Notiziario





Agrometeorologia per la sicurezza ambientale e alimentare

Si e' aperto ieri a Firenze il XVI Convegno dell' Associazione Italiana di Agrometeorologia (AIAM), in collaborazione con la Fondazione Clima e Sostenibilità e il Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e dell'Ambiente della Università di Firenze.
Il convegno intende focalizzare l'attenzione sulle interazioni fra agrometeorologia, ambiente e sicurezza alimentare ed idrica.

Leggi


Le api di Einstein

Sulla rubrica di RAI 3 “Leonardo, telegiornale della scienza” un recente servizio sulle api mellifere è stato aperto con la celebre frase attribuita ad Albert Einstein “se le api scomparissero dalla terra, per l’uomo non resterebbero che 4 anni di vita”.
Come ha sottolineato l’amico Raffaele Cirone “il grande fisico e Premio Nobel, quella frase non l’ha mai pronunciata, né scritta, né lasciata intendere”
Già nell’aprile 2007 il sito americano “Snopes.com”, che analizza e smonta le leggende metropolitane, pose la questione: “Einstein ha veramente detto questo?”
Massimo Mazzucco sul suo sito “Luogo Comune.net” ha analizzato l’origine e la diffusione della presunta profezia apistica. I primi sospetti sulla non veridicità della celebre frase sono sorti partendo dalla osservazione che dal 1955, anno della morte dello scienziato, al 1994 non c’è alcuna traccia di tale frase. Nel 1994 gli apicoltori europei sfilarono per le strade di Bruxelles per manifestare alle Autorità comunitarie lo stato di disagio dell’apicoltura.

Leggi






Troppi i nemici della vera agricoltura

L’idea che deve muoverci nel valutare l’agricoltura deve essere quella che considera questo comparto produttivo indispensabile per la permanenza dell’uomo su questa terra, poiché tutti dobbiamo mangiare, e capace di incrementare i suoi risultati produttivi per mettere a disposizione dei tanti che non ne hanno, cibi sufficienti e sconfiggere, finalmente, la fame che è ancora presente in molte parti del mondo.

Leggi


Memoria e futuro

Un atto dinamitardo così barbaro e vile quale quello del 27 maggio 1993 a Firenze, in Via dei Georgofili, non dovrebbe mai essere dimenticato. Rimarrà certamente scolpito nella Storia. Sappiamo però che questa e già ricca di tragedie e misfatti, ma troppo spesso non insegna ad evitarle, anzi si è ripetuta più volte, senza far tesoro delle esperienze già vissute. 
Proprio per questo dobbiamo impegnarci a trasmetterne il ricordo vivo, in modo efficace e quanto più a lungo possibile, alle nuove generazioni attuali e future. Sono già trascorsi 20 anni. Si è già scritto e detto di tutto su questo atto dinamitardo, ma troppi giovani con meno di 20 anni già dichiarano di non esserne a conoscenza. L'intento non è certamente quello di suscitare spiriti vendicativi, ma di respingere il male insito nella violenza e far capire il valore del reciproco rispetto umano. 
I Georgofili, che sono stati l'obiettivo casuale più duramente e direttamente colpito, si impegnarono subito in un intenso lavoro di ricostruzione e ripristino, durato 3 anni. Furono aiutati da un ampio, spontaneo e prezioso sostegno da parte di tutte le Istituzioni e di tantissimi volontari, conservandone profonda gratitudine. Quella forte volontà popolare di contrapporsi alla barbarie merita di essere ricordata, con altrettanto impegno e portata all'attenzione delle nuove generazioni, con orgoglio e come esempio. 
La nostra Accademia è attualmente impegnata ad affrontare problematiche che, nel vasto orizzonte aperto dal processo di globalizzazione in atto, richiedono soluzioni condivise e sostenute a livello planetario, come evidenziato anche dai sempre più frequenti Summit mondiali a vari livelli (su temi quali sicurezza alimentare, cambiamenti climatici, tutela ambientale, risorse energetiche rinnovabili). 
Occorreranno tempi lunghi e una costante presa di coscienza da parte delle nuove generazioni. Ma saranno proprio loro a poterne beneficiare, superando le barriere linguistiche e le distanze fisiche, avvalendosi delle nuove tecnologie che vanno evolvendosi in modo sempre più rapido e in forme per ora neppure immaginabili. Bisognerà essere pronti a ricercare ciò che ci accomuna, piuttosto che accanirsi nell'evidenziare ciò che ci divide, anche nei rapporti con persone diverse per origine, tradizione, religione, ideologia, interessi e quant'altro. 

