Notiziario





Le difese indirette delle piante dagli insetti fitofagi e loro possibili applicazioni nell'agricoltura sostenibile

I rapporti coevolutivi tra le piante e gli insetti hanno dato origine ad un’ampia gamma di interazioni che hanno determinato lo sviluppo di molti ecosistemi terrestri. Tra le interazioni, quella più diffusa è la fitofagia.

The indirect defenses of plants from phytophagous insects and their possible use in sustainable agriculture

Leggi


Utilizzo completo e responsabile del frutto dell’oliva

  • 03 June 2015
  • Maurizio Servili, Roberto Selvaggini, Sonia Esposto, Agnese Taticchi, Stefania Urbani, Ilona Di Maio, Gianluca Veneziani, Beatrice Sordini
Le olive, l’olio vergine di oliva (VOO), i prodotti secondari dell’estrazione meccanica degli oli (acque di vegetazione (AV) e sansa) e le foglie sono una fonte di composti fenolici appartenenti alla classe dei secoridoidi. Tali sostanze sono caratterizzate da riconosciute proprietà biologiche e salutistiche mostrando attività antiossidante e svolgendo un importante ruolo nella prevenzione di malattie cardio-vascolari, cronico-degenerative e tumori. Questo aspetto ha stimolato l’interesse dei ricercatori nei confronti dell’elevata concentrazione nei prodotti secondari dell’estrazione meccanica dell’olio dei secoridoidi. In particolare, i biofenoli contenuti nelle AV se da un lato sono la causa di una minore biodegradabilità, dall’altro sono molecole ad elevato valore aggiunto per le loro attività antiossidanti, sensoriali e salutistiche. 

A complete and responsible use of the olive fruit
Olives, virgin olive oil (VOO), the side products of the mechanical extraction of oils (olive oil lees and solid residue) and the leaves are a source of phenolic compounds belonging to the secoiridoid class. Such substances have recognized biological properties and health benefits showing antioxidant activity and playing an important role in the prevention of cardiovascular diseases, chronic degenerative diseases, and tumors. This aspect has spurred researchers’ interest in the high concentration of secoiridoids in the secondary products of mechanical oil extraction. 


Leggi


Nel primo mese di Expo 2015

E' appena trascorso il primo mese di Expo 2015 e sono già emerse idee diverse sul tema "Nutrire il pianeta: energie per la vita". Ne citerò solo alcune. 
Nel corso del Caritas Day svoltosi con la partecipazione di 84 Paesi (prevalentemente africani, asiatici, sudamericani e mediorientali), sono emersi pareri non propensi a un incremento generale della produzione mondiale di cibo, suggerendo piuttosto di aiutare le piccole comunità locali dei Paesi poveri per metterli in grado di  produrre autonomamente il cibo necessario, senza doverlo comprare. In effetti, alcuni Paesi poveri hanno già percorso questa strada e, superando fasi di emergenza, sono riusciti anche a diventare esportatori dicommodities alimentari.
L'indiano prof. Amartya Sen, Premio Nobel per l'economia e docente di Economia e Filosofia ad Harward, ha espresso il parere che il vero problema da considerare è quello della povertà, dalla quale deriva sempre fame. Ha quindi ritenuto limitativo parlare di carenze di cibo, senza analizzare le cause della fame. 
Ci attendiamo che da Expo 2015 emergano ancora tante idee, anche perché potrebbe essere utile e opportuno non seguire solo un'unica soluzione, uguale per tutti, se si tratta di Paesi in situazioni e condizioni diverse. Abbiamo il tempo per parlarne in termini chiari, concreti e costruttivi nei prossimi 5 mesi. 
Intanto, credo sia opportuno verificare se il nostro pianeta produca già il cibo necessario per tutti e se basterebbe solo distribuirlo più equamente, evitando gli attuali sprechi.

EXPO 2015 – One month later
Just a month has gone by since the opening of Expo 2015 and important ideas concerning the solution of the problems stated by its theme have already come out.
It would be useful and appropriate not to follow the same road for all countries which may have different situations. World food safety moreover needs to be a commitment shared by all parties.
Each country should first of all safeguard and guarantee the food productivity of its agriculture and not be dependent on the global market, also because this would help to more evenly distribute the food available to those in the greatest and most immediate need, also for sudden famines and environmental disasters.
Unfortunately there are many reasons to fear that one of the most advanced countries like ours (in the EU framework) is showing little consistency with the Expo theme and the Milan Charter.


