Notiziario








La nottua dalle ali dorate

La specie, polifaga, è ritenuta di origine indonesiana ed è ampiamente diffusa nell’ Asia meridionale, in India, Africa, Australia e Nuova Zelanda. E’ comune nel Sud Europa e spesso migra anche in Germania e in Inghilterra dove, tuttavia, non riesce a superare l’inverno. Le larve sono attive soprattutto la notte; mentre, durante il giorno stanno sulla pagina inferiore delle foglie, ovvero, si nascondono alla base delle piante ospiti rappresentate da Echium, Foeniculum, Lactuca, Geranium, pomodoro, patata, basilico, girasole, soia ecc. Su quest’ultimo ospite, è stato calcolato che, per completare lo sviluppo, una larva rode 120,85 cm quadri di superficie fogliare.

The golden-winged black cutworm

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Plant-e: una nuova tecnologia per ottenere energia elettrica dalle piante

Una start-up olandese (Plant-E) ha sviluppato un sistema in grado di sfruttare le piante come fonte di energia elettrica in quantità utilizzabile. 

Production of electricity by living plants
A significant part of the organic matter derived by photosynthesis is released into the soil. There active micro-organisms break down these compounds producing electrons which are transported to a cathode generating 24 hours per day electricity useful for several applications.

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Le tecniche non-distruttive per la valutazione della qualità della frutta

Il grado di maturazione raggiunto dai frutti alla raccolta è strettamente collegato alla qualità dei frutti al consumo, alla loro vita di scaffale e alla suscettibilità alle malattie da frigoconservazione. Peraltro, sebbene la qualità della frutta è riconosciuta essere un aspetto importante, solo alcune caratteristiche (solidi solubili, durezza della polpa, ecc) sono determinate con semplici strumentazioni (rifrattometro, penetrometro, ecc). La maturazione dei frutti potrebbe essere stabilità con più accuratezza considerando zuccheri semplici, acidi organici, sostanze volatili, ecc., ma tali determinazioni richiedono laboratori equipaggiati, personale specializzato e non danno informazioni in tempo reale. Infine, le determinazioni su elencate comportano la distruzione dei frutti esaminati ed hanno scarsa rappresentatività.
Recentemente sono state introdotte tecniche che non richiedono la distruzione dei frutti. Una tra le prime ad essere introdotte e, fra le più usate, è la spettroscopia nell'infrarosso vicino (NIRs). 

Non-destructive techniques for assessing fruit quality 
Techniques have recently been introduced to assess the ripening of fruit that do not require their destruction. One of the first to be introduced, and the one most used, is the near-infrared spectroscopy (NIR). The University of Bologna has developed simplified VIS/NIR instrumentation to determine the ripeness of the fruit, expressed as the Index of Absorbance Difference (IAD), which is calculated as the difference between the spectrum of absorbance between two wavelengths (670 and 720nm), near the peak absorbance of chlorophyll a and with this strongly correlated in the outer layers of the pericarp. An application of the index along the production chain, "from field to fork" might help determine the optimal time for harvest, classifying the fruits in stock on the basis of their degree of maturity and even following the evolution of maturation in cold storage.

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Il diserbo chimico dei vigneti: la ricerca di tecniche alternative

All’inizio degli anni ’60 la comparsa degli erbicidi chimici ha rivoluzionato la gestione del suolo dei vigneti per la semplicità d’impiego, l’efficacia e i costi contenuti.
Negli ultimi anni, tuttavia, e in modo meritorio, è cresciuta da parte dei viticoltori italiani la consapevolezza dei problemi connessi all’uso dei diserbanti e dell’impatto che questi possono avere sull’ambiente, cercando quindi soluzioni alternative.
Con l’obiettivo di una viticoltura duratura, che deve assicurare la perennità degli impianti di vite preservando l’ambiente, le tecniche di gestione hanno un ruolo fondamentale perché impattano, in primo luogo, proprio sul suolo, la cui formazione è un processo continuo, ma lento, dell’ordine delle migliaia di anni.  Al contrario, la distruzione del suolo è molto più rapida e irreversibile a scala temporale di una generazione umana. Si tratta quindi di una risorsa non rinnovabile.

Chemical weed control of vineyards: the search for alternative techniques

The appearance of chemical herbicides in the early 1960's has revolutionized vineyards soil management because of their ease of use, effectiveness, and low cost.
In recent years, however, Italian growers have become increasingly aware of the problems related to the use of herbicides and their impact on the environment and have sought alternative solutions. With the goal of a sustainable viticulture ensuring the permanence of vineyards while preserving the environment, management techniques play a major role.
For example, glyphosate, the herbicide most widely used in viticulture, is blamed for the decrease in earthworms and the mycorrhizae in the soil, the emergence of resistant grass species, the introduction of calcium, iron, magnesium and manganese deficiencies in plants, a decrease in photosynthesis, and interference with ethylene and abscisic acid. In addition, the chemical herbicides applied to the soil leach into surface as well as deep water.

