Un Master per diventare specialisti di sostenibilità

di Alessandra Biondi Bartolini
  • 29 October 2025

Per affrontare la crisi climatica e rendere sostenibili i settori produttivi così come la società civile e le scelte politiche, come previsto dai 17 obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, servono professionalità e competenze adatte.
È con questo obiettivo che nasce il Master di II livello in Sviluppo Sostenibile e Cambiamento Climatico dell’Università di Pisa, giunto, con l’anno accademico 2025-2026, alla sua quinta edizione.
A parlarci di questo percorso formativo trasversale e aperto a laureati magistrali di discipline diverse, è Giacomo Lorenzini del DiSAAA-a dell’Università di Pisa, fondatore e attualmente vice direttore del Master al fianco della direttrice Cristina Nali, nonché autore dell’Alfabeto dello Sviluppo Sostenibile e dei Cambiamenti Climatici (Pisa University Press).
“Il Master è aperto a tutti e a tutte le discipline, neolaureati e professionisti già inseriti nel mondo del lavoro, perché la sostenibilità richiede un approccio a 360 gradi. Il quadro di riferimento, il perimetro degli insegnamenti, è l'Agenda 2030, della quale il 25 settembre si celebrano i 10 anni” spiega Lorenzini. “Una programmazione, quella delle Nazioni Unite, nata un po’ come “il libro dei sogni” ma della quale alcuni obiettivi (uno per tutti, per esempio quello della pace) anziché puntare linearmente al 2030 si sono allontanati o sono falliti prima ancora di raggiungere quella data”
Questo, tuttavia, non significa che i 17 goals non debbano essere perseguiti e declinati in azioni a livello politico, collettivo o privato, volontarie o obbligatorie, ma che lo sforzo debba essere ancora più intenso, perseguito con le giuste competenze e in modo multidisciplinare.
“L'agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile non ha confini culturali e disciplinari, e interessa tutte le professionalità” spiega il professore “Ovviamente è declinata secondo competenze e obiettivi diversi e affrontata con strumenti anch’essi diversi; ma non c'è alcun settore della nostra quotidianità, del nostro sapere o del nostro vivere, che non abbia a che fare con l'Agenda 2030 e che non richieda di essere approfondito. Quindi si va dalla pace, alla sicurezza alimentare, alla salute, all'ambiente urbano, ai metodi di produzione in agricoltura, al benessere animale, al rispetto delle persone, al contrasto alla disuguaglianza e così via. Per questo motivo nel Master accettiamo, e sono benvenuti, laureati magistrali provenienti da tutte le discipline. Parliamo agli ingegneri così come agli avvocati e questa biodiversità culturale, che si riflette anche nella provenienza dei docenti che appartengono a tutte le aree disciplinari, è quello che ci arricchisce”.
Cha cosa si studia per prepararsi alla sostenibilità?
Così Lorenzini presenta il programma dei corsi: “Lo definiamo il Master-degustazione della sostenibilità: un modulo introduttivo sull’agenda 2030 e la presentazione successiva di ognuno dei 17 obiettivi, con un focus specifico di approfondimento sul Cambiamento climatico. Le tre zampe della sostenibilità sono tutte affrontate, con un accento speciale anche nei confronti del contrasto al negazionismo climatico. I docenti sono specialisti delle diverse aree disciplinari, non solo accademici dell’Università di Pisa e di diversi altri atenei con i quali collaboriamo, ma anche docenti laici, provenienti dal mondo dell’impresa, della politica italiana ed europea e delle professioni”. 
Un altro focus è dedicato in particolar modo all’ambiente urbano: “L’ambiente urbano è un tema al quale  teniamo moltissimo e il legame tra l’urbanizzazione, l’abbandono delle campagne e i problemi collegati di ordine idrogeologico e sociale attraversa tutti e 17 gli obiettivi dell’Agenda e richiede la massima attenzione, dal punto di vista ambientale, così come sotto il profilo sociale ed economico”: i tre pilastri della sostenibilità”.
Tra i temi affrontati si trovano aspetti tecnici, come il modulo completamente dedicato all’elaborazione, la stesura e la comunicazione dei report di sostenibilità, ma non mancano i confronti con i soggetti politici come quello avvenuto di recente con il Presidente della Commissione Agricoltura alla Camera Mirco Carloni o con i rappresentanti alla Commissione Europea, o come la tavola rotonda che ogni anno viene organizzata sull’enciclica Laudato si’, “un documento che prende una posizione culturalmente e scientificamente ineccepibile sul tema della sostenibilità” aggiunge Lorenzini.
Il corso, che ha la durata di un anno, da metà gennaio a metà dicembre, si svolge interamente in modalità online per 152 ore di lezione ed è completato da un project work o da uno stage nel quale gli allievi hanno modo di approfondire ambiti che sono loro più affini. La modalità online è anch’essa una scelta di sostenibilità e di equità in quanto non solo limita gli spostamenti facilita la partecipazione e l’accesso a allievi provenienti da ogni parte del mondo o già inseriti nel mondo del lavoro e delle professioni. È così per esempio che dalla lezione sull’agricoltura digitale e le sue applicazioni tenuta da Lorenzo Cotrozzi dell’Università di Pisa che è nata l’idea con un allievo già occupato ed esperto di telecomunicazioni di realizzare una startup che realizza sistemi tecnologici avanzati per il settore vivaistico.
Manager della sostenibilità
“Il vero messaggio, la missione culturale, del Master, è di invertire il paradigma e dimostrare che essere sostenibili conviene a tutti, dalle amministrazioni, alle aziende” sottolinea Lorenzini. “Occorre prima la volontà di farlo, poi la necessità di guardarsi allo specchio e quindi riflettere sui propri meccanismi gestionali. Il contrasto agli sprechi è un esempio lampante: quante situazioni e consumi inutili si possono risolvere con un’analisi del bilancio energetico?”
Non solo la sostenibilità è conveniente, ma l’esistenza stessa di un Master, che non a caso nasce nell’ambito di un Dipartimento di Scienze Agrarie, dimostra anche che la sostenibilità crea occupazione.
“La partecipazione è varia: ci sono allievi che provengono già dal mondo dell’impresa o della pubblica amministrazione e sentono il bisogno di cambiare o arricchire le competenze sul fronte della sostenibilità, perché hanno verificato che queste rappresentano un valore aggiunto sul mercato del lavoro e ci sono allievi neolaureati. Al termine del percorso diventano manager della sostenibilità, figure delle quali tutti hanno bisogno, amministrazioni, aziende e società di consulenza che offrono servizi.”

Articolo pubblicato su www.millevigne.it