Leggi


Ventesimo anniversario della strage di via dei Georgofili

L’Accademia dei Georgofili ha ricordato il ventesimo anniversario dell’atto dinamitardo del 27 maggio 1993, con diverse manifestazioni che hanno riscosso una sentita partecipazione di pubblico.

Leggi







Impatto dei cambiamenti climatici su vite e olivo

I cambiamenti climatici in atto lasciano intravedere dei mutamenti significativi negli areali di coltivazione di alcune specie arboree di pregio, come la vite e l’olivo. Data l’importanza del settore viticolo e di quello olivicolo, risulta strategico prevedere gli scenari futuri in cui le due specie verranno a trovarsi, in vista anche dell’adozione, da parte degli addetti ai lavori (agricoltori, enologi, imprenditori) di scelte agronomiche e gestionali volte a mantenere un elevato profilo quanti-qualitativo delle produzioni.
Alcuni studi condotti dal gruppo di ricerca del Prof. Bindi del Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e dell’Ambiente di Firenze e recente pubblicati su due delle principali riviste internazionali del settore (CLIMATIC CHANGE e GLOBAL ECOLOGY AND BIOGEOGRAPHY) hanno consentito, grazie all’uso della modellistica climatologica e colturale, di delineare per entrambe le specie, le possibili variazioni di superficie e gli eventuali slittamenti o traslazioni in aree potenzialmente adatte alla coltivazione.

Leggi


Le vere imprese agricole italiane

Il 6° Censimento Generale dell’Agricoltura del 2010, i cui risultati sono stati resi pubblici recentemente, ha contato in Italia un milione 621 mila aziende agricole con 12 milioni 856 mila ettari di superficie agricola utilizzata (Sau). Nonostante la considerevole contrazione (- 32,4 per cento) del numero di aziende dal precedente Censimento del 2000, la superficie media è ancora pari a 7,9 ettari, a fronte di  490 mila aziende con 55 ettari di Sau in media in Francia e 300 mila aziende con 56 ettari di Sau in media in Germania. 
Dalla lettura di questi dati, se ne deriva spesso una immagine particolarmente preoccupata: la competitività dell’agricoltura Italiana appare ancora frenata da un pesante gap strutturale. Ma dividendo le aziende censite sulla base della loro dimensione economica (una misura del reddito lordo, basata sulla produzione standard calcolata applicando una metodologia europea), l’agricoltura italiana offre un’immagine di sé molto articolata. 
Il 67 per cento delle aziende agricole italiane ha una dimensione economica inferiore a 10 mila euro (circa una pensione media). Più della metà di queste aziende (pari al 36,4 dell’intero universo censito) auto-consuma totalmente o in prevalenza la propria produzione. Quelle che restano di questo gruppo, che commercializzano la maggior parte della produzione, hanno una dimensione economica media di appena 3.730 euro l’anno. Queste aziende, secondo lo studio, non possono essere considerate propriamente imprese per il carattere accessorio della propria attività. 

Leggi






Necessaria abilitazione per utilizzare le trattrici agricole e forestali

Il provvedimento, come stabilito, è entrato in vigore il 13 marzo 2013 ed i lavoratori che usano le trattrici agricole e le altre macchine indicate nell'accordo, per ottenere l'abilitazione devono frequentare un apposito corso di formazione entro il 13 marzo 2015.
I corsi saranno tenuti da soggetti istituzionali (Ministero del lavoro, INAIL, Regioni, Province, ecc.), Associazioni sindacali, Organizzazioni agricole, Ordini e Collegi professionali. Si prevedono due moduli formativi in aula di tre ore (uno giuridico-amministrativo e l'altro tecnico) e due moduli pratici di cinque ore in campo, uno per la trattrice a ruote e l'altro per le cingolate: le ore di lezione dei moduli pratici, pertanto, prevalgono su quelli teorici.
L'abilitazione avrà la durata di cinque anni e sarà rinnovata previa partecipazione ad un corso di aggiornamento della durata minima di quattro ore, delle quali almeno tre ore di lezioni pratiche.