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Valorizziamo l’autoctona ape nera siciliana

L’istallazione nell’area del Parco della Valle dei Templi di Agrigento di un apiario di api nere siciliane, merita ogni plauso e incoraggiamento ed è auspicabile che l’iniziativa venga presa in seria considerazione dai responsabili degli altri parchi, riserve e aree protette della Sicilia. La tutela dell’autoctona ape siciliana valorizzerebbe i risultati del progetto regionale “Apeslow”, mirato alla diffusione di api regine siciliane, nell’ambito del quale sono state ritrovate nuove linee genetiche che andrebbero ulteriormente diffuse e valorizzate.

Let’s support native Sicilian black bees

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L’atteso rapido Incremento della urbanizzazione mondiale: i rivoluzionari programmi del governo cinese.

L’espansione della urbanizzazione umana, che sta rapidamente attuandosi nei Paesi emergenti asiatici, africani e sudamericani, avrà conseguenze molto importanti e rivoluzionarie  specialmente nei settori industriali ed alimentari mondiali.
Si tratta di spostamenti di centinaia di milioni di persone da aree rurali ad aree urbane, da attività rurali ad attività industriali e di servizio centralizzati.

The expected rapid growth of world urbanization: the revolutionary programs of the Chinese government

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La tracciabilità dei prodotti di Cinta Senese DOP mediante analisi del DNA

Il forte legame tra lo sviluppo rurale e le produzioni agroalimentari tipiche rappresenta ormai un punto saldo del sistema produttivo della Toscana, una Regione conosciuta a livello Internazionale per il suo grande patrimonio di tradizioni produttive agroalimentari. I prodotti tipici e tradizionali costituiscono un settore portante, non solo per il numero di aziende e di addetti, ma soprattutto perché ciascun prodotto, sviluppatosi e affermatosi in rapporto a precisi ambiti territoriali e contesti sociali, economici e culturali, rappresenta di per sé un valore. La trasparenza circa l’origine dei prodotti alimentari è ormai considerata una componente importante della qualità e della sicurezza, così come viene percepita dai consumatori. Inoltre, rappresenta un importante elemento per la competitività e la valorizzazione di questi prodotti nei mercati sia a livello locale, che a livello nazionale e Internazionale oltre che per la difesa degli stessi produttori da imitazioni e contraffazioni che potrebbero danneggiare dal punto di vista economico l’intera filiera e minare la fiducia dei consumatori.

The traceability of the DOP Cinta Senese products using DNA analysis
Transparency as regards the origin of foodstuffs is now considered an important component of quality and safety, as perceived by consumers. DNA analysis represents one of the most advantageous methods for monitoring products throughout the entire production chain.  Considering that each animal is genetically unique, an animal’s individual genetic characteristics can be used to trace the origin of the meat and its by-products. It is precisely for this reason that a method of molecular traceability for the Cinta Senese meat and by-products has been developed that enables the creation of a specific genetic profile for each animal.

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Xylella, olivo, social media: qualche riflessione a voce alta

Lo confesso subito: non sono un fitobatteriologo. Studio (e insegno) le malattie delle piante, ma non mi sono mai avvicinato al settore specialistico della batteriologia fitopatologica. L’ho dovuto fare un po’ di tempo fa, in modo specifico per quanto riguarda Xylella fastidiosa, per alcuni motivi: (a) me lo hanno chiesto gli studenti, frastornati da notizie, le più varie, relative al disastro degli olivi nel Salento e legittimamente desiderosi di essere aggiornati; (b) il Servizio Fitosanitario Regionale della Toscana mi ha coinvolto in un tavolo tecnico-scientifico e ho provato a dare una mano nella stesura del piano di emergenza, stilato (dicembre 2014) nell’ipotesi che la malattia possa raggiungere questa regione, con le ovvie implicazioni per le produzioni olivicole e vivaistiche. Quindi, mi sono messo a studiare. Le fonti sono quelle classiche: la letteratura cartacea (per lo più statunitense, in quanto il patogeno sino a ieri era praticamente confinato alle Americhe) e, ovviamente, Internet. Di seguito, vado riassumendo alcuni punti critici che ho maturato in questo percorso, sperando di offrire un minimo contributo di idee alla tematica.

