Notiziario







Il sistema pianta e lo stress idrico

Nonostante le piante non siano dotate di un sistema immunitario analogo a quello degli animali, esse sono in grado di difendersi efficacemente da stimoli esterni mettendo in moto una serie di meccanismi intracellulari 

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Portiamo la frutta in tavola

La frutta rappresenta uno dei più preziosi doni della natura, sia dal punto di vista alimentare – per il ricco contenuto di sali minerali, vitamine e zuccheri - sia per la varietà di forme e colori, per i sapori invitanti, per i profumi delicati e intensi, per i succhi dissetanti. L’Italia, grazie alla sua fortunata posizione geografica, possiede una lunga tradizione nel settore della frutticoltura, produce ed esporta un numero considerevole di varietà. Stupisce l’approccio di molti ristoratori nei confronti della frutta: raramente viene proposta a fine pasto, privilegiando invece dolci elaborati e a volte supercalorici, forse perché appagano il narcisismo dello chef. 

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“Un giardino botanico maremmano”

Franco Scaramuzzi ha curato la pubblicazione di un volume nel quale illustra un giardino che ha realizzato ex-novo a Castagneto Carducci, Località Campastrello, raccogliendovi più di 300 specie legnose diverse in un perimetro di 5 ettari. Ciascuna specie è rappresentata da più esemplari raggruppati e uniti ad altre specie, nel rispetto della reciproca compatibilità, elemento essenziale nelle aggregazioni spontanee. Sono state così create fasce arborate, alternate ad ampi prati per poter spaziare con lo sguardo lungo una cornice collinare di boschi sempreverdi che affianca la zona. Il percorso dei viali è tracciato in modo da realizzare scorci che rispecchiano il carattere autentico e la bellezza dei circostanti ambienti maremmani, così da offrire una documentata fonte culturale a chi desidera conoscere meglio la flora locale.
Per non turbare l’effetto naturalistico dell’insieme, si è evitato anche di etichettare le piante. Si è sopperito usando planimetrie settoriali con una numerazione di ogni singola specie ed un elenco generale in ordine alfabetico che indica il settore ed il numero di ciascuna, consentendo di andarla a cercare. Si è cercato di evitare manifestazioni antropiche che sciupino la piacevole atmosfera di bosco. 
L’elegante volume (100 pagine) il cui progetto grafico, realizzazione e stampa sono stati attentamente eseguiti dall’Editore Polistampa, è interamente costituito da belle immagini fotografiche che consentono di seguire lo sviluppo del giardino dalle fasi dell’impianto (2002-2003) ad oggi. Dettagliate informazioni didascaliche accompagnano ogni singola immagine.

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Scoperto un unicum botanico del Salento

E’ stata resa nota un’iniziativa da parte dell’Associazione Officine Culturali di Carpignano Salentino  (LE), che, con la collaborazione  del Dipartimento di Scienze  e Tecnologie Biologiche ed Ambientali dell’Università del Salento, diretto dal Prof. Luigi De Bellis, ha presentato  il 19 luglio 2013 presso il Palazzo Ducale Ghezzi del Comune stesso, l’incontro su: “LA QUERCIA ELEGANTE (Quercus caroppoi) dalla scoperta alla tutela. Il valore della Biodiversità per la Salvaguardia, per la Valorizzazione  e la promozione dell’Ambiente e dell’Identità di un territorio”, alla presenza dello scopritore Oreste Caroppo, Naturalista/Indipendent  Researcher.
La notizia riguarderebbe una forma intermedia tra la quercia spinosa e  il cerro,  tanto che “la meravigliosa Quercia elegante” viene indicata comeQuercus  x caroppoi  anche perché “numerose sue caratteristiche … sono parse … intermedie”  alle due querce indicate. Tutto ciò è certamente di interesse ed i contenuti dell’incontro sono da condividere soprattutto per l’invito che emerge chiaro, teso a sottolineare l’importanza  della biodiversità nonché della sua salvaguardia e della sua valorizzazione, in quanto anche  contributo promozionale nei confronti di una più dettagliata identità di un territorio.  Del resto è noto come il territorio pugliese contribuisca in modo evidente all’incremento del livello di diversità biologica anche per le specie europee del genere Quercus, le quali sono in esso quasi tutte presenti.
D’altra parte è doveroso avanzare alcune considerazioni  sull’unicità della “scoperta”.

