Il 40% delle specie vegetali mondiali sono a rischio di estinzione

  • 14 October 2020

Secondo  un  rapporto  internazionale, diretto  dalla  Royal Botanical  Gardens  di  Kew,  nel  Regno  Unito,  e  che  ha  coinvolto  210  scienziati  di  42 paesi,  due  specie  vegetali  su  cinque  nel  mondo  sono  a  rischio  di  estinzione  a  causa della distruzione della natura.
Piante e funghi sono alla base della vita sulla Terra, ma gli  scienziati  dicono  che  ora  trovare  ed  identificare  le  specie  prima  che  vadano perdute è una corsa contro il tempo. Queste specie sconosciute, e  anche  molte  di  quelle  già  catalogate,  sono  uno  "scrigno  del  tesoro"  inutilizzato  di cibo, medicine e biocarburanti che potrebbero far fronte a molte delle più grandi sfide dell'umanità,   tra   cui   potenziali   trattamenti   per   il   coronavirus   e   altri   microbi pandemici. Nel 2019 sono state scoperte più di 4.000 specie di piante e funghi. Tra queste si trovano  sei  specie  di  allium  in  Europa  e  Cina,  appartenenti  allo  stesso  gruppo  delle cipolle  e  dell'aglio,  dieci  parenti  degli  spinaci  in  California  e  due  parenti  selvatici della  manioca,  che  in  futuro  potrebbero  aiutare  a  garantire  a  800  milioni  di  persone l'alimentazione di base in un contesto di lotta alla crisi climatica.
"Ogni  volta  che  perdiamo  una  specie,  sfuma  un'opportunità  per  l'umanità. Stiamo  perdendo  una  corsa  contro  il  tempo  perché  è  probabile  che  la  perdita  delle specie  avvenga  più  velocemente  di  quanto  riusciamo  a  trovarle  e  nominarle",  ha affermato il professor Alexandre Antonelli della Royal Botanical Gardens.
Il rapporto sullo Stato delle Piante del 2016 aveva rilevato che una su cinque era minacciata, ma la nuova analisi dimostra che il rischio reale è molto più elevato. La  causa  principale  delle  perdite  di  piante  è  la  distruzione  dell'habitat  selvatico  per creare  terreni  agricoli.  Anche  il  sovrasfruttamento  di  piante  selvatiche,  l'edilizia,  le specie  invasive,  l'inquinamento  e,  sempre  di  più,  la  crisi  climatica  sono  importanti cause di perdite. Miliardi  di  persone  fanno  affidamento  sull'uso  di  erbe  medicinali  come  fonte primaria di cure, ma il rapporto ha rilevato che 723 specie utilizzate come trattamenti sono  minacciate  di  estinzione.
Secondo  la  professoressa  Monique  Simmons, ricercatrice  alla  RBG  di Kew,  la  natura  è  un  luogo  chiave  per  cercare  trattamenti per  il  coronavirus  e  altre  malattie  con  potenziale  pandemico:  "Sono  assolutamente sicura che, andando avanti, alcune delle piste da seguire per la prossima generazione di farmaci in quest'area proverrà da piante e funghi".
Il rapporto ha anche evidenziato il numero molto ridotto di specie vegetali da cui l'umanità  dipende  per  il  cibo.  Il  che  rende  gli  approvvigionamenti  vulnerabili  ai cambiamenti climatici e a nuove malattie, soprattutto con una popolazione mondiale che  dovrebbe  arrivare  a  10  miliardi  entro  il  2050.  La  metà  della  popolazione mondiale dipende da riso, mais e grano e solo 15 piante forniscono il 90% di tutte le calorie.  "La  buona  notizia  è  che  abbiamo  oltre  7.000  specie  di  piante  commestibili che   potremmo   utilizzare   in   futuro   per   proteggere   realmente   il   nostro   sistema alimentare. Queste  specie  sono tutte  nutrienti,  robuste,  a  basso  rischio  di  estinzione  e  sono  storicamente  usate  come cibo a livello locale, ma solo il 6% viene coltivato su scala significativa. Utilizzare questo paniere di risorse non sfruttate per rendere i sistemi di produzione alimentare più diversificati e resilienti al cambiamento dovrebbe essere il nostro dovere morale.

Da "The Guardian", in Agrapress - Rassegna della stampa estera n. 13544, 8/10/2020