Per la prima volta, dopo 272 anni, la ricchezza culturale dei Georgofili è ordinata

di Luca Menconi
  • 17 December 2025

Realtà complesse e stratificate nei secoli, come l’Accademia dei Georgofili, si trovano a doversi confrontare con un problema comune a gran parte degli istituti culturali: in cosa consiste esattamente il proprio patrimonio culturale? Orientativamente, tutti lo sanno: un misto di documenti, libri, quadri, ecc. I vari “pezzi” sono più o meno in una posizione o in un’altra. Più o meno hanno questa provenienza. Più o meno ci si ricorda di questo o quel dettaglio. Manca, però, una visione d’insieme in grado di trarre le fila da questa congerie di materiale, per indirizzare le attività di quanto rappresenta una ricchezza (non solo metaforica).
Ora, finalmente, per la prima volta dopo 272 anni, l’Accademia dei Georgofili ha superato questa fase di incertezza e può presentare una conoscenza ordinata e organizzata del proprio patrimonio complessivo, basata sui canoni nazionali e internazionali delle discipline archivistiche e biblioteconomiche e calata nel contesto specifico della storica realtà fiorentina.
È il prodotto di un lungo sforzo di lavorazione e di una collaborazione sinergica di tutto il personale dell’Accademia. Impulso proveniente dalla presidenza, esigenze di contabilità e rendicontazione dell’amministrazione, necessità di valorizzazione e rapporti con istituzioni pubbliche e private si sono saldati alla competenza tecnica per definire una mappa di tutto quanto l’Accademia possiede di culturalmente significativo. Il risultato? È visibile nella riproduzione grafica qui allegata.
L’insieme di risorse bibliografiche, scritture archivistiche e beni culturali ora gode di un’allocazione precisa in uno schema concettuale, che può essere letto, usato e interpretato secondo le più diverse esigenze. Il punto di partenza è stato quello tipico di qualsiasi mole di materiale da organizzare: divide et impera. Quindi, in un patrimonio culturale unico, si vengono a introdurre delle barriere artificiali per compartimentare l’attività e gestire più razionalmente i singoli aspetti, sulla scia di quanto avviene del resto a livello istituzionale. Pertanto, abbiamo archivio, biblioteca, fototeca (che, come sapranno i tecnici, è parte dell’archivio, ma, per ragioni legate alle sue dimensioni e alla sua importanza, si è scelto di trattare come ambito a parte), patrimonio digitale e beni culturali, che sono ricollegabili a diversi referenti istituzionali, professionali e tecnici. Ognuna di queste cinque sezioni è a sua volta articolata in diverse sottosezioni, legate all’attività dell’Accademia, agli arricchimenti del suo patrimonio per opera di agenti esterni (acquisti o donazioni) o per modalità di produzione. Così nella sezione dell’archivio, accanto a quello propriamente detto dell’Accademia, abbiamo tutta una serie di altri archivi, precisamente 16, suddivisi per tipologia, fra persona, famiglia ed enti. Nella biblioteca, vicino ai libri propri dell’Accademia, si segnala una ricca varietà di 40 fondi librari, giunti per donazione o acquisto, che portano le risorse bibliografiche complessive catalogate a essere 74.624. Allo stesso modo, la fototeca dell’Accademia, nata nel corso della sua storia per registrare accademici, eventi o episodi significativi, si affianca a oltre 50 archivi fotografici, per un totale complessivo di 152.705 fototipi. Non meno imponente la produzione legata al patrimonio digitale, che, grazie all’utilizzo di uno scanner planetario, altri mezzi di digitalizzazione e all’ormai sempre più massiccia attività direttamente online, arriva a contare 688.362 file nei più diversi formati. Infine, fronte del tutto nuovo e ancora da approfondire, è quello dei beni culturali, vale a dire l’insieme di quadri, sculture, medaglie, ecc., che verrà affrontato nel corso del 2026. Apparentemente si tratta di cifre aride e schemi astratti, che esposti così sinteticamente non rendono nemmeno giustizia alla loro complessità. Dietro di essi, si cela, tuttavia, un lavoro coerente, organico e sistematico condotto dal personale accademico di considerevole difficoltà logistica, pratica e organizzativa. Questo ordinamento si configura, quindi, a pieno titolo, come un obbiettivo raggiunto ma anche un punto di partenza. A partire da questo ordinamento complessivo, migliorabile e perfezionabile come qualsiasi prodotto umano, si possono, infatti, tracciare le linee guida dell’azione sul patrimonio dell’Accademia per gli anni (e i decenni) a venire, già iniziato e tuttora in corso. Adesso, però, con una orgogliosa consapevolezza in più: un punto di riferimento è stato messo. 

Scarica qui il Grafico di Presentazione del Patrimonio Culturale dei Georgofili.pdf