Xylella, olive trees, social media: doing some thinking out loud
Free-wheeling caprices, proposals well beyond the limits of madness, gratuitous accusations and offensive insinuations, suspicions  of international conspiracies … this and much more can be found on the net regarding Xylella. Patents for unlikely cure-alls, reports of miraculous recoveries, obviously without any confirmation. As rightly pointed out in a press release from the Italian Association of Agrarian Scientific Societies (AISSA), “we are reading ever more frequently opinions and comments based on personal beliefs or ideological prejudices that reject a comparison based on objective elements and results of scientific research”. Olive trees (and science) cannot be (ill-)treated in this way. One point however deserves attention: media outcry has highlighted widely that plants can also become ill, even severely so. Diseases jeopardize production, both quantitatively and qualitatively, with some even causing their victims’ death. Therefore, human and material resources are needed to study and fight plant pathogens.

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La Cimice dai piedi rossi

L’epiteto specifico erithropus viene dal greco Ερυθροπους (legg.eriuthropus), "dai piedi rossi", da Ερυθρος "rosso" e Πους/ποδος  (legg. pus/podos) "piede".  Il nostro R. eritrhopus è diffuso in Europa e nel Bacino mediterraneo dove, negli ambienti asciutti e soleggiati, frequenta le infiorescenze di diverse specie vegetali, soprattutto ombrellifere ed euforbiacee. 

Red-footed bug
The specific name erythropus derives from the Greek word Ερυθροπους (pronounced eriuthropus), i.e., “red-footed”, from Ερυθρος "red" and Πους/ποδος ”foot". These Reduviidae are known as “assassin bugs” as they hunt spiders and insects. 

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Le razze animali autoctone e la resistenza alle patologie infettive

In Italia, come in tutto il mondo occidentale, il consumatore, soddisfatto nelle esigenze quantitative, è sempre più attento ai problemi di qualità e sicurezza degli alimenti ed ha accolto con favore le innovazioni produttive che lo riavvicinino alla condizione naturale e non trascurano i problemi legati alla qualità della vita ed alla conservazione dell’ambiente e della biodiversità. Negli anni passati, la necessità di incrementare la produttività ha indotto all’introduzione di razze animali alloctone più rispondenti all’allevamento intensivo, ma non adatte all’ambiente nosologico nuovo per loro. 

Native animal breeds and their resistance to infectious diseases
In the years past, the need to increase productivity led the introduction of non-indigenous animal breeds more responsive to intensive breeding, but ill-suited to a nosological environment new to them.

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BOSCO, PANE E FUOCO

La Società Italiana di Selvicoltura e di Ecologia Forestale annuncia un congresso inteso a ribadire l’importante ruolo delle foreste nel garantire la vita nel Pianeta.  Sarebbe auspicabile  che questo giovane e dinamico sodalizio prendesse questa occasione per un passo nel senso di mettere sullo stesso piano le questioni di conservazione dell’ambiente e le questioni di produzione. E’ vero che bisogna respirare aria buona, godere del paesaggio e ammirare la diversità della natura, ma è anche vero che, forse bisogna anche mangiare, avere la luce la sera e stare al caldo l’inverno. E non è che il bosco non abbia nulla a che fare con il mangiare perché dalla fattoria toscana fino al maso della Pusteria il bosco interviene nell’azienda agricola  come risorsa di autofinanziamento.  Troppo spesso in sede di Selvicoltura e di Ecologia Forestale si afferma di non essere contrari alla produzione materiale  però si divisano e si raccomandano  forme di governo e trattamento che sono palesemente inapplicabili in economia privata. Il grave è che questo modo ipocrita di impedire il taglio dei boschi   entra, poi, nelle leggi e nei regolamenti forestali. 

WOOD, BREAD AND FIRE
The Italian Society of Forestry and Forest Ecology have announced a conference intended to reaffirm the important role of forests in guaranteeing life on our planet. It would be desirable for this young and dynamic association to take this opportunity as a step in the direction of putting the issues of environmental conservation and of production on equal footing. It is true that it is important to breathe clean air, enjoy the landscape and admire nature’s diversity, but it is also true that we must also eat, have light after dark and be warm in winter. We cannot say that wood has nothing to do with food because, from the farms of Tuscany to those of Pusteria, woods have a role as a resource of self-financing in the agricultural business.

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Cosa resterà dell’agricoltura italiana?

