Notiziario











‘Biodiversità’: espressione massima della interconnessione fra Scienza, Arte e Poesia

Presentare la poliedrica opera: “Il Mosaico della Felicità. Biodiversità tra Scienza, Arte e Poesia” (che a breve uscirà per i tipi della casa editrice Levante, di Bari) è una operazione ardua, direi quasi ardita e velleitaria in quanto si tratta di armonizzare due ‘culture’ ritenute erroneamente e fortemente divergenti: ‘Umanistica’ e ‘Scientifica’.

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Insetti: inconsapevoli armi biologiche

Il recente annunzio della DARPA (Agenzia del Pentagono per i progetti di ricerca scientifica avanzata), della produzione di insetti, vettori di virus infettivi,per modificare geneticamente i vegetali, nell’ambito  del progetto Insect allies, ha destato preoccupazione negli esperti, poiché tali insetti (Aleirodi, Afidi e Cicaline), sono in grado di attaccare alcune colture di un Paese nemico e di distruggerne la produzione alimentare, se utilizzati per la cosiddetta “guerra entomologica” che, nel 1972, è stata vietata dalla Convenzione sulle Armi biologiche di Ginevra, sottoscritta da 180 Paesi.

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Il teff da “pianta panizzabile” a “prodotto” sugli scaffali

Come è accertato, la globalizzazione ha messo in contatto il “mondo dei prodotti” e oggi sugli scaffali dei negozi e della grande distribuzione i prodotti del mondo ci solleticano con la loro variegata offerta. Osservare quegli scaffali è occasione spesso per porsi alcune domande o quantomeno lasciarsi trascinare dalla curiosità (almeno per chi non ha rinunciato ad essere sempre incuriosito dal nuovo). La globalizzazione può dunque essere vista anche come una opportunità!
Quei prodotti hanno una storia molto antica e nei loro paesi di origine sono serviti per secoli a sfamare e a sostenere la vita di intere popolazioni; pochi tuttavia immaginerebbero che su alcuni di essi già si scriveva, si studiava e se ne tentava la coltivazione in Toscana più di due secoli fa.
E’ il caso dell’Eragrostis tef introdotto a Firenze negli anni settanta del Settecento grazie all’esploratore e viaggiatore inglese James Bruce (1730-1794) di passaggio dalla capitale del Granducato prima di trasferirsi a Roma. Era il 1773 e i semi erano stati consegnati all’allora direttore della Zecca, Antonio Fabbrini al quale la stessa Accademia dei Georgofili, di cui era socio ordinario, sovente aveva affidato partite di semi di cui tentare la coltivazione nel suo ameno giardino detto “agli Aranci”.
Erano da poco superati gli anni drammatici che avevano visto decimata la popolazione per fame; carestie tremende che avevano avuto effetti devastanti non soltanto in Toscana, ma nell’intera Europa ed è noto quanto l’Accademia fiorentina avesse operato e operasse sia per difendere il grano dalle malattie, sia per trovare succedanei atti a nutrire la popolazione in assenza di frumento. I Georgofili accolsero pertanto con grande favore la corposa Memoria avente ad oggetto il teff presentata da Attilio Zuccagni nel corso dell’Adunanza del 7 settembre 1774: “fu dato luogo a leggere per il primo al sig. dott. Attilio Zuccagni, il quale lesse una molto ben ragionata e istorica memoria sopra una pianta coltivata in Abissinia ed ivi nominata Tef, del seme della quale fanno quei popoli del pane”. Zuccagni che a sua volta aveva dato avvio, grazie ad alcuni semi datigli dal Fabbrini, alla coltivazione del teff nel Giardino annesso al Gabinetto di storia naturale di cui era direttore, ottenne plauso unanime da parte degli accademici e seduta stante, non soltanto fu decretata la stampa della Memoria, ma fu anche acclamato socio ordinario: “e tanto essa piacque a quegli accademici, che trovandosi un posto vacante di Accademico ordinario per la morte del fu sig. Stefano Forzoni Accolti, lo conferirono ad esso a pieni voti”.

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Perché gli alberi creano innesti radicali naturali intraspecifici?

