Il raccolto cerealicolo mondiale non è sufficiente a coprire il consumo

  • 17 April 2019
Secondo le previsioni dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), di Roma, e l’International Grains Council (IGC), di Londra, per la seconda volta in questo decennio, il raccolto cerealicolo mondiale non sarà sufficiente a coprire il fabbisogno della popolazione globale. Nell’anno commerciale 2018/19 verranno, quindi, consumati quasi 30 milioni di tonnellate in più rispetto a quelle raccolte (rapporto FAO stima).
La FAO fissa a quasi 2,66 miliardi di tonnellate il raccolto previsto in tutto il mondo.
Una delle cause dell’attuale calo della produzione è la siccità che lo scorso anno ha interessato vaste aree dell’Europa, comportando perdite del raccolto nei paesi membri dell’Unione Europa e in Russia. Le conseguenze derivanti dalla scarsa disponibilità di frumento si stanno facendo sentire in Europa: nei mesi di gennaio e febbraio, i prezzi alla produzione degli alimenti sono aumentati, rispetto all’anno precedente. All’inizio del 2018, vi sono stati, in media, nel caso del pane e dei prodotti cerealicoli, aumenti dei prezzi maggiori, rispetto a quelli degli altri prodotti. Il frumento viene destinato prevalentemente al consumo umano, mentre la maggior parte del mais raccolto viene utilizzato per la produzione di mangimi per bovini, suini e altri animali da allevamento.
Nel 2018, il raccolto cerealicolo europeo, è stato il 6% in meno rispetto all’anno precedente a causa della siccità. Una contrazione del raccolto cerealicolo non significa una minaccia imminente di carestie perché ci sono magazzini e depositi di tutto il mondo sono ben riforniti.
L’International Grains Council di Londra prevede che le scorte globali diminuiranno, per il 2018/19 di 44 milioni di tonnellate, mentre per il 2019/20 si prevede un ulteriore contrazione di 28 milioni di tonnellate. L’ultimo deficit cerealicolo globale si era verificato nell’anno commerciale 2012/13, quando i produttori agricoli statunitensi hanno sofferto le conseguenze di una siccità pluriennale.


da: “Global news” (Stati Uniti) in Agrapress, Rassegna Stampa Estera, 11/4/2019