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La produzione agricola di alimenti potrà difficilmente raddoppiare entro il 2050

Gli studiosi hanno determinato quali siano le zone in grado di raddoppiare la produzione entro il 2050 e quali no, concludendo che saranno nel complesso insufficienti, specialmente nei paesi più poveri e con un rapido incremento di popolazione.

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Cambiamenti climatici e viticoltura

Sentiamo ormai costantemente l’allarme sul futuro riscaldamento del pianeta, sostenuto dalla teoria AGW (Antropogenetic Global Warming ) e da presentazioni, ormai classiche, (REPORT  2001 dello IPCC), che indicano nell’attività antropica la causa prima degli attuali innalzamenti termici.
Con lavori che abbiamo in corso e che ci pare logico dover continuare, non pensiamo di contrastare sul piano delle verifiche fisico-chimiche le reazioni dell’atmosfera alle azioni dell’uomo. Qui basta ricordare che Benny Peiser, direttore del Global Warming Policy Foundation, ha dichiarato che:  ”se non vediamo prove convincenti entro il 2015 sarà chiaro che i modelli sono fallaci …”. 
Noi desideriamo piuttosto utilizzare  le risposte biologiche dei vegetali (ed in particolare della vite) per leggere come nel passato più o meno lontano essi abbiano reagito al  clima del momento, e da queste risposte ricavare indicazioni  sugli andamenti climatici. Si tratta in definitiva di utilizzare dei proxies e cioè quegli archivi naturali che presentano qualche relazione con le temperature ambientali. 
Se prendiamo fenomeni relativi alla fenologia delle piante (germogliamento, fioritura,crescita dei frutti, maturazione …) possiamo avere correlazioni con gli andamenti termici  sicure e quindi credibili.
Nel caso particolare, ci stiamo dedicando a indagini sulla vite, per una precisa conoscenza delle sue reazioni fenologiche e perché ci è stato possibile attingere ad una fonte unica e straordinaria.
A Koszeg, cittadina ungherese (Lat 47° 22’ 52”, Long  16° 33’ 13” ) abbiamo potuto consultare nel locale Museo municipale, una raccolta di disegni di germogli di vite in grandezza naturale, eseguiti sempre allastessa data (24 aprile, festività di San Giorgio che vede suggestive cerimonie locali dedicate alla vite) collezionati dal 1744 ai nostri giorni.

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Autenticità per l’olio di oliva extravergine di eccellenza

Oggi si rimane perplessi di fronte all'ampiezza della gamma di oli di oliva extravergine offerti ai consumatori a prezzi incredibilmente diversi. Il prodotto italiano di eccellenza, gravato da costi di produzione più elevati, viene confuso con le miscele di prodotti esteri (europei ed extraeuropei). Senza discutere di frodi in commercio o di differenze tra prodotti aventi parametri ai limiti superiori della categoria merceologica o rientranti appena nei limiti normativi minimi, la CNO (Confederazione Nazionale Olivicoltori) ha proposto di istituire una tipologia di olio extravergine, definibile di "alta qualità", per tutelare i produttori. 