Leggi





Lo svincolo idrogeologico

Esiste qualcuno, sano di mente, che voglia mettere al centro dell’agenda strategica qualcosa di diverso dall’ambiente, e da una “sempre più green” economy? Speriamo di no: la conservazione durevole dell’habitat planetario globalmente inteso e della sua vitalità, senza intaccarne produttività ecologiche e capacità adattive, è l’unico vero obiettivo che possiamo darci: il resto dei vantaggi infatti ne discendono a cascata, e sono gerarchicamente subordinati. Il titolo vuole quindi suonare come una provocazione, perché almeno per la geomorfologia italiana a prevalenza collinare e montuosa sarebbe folle propugnare una disinvolta rimozione delle limitazioni agli interventi  sui terreni, siano essi seminativi, boschi o incolti. Proprio perché non siano sottratte attenzioni, energie, e risorse alle priorità, dicendo svincolo idrogeologico si vuole piuttosto suggerire l’idea di riconoscere in modo specifico e con occhi nuovi – nel percorso pluridecennale dell’assetto e dell’uso del suolo – la fase attuale che stiamo attraversando, noi e i nostri territori: fase che non è più quella di 100 anni fa quando fu istituito - e poi miratamente imposto caso per caso - il vincolo idrogeologico tramite la legge Serpieri.

Hydrogeological liberation 
Is there anyone in their right mind who wants to put something other than the environment and an "evergreen green" economy at the center of the strategic agenda? Let us hope not. Without affecting ecological productivity and adaptive capacity, the enduring conservation of the universally understood planetaryhabitat and its vitality is truly the only objective we can have.  The remainder of the benefits indeed cascade down from there and are hierarchically subordinate.
The title wants to be provocative because at least for Italy’s geomorphology, dominated by hills and mountains, it would be crazy to advocate a casual removal of the restrictions of actions on the terrain, whether sowable, forest, or fallow. Precisely so as not to take attention, energy and resources away from the priorities, the expression hydrogeological liberation is meant to suggest the idea of specifically recognizing with new eyes – in the decades-long course of land planning and use – the current phase that both our regions and we are going through. This phase is not the same as it was 100 years ago when the hydrogeological restrictions were established with the Serpieri law and specifically imposed on a case by case basis.

Leggi


Sistemi foraggeri, ovinicoltura razionale e conservazione del territorio nelle aree interne della collina toscana

Da tempo, ormai, siamo tutti convinti che anche in Toscana occorra operare perché l’agricoltura torni quanto prima a produrre in modo “sostenibile” la maggior quota possibile di prodotti agroalimentari, anche recuperando al più presto la perdita di SAU dovuta all’abbandono registrato negli ultimi decenni. Ed è anche noto che le azioni necessarie per raggiungere l’obiettivo di cui sopra nelle diverse aree del nostro territorio debbano essere assolutamente diverse in rapporto alle caratteristiche complessive dei luoghi e alla “vocazionalità” agronomica ed economica dei territori. Infatti, accanto ad aree caratterizzate da seminativi a più spiccata vocazione produttiva per le grandi colture mercantili (cereali, colture industriali, ecc) e - in presenza di acqua sufficiente - anche a vocazione ortofrutticola, se ne alternano altre, variamente collinari, in cui le limitazioni (naturali e non solo) rendono molto più difficile definire sistemi produttivi in grado di sorreggersi economicamente nelle attuali condizioni di mercato globale. Di contro, in questi ambiti più sensibili, appare ancora più urgente promuovere (o ridefinire) nuovi sistemi colturali “aggiornati” e fare in modo che gli agricoltori-allevatori possano conservare il ruolo di presidio del territorio, di tutore dell’ambiente, del paesaggio tipico, della cultura locale, ecc, che la società moderna apprezza e riconosce.

Fodder systems, rational sheep farming and land conservation in Tuscany’s  hilly inland areas 
In southern Tuscany, milk-sheep farms characterize much of the hilly inland areas and are now a production chain (for pecorino cheese) characterized by a legendary product of quality known the world over. Recently, however, farm surveys and the subsequent interdisciplinary evaluations (agronomy, zootechny, and economics) have clearly and urgently revealed the necessity, which must be adapted to the different farms, of carrying out an overall functional recovery of fodder pastures, of rational grazing techniques, and, lastly, of adjusting flock feeding methods towards improving the quality and quantity of the milk supplied, reducing production costs, and decreasing risks related to soil erosion.