Con il termine “innesto radicale” s’intende l’instaurarsi di connessioni tra due (o più) strutture ipogee che comportano l’unione di cambio, floema, xilema e la conseguente formazione, almeno parziale, di continuità vascolare. In questo modo, gli apparati radicali di alberi appartenenti alla stessa specie (“innesti intraspecifici”) o, assai meno frequentemente, a specie/generi differenti (“innesti interspecifici”) risultano maggiormente espansi e performanti, garantendo così,una serie di vantaggi e benefici reciproci. Sono altresì noti casi di “autoinnesto”, tra radici del medesimo individuo.

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Yogurt antico e sempre nuovo

Lo yogurt è parte della dieta umana da diversi millenni e nasce in paesi a clima caldo nei quali l’acidità è un mezzo di mantenimento del latte per un limitato periodo di tempo, mentre per una conservazione prolungata il latte è trasformato in formaggio. Fin dall’antichità allo yogurt sono attribuite proprietà salutistiche e nel 1909 il premio Nobel russo Yllia Metchnikoff suggerisce che i lattobacilli nello yogurt sono una delle cause della longevità della popolazione contadina bulgara.

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Gli insetti in alimentazione animale

La ricerca di nuove fonti alimentari proteiche sostenibili sta attirando sempre più attenzione, soprattutto a causa dell’impatto sull’ambiente della coltura della soia e dell’utilizzazione delle farine di pesce. Negli ultimi tempi l’interesse dei nutrizionisti si è particolarmente diretto verso le farine di insetti come ingredienti più sostenibili in alimentazione.
Un team di ricercatori olandesi, tedeschi e svizzeri si sta interessando alla trasformazione industriale di colonie di Hermetiaillucens, un insetto comunemente conosciuto come Black Soldier, in prodotti intermedi per la mangimistica animale e l’alimentazione umana.
In Italia il gruppo di ricerca che fa capo al prof. Schiavone dell’università di Torino ha pubblicato l’anno scorso due lavori sulla utilizzazione alimentare della farina delle larve di Hermetia (FOTO) nella dieta per polli da carne. Il primo di questi lavori (Dabbou et al., 2018) riguarda l’impiego della farina parzialmente sgrassata come ingrediente proteico al posto della farina di soia, a livelli crescenti: 0,5%, 10% e 15%. I risultati hanno chiaramente dimostrato che il livello più alto di inclusione ha avuto degli effetti significativamente positivi sulle performance di crescita, specie nei periodi “starter” e “grower”. Non sono stati riscontrati effetti di alcun genere sui parametri ematici, con l’eccezione dell’aumento della concentrazione di fosforo. Ma l’altezza dei villi e la profondità delle cripte intestinali hanno risposto negativamente al livello più alto della farina d’insetti. Il secondo lavoro (Schiavone et al., 2018) riguarda invece l’impiego del grasso di larve di Hermetia come ingrediente energetico, sempre nella dieta di polli da carne, al posto dell’olio di soia. I tassi di sostituzione sono stati del 50% e del 100% dell’olio di soia. In questo caso non sono state registrate differenze significative nei parametri di accrescimento e conversione alimentare, ma sono state riscontrate alcune trascurabili alterazioni istopatologiche alla milza, timo, borsa di Fabrizio e fegato. La conclusione dei ricercatori torinesi è stata così sintetizzata: “l’impiegodi larve di Hermetia non ha effetti negativi sui parametri di accrescimento, ma non favorisce la salute intestinale”.