Da circa 10.000 anni lo sviluppo dell’agricoltura è stata la condizione sine qua non per garantire una disponibilità di cibo e garantire lo sviluppo di una comunità stanziale. L’agricoltura è stata la innovazione operativa che ha permesso la prima rivoluzione sociale. Successivamente, anche con lo sviluppo della manodopera e dei servizi, ha mantenuto una posizione di preminenza per la sopravvivenza di tutti.
La seconda rivoluzione è stata lo sviluppo della industrializzazione, iniziata con l’invenzione e la disponibilità dell’energia termo-meccanica ed elettrica. Ciò ha permesso l’uso di vari tipi di macchinari agricoli, la produzione di fertilizzanti di sintesi, di antiparassitari e il rapido sviluppo dei trasporti su strada, acqua ed aria. 
La produzione alimentare per unità di territorio, nei Paesi sviluppati, ha quindi permesso, con il progresso delle scienze biologiche, uno straordinario incremento delle produzioni (nel mais oltre 10 volte maggiori!) e degli scambi commerciali. Solo 150 anni fa, secondo uno studio tedesco, occorrevano 4 agricoltori per produrre il cibo necessario per sé stessi e per un non agricoltore. Oggi un agricoltore produce cibo per almeno 100 altri esseri umani! Di qui la diminuzione degli addetti agricoli (nei Paesi sviluppati), a favore degli occupati nelle industrie e nei vari servizi che man mano si sono moltiplicati.

What will remain of Italian Agriculture?
Having enjoyed non-stop protection at a national and European level for the last fifty years, Italian agriculture today is at a loss because, as a matter of fact, it is not self-sufficient for the main food crops, primarily due to a shortage of the land necessary for such production.
Italy has about 12.5 million hectares under cultivation today, which means that, for each of the more than 60 million people who live in our country, just over 2,000 square meters of agricultural land are available: only one hectare for every 4-5 people. From now on, one strategic imperative must be not to steal other production areas needed for feeding ourselves!
The need to import a large part of our basic foodstuffs drives our agribusiness industry to import them from other producer countries that can often supply them at much lower prices than those of our national producers whose production costs are much higher, hence the need to reach national food-chain agreements.

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L’afide che “brucia” i cipressi

Varie sono le cause delle recenti gravi infestazioni sostenute dall’afideCinara cupressi, che ha fatto la sua prima comparsa in Sicilia e che ha danneggiato i cipressi della Toscana, nel 1976-78 e alla fine degli anni ’90, favorito dalla presenza di conifere soprattutto Cupressacee dei generi Cupressus, Juniperus e Thuja.

The aphid that “burns” cypresses
There are many causes for the recent severe infestations of the aphid Cinara cupressi, which appeared first in Sicily and damaged Tuscany’s cypresses in 1976-78 and in the late 1990s.
The problem is complex but can be managed. 

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Le piante geneticamente modificate sono un pericolo?

Non c’è ragione per la quale gli scienziati della genetica vegetale debbano assistere  impotenti ai divieti ai quali la loro attività di ricerca sulla modificazione genetica delle piante viene sottoposta.  Troppo tempo hanno in silenzio subìto ed è ora che la loro voce sia ascoltata. 

Are genetically modified plants a danger?
A European Union regulation leaves it up to member states to regulate the cultivation of genetically modified plants within their borders. In Italy, the State Council has used this as an opportunity to ban both research and production.

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Che cosa è una città verde?

Prima di procedere di rispondere a questa domanda, alcuni termini devono essere definiti. In primo luogo, anche se negli articoli vengono spesso sottolineate le sfide specifiche che i centri città si trovano ad affrontare, il termine “città” generalmente si riferisce a un'area metropolitana più ampia. Ad esempio, "Milano" rappresenta la grande area metropolitana che circonda la città non solo la città compresa nei confini comunali. Lo stesso vale per altre grandi città nelle diverse parti del mondo, come Chicago, Londra, Tokjo, San Paolo, ecc.
Un’area metropolitana è costituita da una zona centrale contenente un consistente nucleo di popolazione, insieme con le comunità adiacenti aventi un elevato grado di integrazione economica e sociale con quel nucleo. Le aree metropolitane possono dunque comprendere diverse città/agglomerati urbani. Concentrarsi sulle aree metropolitane ha senso, perché la maggioranza delle persone e dei posti di lavoro si trova concentrata nelle aree metropolitane (oltre il 50% a livello mondiale, 70% in Europa), ma al di fuori del “centro” propriamente detto.

What is a green city?
We must consider and plan cities as if they are living systems that use, transform, and release materials and energy, that grow and adapt, and that interact with living beings and other ecosystems. They must therefore be managed and protected like any other ecosystem. By rethinking urban design, architecture, and transport planning, we can transform our cities and urban landscapes into “urban ecosystems”, at the forefront of mitigating and adjusting to climate change. In this way, new job opportunities are created, developing the market for new technologies and landscape architecture: a city is, therefore, a human ecosystem in a landscape. Moreover, from a functional point of view, ecosystems supply most of the goods and services needed for our basic existence that, among the various functions, include UV protection, water purification, supplying oxygen, flood protection, and climate control.

