità connesse con i boschi, con la loro gestione, con la loro valorizzazione. In ballo c’è il futuro degli studenti in materia, oltre che dei boschi stessi. 

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Emergenza siccità in Italia: accorgimenti per sopperire alle carenze idriche in agricoltura

Il particolare andamento climatico che attualmente si sta verificando in quasi tutta l’Italia, con periodo autunno invernale siccitoso e/o con piogge di tipo torrenziale, di elevata intensità e di breve durata, conseguenza dei cambiamenti climatici , pone notevoli problemi in agricoltura riguardanti: la gestione delle tecniche colturali; la scelta delle colture erbacee a ciclo primaverile estivo; il contenimento dei fabbisogni irrigui; la destinazione d’uso delle limitate risorse idriche disponibili.  

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La Toscana nella transizione allo Stato unitario (1814-1865) in un convegno ai Georgofili

Venerdì 19 febbraio 2016, alle ore 14.30, presso la sede dei Georgofili (Logge Uffizi Corti, Firenze), si svolgerà un incontro su Costituire lo Stato, rappresentare il territorio. Il Granducato di Toscana nella transizione allo Stato unitario (1814-1865), organizzato nel quadro delle celebrazioni della festa della Toscana.
L’incontro, in collaborazione con l’Associazione G.B. Landeschi e il Dipartimento di Studi Storici dell’Università degli Studi di Torino, affronta alcuni aspetti fondanti della realtà politica e istituzionale del Granducato di Toscana qui osservato nella delicata transizione allo Stato nazionale.
In questo passaggio, dallo Stato regionale allo Stato unitario, i toscani contribuirono potentemente ad alimentare il dibattito sulle forme della politica e dell’amministrazione per il neonato Regno d’Italia.
 Leopoldo Galeotti, Bettino Ricasoli (foto) e Ubaldino Peruzzi – di cui nell’incontro si parlerà – sono infatti tra i principali referenti di quell’ampia comunità di giuristi e politici di tutta la penisola che in quel torno di anni, comparando modelli indigeni ed europei, discuteva su quali assetti politici e amministrativi dare all’Italia unita.
Una lezione e un dibattito di grande valore storico ma, ancora oggi, di grande attualità politica vista la fase di grandi riforme istituzionali che sta interessando il nostro Paese. 

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Georgofili e Associazione Vivaisti Italiani firmano protocollo d’intesa

Ieri a Pistoia il Presidente dell’Accademia dei Georgofili, Giampiero Maracchi e il Presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani, Vannino Vannucci, hanno firmato un protocollo d’intesa che stabilisce una cooperazione attiva tra le parti.
Tra gli intenti sottoscritti: promuovere e attivare iniziative congiunte, destinate a contribuire al progresso dell’agricoltura, alla tutela dell’ambiente allo sviluppo del mondo rurale; valorizzare le nuove acquisizioni tecnico-scientifiche che hanno riflessi sul comparto del vivaismo; favorire la diffusione dell’innovazione nel comparto vivaistico e delle colture protette ed ornamentali; promuovere iniziative di studio, informazione e formazione sulla tematica della difesa fitosanitaria delle coltivazioni vivaistiche; promuovere scambi formativi ed incontri specifici tra operatori, tecnici e esperti del comparto con altre realtà europee ed extra-europee; collaborare alla predisposizione di progetti nell'ambito della nuova programmazione europea 2014-2020 relativa allo sviluppo rurale; collaborare alla realizzazione di iniziative innovative nel campo della comunicazione ed informazione; organizzare insieme seminari e promuovere gruppi di studio; promuovere congiuntamente iniziative culturali connesse agli ambiti di rispettiva competenza nel corso del 2017, in considerazione della designazione della Città di Pistoia come capitale italiana della cultura per tale anno.
“Sono molto soddisfatto dell'importante accordo che è stato oggi sottoscritto con una rilevante realtà, di carattere nazionale ed internazionale e nata da oltre 260 anni, che l'accademia dei Georgofili rappresenta” - ha affermato il Presidente dell'Associazione Vivaisti Italiani, Vannino Vannucci - ”L'intesa formalizza una collaborazione ed una sinergia da sempre fondamentali tra il mondo scientifico e quello imprenditoriale, che con questo atto non potranno che rafforzarsi per il futuro di tutto il settore.”
Il Prof. Maracchi ha sottolineato l’importanza del comparto vivaistico nel quadro dell’agricoltura italiana e lo sforzo per applicare le recenti innovazioni tecnologiche, come dimostra anche il campus della Vannucci Piante. Ha inoltre confermato l’impegno dell’Accademia dei georgofili per contribuire allo sviluppo delle competenze e delle performances di questo settore. Nel corso della conferenza stampa il Presidente Maracchi ha evidenziato che l’agricoltura è l’unico settore a presentarsi “carbon-free”; ha poi lanciato un’immediata proposta all’Associazione Vivaisti: costituire un gruppo di lavoro tra operatori e cultori della ricerca sulle fitopatie, ponendosi con attenzione, volta per volta, ai problemi molteplici e alle loro possibili soluzioni.

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