Leggi


Il maiale di Cinta senese fra attualità e origini storiche

L’EXPO di Milano, incentrato sull’alimentazione, ci permette di prendere in considerazione soprattutto i prodotti tipici locali che hanno avuto un’importante tradizione nella nostra agricoltura. Il maiale di Cinta Senese rappresenta una di queste entità che, grazie all’interesse di alcuni produttori e soprattutto della Regione Toscana e di alcune Province, hanno evitato che questa razza si estinguesse. Dobbiamo considerare che il paesaggio è l’immagine del territorio che ci identifica poiché frutto di secoli di trasformazioni operate dai nostri predecessori. In Italia ogni territorio possiede un passato ricco di memorie e tra queste le usanze gastronomiche hanno creato, nel tempo, importanti presidi, marchi di qualità in molti casi conosciuti in tutto il mondo. Il maiale europeo fu addomesticato nel V millennio avanti Cristo e si diffuse in Europa con l’arrivo delle culture neolitiche. Recenti analisi genetiche confermano la presenza in vari siti datati attorno al 5000 a.C. di individui domestici di ceppo mediorientale, i quali poi, incrociati con i cinghiali locali, hanno fatto perdere le loro tracce con l’eccezione di alcune aree, come la Corsica, dove i maiali di antica origine sono rimasti isolati fino ai giorni nostri. Studi recenti hanno fatto comprendere che la domesticazione ha portato nel corso dei secoli a una riduzione della taglia degli individui rispetto a quella dei progenitori selvatici. Questo graduale cambiamento della morfologia corporea che accompagnava il processo di domesticazione, forse dovuto a fenomeni di stress, causava e dava origine a cambiamenti fisiologici che culminavano con una differente deposizione di smalto dei denti (linee di ipoplasia) ben visibili confrontando campioni archeologici di individui selvatici e domesticati. 

The Cinta Senese pig today and its historical origins 
Since the Middle Ages, one pig breed has been so closely associated with the Sienese area that it is known as the Cinta Senese. Typical of this area, this pig differs from other varieties because of its very tasty albeit somewhat fatty meat and the distinctive sash-like stripe that punctuates its dark grey coat. Although its origins have been lost in the mists of time, the Cinta pig is depicted in some medieval iconographies as a bristly and hearty breed with tusks, midway between wild and domesticated. Its hardiness lends it to being raised in the wild in the woods. The few oral, written, and iconographic sources describe a very domesticated pig breed used to clean Piazza del Campo in Siena after the market, while the Cinta’s proud and rebellious character led some noble Sienese families, like the Parigini and the  Sergrifi, to use it as a heraldic element in their families’ coats of arms.

Leggi






Le specie del genere Capsicum: cenni botanici e genetici

Il peperone è una coltura ortiva da frutto appartenente alle Solanaceaeche rappresenta una delle più importanti famiglie delle angiosperme dicotiledoni comprendente 102 generi e circa 2500 specie. A tale famiglia appartengono, infatti, specie di elevato interesse nutrizionale e industriale (pomodoro, patata, melanzana, tabacco, caffè) per le quali l’importanza è stata recepita dalla comunità scientifica internazionale che negli ultimi anni ha contribuito a decifrarne la sequenza del genoma.

The species of the Capsicum family: botanical and genetic notes

Leggi


Agricoltura, gestione del suolo e prevenzione del dissesto idrogeologico

L'agricoltura e la silvicoltura svolgono un ruolo cruciale nella produzione di beni di pubblica utilità, come il paesaggio, la biodiversità, la stabilità del clima e la capacità di mitigare disastri naturali quali inondazioni, siccità e incendi. D’altra parte alcune pratiche agricole possono determinare pressione sull'ambiente e provocare degrado dei terreni, inquinamento delle acque e perdita di habitat naturali e di biodiversità (Comun. Commiss. Eur. “La Pac verso il 2020”, 672/5-2010). 

Agriculture, soil management and prevention of hydrogeological instability
Agriculture and silviculture play a crucial role in the production of such public goods as landscape, biodiversity, climate stability, and the ability to mitigate natural disasters, like floods, droughts, and fires. On the other hand, some farming practices may result in pressures on the environment and cause soil degradation, water pollution, and losses of natural habitats and biodiversity.