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IL PAESAGGIO. Strumentalizzato, politicizzato, umiliato.

Le riflessioni critiche sulla confusa accumulazione delle “istanze ambientalistiche” costituiscono la filigrana della Prolusione di Franco Scaramuzzi al 262° anno accademico della nostra Accademia. C'è fors'anche di più: un monito verso le “improvvide disattenzioni e un futuro sconvolgente”. C'è una spiegazione a questa preoccupata e civilissima attenzione per quel pensiero oppositivo al buon senso, teso a “demolire l'agricoltura”? C'è, eccome! E viene da lontano, se pur fattosi più arrogante nell'esercizio del potere politico e nella crescente, strumentale presa di distanza dalle competenze tecniche. Infatti, assistiamo ad una crescente aberrazione istituzionale che investe molti settori e non solo quello dell'agricoltura e del “paesaggio agrario”: da qualche tempo, ministri e politici più in generale, prendono decisioni direttamente (e “personalmente”), saltando la formalizzazione del “provvedimento” da parte del funzionario  dirigente preposto al problema (soprintendente, provveditore, ad esempio). Ciò è istituzionalmente e costituzionalmente scorretto e potenzialmente materia di impugnativa. 

LANDSCAPE. Exploited, politicized, humiliated
Supporting and correctly interpreting the provisions of the Code of the Cultural and Landscape Heritage that says: “this code (as regards  Landscape) intends a homogeneous part of the territory whose characteristics derive from nature, human history or from their reciprocal interrelationships [...] ; the protection and enhancement of the landscape safeguard the values expressed as a perceptible identity”, we wonder: is this not a sufficient guideline to express that necessary “civilization of agriculture” that has strengthened and protected the adaptation of our landscape over the centuries?

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L’Italia, la ricerca pubblica e il paradosso degli OGM

Riportiamo un brano tratto dall’articolo della Senatrice Elena Cattaneo, pubblicato su la Repubblica del 20 giugno 2015
Se non sarà vietata l’importazione di mangimi Ogm, si segnali al consumatore tutto quanto deriva da Ogm. Si etichettino come “Derivato da Ogm” latte e formaggi, salumi e carni ottenuti da animali nutriti con Ogm. I grandi Consorzi di tutela del Made in Italy, che esportiamo nel mondo, usano mangimi Ogm: etichettiamo anche quei prodotti. Così come il cotone (per il 70% Ogm) che usiamo per vestirci, per le banconote o in sala operatoria. 

A passage from the article by Senator Elena Cattaneo, published in La Repubblica on 20 June 2015 is reported here.

If importing GMO feedstuff is not banned, the consumer should be informed about whatever is derived from GMOs. Milk and cheeses, salamis and meat fed with GMO fodder should be labeled as “GMO-derived”. 

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Archeobotanica e antichi sapori

L’archeobotanica è un settore interdisciplinare che si occupa dello studio dei vegetali fossili recuperati in contesti archeologici. Queste indagini permettono di compiere ricostruzioni paleo-ambientali, determinare il rapporto uomo-ambiente, osservare i movimenti di diffusione ed evoluzione di differenti specie vegetali sia spontanee che coltivate. 

Archaeobotany and traditional flavors
Archaeobotany is an interdisciplinary sector that deals with the study of fossil plants recovered during archaeological excavations. These studies enable paleo-environments to be reconstructed, determining the relationship between humans and the environment, and observing the spread and evolution of various spontaneous and cultivated plant species.

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Terra fertile e cambiamento climatico: il ruolo degli agricoltori

La fertilità del suolo è una risorsa naturale basilare per la vita delle comunità umane. Oggi il suolo, oltre a problemi di impermeabilizzazione e di abbandono, è sottoposto a diversi processi di degrado (inquinamento, compattazione, salinizzazione, perdita di sostanza organica, erosione e dissesto, desertificazione) che possono ridurre sensibilmente la fertilità. Il Cambiamento climatico, inoltre, sta modificando equilibri consolidati: le tecniche tradizionali in molte aree non sono più adeguate alle nuove condizioni climatiche ed ai nuovi regimi pluviometrici. Gli agricoltori sono dunque chiamati a implementare misure di adattamento ma anche di mitigazione come per esempio favorire lo stoccaggio del Carbonio nel suolo. Nello stesso tempo la ricerca nelle scienze del suolo propone innovazioni e nuove tecniche agronomiche per migliorare la struttura dei terreni, salvaguardarne la biodiversità, mantenere e accrescere la fertilità. Occorre dunque analizzare questi problemi e considerare il ruolo che gli agricoltori possono svolgere come custodi della fertilità, nelle strategie di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico. 

