Il carrubo è l’uomo. Memoria, storia e storie attorno a un albero emblematico

di Alessandra Gentile
  • 30 November 2022

È stato recentemente pubblicato per i tipi di Abulafia Editore (https://www.abulafiaeditore.it/) il volume: Il carrubo è l’uomo. Memoria, storia e storie attorno a un albero emblematico.
“Talvolta, un albero umanizza un paesaggio meglio di quanto farebbe un uomo”. Con questa frase di Gilbert Cesbron, utilizzata come epigrafe alla prefazione di Giuseppe Barbera, il lettore viene introdotto ai variegati contenuti del libro, nato dall’incontro e dal fitto dialogo tra esperti di contesti disciplinari differenti.
I quattro autori, Carlo Blangiforti (storico, laureato in lingua e letteratura russa e poliedrico scrittore), Alessandro D’Amato (etnoantropologo, esperto di storia dell’antropologia italiana), Stefano La Malfa (docente di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree all’Università di Catania e Accademico corrispondente) e Antonio Sarnari (gallerista, esperto d’arte e di modelli culturali), si confrontano e dialogano di natura, di cultura e del loro rapporto. Il protagonista assoluto di tale dialogo è il carrubo, specie mediterranea per antonomasia, dotato di una potente carica identitaria e di un forte valore simbolico.
Con la sua storia millenaria, legata anche ai molteplici utilizzi dei frutti e dei semi, il carrubo caratterizza ancora oggi il paesaggio soprattutto della Sicilia sudorientale, ma se ne rintraccia la presenza nella storia, nelle religioni, nella medicina, negli usi gastronomici, nella letteratura e nell’arte.
Materialità e immaterialità si riflettono, dunque anche all’interno delle pagine del libro, che risulta impreziosito da numerose illustrazioni storiche e da affascinanti immagini fotografiche, a cura di Alessia Scarso (regista cinematografica e astrofotografa). Ne risulta un vero e proprio viaggio attorno a un albero che è simbolo ed emblema dell’incontro tra culture, ponte di collegamento tra le civiltà del Mediterraneo che, secolo dopo secolo, hanno imparato a conoscerne le potenzialità agronomiche e le molteplici funzioni. La vita di uomini e donne, per generazioni, è stata infatti segnata dalla presenza del carrubo e dei suoi prodotti, che ancora oggi assumono una importante funzione produttiva e paesaggistica, oltre che un ruolo centrale nella vita delle piccole economie contadine del sud Italia.
Attraverso un gioco di rimandi reciproci, nella prima parte del libro gli autori si soffermano sulle origini e sugli utilizzi della specie, sui simbolismi e le identità territoriali, sulle tracce letterarie, sulla presenza nelle religioni monoteiste; sugli aspetti linguistici e lessicali legati al termine “carruba” e sull’utilizzo nel tempo di tale frutto in ambito farmacologico, gastronomico e non solo; l’interesse conoscitivo si estende quindi all’utilizzo dei semi, i cosiddetti ‘carati’, come unità di peso e di misura dei preziosi. Traspare come la ricerca degli Autori sia stata meticolosa come testimoniano anche le numerose schede di approfondimento che aprono al lettore altrettanti angoli di visuale attraverso i quali scoprire questa pianta e, allo stesso tempo, interrogarsi sul suo ruolo accanto all’uomo nel tempo fornendo al lettore gli strumenti conoscitivi per analizzare e decifrare le ragioni del forte legame tra l’uomo e questa pianta, indagandone la sua natura sotto i molteplici aspetti che la rendono preziosa e affascinante.
Parimenti curata, anche dal punto di vista iconografico, è la seconda parte dell’opera, dedicata al ruolo ispiratore del carrubo nell’arte pittorica di Carlo Levi e di Piero Guccione, due anime del Novecento che hanno riservato a tale albero altrettanti cicli pittorici. E, se per il poliedrico Carlo Levi i carrubi hanno rappresentato dei veri e propri compagni di viaggio, con un interessante processo di immedesimazione a partire dalla originale e documentata osservazione delle loro forme, nel caso di Guccione l’interesse attorno a tale specie pare derivare dalla attenta lettura del dramma della sconfigurazione di un intero paesaggio (quello del Ragusano, di cui l’artista era originario) che, nel corso degli ultimi anni settanta, fu devastato dall’intervento umano per far posto alle colture intensive e ad un utilizzo spregiudicato del territorio, poco rispettoso delle sue risorse e peculiarità.
Questo libro è, per utilizzare le parole degli stessi Autori, il tentativo di rendere “omaggio alla memoria, alla storia e alle storie che accompagnano il vissuto di questa pianta e la sua presenza accanto all’uomo”. Il tentativo ci appare pienamente riuscito, come dimostrano anche l’interesse verso l’opera manifestato da Piante Faro e LBG Sicilia Ingredients (realtà imprenditoriali che si collocano significativamente a monte e a valle della filiera del carrubo con la produzione di piante ornamentali e l’utilizzo industriale del seme di carrubo), che hanno contribuito alla realizzazione dell’opera, e dalla Fondazione Carlo Levi e dall’Archivio Piero Guccione, partner del progetto culturale “Il carrubo è l’uomo”.