Leggi


Il linguaggio delle piante attraverso i composti organici volatili: dal significato ecologico allo sfruttamento agronomico

I composti organici volatili emessi dalla vegetazione, chiamati anche composti organici volatili biogenici (BVOC), sono un insieme eterogeneo di molecole chimiche con una vasta gamma di funzioni per le piante, e di conseguenze per l’ecosistema e l’ambiente. In poche parole, sembra che i BVOC siano l’alfabeto con cui le piante comunicano tra di loro, con i loro ospiti e nemici, e con l’ambiente. Decifrare l’alfabeto significa non solo aumentare le conoscenze sulla biologia delle piante, ma soprattutto mettere a punto interventi di difesa da avversità, patogeni, e fitofagi basati sullo sfruttamento delle “grida di aiuto” delle piante.

Leggi





Come ottenere energia pulita dai residui dell’agroindustria

L’interesse dei biotecnologi si è recentemente indirizzato verso la produzione di idrogeno per via microbica.

Leggi


Potremo resuscitare i semi antichi?

Gli attuali progressi della ricerca genomica e cellulare vegetali potrebbero fornire le tecnologie adatte per poter far rivivere quanto i nostri progenitori avevano coltivato agli albori delle varie civiltà agricole passate, inserendo il loro DNA in cellule delle stesse specie oggi viventi.

Leggi


Biomasse da energia: luci e ombre

Le riflessioni in atto sulla produzione di biocarburanti e/o, in genere, di biomasse da colture dedicate a destinazione energetica (energia termica e/o elettrica), prendono lo spunto da alcuni “elementi” che da anni caratterizzano l’agricoltura dell’U.E., del nostro Paese, e di gran parte del mondo occidentale; da un lato, essa è chiamata ad acquisire un ruolo più “multifunzionale” nella gestione del territorio rurale, anche attraverso una migliore valorizzazione degli usi “non alimentari” delle produzioni agricole e forestali; dall’altro lato, il crescente bisogno di energia (possibilmente “pulita”) della nostra società, l’ulteriore presa di coscienza del fenomeno dei cambiamenti climatici e la necessità di ridurre le emissioni di gas-serra, assieme al perdurante aumento del prezzo del petrolio, suggeriscono un maggiore impiego delle fonti rinnovabili di energia, dei diversi possibili biocarburanti e, quindi, delle diverse biomasse agroforestali.
Soprattutto nell’ultimo decennio, numerose sono le ricerche e la sperimentazione condotta in questo settore e dalle conoscenze finora acquisite si può affermare che la produzione di biomasse a destinazione energetica presenta indubbiamente molti aspetti positivi, ma non pochi sono ancora quelli negativi che necessitano di ulteriori e approfonditi studi.

Leggi


Riconsiderare l'agricoltura

Dalla metà del secolo scorso, la nostra agricoltura è stata sempre più sottovalutata, trascurata e anche penalizzata. La grande e complessa crisi che stiamo attraversando si è quindi aggiunta a preesistenti incomprensioni. E’ sconcertante constatare quanto ne sia oggi disinformata l'opinione pubblica. Talvolta sembra rimanere sorpreso anche il mondo politico quando emergono alcune attuali realtà del lavoro agricolo, delle crescenti difficoltà a trarne l’indispensabile reddito, dei conseguenti rischi per la stessa sopravvivenza del “settore primario”. Significativo il fatto che, nel mediatico “toto-ministri”, imperversato per giorni, nessuno abbia trovato fino all’ultimo minuto un cenno sul Ministero dell’Agricoltura. D’altra parte, non è da oggi che se ne è tentata l’impraticabile abolizione, richiesta anche attraverso un improvvido referendum popolare. 
Abbiamo invece più che mai bisogno di sostenere la nostra agricoltura, nel suo eterogeneo insieme agro-silvo-pastorale, che va dalle piccolissime alle grandi imprese e dai prodotti di nicchia a quelli di largo consumo. Dobbiamo quindi ridarle nuova energia con un progetto strategico nazionale condiviso, prima che sia troppo tardi, insieme ad un responsabile "Patto nazionale di emergenza per il settore”.

Leggi





Multifunzionalità agricola e diversificazione del reddito

Si è svolto recentemente (18 aprile 2013) un convegno presso l’ISTAT a Roma, sul tema L’agricoltura che cambia: una lettura dei dati del Censimento
Lo sforzo statistico che ogni 10 anni fotografa il settore, si confronta con un ambito – l’agricoltura italiana – decisamente eterogeneo, date le interrelazioni con tutti i localismi possibili. La ricchezza potenziale del settore è infatti connessa a questa variabilità. Una delle conclusioni del Convegno è stata proprio che non esiste un’agricoltura unica e univocamente rappresentabile; viceversa ne esistono tante, ciascuna con propri modelli di riferimento e con impostazioni e orientamenti propri.