Fertile soil and climate change: the farmer’s role
On 20 June 2015, a conference on soil fertility and climate change organized by the CIA - Confederazione Italiana Agricoltori, CIA Office in Brussels was held at EXPO Milan 2015 in the EU Pavilion’s Europe Hall. 
Soil fertility is a basic natural resource for the life of human communities. Besides the problems of imperviousness and neglect, soil is today exposed to various processes of degradation (pollution, compacting, salinization, loss of organic matter, erosion and instability, and desertification) that can considerably reduce fertility. Moreover, climate change is modifying well-established balances, with traditional techniques in many areas no longer suited to the new climate conditions and rainfall regimes. 

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Sulla lotta allo spreco alimentare

La Francia batte sul tempo l’Italia, vara una legge sul reato di spreco alimentare e suscita un immediato coro di approvazioni, complice anche l’interesse mediatico ai temi dell’alimentazione mosso da EXPO 2015. Anche il nostro Paese ne discute, mentre almeno due regioni hanno approvato leggi di sostegno alla lotta agli sprechi.
L’argomento è di quelli che inducono ad un’adesione spontanea perché si collega alla questione di quella parte di umanità che soffre di denutrizione o di malnutrizione e la stessa Carta di Milano se ne occupa in alcuni passaggi. Merita dunque una riflessione attenta senza la luce dei riflettori e la grancassa mediatica. 
Il concetto di spreco fa riferimento ad un uso eccessivo ed inefficiente di beni o di risorse. Nel caso di quello alimentare, la legge francese si concentra sul cibo allo stadio della grande distribuzione. Con differenze minori anche chi ne segue le orme fa la stessa cosa, ma la questione dello spreco è ben più complessa e va vista almeno sotto due profili: i prodotti agricoli ed alimentari, da un lato,  e le risorse produttive impiegate per ottenerli, dall’altro. Lo spreco, se vogliamo continuare a chiamarlo così, inizia già in campo, quando la produzione viene in parte perduta per le normali avversità, prosegue nella fase di raccolta effettuata con modalità inadeguate, poi nel post raccolta per i limiti delle tecniche utilizzate, quindi nel percorso sino ai bancali dei punti vendita, infine nella gestione domestica che, a quanto pare, registra le maggiori perdite.

Fighting food waste
The issue of waste is far more complex, with at least two points of view to be considered: agricultural products and foodstuffs, on the one hand, and the resources used to produce them, on the other. Indeed, waste starts in the fields, when production is partly lost as a result of normal adversities. It continues through harvest and then post-harvest owing to the inadequacy and limits of the methods and techniques used, proceeding to the pallets used in retail outlets and finally to household management, which apparently accounts for the greatest losses. But there are also the resources wasted through inadequate or obsolete techniques. And it does not end there as there is the exaggerated pursuit of food safety that the adopted standards more than guarantee but which is called into question, affecting products by creating panic and a consequent refusal to eat or drink them.

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La mantide negligente

Negli ambienti mediterranei, aridi e con scarsa vegetazione, è comune la Mantide nana europea Ameles spallanzania (Rossi). Il genere Ameles(che in greco vuol dire “negligente”) ha una distribuzione mediterraneo-turanica, include una trentina di specie, 13 delle quali presenti nell’area mediterranea.

The careless mantis
The Dwarf European Mantis Ameles spallanzania (Rossi) is common to arid Mediterranean environments with scarce vegetation. The genus Ameles (meaning “careless” in Greek) has a Mediterranean-Turanian distribution. It includes about thirty species, thirteen of which are found in the Mediterranean area.

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Ricerca e innovazione nelle attività di miglioramento genetico animale

Poco più di dieci anni fa veniva completata la sequenza dell’intero genoma umano. La conquista di questo obiettivo estremamente ambizioso per quelli anni ha stimolato la ricerca scientifica , tecnologica e industriale che ad un ritmo assolutamente travolgente ha condotto ad innovazioni che nei primi anni duemila sarebbero parse fantascienza. In poco tempo è stato sequenziato il genoma di molti animali e piante di interesse agricolo.

Research and innovation in animal genetic improvement activities 
Just over ten years ago, the entire human genome sequence was completed. The conquest of this, at the time, extremely ambitious objective spurred scientific, technological and industrial research to an absolutely overwhelming pace, leading to innovations that would have seemed science fiction in the early years of this century. 