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Importanti risultati sul controllo delle divisioni cellulari nelle piante

Utilizzando l’Arabidopsis thaliana (FOTO), pianta modello per quasi tutte le ricerche molecolari in campo vegetale, un gruppo di ricercatori ha scoperto che l’orientazione dei microtubuli corticali - che  regola, come si sa, la direzione della divisione cellulare - controlla la localizzazione delle proteine PIN e, quindi, la direzione del trasporto dell’auxina, unitamente al fatto che tali processi sono entrambi regolati dalle stesse molecole denominate CLASP e MAP65. 
Tutto ciò è fondamentale per capire il meccanismo molecolare con il quale le cellule, in base alla loro disposizione, generano i diversi tessuti e nuovi organi nella pianta (Nature 495, Marzo 2013). 
I risultati di queste ricerche non sono solo di importanza teorica ma anche applicativa in campo agrario. Gli studiosi affermano infatti che “il controllo delle divisioni cellulari e del trasporto ormonale potrebbe permettere il disegno di piante più efficienti dal punto di vista produttivo in relazione al contesto ambientale in cui si trovano”. 

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Fracking: l’estrazione di idrocarburi USA non è esportabile in Italia

Molte sono le perplessità di ordine ambientale che avversano l’impiego del fracking, a partire dalla miscela di additivi la cui composizione non è nota e che poi ritornano in superficie arricchiti di altri elementi, alcuni dei quali possono avere effetto radioattivo. Altro rischio è quello legato alla  possibilità di creare una sismicità indotta, specie quando le operazioni di pompaggio non sono condotte correttamente.
In un territorio come quello italiano, ad alto rischio sismico, quest’ultimo pericolo non può essere certo trascurato. Oltre alle motivazioni ambientali, vi sono però anche ragioni prettamente tecniche  che rendono il fracking di fatto impraticabile non solo in Italia ma anche in molti paesi europei. Infatti, se anche esistessero questi strati scistosi, per replicare quanto avviene negli USA sarebbe necessario perforare di continuo e a ritmo crescente il nostro territorio, in quanto la produzione di ogni singolo pozzo shale decresce rapidamente in pochi mesi. Per fare queste trivellazioni occorre cioè disporre di vaste aree non urbanizzate e a bassissima densità di abitanti. Condizioni queste non riscontrabili in Italia.

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Controllo del territorio rurale e forestale

Nel IV rapporto della CIA del 10 Luglio 2012 si afferma che oltre 350 mila  agricoltori sono stati vittima nell’anno precedente di ben 8 reati l’ora, pari ad un valore di 50 miliardi! 
Omicidi, rapine, furti di attrezzi agricoli, abigeato (con circa 150 mila capi rubati ogni anno), estorsioni e “pizzi”, discariche abusive, macellazioni clandestine, danneggiamenti ed incendi delle colture ecc., che fino a a qualche anno fa si verificavano prevalentemente nel sud, si stanno espandendo in tutta Italia, anche per l’attuale crisi economica galoppante. 
Soltanto i furti sono arrivati a valori di 4,5 miliardi di euro l’anno, seguiti dai danni del racket per 3,5 miliardi.  Oltre a ciò si sta sempre più espandendo il lavoro nero, con il caporalato ed un nuovo reato: l’assalto dei “predoni del rame”, riguardante furti di cavi elettrici, generatori, macchinari, grondaie ed attrezzature per stalle, serre nelle zone rurali ecc.
Di fatto, l’agricoltura mostra maggiori e più gravi elementi di vulnerabilità, legati all’isolamento geografico delle aree rurali ed all’elevato livello di insicurezza degli abitanti.
Ciò anche perché praticamente i territori rurali non sono oggi presidiati e/o controllati da corpi di polizia specializzati, come avviene invece per territori coperti da boschi e foreste, quasi sempre di proprietà demaniale e poco o per nulla abitati.
Per migliorare la situazione attuale, il corpo delle Guardie Forestali deve estendere le proprie funzioni anche alle aree rurali. 