Leggi


Florovivaismo in Sardegna: quando il bello ha i suoi problemi

Il comparto florovivaistico ha una produzione assai diversificata poiché coinvolge oltre 2.000 specie utilizzate per ottenere fiori e fronde recisi; piante in vaso (aromatiche, officinali, da ortaggi e mediterranee); alberi e arbusti per l’arredo urbano, l’arboricoltura e la selvicoltura; bulbi, marze e talee. La superficie mondiale, con Cina e India in posizione leader, ammonta a oltre 500.000 ettari.
L’Europa, principale mercato di consumo, si approvvigiona, per fronde e fiori recisi, da Kenya, Colombia, Israele ed Ecuador che aggregano tra il 60 e 70% dei fiori importati, da essi derivando anche il 51% del totale delle importazioni florovivaistiche. La stessa Europa rappresenta, però, un forte esportatore avendo nell’Olanda – il Paese più organizzato nel produrre, ma anche acquisire da paesi terzi i semilavorati - il più importante produttore ed esportatore. La recente fase recessiva ha imposto, in Europa come in Italia, una complessiva riorganizzazione con concentramento delle aziende produttrici, mentre nella fase distributiva il contenimento dei costi è stato perseguito con la riduzione dei passaggi tra esportatore e cliente finale. L’Italia, prima in Europa per superficie investita, è da tempo seconda all’Olanda per numero di pezzi prodotti.

Nursery gardening in Sardinia: when beauty has its own problems
The nursery-gardening sector’s production is quite diversified, with more than 2,000 species used for cut flowers and foliage; potted plants (aromatic, officinal, vegetable, and Mediterranean); trees and shrubs for urban areas, arboriculture, and forestry; and bulbs, cuttings and slips. The worldwide surface area for the sector amounts to over 500,000 hectares, with China and India leading.
As the main consumer market, Europe stocks up on foliage and cut flowers from Kenya, Colombia, Ecuador, and Israel. They account for between 60 and 70% of the imported flowers, and 51% of total nursery imports. Europe itself is, however, a strong exporter. The most important producer and exporter is the Netherlands – the country best organized for production as well as for the acquisition of semi-processed items from non-EU countries. 

Leggi


Caratteristiche nutrizionali del formaggio Pecorino Toscano DOP in relazione al sistema di allevamento.

Le principali caratteristiche nutrizionali del Pecorino Toscano DOP sono legate in buona parte alle peculiarità della materia prima e, in particolare, alla composizione della frazione lipidica, della frazione proteica e ad alcune componenti minerali del latte. Per quanto riguarda la componente lipidica dei formaggi, un ruolo fondamentale è svolto dal sistema di allevamento, prevalentemente di tipo semi-estensivo, basato su prati-pascolo prevalentemente coltivati con essenze ben adattate agli areali di allevamento. La presenza di foraggio verde nell’alimentazione del gregge, per almeno metà del periodo di produzione del latte, garantisce un costante apporto nella dieta degli animali di acidi grassi polinsaturi omega-3 (PUFA n-3), che si riflette in un maggior contenuto sia di PUFA n-3 che di isomeri dell’acido linoleico coniugato (CLA), rispetto a quello normalmente riscontrabile in formaggi di altre specie. Le ricerche svolte anche in collaborazione con il Consorzio di Tutela del Pecorino Toscano DOP hanno evidenziato la possibilità di stabilizzare tali caratteristiche nel latte durante la stagione produttiva, anche in periodi dell’anno in cui l’attività di pascolo non può svilupparsi appieno. Questo aspetto è particolarmente importante alla luce dei recenti studi clinici che hanno dimostrato come il pecorino arricchito con acidi grassi omega-3 e CLA abbia un’azione positiva sulla salute dell’uomo. 

Nutritional characteristics of Tuscan Pecorino PDO in relation to breeding system
The main nutritional characteristics of Tuscan Pecorino PDO are related in large part to the raw material’s characteristics and, specifically, to the composition of the lipid and the protein fractions as well as to some of the minerals in the milk. As regards the lipid component of these cheeses, a fundamental role is played by the mostly semi-extensive farming system, based largely on grazing meadows planted with species well suited to breeding distribution areas. The presence of green forage in feeding the flock, for at least half of the milk production period, ensures a constant supply in the animals’ diet of polyunsaturated omega-3 fatty acids (n-3 PUFAs), which is reflected in the higher content of both n-3 PUFAs and of conjugated linoleic acid (CLA) isomers, compared to what is normally found in cheeses from other species. 

Leggi







Biodiversità e diversità di forme: le nuove declinazioni del verde in città

Il Convegno si è tenuto nell’ambito di Flora Firenze realizzata nella splendida cornice del Parco delle Cascine.

Biodiversity and diversity of forms: the new geometry of urban green

Leggi


La cantaride officinale

Fino a qualche anno addietro venivano consigliate nel trattamento delle verruche; ovvero alla dose di qualche milligrammo, nella terapia delle infezioni virali da Molluscum contagiosum. Ritenuta afrodisiaca, la cantaridina veniva anche consigliata per i suoi effetti simili a quelli del Viagra, seppur dolorosi. 