Leggi


Più agricoltura e meno disaccoppiamento

Gli ambientalisti si domandano mai quale sia la componente essenziale del nostro cibo? 
Ebbene, si tratta del carbonio, che viene assimilato dalle piante sotto forma di CO2, che è l’unico stadio grazie al quale il carbonio passa dallo stato fisico a quello vivente.
Milioni di anni addietro la presenza della CO2 sul nostro pianeta era venti volte maggiore dell’attuale, e in quel periodo apparvero le prime piante, capaci di assimilarlo ma poco efficienti nel farlo per la sua presenza massiccia. 
La progressiva riduzione della CO2 nell’atmosfera fece sviluppare piante dotate di apparati fogliari più efficienti nell’assorbimento di questo elemento vitale, ma la presenza della CO2 nell’aria è arrivata, pochi decenni addietro, ad un livello così modesto da mettere in pericolo – se fosse scesa ancora – la stessa sopravvivenza delle piante, primo elemento della catena alimentare che culmina nei cibi che mangiamo ogni giorno.

Leggi


La Festa dell’Europa in una mostra ai Georgofili

Europa, espressione geografica e “Unione” politica; Europa, che assume un volto che si rinnova e si riscrive ad ogni momento.
Il 9 maggio di ogni anno dal 1985, si celebra la Festa dell’Europa per ricordare l’inizio di un processo di integrazione fra Popoli e Stati saldati fra loro dal motto “Uniti nella diversità”. 
Europa dunque come unione politica, economica, monetaria  e che trova la sua fonte di ricchezza nella multiformità dei Paesi che la compongono, ognuno con un suo profilo, un suo timbro, una sua identità.
L’esposizione organizzata dall’Accademia dei Georgofili in occasione della Festa dell’Europa, intende, con il suo contributo,  presentare i tanti volti di questa Europa attraverso una scelta di foto tratte dalla sua fototeca e di illustrazioni presenti in alcuni volumi della sua biblioteca.

Leggi







Casi teratologici nelle popolazioni del Punteruolo rosso delle palme

Nell’ambito di specifici progetti di ricerca, a partire dal 2005, sono stati esaminati un totale di circa 40.000 adulti di Rhynchophorus ferrugineus la metà dei quali catturati nelle trappole innescate con il feromone sintetico di aggregazione e circa 20.000 sfarfallati, in laboratorio, da camere pupali prelevate, soprattutto, da palme delle Canarie in Sicilia. 
Da circa un quinquennio, in un numero progressivamente crescente di esemplari neosfarfallati, sono state osservate malformazioni, soprattutto nel capo e nel torace. In particolare nel capo si ha frequentemente un rostro deforme e di ridotto sviluppo con apparato boccale non funzionante, il che impedisce l’alimentazione con conseguente ridotta sopravvivenza. Nel torace, oltre a restringimenti del primo segmento, le ali anteriori (elitre) sono spesso di ridotte dimensioni e arcuate; le posteriori sono deformi e non in grado di distendersi.

Leggi


Le nuove frontiere della difesa delle piante dagli organismi nocivi

La difesa delle piante dagli organismi nocivi è un argomento di stringente attualità per numerosi motivi. Da un lato i crescenti scambi commerciali (e movimenti turistici) favoriscono la diffusione di patogeni e parassiti, complicando sempre più il quadro sanitario delle nostre specie coltivate e forestali. I ritmi di importazione di agenti alieni sono cresciuti negli ultimi decenni in maniera impressionante. Le conseguenze sono devastanti sia per gli aspetti economici (ne sono drammatici esempi recentissimi l’introduzione della batteriosi dell’actinidia (“cancro” daPseudomonas syringae pv. actinidiae), quella del “cimicione” del pino (Leptoglossus occidentalis) e quella della Diabrotica del mais, sia per le conseguenze sul paesaggio, come nel caso del “punteruolo rosso” delle palme (Rhynchophorus ferrugineus) e del “cancro colorato” del platano (Ceratocystis platani), che stanno portando a rischio di estinzione i loro ospiti da vasti territori. Le modalità di “trasporto” di questi nemici sono infinite e non si limitano al “semplice” trasferimento di piante infette o infestate. Il tutto va letto anche nell’ottica dei profondi mutamenti che stanno caratterizzando il “global change”.