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Frodi nel biologico, il sistema ha pochi anticorpi

Negli ultimi due anni, ma in particolare negli ultimi mesi, abbiamo assistito a diversi casi di cronaca in cui le frodi a danno del biologico hanno fatto notizia. Tali operazioni, definite con nomi roboanti “gatto con gli stivali” o “green war”, hanno attirato l’attenzione dell’opinione pubblica sul biologico in modo negativo, rischiando di danneggiare uno dei pochi settori che a livello nazionale sta ancora crescendo. 
La credibilità del biologico nazionale non è tuttavia stata compromessa e l’Italia continua ed essere uno dei principali attori nel mercato europeo e internazionale. Ma occorre capire perché certi fatti accadono. Nella lunga catena di fornitura troviamo parecchie società di intermediazione e commercializzazione che mirano a lucrare sul forte differenziale di prezzo fra il prodotto biologico e l’analogo convenzionale, con meccanismi di frode. La stessa motivazione ha spinto frodi simili nel settore oleario e della frutta trasformata.
Purtroppo, le informazioni sul sistema delinquenziale individuato e sui quantitativi di falso prodotto biologico immessi in commercio sono state diffuse solo dopo parecchi mesi dai fatti, con un enorme danno per gli operatori che in buona fede hanno acquistato tali materie prime e hanno ottenuto prodotti biologici poi venduti come tali sul mercato.
E’ indispensabile che si creino filiere trasparenti, in cui sia chiaro chi coltiva un determinato prodotto. Inoltre i differenziali di prezzo che il consumatore paga per i prodotti biologici devono essere riversati con una quota maggiore al settore primario affinché abbia interesse a dedicarvisi. Non dimentichiamo che la superficie nazionale dedicata, 1.096.000 ettari, è inferiore rispetto a quella di dieci anni fa e l’incidenza sul totale della superficie bio europea è passata a più del 16% a meno del 10%.

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Un’interessante ape selvatica: Halictus scabiosae

Le circa 900 specie di apoidei segnalate nel nostro Paese presentano una vasta gamma di comportamenti peculiari che vanno dal solitario all’eusociale. Particolarmente interessante è quello dell’imenottero Halictidae Halictus scabiosae, specie polilettica che visita soprattutto i fiori di Composite, di Labiate, Dipsacaceae nonché di Cactaceae, alla cui sottofamiglia Opuntiodeae afferisce il genere Opuntia. Su ficodindia, soprattutto le femmine di H. scabiosae, a fine primavera, raccolgono sia il polline che il nettere, spesso insieme alle api mellifere, senza apparente competizione fra le due specie antofile. Lo stigma del fiore dell’opuntiacea, già alcune ore prima della schiusura, è recettivo ed è circondato da stami con antere deiescenti in contatto con la sua porzione basale. In effetti le stesse antere possono aprirsi anche 5-6 giorni prima dell’antesi, mentre il polline è in grado di germinare con 24-72 ore di anticipo rispetto alla schiusura dei petali. Il ficodindia è quindi specie non solo autogama ma anche cleistogama. Tuttavia la visita dei pronubi favorisce il distacco degli stami che, all’apertura del fiore, erano raggruppati intorno alla porzione basale dello stilo. Le api mellifere producono un miele di ficodindia caratterizzato da estrema dolcezza di colore giallo paglierino che una volta cristallizzato tende al beige. Il sapore gradevolmente aromatico ricorda quello dei cladodi. Le femmine di Halictus scabiosae impastano nettare e polline per alimentare le larve; la specie compie una o due generazioni all’anno a seconda delle condizioni ambientali e presenta un peculiare livello di socialità. 

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Il paradosso: l’antica biotecnologia del “lievito naturale” per fronteggiare l’emergenza dell’intolleranza al glutine

I più recenti dati epidemiologici testimoniano come la prevalenza dell’intolleranza al glutine o celiachia sia in crescente aumento e si attesti su valori dell’1-2% della popolazione dei paesi sviluppati. Allo stato attuale delle conoscenze, l’unico efficace rimedio è rappresentato da una dieta assolutamente priva di glutine per tutta la vita. Ciò nonostante, diverse terapie enzimatiche sono allo studio in campo medico per fronteggiare alcuni degli inconvenienti di carattere sociale, nutrizionale ed economico legati alla dieta priva di glutine. 
Come conseguenza di numerosi studi, la biotecnologia dei prodotti lievitati da forno ha recentemente riscoperto l’uso di “lievito naturale”, quale starter naturale per i processi di fermentazione, e, soprattutto, ne ha evidenziato i numerosi vantaggi di tipo sensoriale, strutturale e nutrizionale. La popolazione di lieviti e, soprattutto, di batteri lattici che è naturalmente selezionata nel “lievito naturale” possiede la capacità, in condizioni normali d’impiego, di causare una moderata degradazione dei polimeri che compongono il glutine, quali gliadine e glutenine. 