SPANISH FLY

Leggi


Riflessioni di un coltivatore di peperoncino

Nell' immaginario collettivo il peperoncino rimanda a quell'ortaggio di colore rosso con una forma di un  piccolo cornetto e così è stato anche per me, soprattutto facendone esperienza sin da piccolo, nella mia  famiglia di contadini, quando veniva coltivato come frutto fresco.
Per esigenze di mercato si è ora passati più recentemente alla coltivazione di piante in vaso, anche di peperoncini ornamentali, scoprendo colori diversi, ma il mondo fantastico del peperoncino lo abbiamo scoperto conoscendo il collezionista Massimo  Biagi  e la sua grande collezione fatta di molte specie , varietà , forme, colori, piccantezza e sapori diversi.
E' una pianta "popolare", può essere usata per il  suo prezzo accessibile a tutti e coltivata da ognuno,  in un piccolo orto, in un giardino piuttosto che in una fioriera sul  balcone di casa, come pianta edibile ed ornamentale. 
Il principe dei peperoncini nonostante sia da anni superato in piccantezza dal gruppo dei Naga,  Moruga, Scorpion ed ora dal Carolina Reaper e dal  Bhutlah, è a nostro  avviso l' Habanero, che riesce  a conciliare la piccantezza elevata per la comune tolleranza alla capsaicina, con l'aroma.
Certo, questa corsa verso valori estremi di piccante  ha portato all'immissione continua sul mercato di varietà nuove, senza  aspettare i tempi congrui per fissarne le caratteristiche, creando continua variabilità e quindi confusione tra i consumatori.

Remarks of a chili pepper grower 
The race towards achieving extremely hot peppers has led to the non-stop introduction of new varieties onto the market, without waiting an adequate amount of time for their characteristics to fix, creating endless variability and thus confusion for consumers. We must learn how to use and enjoy the spiciness of this flavorful and fragrant traditional seasoning. 
If we think that we meet our domestic demand for chili peppers only by 30% and the remaining 70% is imported, a question arises immediately: why do we not produce them in Italy?

Leggi


Le utilità del PSR

Tempo di elezioni regionali e il caso vuole che quest'anno coincidano con l'anno della nuova programmazione dei fondi Europei per l'agricoltura Psr 2014/2020.
Tutti i politici locali, per incantare platee di agricoltori, alla ricerca disperata di consensi, armati di tecnico/burocrati, inizieranno il loro solito tour per province, comuni e frazioni, sbandierando opportunità esclusive per l'agricoltura e disegnando un quadro roseo per le nuove misure d'intervento. Quello che non sbandiereranno mai, però sono la metà delle misure che prevedono finanziamenti ad Enti come la Regione stessa e le ex comunità montane, insieme a tutto l'enorme sottobosco di studi, progetti e certificazioni atti a tenere vivo un enorme serbatoio di consensi, grazie alla quantità di personale che vi ruota intorno. Ma andiamo con ordine.
Il piano di sviluppo rurale, è il documento programmatico che ogni singola Regione Italiana produce per utilizzare “al meglio” le risorse finanziarie che la Comunità Europea destina all’ammodernamento delle zone rurali, per renderle maggiormente vive e competitive e per migliorare la sostenibilità ambientale. Quattro assi, divisi in misure di intervento, un trentina circa, atte a fornire aiuti per strumenti vari di produzione alle aziende agrarie e ai sopracitati enti.
Venti anni di programmazione, divisa in quattro tranche: 1994/99 2000/2006 2007/2013 e ora, in fase di start-up, la programmazione 2014/2015. 
Ma qual è stato il beneficio di questi benedetti fondi europei? Abbiamo degli studi che documentano gli effettivi benefici di questi finanziamenti? 

The benefits of the Rural Development Programme
The Rural Development Programme is the plan that each individual Italian regional administration works out to best use the financial resources that the European Community allocates for the modernization of rural areas, to make them more vital and competitive and to improve environmental sustainability. Four sections, divided into about 30 policy measures are aimed at providing farms and the above mentioned bodies with various production tools. But what has been the benefit of these European funds? Do we have studies that document the actual benefits of this funding?

Leggi






Il ripristino del verde dopo un uragano come quello del 5 marzo 2015 in Toscana

La violenta perturbazione atmosferica verificatasi nella notte tra il 4 e 5 marzo scorsi, ha causato in Toscana ingenti danni colpendo in modo sensibile molte aree boscate dei versanti appenninici  e delle aree costiere tirreniche nonché il verde urbano (viali, parchi, giardini).