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Alberi e smartphones

Un paio di giorni fa mi è capitato di vedere il film “Il professore e il pazzo”, uscito da pochi giorni in Italia. Il film prende origine da una storia vera riguardante l’amicizia tra un uomo enciclopedico e autodidatta (Murray), e il dottor Minor, un internato in un manicomio criminale, che lo aiuta a trovare l’origine delle parole della lingua utilizzata all’epoca in tutto l’impero britannico. L’impresa sappiamo che finì addirittura dopo la morte dei due studiosi. Un’opera mastodontica che è tuttora riferimento per la lingua inglese e l’origine delle sue parole.
L’uomo è da sempre stato spinto dalla curiosità, caratteristica che è, comunque, presente in molte specie animali. Secondo la più classica delle definizioni la curiosità è un istinto che nasce dal desiderio di sapere qualcosa. Ha aspetti emozionali che riguardando l’esplorazione, l’investigazione e l’apprendimento. Considerato un comportamento positivo sia nella scienza che nell’intelligenza, guida alla scoperta di nuove informazioni, il carburante della scienza e delle discipline dello studio dell’uomo.
Ecco, io sarei curioso di sapere qual è l’origine della notizia che circola riguardo a certe amministrazioni, ma anche privati cittadini, che capitozzano (ossia potano in modo da mutilarli per sempre e riducendo i benefici ambientali da loro forniti) o addirittura tagliano gli alberi, perché questi interferirebbero (come tutti i corpi che si frappongono alle onde elettromagnetiche, peraltro) con il segnale trasmesso dalla rete 5G.
Non dico che non sia vero, seppur abbia molti, molti dubbi al riguardo (ma non ho conoscenze tali da poter affermare il contrario). Ma pensiamo veramente che gli alberi vengano capitozzati o tagliati per questo motivo? Cioè per una cosa che ancora non c’è, che forse arriverà nel 2020, e della quale si sa ben poco (ripeto, io per esempio non ne so nulla, perché non sono esperto in onde elettromagnetiche).
Forse attribuiamo ai capitozzatori e a coloro che li sostengono un livello di conoscenza dell’ingegneria elettronica e di coscienza ambientale che non credo abbiano. Così come capita che sempre al 5G venga attribuito il motivo dell’abbattimento di alberi che vengono poi quasi sempre ripiantati.

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Leggende metropolitane

Un amico mi ha detto che un suo conoscente è stato in un ristorante di Milano con il suo cane al quale, durante la cena, ha dato un pezzo della carne e che il cane, dopo averla fiutata, non ha voluto mangiare. Il padrone, insospettito, ha preso la carne, l’ha fatta analizzare scoprendo che era carne di cane e per questo il ristorante non c’è più perché è stato chiuso. Questa è una classica leggenda metropolitana.

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Suolo e cambiamenti climatici: un futuro preoccupante

Siamo appena all’inizio della primavera e già si levano preoccupanti gridi di allarme per la siccità. Non piove da circa due mesi, proprio in un periodo in cui, generalmente, la pioggia ricarica le falde idriche oltre che soddisfare le esigenze delle colture in atto.
Si riaffaccia, quindi, lo spettro della siccità di due anni fa e ciò è, senza dubbio, dovuto ai cambiamenti climatici che stiamo vivendo.

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Rivoluzione digitale e agricoltura 4.0

La rivoluzione digitale è già una realtà nei paesi tecnologicamente avanzati. Il nostro Paese accusa un certo ritardo, sia a livello pubblico che privato. Si tratta di una opportunità che bisogna sapere cogliere nella consapevolezza però dei cambiamenti che essa porta nella società e nel mondo del lavoro dove, inevitabilmente, verranno a meno determinate mansioni ma nuove ne sorgeranno. Una rivoluzione quindi che ha forti implicazioni sull’economia e sulle persone e che, pertanto, pone questioni anche sul piano etico. A fronte di questi problemi, in un recente convegno tenutosi all’Università Luiss, si è provato a immaginare algoritmi capaci di essere a favore delle persone e non contro di esse.
Alla base di questi cambiamenti vi sono i cosiddetti Big Data. Questi Big Data, non sono solo dati numerici ma molto di più e cioè, ad esempio, foto e immagini ed anche informazione trasmesse come quelle, ad esempio, che il trattore condivide con la macchina operatrice ad esso accoppiata. La mole di dati è veramente enorme grazie alle informazioni contenute nel Cloud, a quelle provenienti dalle costellazioni satellitari, dai sensori montati su mezzi aerei e droni od anche su macchine. Tra le costellazioni, è opportuno ricordare quella dei satelliti Sentinels del programma europeo di monitoraggio ambientale: “Copernicus: lo sguardo dell’Europa sulla Terra”. Infatti, il monitoraggio della costellazione sulla terraferma riguarda, tra l’altro, il modo con cui il terreno viene utilizzato ed anche lo stato di salute della vegetazione, fornendo così informazioni importanti per l’agricoltura. La possibilità di utilizzare questa mole di dati deriva: da un lato, dalla capacità di trasformarli in un formato leggibile da un computer e di poterli elaborare; dall’altro, di riuscire a tradurli in strategie operative attraverso specifici algoritmi. Per l’agricoltura questo significa la possibilità di potere attuare l’agricoltura 4.0.