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Nuove normative comunitarie per la sicurezza alimentare

Si prevedono controlli alle aziende senza preavviso e sanzioni calcolate sulla base degli indebiti profitti ottenuti da chi ha violato la legge. E' stata annunciata l'introduzione di un unico testo legislativo sulla salute degli animali e nel contempo sarà potenziata anche la disciplina sulla salute delle piante

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Aspetti finanziari del mercato del latte e del formaggio ovino in Sardegna

 Il maggior esportatore di formaggi ovini nel mondo é l'Italia, con volumi 10 volte quelli del secondo esportatore, la Francia, ma valori solo 7 volte superiori. Il pecorino Romano rappresenta uno dei principali asset dell'export agroalimentare italiano, ma il suo prezzo di vendita non è, da qualche anno e attualmente, in grado di remunerare adeguatamente gli allevatori di pecore che, per il 50% della produzione, sono localizzati in Sardegna.

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Il cibo bio piace per le aspettative create

Anche se non ci sono prove scientifiche solide per sostenere che il cibo biologico sia mediamente più sano e nutriente del cibo convenzionale, in molti sono però disposti a giurare che il bio è comunque più saporito e gustoso. Le prove, a favore o contro questa affermazione,latitano, ma alcuni recenti esperimenti gettano qualche spiraglio di luce sulla questione.
Quando acquistiamo un prodotto alimentare lo scegliamo in base ad alcune caratteristiche che possiamo sperimentare con i nostri sensi, come il colore o il sapore. Altre però non sono verificabili dall’acquirente: il metodo di produzione, le proprietà salutistiche o la provenienza geografica. Vari esperimenti hanno mostrato come queste caratteristiche intangibili possano influenzare la percezione del gusto.
Un gruppo di ricercatori di Udine, Ancona e Potenza ha fatto assaggiare a 150 persone un formaggio pecorino biologico e uno convenzionale, chiedendo di dare un voto da 1 a 9. Il primo assaggio si è svolto in cieco: nessuno sapeva se stava assaggiando il pecorino bio o l’altro. Successivamente, dopo aver dichiarato le aspettative che avevano su entrambi i prodotti, le presone hanno assaggiato i due formaggi, ora ben identificati. Sorprendentemente, il pecorino bio è stato apprezzato di meno se assaggiato in cieco e il contrario è successo al pecorino convenzionale, apprezzato di più senza avere informazioni sulla sua produzione.

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Ancora sulle piante geneticamente modificate: il futuro sarà meno "trans"

In Georgofili INFO del 28 Giugno u.s. è stato pubblicato, molto opportunamente, un brano di un articolo di Vincenzo Cappellini sulle piante GM, recentemente apparso su L'Informatore Agrario. E' solo l'ultimo episodio della lunga schermaglia che oppone l'ampio e frastagliato mondo degli oppositori, assai ascoltati anche nei Ministeri romani, a coloro che invece non vedono nel "transgenico" il male assoluto. Sappiamo che a livello mondiale questi due "visioni" sono entrambi rappresentate, anche se cambia il reciproco rapporto di forza a seconda dei diversi paesi. L'Europa è stata ed è estremamente cauta in materia; per questo motivo ci sono sembrate di grande interesse le argomentazioni espresse da Brian Heap presidente dell'EASAC -European Academies Science Advisory Council. Tale Consiglio è formato dai rappresentanti delle Accademie Nazionali delle Scienze di tutti gli Stati membri della Unione Europea. Le opinioni di Heap, prestigioso biologo inglese "Fellow" della Royal Society, sono state riportate su Nature del 27 Giugno 2013, vol. 498, pag. 409. Il ragionamento del presidente Heap parte dalla constatazione che l'Unione Europea sta perdendo terreno nella corsa internazionale a produrre più alimenti su di una superficie agraria globalmente sempre più scarsa, con forti implicazioni sulla sicurezza alimentare e sulla crescita economica. La storica "prudenza" europea ha portato ad un fortissimo contenimento della diffusione delle piante GM nel nostro continente ed ha contribuito a renderne problematica l'adozione da parte dei paesi in via di sviluppo. Heap si chiede: quale sarà l'atteggiamento della UE nei confronti delle piante GM di seconda generazione che presto verranno proposte?

