Imballaggi etici: il packaging come bene culturale

di Paolo Galli
  • 16 July 2025

In un tempo in cui le risorse naturali si fanno più scarse e i consumatori più esigenti, il packaging non può più essere considerato una variabile secondaria. È, piuttosto, uno snodo critico per costruire filiere più eque, sicure e sostenibili. Formare professionisti capaci di affrontare questa sfida con strumenti scientifici e culturali adeguati è un impegno che riguarda tutti: istituzioni, aziende, accademici e cittadini.
Il packaging ci tocca e noi lo tocchiamo, poiché in media interagiamo con 8.000 imballaggi all’anno, per questo la sua evoluzione è sempre più basilare e fondamentale per la qualità della nostra vita e di quella della Terra.
Dietro ogni confezione che incontriamo sugli scaffali si cela una storia fatta di cultura, innovazione e responsabilità. Il packaging non è solo involucro o contenitore, ma un vero e proprio dispositivo che custodisce valore, protegge risorse, racconta identità. In particolare, nel settore agroalimentare, l’imballaggio svolge una funzione essenziale: preserva la qualità del prodotto, ne facilita la distribuzione, prolunga la shelf life e, soprattutto, contribuisce a ridurre sprechi e perdite lungo tutta la filiera.
Nel corso dei decenni, il packaging si è evoluto da semplice supporto logistico a leva strategica di comunicazione e sostenibilità. Una trasformazione che interpella oggi agronomi, produttori, designer, tecnologi alimentari e comunicatori in una sfida comune: coniugare funzionalità ed estetica con riduzione dell’impatto ambientale, circolarità e rispetto delle normative europee sempre più stringenti.
A questo proposito, la “Fondazione Carta Etica del Packaging” si è affermata negli ultimi anni come un osservatorio privilegiato e una piattaforma attiva di formazione e dialogo sul tema. Nata nel 2020 su impulso dell’Istituto Italiano Imballaggio, la Fondazione promuove un approccio etico al packaging, inteso come strumento al servizio dell’uomo e dell’ambiente. Il suo operato si fonda su valori di responsabilità, trasparenza, competenza, innovazione e sostenibilità, raccolti in una Carta Etica sottoscritta da aziende e istituzioni del settore.
Accanto alle attività divulgative, ai progetti per le scuole e alle iniziative a impatto sociale, la Fondazione si distingue per i suoi percorsi di Alta Formazione, mirati a fornire strumenti concreti a chi opera nella filiera. Due i corsi attivi nel 2025/2026.
Il primo è “Packaging Waste Expert”, organizzato con la Ca’ Foscari Challenge School di Venezia (maggio-novembre 2025). È un corso di 120 ore rivolto a professionisti e giovani laureati, pensato per formare figure in grado di gestire in modo efficace e aggiornato il tema dei rifiuti da imballaggio. Il secondo è il Corso di Alta Formazione in Packaging Management, nato dalla collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma (ottobre 2025 – gennaio 2026). Anch’esso articolato in 120 ore (con 20 CFU), il corso si propone di formare una nuova leadership del packaging, capace di integrare visione strategica e conoscenze tecniche.
Per entrambi i corsi, la Fondazione prevede l’erogazione di borse di studio, a conferma del proprio impegno nel rendere accessibile la formazione specialistica a una platea ampia e qualificata.
Non si tratta di semplici operazioni di aggiornamento tecnico, ma di veri percorsi di crescita culturale e professionale. L’attenzione crescente ai temi della tracciabilità, del recupero delle tradizioni locali e della comunicazione on pack rende il packaging un territorio di sintesi tra scienza agronomica e narrazione. I corsi offrono così un’occasione preziosa per sviluppare consapevolezza progettuale, in grado di rispondere alle esigenze del mercato globale senza rinunciare alla qualità, alla trasparenza e al legame con i territori.
In questo senso, la Fondazione promuove una visione del packaging come bene culturale e strumento di mediazione tra passato e futuro, tra produttore e consumatore, tra economia e ambiente. Una visione che ben si sposa con lo spirito dell’Accademia dei Georgofili, da sempre impegnata nella promozione del sapere agrario come fattore di progresso e responsabilità sociale.