Restoring trees after a “hurricane” like the one on 5 March 2015 in Tuscany 

Leggi


Il clima che cambia: l’agricoltura italiana da vittima designata a protagonista

All’incontro su agricoltura e cambiamenti climatici, che faceva parte delle tante iniziative che il CNR ha messo in campo per EXPO 2015, hanno preso parte oltre cento delegati fra ricercatori dei principali Enti di Ricerca e delle Università, rappresentanti dei Ministeri, delle Regioni e delle imprese. L’idea è nata da un’analisi del panorama della ricerca italiana attualmente cronicamente priva di finanziamenti nazionali efficacemente mirati all’analisi e allo studio delle relazioni complesse fra cambiamenti ambientali e climatici ed agricoltura. 

The changing climate: Italian agriculture, from intended victim to protagonist

Leggi


Comunicare dialogando

Rivoluzionarie innovazioni ormai consentono di trasmettere parole e immagini, in tempo reale e ovunque, memorizzando ogni cosa. Anche la nostra antica Accademia non ha potuto rinunciarvi per produrre e diffondere i propri Atti e comunicare le proprie attività. Da poche settimane ha aperto anche un proprio "Blog"(del tutto gratuito), dedicato ai giovani. Non solo perché hanno raggiunto una diffusa e piena dimestichezza con il computer e internet, subendone già effetti sul proprio linguaggio e rimanendo esposti a intense influenze dottrinali, abilmente diffuse con metodi di stampo commerciale. Sono diventati padroni anche di nuove forme di espressione che, alla preziosità della sintesi, aggiungono un numero crescente di abbreviazioni o sigle convenzionali che fanno perdere le belle e significative sfumature del nostro linguaggio e tendono a seguire la moda di usare termini inutilmente volgari e talvolta anche lesivi. Per questo, la nostra Accademia ha aperto a tutti i Georgofili l'accesso al Blog, affinché collaborino e partecipino al libero dialogo dei giovani sulle tematiche da sviluppare, ciascuno mettendo a disposizione la propria esperienza professionale e umana. Sarebbe anche opportuno che ogni Accademico stimolasse i propri figli, parenti e amici giovani ad iscriversi. 

Communicating through talking
Revolutionary innovations now allow words and images to be transmitted in real time and in all corners of the world, memorizing everything. Even our ancient Academy could not pass up producing and distributing its own proceedings and communicating. A few weeks ago, our own "blog" dedicated, for various reasons, to young people also opened. Not only because they are completely familiar with computers, already conceding the effect on their language and being exposed to the powerful doctrinal influences cleverly spread with commercial methods. They have also become masters of new forms of expression that are  positively concise, with the addition of ever more abbreviations or conventional acronyms that are losing the beautiful and eloquent nuances of our language and tend to follow the craze for unnecessarily vulgar and sometimes offensive terms. For all this, our Academy has made blog access available to all Georgofili members, to cooperate and participate in the free dialogue of young people on the themes developed by the Georgofili, each providing his or her own technical, professional and human experience.  
It would also be appropriate for every academy member to encourage their children, relatives and young friends to sign up (totally free).

Leggi






La zootecnia Italiana e le sfide imposte dai cambiamenti climatici

L’acquisizione di conoscenze deve potersi tradurre in indicazioni concrete per il mondo della produzione che possano consentire di prevedere gli effetti del cambiamento climatico nonché di individuare gli interventi più idonei per attuare strategie di mitigazione (riduzione delle emissioni climalteranti) e di adattamento (utili a limitare gli effetti negativi di condizioni climatiche sfavorevoli).

The Italian livestock industry and the challenges posed by climate change

Leggi


La storia della spezia più amata del mondo

L’uomo conosce il peperoncino da 9.000 anni. La pianta è originaria dell’America latina, Messico e Bolivia se ne contendono la paternità con una polemica senza fine. I Messicani dicono che sono loro i custodi delle più antiche testimonianze sulla coltivazione e sulla utilizzazione.

The history of the world’s best loved spice 
Humans have been familiar with chili peppers for 9,000 years. This plant comes from Latin America, with Mexico and Bolivia in a never-ending debate as to where it first originated.

Leggi


Biomasse rurali sì: ma quali?