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L’opportunità di una riforma dell’agricoltura biologica in Europa

Cresce l’attenzione dei consumatori verso la produzione biologica perché si caratterizza come il sistema produttivo più “green core” dell’agroalimentare. In un contesto sempre più attento alla sostenibilità, alle logiche dell’economia circolare, alle strategie di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, il biologico viene percepito concretamente come il modello più avanzato e dinamico, un laboratorio di tecniche che potrebbero sempre di più diffondersi su larga scala nella produzione agricola.
Attualmente si discute in Europa l’approvazione della proposta di riforma dell’Agricoltura Biologica: occorrerebbe un approccio alla riforma strategico e unitario che abbia degli obiettivi ben definiti per lo sviluppo di un settore agricolo biologico europeo performante. 

The opportunity of organic farming reform in Europe
Consumers are paying increasing attention to organic produce because it is agribusiness’s most productive “green core” system. In a context ever more focused on sustainability, on the logic of a circular economy, on the strategies to mitigate and adapt to climate change, organic products are realistically seen as the most advanced and dynamic model, a technical laboratory that could increasingly expand to large-scale agricultural production.
At the moment, the passage of the organic agriculture reform proposal is being discussed in Europe. A strategic, unified approach to reform is needed, which has well-defined objectives for developing a functional organic farming sector in Europe.

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Una pioggia di finanziamenti condizionati non risolve i problemi dell'agricoltura

Riportiamo un brano della Prolusione svolta da Franco Scaramuzzi per l'Inaugurazione del 262° Anno Accademico dei Georgofili: "Un grande errore: demolire l'agricoltura"
 Il testo integrale e gratuito è disponibile a questo link: http://www.georgofili.it/detail.asp?IDN=1363

Negli ultimi anni si sono rapidamente susseguiti Governi ai quali non è stata data la possibilità di realizzare i propri programmi. I partiti e movimenti politici appaiono confusi e divisi, anche al loro interno. In queste condizioni le grandi corporazioni, lobbies, caste, cosche e consorterie varie troppo spesso riescono a bloccare qualsiasi iniziativa, ciascuno per tutelare propri grandi e piccoli interessi. Tutto ciò crea anche un substrato fertile per lo sviluppo delle criminalità organizzate e della devastante corruzione diffusa. L’attuale Governo si sta adoperando con coraggiosi e ambiziosi programmi su fronti diversi, scaglionando i previsti interventi in un arco di tempo relativamente breve. Il Paese deve infatti al più presto prepararsi ad affrontare un impegnativo futuro e deve quindi dotarsi di adeguate strutture istituzionali, nonché di un sistema politico e amministrativo in grado di governare democraticamente, con la sempre più indispensabile tempestività e decisione.


Mass conditioned financing cannot solve agriculture’s problems

Here is a passage from the Inaugural lecture held by Franco Scaramuzzi for the inauguration of the Georgofili Academy’s 262nd  year: “A big mistake to destroy agriculture”

The complete and free text is available at the following link: http://www.georgofili.it/detail.asp?IDN=1363


In the last few years, the governments that have come in rapid succession were not given the chance to implement their programs. Political parties and movements appear confused and divided, even within themselves. In this situation, large corporations, lobbies, social classes, clans, and various political factions all too often manage to block any initiative, each protecting its own interests, big or small. All this also creates a fertile substratum for the development of organized crime and devastating widespread corruption. The present government is doing its best with courageous, ambitious programs in various fields, by staggering the planned actions over a relatively short period of time. Our country must prepare immediately to face a challenging future and to therefore adopt appropriate institutional structures as well as a political and administrative system capable of governing democratically, to quickly make the increasingly crucial decisions.
We strongly trust that the actions planned will include paying urgent and vital attention to what is happening to the primary sector.


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La lana e i suoi pregi

Dalla domesticazione, avvenuta intorno all’8000 a.C. nella Mezzaluna Fertile, furono utilizzate dall’uomo le pelli degli ovini (e dei caprini). Ma solo dal terzo millennio a.C. Assiri e Babilonesi cominciarono a tosare le pecore, a selezionare lane a filamenti più fini e, dopo la scoperta dei coloranti nell’800 a.C. da parte dei Fenici (soprattutto la porpora di Tiro e Sidone), con vello bianco.