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DEMAGOGIA E FALSITA’ SUGLI OGM

Da un articolo di Vincenzo Cappellini, pubblicato su L’Informatore Agrario 24/2013, riportiamo un brano significativo rivolto al ministro Nunzia De Girolamo.
L’articolo, dal titolo “Quanta demagogia e falsità sugli ogm”, è molto chiaro ed eloquente. Merita di essere letto.
  Franco Scaramuzzi

"Cara ministro delle politiche agricole …..
Lei sbaglia quando dice di essere convinta che l’agricoltura italiana non abbia bisogno degli ogm.
Sbaglia quando asserisce che gli ogm stanno subendo un arretramento notevole.
Sbaglia quando afferma che tutte le organizzazioni di categoria sono contrarie agli ogm.
Sbaglia quando denuncia come fatto negativo l’obbligo di riacquistare di anno in anno delle sementi, ecc.
La realtà degli ogm, nell’economia globalizzata come è quella in cui viviamo, è ben diversa da quanto le hanno prospettato in seno al suo Ministero."

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I concimi derivanti dal recupero dei residui di lavorazione del cuoio e delle pelli conciate

I residui delle pelli e del cuoio sono stati utilizzati per la produzione di fertilizzanti e a tale scopo sono stati studiati molti processi di idrolisi. E’ necessario sottolineare che, negli idrolizzati, il cromo mantiene stabili i legami con le sostanze proteiche delle pelli, conferendo ai concimi le proprietà di un rilascio condizionato alle esigenze vegetali che rendono questi fertilizzanti unici e apprezzati in tutto il mondo.

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La concorrenza in agricoltura

Cominciano a emergere nuovi, anche se per ora parziali, orientamenti legislativi che superano il vecchio “dogma” relativo al prezzo, mentre resta insoluto il problema delle grandi commodities, che sono esposte alla concorrenza mondiale senza sufficienti difese.

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Itrana: una cultivar molto speciale

La cultivar Itrana è caratteristica dell’area olivicola della  Provincia di Latina, riconosciuta nel 2009 zona DOP “Colline Pontine”, che occupa la fascia pedemontana e collinare che va da Roccamassima fino a Minturno, per una lunghezza di circa 100 km. 
La superficie olivata è di circa 13.000 ettari con  una produzione di circa 45.000 quintali di olio ed una equivalente produzione di olive da mensa.  
L’olio extravergine di oliva si caratterizza per un aroma fruttato intenso con l’amaro e il piccante da lieve a medio ed  una nota di erbaceo fragrante e sentore tipico di pomodoro  verde, particolare che ha portato ad inserire nel disciplinare anche i parametri organolettici. I risultati delle ricerche in corso hanno mostrato che l’olio extravergine di oliva presenta caratteri particolarmente interessanti in termini nutrizionali e salutistici ed anche in termini  di tracciabilità in quanto l’analisi NMR ha mostrato il loro forte differenziarsi da quelli delle province laziali circostanti. 

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Quali saranno gli impatti dei cambiamenti climatici sui pascoli naturali alpini?