Le biomasse sono una gran bella opportunità se le si chiamano per nome e per cognome: viceversa, usando la macrocategoria “biomasse” si rischia di fare di tutta l’erba un fascio e poi di buttare via tutto! Il  biogas non è il digestato, e il cippato non è il pellet. Le singole configurazioni tecnico-economiche e merceologiche delle varie biomasse sono importantissime, come anche la rispettiva tecnologia di impiego per produrre le varie energie termica o elettrica.
Perché un materiale organico vegetale o animale possa chiamarsi biomassa ed essere un’opportunità sul piano economico-ambientale, la cosa migliore è che nasca come scarto di altre produzioni (ad es. il nocciolino residuo dei frantoi oleari), che sia disponibile in abbondanza e magari con continuità (ad es. reflui zootecnici), e infine che sia movimentato il meno possibile data la scarsa massa sterica, ovvero che viaggi poco e sia utilizzato nelle vicinanze: altrimenti potrebbe non essere più vera l’uguaglianza “rinnovabile = sostenibile”.

Rural biomass: but which one?
Biomass is a great opportunity if we call it by its full name: conversely, by using “biomass” as a macro-category, we are liable to lump everything together and then toss it all away! Biogas is not digestate and woodchips are not pellets. The individual techno-economic and product configurations of the various types of biomass are very important as is the technology utilized to produce thermal or electrical energy. For plant or animal organic material to be called biomass and for it to be an economic and environmental opportunity, the best source would be the waste left over from other production processes (e.g., olive stones from oil mills), available in abundance and, perhaps better, continuously (e.g., animal wastes). Finally, it is important that it be moved as little as possible given the poor steric mass. In other words, it cannot travel long distances and must be used locally, otherwise the “renewable=sustainable” equation no longer applies.

Leggi


La disunione europea

Il TTIP (partenariato transatlantico per commercio e investimenti) é in corso di negoziato tra Usa e U.E. dal 2013. L'obiettivo è quello di facilitare i rapporti commerciali tra i due mercati, eliminando o riducendo gli ostacoli oggi frapposti da regolamenti diversi. 
Secondo notizie di stampa, mercoledì scorso la U.E. avrebbe proposto che ciascuno dei Paesi membri europei possa autonomamente decidere se autorizzare non solo la coltivazione dei pochi OGM già ammessi da Bruxelles, ma anche l'importazione di prodotti OGM, invece già largamente attuata dai Paesi membri per coprire il fabbisogno di buona parte dei mangimi per i nostri allevamenti.
La proposta sarebbe partita dal Presidente della Commissione Europea (Jeanne Claude Junker), ma dovrebbe essere ratificata dal Parlamento e dal Consiglio Europeo. Essa comunque contraddice la stessa esistenza di un Mercato Comune Europeo e quindi inficia dalle basi il TTIP e i negoziatori che rappresentano la U.E. Sarebbe, infatti, come dire che i 27 singoli Stati della U.E. possano contrattare autonomamente con gli Usa (e allora per analogia, forse anche con i loro singoli Stati?). Confuse complicazioni che ci riportano indietro nel tempo anziché avanzare verso il futuro. 

The European Disunion

The negotiations for the TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) have been going on between the United States and the E. U. since 2013. The objective is to facilitate business relations between the two markets, eliminating or reducing the barriers interposed today by the different regulations.
According to press reports, last Wednesday the E.U. proposed that each of the European member countries independently decide whether to allow not only the cultivation of the only GMO (a maize) already accepted by Brussels, but also the importation of GMO products, a course of action already widely implemented. For example, 90% of the soya beans and other animal feeds we import today are produced using GMOs in various American countries. The proposal seems to have come from the President of the European Commission (Jeanne Claude Junker), but must be ratified by the European Parliament and Council. It contradicts the existence of a Common European Market and therefore invalidates TTIP and the negotiators representing the E.U.

Leggi



L’Accademia dei Georgofili a Expo Milano 2015 e “Fuori Expo”

L’Accademia dei Georgofili partecipa ad Expo Milano 2015 negli spazi della Regione Toscana,  esponendo alcune pubblicazioni ed immagini tratte da volumi antichi su diversi temi quali territorio, tradizione, vite, olivo, ecc. Oltre a questo, ha organizzato sei seminari al “Fuori Expo” della Regione Toscana, che si svolgerà nella bella cornice dei Chiostri dell’Umanitaria, a pochi passi dal Duomo, nel centro storico di Milano (Via Daverio, 7).

Leggi


Il paesaggio progettato: perché e per chi?