Wool and its virtues

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La patata dolce "naturalmente modificata" conferma la validità delle innocue piante GM

In uno degli ultimi numeri di PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences) l'attenzione della comunità scientifica è stata attirata da un articolo sulla patata dolce già segnalato in queste News (Georgofili INFO del 20 maggio 2015). Se torniamo su questo argomento è per sottolineare che l'articolo di Tina KYNDT et al. ,"The genome of cultivated sweet potato contains Agrobacterium T-DNAs with expressed genes: An example of a naturally transgenic food crop", potrebbe contribuire a modificare l'atteggiamento sostanzialmente contrario alle piante geneticamente modificate di buona parte della pubblica opinione. 
Il gruppo di ricerca internazionale (Università di Ghent, Belgio; Centro Internazionale per la Patata di Lima, Perù; China Agricultural University di Pechino, Cina; Agricultural Research Service del Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti) ha prodotto risultati molto validi sul piano scientifico, specificatamente nell'area del trasferimento orizzontale dei geni (fenomeno naturale, peraltro conosciuto da molto tempo e ben documentato anche tra batteri e piante). Alla fine degli anni 1970 si scoprì che una parte di  DNA (T-DNA) del batterio Agrobacterium tumefaciens, agente della malattia "crown gall", si trasferiva direttamente nel genoma di varie specie vegetali ospiti. Successivamente si dimostrò che sequenze di T-DNA di Agrobacterium rhizogeneserano presenti in piante di tabacco Nicotiana glauca  e più recentemente in Linaria vulgaris; ma entrambi queste specie non fanno parte delle piante alimentari. Gli autori sopra nominati, conducendo una analisi high-throughput di sequenze di siRNA (piccoli interfering RNA) appartenenti alla patata dolce (Ipomea batatas), hanno rinvenuto alcuni siRNA omologhi alle sequenze di T-DNA di Agrobacterium spp.   Questo risultato supporta l'ipotesi di un trasferimento orizzontale di geni, avvenuto molto tempo fa, tra una specie di Agrobacterium e un antenato della patata dolce o una sua forma ancestrale.

The “naturally modified” sweet potato confirms the validity of the harmless GM plants
In a recent issues of PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences), the scientific community’s attention was drawn to an article on the sweet potato already pointed out in these News (Georgofili INFO, 20 May 2015). If we mention this topic again, it is to underline that the article, “The genome of cultivated sweet potato contains Agrobacterium T-DNAs with expressed genes: An example of a naturally transgenic food crop", by Tina Kyndt et al. could contribute to substantially changing much of the public’s opposition to genetically modified plants. 
An international research group (University of Ghent, Belgium; International Potato Centre in Lima, Peru; China Agricultural University in Beijing, China; the  Department of Agriculture’s Agricultural Research Service in the United States) produced very positive scientific results, specifically in the area of horizontal gene transfer (a natural phenomenon that has moreover been known for a long time and is well documented).

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Guerre o cibo: un'alternativa intollerabile

Pare a me che, tenuto conto degli sconvolgimenti ribellistici che assillano il medio oriente e parte dell’Africa, coinvolgendo l’intero globo, sarebbe più che opportuno che il sistema produttivo agricolo europeo – e quello di altri Paesi sviluppati - fosse incentivato e sostenuto, al fine di poter rendere abbondante l’offerta delle materie prime che servono a dare cibo a tutti. Occorrerebbe, dunque, rifarsi al “comune sentire”, che coincide anche con la necessità di dare risposte vere a problemi che non possono essere risolti con la violenza.
Infatti, se si esamina la situazione, si può costatare che si passa dalle bombe sull’Iraq e sulla Siria alle pseudo rivoluzioni democratiche dell’Egitto e della Tunisia, causate non tanto dalla voglia di libertà quanto dall’aumento del prezzo del grano dovuto alla chiusura delle esportazioni russe nel 2010, causata un devastante incendio delle pianure cisuraliche. A ciò si aggiungano le carneficine che si compiono in Libia e nel così detto Califfato islamico, che prospera su un terreno di cultura fatto di povertà e d’ignoranza, e la disperazione di Eritrei e Somali e si avrà, unitamente alle vicende nigeriane, un quadro tragico della situazione in una parte importante del mondo. La risposta alle turbolenze mediorientali e alle minacce alla sicurezza degli Usa e, in misura minore, dell’Europa consiste, di fatto, in un male minore (repressione e le tecniche adottate a Guantanamo nei confronti di presunti attentatori) rispetto al peggiore (pericolo che gli attentati si diffondano nei Paesi sviluppati, e sfuggano al controllo).

War or Food: an unbearable alternative

The PAC reform of 2003, worse in each successive version, even if apparently better in its most recent rewrite, should be abandoned to let Europe once again  become one of the granaries of the world; in this way the agreement regarding the one of the important functions of the European Union, which the current PAC grossly violates, would be respected. Consequently, a policy of aid and assisted exportation could once again be  undertaken, forbidden after the Marrakech agricultural agreement (10 years overdue for review). On the contrary, the treaty sits idle instead of enabling, at least for the areas most affected by poverty, the renewal of a generous policy which would be useful to all, ourselves included. 

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