Leggi



Il fenomeno dei cambiamenti climatici influenza la fisiologia delle piante

Con il passaggio nell’epoca industrializzata attraverso l’invenzione della macchina a vapore, l’anidride carbonica nell’atmosfera è cresciuta da un valore di 280 parti per milione (ppm) a quello di 392 ppm. Gli esami del prelievo delle “carote di ghiaccio” ci rivelano che adesso tale dato supera di molto il ventaglio ordinario registrato negli ultimi 650 mila anni. L’attività dell’uomo è alla base dell’aumento di altri gas atmosferici e quello del naturale effetto serra, cioè a quella capacità dei gas e del vapor acqueo di assorbire la radiazione termica degli infrarossi emessi dall’estensione terrestre. Il cambiamento climatico in atto sta variando la fisiologia delle piante e il complesso rapporto che avviene tra gli spazi del loro suolo.

Ciò è conseguente all'aumento del grado di calore, alla maggiore ampiezza delle fluttuazioni della temperatura intorno al valor medio, intesi come massime e minime delle temperature giornaliere, all’interazione di tale accrescimento con i livelli di CO2 atmosferica, all’alterazione del regime pluviale e del più severo manifestarsi di eccessi atmosferici quali, ondate di caldo, uragani, allagamenti. Ci sono ormai verità che avvalorano la migrazione, indicato dal codice scientifico come “trasgressione”, verso i poli e le alte quote, di diverse specie vegetali e animali. Gli studiosi ritengono che avvenga una trasgressione di circa 125 km a nord e di 125 m a quote più elevate, di animali e piante alla ricerca di condizioni climatiche più adatte a ogni grado centigrado d'aumento della temperatura media dell'atmosfera.

Leggi


Amaranto cibo del futuro?

La riscoperta e valorizzazione di alcuni pseudocereali anche esotici per i nostri ambienti, ha comportato l’individuazione di specie rimaste neglette per lungo tempo. Si possono citare in proposito il grano saraceno (Fagopyrum esculentum Moench.) e la quinoa (Chenopodium quinoa Willd.). Altra specie che recentemente è riuscita a conquistare una discreta fascia di mercato è l’amaranto (Amaranthus spp.), genere originario del Messico e del Centro America che, insieme al mais, al fagiolo, alla stessa quinoa e alle varie specie di zucca, è stato uno dei principali alimenti dei Maya e degli Aztechi. 
La riscoperta di questa pianta come preziosa risorsa alimentare, risale agli anni Settanta, quando, alcuni studi avviati da Dowton (1973), misero in evidenza le sue notevoli proprietà nutritive delle specie più diffuse: Amaranthus cruentus L., A. hypocondriacus L., A. caudatusL. e A. edulis Speg. 

Leggi


Inaugurato il 260° anno accademico dei Georgofili

Si è inaugurato ieri 16 aprile 2013 a Firenze, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, il 260° Anno Accademico dei Georgofili. La cerimonia ha avuto come tema portante quello di evidenziare la continuità delle disattenzioni ormai da tempo rivolte all'agricoltura, a tutti i livelli.
La relazione annuale del Presidente ha offerto una sintesi delle valutazioni emerse dal lavoro dei Georgofili, che documentano come l'agricoltura sia sottovalutata, trascurata e penalizzata, non solo per effetto della attuale grande crisi, ma già a partire dal secolo scorso. Il settore ha ormai urgente bisogno di essere riconsiderato e di un "Patto nazionale di emergenza", per non scomparire. Ha detto Scaramuzzi: “Nessun Paese può  oggi mirare ad un proprio sviluppo senza assicurare al popolo una dignitosa qualità della vita, a cominciare dalla disponibilità del pane quotidiano.  Papa Benedetto XVI, il primo gennaio di questo anno (in occasione della 46° Giornata Mondiale della Pace), ha giudicato “la crisi alimentare ben più grave di quella finanziaria”. Ma la nostra attuale politica agricola (europea, nazionale e regionale) sembra non preoccuparsene, nonostante che la FAO abbia autorevolmente e ripetutamente evidenziato la necessità di raddoppiare l’attuale complessiva produzione mondiale di alimenti primari entro la metà di questo secolo.  La stessa Unione Europea (quindi anche il nostro Paese, che ne è fondatore e convinto fautore), trascura da molti anni la produttività agricola, senza preoccuparsi delle già previste carenze alimentari a livello globale.” 

Leggi