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Preparare il rilancio dell’agricoltura

Negli ultimi mesi si è parlato molto di agricoltura, ed è un fatto positivo, ma ciò è avvenuto in modi che danno spunto a più d’una riflessione.  Si fronteggiano, infatti, atteggiamenti contrastanti a seconda dei temi affrontati, delle motivazioni che inducono a farlo e delle immagini che si danno dell’agricoltura stessa. Iniziamo dalla questione dei bassi prezzi agricoli che sono tali dalla fine della fiammata del 2012 e, scesi ai minimi dall’inizio della crisi, si sono stabilizzati su valori bassi. In Italia e nel mondo l’offerta agricola si mantiene elevata e in crescita tendenziale, mentre la domanda rimane debole e poco dinamica. Nel prossimo biennio i principali Osservatori confermano queste tendenze e il rallentamento a fine 2018 e nel 2019 ne è la triste conferma.
In Italia, negli ultimi 20 anni, il valore della produzione agricola a prezzi costanti. e cioè in quantità. mostra un lieve incremento della crescita pari al 2,4%, chiudendo il 2017 poco sotto il massimo del 2013.
Il peso dell’agricoltura sul Pil nello stesso periodo scende dal 2,3% all’1,9%. Ciò significa due cose: a) il settore agricolo cresce meno del resto dell’economia e, b) perde d’importanza. Lo stesso accade per gli occupati, da anni sotto il milione di unità, scesi nel 2017 al minimo storico di 912.000 addetti. Nel complesso un contributo modesto all’economia.
A ciò si aggiungono le previsioni sul futuro della Pac, per il periodo 2021/27, in mancanza del Quadro Pluriennale Finanziario per gli stessi anni, con le incertezze sulla Brexit e sulla futura composizione degli Organismi comuni dopo le elezioni di maggio. L’unico fatto certo è il calo di attenzioni e fondi per l’agricoltura con la riduzione della funzione di supporto della Pac.

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Premio Collio dedicato a “Sigismondo Douglas Attems di Petzenstein” (XVI edizione)

Il Consorzio Tutela Vini Collio, in collaborazione con l’Università degli Studi di Udine, il MIB School of Management e l'ARGA Friuli Venezia Giulia, per ricordare il Conte Sigismondo Douglas Attems di Petzenstein, istituisce un concorso per il conferimento di quattro premi. Il concorso intendevalorizzare le attività che abbiano portato un valido contributo, sul piano scientifico, applicativo e divulgativo, nei settori della viticoltura, dell’enologia e della valorizzazione del territorio del Collio.

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La “Mosca bianca dei cavoli” su Cymbalaris muralis in città

Alla biodiversità dell’ambiente urbano concorrono numerose specie vegetali spontanee, che colonizzano vari microhabitat e ospitano specie fitofaghe con le relative biocenosi parassitarie. Una specie poco appariscente è l’Erba tondella, Cymbalaris muralis, dal portamento strisciante, o rampicante e pendulo, che, dal punto di vista fitosociologico, appartiene alla comunità vegetale delle rupi e dei ghiaioni. Tale Plantaginacea si è ben adattata all’ambiente urbano, nel quale vegeta anche nelle fessure dei muri. Il fusto, legnoso alla base, nella parte alta è gracile, filiforme e ramificato; le foglie palmato-lobate, sono picciolate con disposizione alternata lungo il fusto. I fiori ermafroditi, sono disposti all’ascella delle foglie, la corolla di 5 petali, simpetala e speronata, attrae numerosi microimenotteri. Sulla pagina inferiore delle foglie è frequente la Mosca bianca Aleyrodes proletella, specie tipica della famiglia Aleirodidae, essendo la prima entità descritta di tale gruppo, istituito da Westwood nel 1840.