Oggi non esiste convegno o mostra o riunione di progettisti del paesaggio in cui non vengano illustrati o descritti interventi sul territorio  in parchi, giardini, aiuole, terrazzi, fasce boscate, golene, colture permanenti, siepi, etc., interventi progettati ed eseguiti anche molto bene, ma è raro che si spieghi  perché questi progetti vengono fatti 

The designed landscape: why and for whom?
Nowadays there is no conference, exhibition, or meeting of landscape architects at which projects in parks, gardens, flowerbeds, terraces, wooded strips, banks, permanent cultures, hedges, etc. are not shown or described. Even when these are well-designed, well-executed projects, there is rarely an explanation as to why they were carried out 

Leggi


Il Tartufo tra storia e leggenda

L’etimologia della parola tartufo sembra derivi dal latino terrae tufer, escrescenza della terra dove tufer sarebbe usato al posto di tuber, ed è comunque certo che la sua antichissima presenza è legata soprattutto alla cultura dei popoli mediterranei. Le prime notizie certe compaiono nella “Naturalis Historia” dell’erudito latino Plinio il Vecchio (79 d.C.), dove il tuber era molto apprezzato sulla tavola dei romani i quali molto probabilmente lo avevano conosciuto dagli etruschi. Sempre nel primo secolo d.C. il filosofo greco Plutarco di Cheronea (46 d.C.), estese la teoria degli elementi primari sulle origini del tartufo mentre si consolidò l’idea che il tuber si originasse dall’azione combinata di acqua, fuoco e fulmini scagliati da Zeus in prossimità di una quercia. Da qui trasse ispirazione il poeta Giovenale (55-127 d.C.) per asserire che i tuberoriginatisi dai fulmini divini avessero notevoli qualità afrodisiache dovute soprattutto alla prodigiosa attività sessuale di Giove in virtù delle quali il tartufo era dedicato ad Afrodite, dea dell’amore.

Truffles in history and legend
The etymology of the word truffle seems to derive from the Latinterrae tufer, a tuberous excrescence, where tufer is used instead oftuber. Nonetheless, it is certain that its presence is linked primarily to the ancient culture of the Mediterranean civilizations. The earliest mention appeared in “Naturalis Historia” by the Latin scholar Pliny the Elder (79 A.D.), where the tuber was much appreciated by Romans who had probably learned about it from the Etruscans. Again in the first century A.D., the Greek philosopher Plutarch of Cheronea (46 A.D.) extended the theory of primary elements on the origin of truffles while the idea took root that the tuber originated from the combined action of water, fire, and the thunderbolts thrown by Zeus near an oak tree. The poet Juvenal (55-127 A.D.) drew inspiration from this, stating that thetuber, created by divine thunderbolts, had great aphrodisiac qualities due mainly to Jove’s prodigious sexual activity. It is for this reason that truffles were dedicated to Aphrodite, the Goddess of love. 

Leggi


Il Peperoncino: non solo moda

I botanici e gli esperti di orticoltura sanno da tempo che i frutti delle piante appartenenti alle varie specie di Capsicum, sono piccanti e che la sua variante dolce, cioè il comune peperone, ingrediente fondamentale delle varie "peperonate", ha avuto origine per mutazione genetica in un solo locus (Pun1). Nonostante questa primogenitura il peperoncino è rimasto ortaggio secondario per moltissimo tempo. Era infatti relegato in alcune cucine del meridione, con poche eccezioni nel resto di Italia dove lo "zenzero" veniva usato sporadicamente, magari per insaporire vivande di per sé non entusiasmanti. Evidentemente è avvenuta un'altra "mutazione" di tipo sociologico. Il frutticino, usato quasi in esclusiva, dalla cucina calabrese è divenuto un ingrediente fondamentale di tanti piatti anche firmati da grandi chef che si guardavano bene in passato dal contaminarsi con questo "insaporitore" della gastronomia povera.
Oggi le "cene al peperoncino" sono di gran moda; di questa pianta e soprattutto degli innumerevoli prodotti che si fanno usandone i frutti, parlano e scrivono letterati, giornalisti, scrittori, esperti gastronomi. 

Chili peppers: not just a fashion
Botanists and horticulture experts have long known that the fruits of the plants belonging to the various Capsicum species are hot and that its sweet version, i.e., the common pepper, a fundamental ingredient of the various peperonata recipes, originated through a genetic mutation in only one locus (Pun1). Despite this birthright, chili peppers have been a minor vegetable for a very long time. In fact, they were confined to some southern Italian cuisines. With few exceptions, the use of chili peppers in the rest of Italy was on rare occasions, perhaps to flavor food uninspiring in itself. There must then have been some sort of sociological “mutation”. This small fruit, used almost exclusively in Calabrian cuisine, has become a fundamental ingredient of many dishes, even by famous chefs who in the past were careful not to be contaminated by this lowly gastronomic "flavor enhancer".

Leggi