Le specie foraggere rappresentano secondo la FAO la risorsa principale per la sopravvivenza di circa un miliardo di persone. Nelle regioni alpine italiane, la superficie occupata da praterie e pascoli permanenti ammonta a circa 1.5 milioni di ettari, di cui gran parte localizzati in aree marginali dove svolgono, oltre a quella produttiva, numerose altre funzioni chiavi per la vita dell’uomo (tutela e protezione del suolo, paesaggistica, turistica, ecc.). 
Il clima delle Alpi è cambiato in maniera preoccupante nel corso del secolo, con un aumento delle temperature pari a oltre il doppio rispetto alla media mondiale. Inoltre, secondo l’IPCC (Intergovernemental Panel on Climate Change), le risorse pastorali sono ecosistemi particolarmente vulnerabili al cambiamento del clima, e pertanto necessitano di un monitoraggio costante, condotto anche a vasta scala, nell’ottica di una loro gestione conservativa. 
Tramite uno studio recentemente condotto da un gruppo di ricerca dell’Università degli Studi di Firenze (Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e dell'Ambiente), sono stati utilizzati strumenti innovativi (strumenti GIS e modelli di classificazione statistica) per caratterizzare territorialmente le risorse pastorali delle zone montane dell’intero arco alpino italiano e analizzare le possibili variazioni nella loro distribuzione e composizione in relazione ai cambiamenti climatici futuri.

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Calabroni “vecchi” e “nuovi”

Recentemente è stata segnalata in Liguria la presenza di una terza specie di calabrone di origine asiatica descritta da Lepeletier nel 1836 come Vespa velutina

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Agricoltura e acqua

A fronte di una necessità crescente di acqua, le quantità effettivamente disponibili per uso agricolo sono in diminuzione a causa dei cambiamenti climatici, di una cattiva gestione delle risorse idriche e del territorio e di molteplici altre concause. 

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Orticoltura urbana e qualità delle città

L’orticoltura urbana è esercitata all’interno delle città e nelle aree periferiche e consiste nell’allevamento di piante principalmente (se non esclusivamente) da orto e da frutto e di piante aromatiche, da fiore, da vivaio e ornamentali, alimentando anche attività economiche correlate come la loro vendita o la loro prima trasformazione. Questa orticoltura, che tanto aveva impressionato Goethe nel suo viaggio in Italia e in particolare a Napoli per la sua varietà e per la soluzione “ecologica” che veniva già utilizzata a valle dell’impiego alimentare (…La campagna che circonda Napoli è tutta un immenso orto: è un piacere osservare l’incredibile quantità di verdura che viene portata in città tutti i giorni, e come l’industriosità umana riporti poi alla campagna i rifiuti della cucina, per concimare la vegetazione…), comprende oggi tutte le varie possibilità di utilizzare il suolo coltivabile rimasto nelle aree urbanizzate.

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Globalizzazione e strategie cinesi

Il nuovo Premier Li Keqiang, usando la tattica cinese della umiltà apparente e della paziente attesa, sta compiendo una serie di missioni all’estero, insistendo ovunque nell’affermare che il suo Paese ha bisogno di soddisfare soprattutto le necessità alimentari del popolo e di cercare un maggiore equilibrio nei commerci bilaterali, con accordi che coinvolgono molto spesso l’agricoltura. 
Avvalendosi della forza di una rigida dittatura, che continua a sfruttare una manodopera inamovibile e a basso costo, la Cina opera liberamente sul mercato mondiale, anche senza rispettare regole internazionali e copiando con disinvoltura ogni nuova tecnologia. Inoltre sta acquisendo l’uso di vaste aree agricole in altri Continenti (grabbing), con operazioni che possono essere considerate come nuova forma di colonizzazione incruenta, apparentemente consensuale. Accoglie nel territorio nazionale imprese straniere che vogliano produrre con processi per loro ancora innovativi, attraendoli appunto con il basso costo del lavoro e con un vasto mercato di grandi prospettive; ciò è valso anche per nostre importanti imprese agricole. Libera di non rispettare tante regole, così come i diritti civili del proprio popolo, la Cina sta tessendo una rete sempre più larga di rapporti con diversi Paesi, un po’ ovunque, impegnando miliardi di dollari in opere edilizie.

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