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Allevamenti intelligenti

L’industria 4.0 rappresenta la quarta rivoluzione industriale, un processo che porterà alla produzione sempre più automatizzata e interconnessa che inizia a interessare l’allevamento del bestiame stravolgendo il concetto stesso di stalla tradizionale che diviene una Smart Factory o Allevamento Intelligente dove non sono più gli uomini, ma macchine e robot, interconnessi con computer e algoritmi, che lavorano in una sempre maggiore autonomia e con interventi sempre più mirati da parte degli operatori. L’automazione permette di migliorare il benessere degli animali, la qualità delle loro produzioni e consente di eliminare o ridurre attività faticose e pericolose svolte dall'uomo, con benefici in termini di salute e sicurezza e con vantaggi economici per una maggiore produttività della manodopera e quindi miglioramento dell’efficienza aziendale. L'automazione delle operazioni di stalla permette di superare le difficoltà di trovare manodopera qualificata e di sostituire unità lavorative per operazioni svolte in tutti i giorni all'anno, con benefici in termini di qualità della vita dei lavoratori. L'impiego di macchine e impianti comporta però un aumento dei consumi energetici (elettricità ed energia termica) degli allevamenti che devono essere sviluppati tenendo conto di un risparmio energetico (coibentazioni e ventilazione passiva, pompe di calore, motori ad elevata efficienza ecc.) e soprattutto di una produzione aziendale di energia da fonti rinnovabili (pannelli solari, biogas ottenuti dalle deiezioni ecc.). Non si tratta di inserire negli attuali allevamenti una o più robot di pulizia, mungitura o altro perché la disponibilità di tecnologie informatiche può essere usata in modo completamente efficiente in stalle che dovranno essere completamente riprogettati e ricostruiti. Oggi si parla di Domotica o Casa Intelligente, ma soprattutto sono già operative fabbriche intelligenti che stanno cambiando il mondo dell’auto, e lo stesso si prevede per gli Allevamenti Intelligenti che possono assicurare benessere per chi vi lavora e per gli animali che ospitano, in maniera sostenibile economicamente, da un punto di vista energetico e dell’impatto ambientale. Oggi l'automazione si sta diffondendo negli allevamenti dei diversi tipi di animali (polli e galline, maiali, pesci e bovini) e riguarda soprattutto il monitoraggio di quanto avviene nella stalla, la preparazione e la distribuzione degli alimenti, la gestione degli effluenti zootecnici, la produzione dell’energia necessaria al funzionamento della stalla e negli allevamenti di bovini da latte di robot di mungitura.
Per controllare quanto avviene nell’allevamento, di fondamentale importanza per una maggiore efficienza economica, produttività e minori costi, e per un miglioramento della qualità della vita degli allevatori e del benessere degli animali allevati, in un allevamento intelligente sono presenti dei sensori e anche da lontano l’allevatore può controllare quanto riguarda gli animali e avviene nel clima e pulizia dei locali, nella preparazione e distribuzione degli alimenti, nella mungitura, negli interventi sanitari, oltre che nella contabilità aziendale.

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Non dimentichiamo che “L’Italia è la nostra Patria”

Non viviamo in isole felici di una sognata “Terra globale”, ma in eterogenee ed irrequiete aree del mondo terrestre, ove stanno sempre più crescendo per numero e per esigenze, coloro che vi sono nati o trasferiti, o comunque vi stanno abitando.
La nostra penisola, che offre l’immagine di uno stivale Europeo, è stata frequentemente invasa e spesso occupata da molte popolazioni diverse e di varia origine. Con l’impegno del popolo, l’Italia venne riunita in un’unica e nuova Nazione, con battaglie micidiali che costarono cuori e vite per la propria Patria. Tuttora manifestiamo il più grande orgoglio con la nostra bandiera tricolore. Ma la nostra politica sembra invece che oggi stia demolendo le sue strutture per poi mescolarsi con idee diverse.
Fra i ricordi della mia gioventù, rimangono le abitazioni che spesso erano lasciate liberamente aperte. Perché oggi si subisce il bisogno crescente di proteggerci da invasioni di banditi di ogni genere, violenti ladri e sistematiche corruzioni? Il nostro Paese si è riempito di varie mafie prepotenti che violano le leggi e spesso si appropriano dei beni altrui.
Nell’ultimo secolo, l’Italia ha visto nascere e poi sparire diverse politiche, non solo ideologiche ma creando anche spinte di movimenti giovanili, con generazioni non sempre sufficientemente preparate. Non tutti sono colti e preparati per affrontare continui cambiamenti, adeguamenti, innovazioni e comportamenti competitivi.
Avevamo unito la nostra penisola in un solo Stato, dotandolo di una sua unica lingua e di una preziosa agricoltura, capace di produrre cibo primario, apprezzato, apprezzato già da quando cominciò ad essere elaborato nelle manifatture aziendali.
L’ultimo conflitto mondiale aveva attraversato tutta la nostra penisola. La generazione di militari che tornò a casa, era ampia. Riprese a studiare e a lavorare, con una forza di volontà per ricostruire ciò che era stato distrutto. Nelle Università si riprese lo spirito della goliardia, ma solo per diversi anni rimase solidale.

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Un antico alieno: la Mosca della frutta, Ceratitis capitata

Una delle specie aliene invasive che, per prime, hanno invaso il Bacino mediterraneo è il Dittero Tefritide Ceratitis capitata, probabilmente originario dell’Africa sub-sahariana; si ritiene sia stato introdotto, con frutti infestati, in Spagna e in Italia, dai Fenici, o dai Romani. Catone il Censore, per sollecitare la distruzione di Cartagine, troppo vicina a Roma, portò in senato dei fichi freschi arrivati dal Nord-Africa. Grazie al suo notevole potenziale biotico e alle favorevoli condizioni ambientali, la Mosca si è ampiamente diffusa anche nel Vicino Oriente e in Arabia. Più recente è l’introduzione in Australia occidentale e nelle Hawaii. In Messico, Florida, California e Cile, si è insediata più volte ed è stata oggetto di programmi di eradicazione.

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Tortellini di magro per il Cardinale

Il Re d'Italia Vittorio Emanuele III decide di recarsi in visita a Bologna il 28 aprile 1904, dove il Cardinale Domenico Svampa, in un periodo di rapporti tesi fra Santa Sede e Monarchia, desidera accogliere il Re senza contrariare il Pontefice. Per tale motivo il Cardinale invia in Vaticano l’avvocato Ambrosini per chiedere il permesso di ossequiare il monarca italiano e il Papa dà il via libera all’iniziativa. Nell’eccezionale avvenimento non manca un pranzo di gala al quale è invitato anche il Cardinale Svampa, ma vi è l'inconveniente che il sabato, giorno del banchetto, cade nella Tempora di Primavera nel quale, secondo il rito della Chiesa Romana, è prescritto un digiuno da rispettare con un solo pasto, ma soprattutto con l’astinenza dalle carni. Per questo ai partecipanti al pranzo di gala, che si svolge nel Salone del Consiglio Comunale, e in particolare per il Cardinale che siede di fianco al Re e che all’altro lato ha il ministro Luigi Rava, è offerta la possibilità di un menù alternativo di magro. Da questo espediente prende il titolo il libro Pranzo di magro per il Cardinale nel quale con rigore e allo stesso tempo con ironia Giulio Andreotti descrive l'incontro fra Domenico Svampa e Vittorio Emanuele III e le reazioni che ne seguirono. Tutto questo avviene anche perché Giulio Andreotti ha per moglie Livia Danese, il cui zio è il bolognese Giulio Belvederi, segretario particolare del Cardinale Svampa nel periodo in cui è Vescovo di Bologna. Fino ad oggi non risulta però il menù di magro offerto in alternativa a quello del pranzo di gala, ma non si può negare la possibilità che vi fossero anche dei tortellini di magro, secondo una ricetta in uso nelle cucine dei prelati bolognesi per i giorni di magro.
Sulla ricetta dei tortellini bolognesi si potrebbe discutere all’infinito, ma non bisogna dimenticare che accanto ai tortellini per i giorni di grasso, con ripieno di carni e cotti in brodo di carne, esistevano anche i tortellini per i giorni di magro nei quali la carne era sostituita da solo formaggio e spezie, o da pesce o da rane, oppure da vegetali come la cipolla e cotti in acqua salata o brodo di verdure o anche di sola cipolla.

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