Ai Georgofili la lectio magistralis del Nobel Myerson: la politica locale è stata una parte essenziale della vita umana fin da molto prima della prima istituzione di Stati estesi

di Daniela Toccaceli
  • 17 December 2025

La lectio magistralis del prof Roger Myerson (University of Chicago), che si è svolta il 13 dicembre scorso, ha concluso presso l’Accademia dei Georgofili il Workshop on Institutional Analysis 2025 del Ronald Coase Institute, svolto in Italia tra l’ateneo perugino e la nostra Accademia.
Roger Myerson è Glen A. Lloyd Distinguished Service Professor of Global Confict Studies presso l’Università di Chicago, è autore di contributi decisivi nella teoria dei giochi e nell’analisi dell’informazione, tra cui il perfezionamento dell’equilibrio di Nash, del principio di rivelazione e del teorema di equivalenza dei ricavi. I suoi studi hanno avuto un impatto profondo non solo sull’economia, ma anche sulla scienza politica e sulla teoria delle istituzioni democratiche.
La lettura del Prof. Myerson si è concentrata su un tema tutto neo-istituzionale: i diritti di proprietà e dei diritti di uso delle risorse nelle comunità; ed ha evidenziato che l’economia politica dei diritti di proprietà coinvolge essenzialmente sia la politica locale che quella nazionale.
Gli esseri umani hanno sempre vissuto in comunità con sistemi di proprietà o diritti d’uso, che definiscono come le risorse possono essere sfruttate. D’altra parte, gli individui non investono nel miglioramento delle risorse locali senza la fiducia che i vicini rispetteranno i loro diritti, e tale fiducia esiste almeno dall’origine dell’agricoltura (circa 10.000 anni fa), dunque ancor prima della formazione di stati estesi.
A partire da questo concetto, Myerson ha analizzato l’evoluzione di forme di stato centrale, in rapporto alla politica locale, applicandola a contesti storici e geografici diversi.
Il bisogno delle comunità di proteggere e tutelare i diritti di proprietà e di uso delle risorse ha giustificato la formazione di stati più estesi, capaci di offrire la necessaria protezione, ottenendo in cambio di tassare il surplus generato da questa pace regionale.  Lo Stato ha dovuto strutturare la relazione con le comunità locali attraverso un gruppo centrale, capace di esercitare una forza sovrana sul territorio in modo coerente. In questa funzione, giocano un ruolo cruciale gli “agenti” statali, che garantiscono il successo dello Stato solo se identificano i loro interessi a lungo termine con la leadership centrale dello Stato, separandosi di fatto dagli interessi locali di ogni singola comunità. D’altro canto, un consenso comunitario sui diritti di proprietà può essere mantenuto solo con una leadership locale accettata, capace di risolvere le dispute. Anche lo Stato, tuttavia, ha interesse a registrare i diritti di proprietà per poterli tassare, mentre gli investitori locali necessitano di una protezione contro di aumenti fiscali o l’espropriazione da parte dello Stato.
Una questione di equilibrio sociale: la stabilità e la prosperità di uno Stato dipendono dalla sua capacità di guadagnarsi la fiducia delle élite locali e di stabilire un’efficace connessione tra la politica nazionale e locale in tutto il suo territorio.
Questa connessione si sviluppa in modelli diversi. Nello stato autocratico tradizionale, i leader politici nazionali possono concedere uno status privilegiato a individui favoriti, che poi possono usare queste connessioni nel più ampio contesto statale per affermarsi come leader locali nelle loro comunità. Al contrario, nelle democrazie moderne di successo la legittimità e il potere dei leader nazionali dipendono dal consenso delle comunità locali, e i leader locali possono affermarsi come leader nazionali. Conseguentemente, nei regimi autocratici la politica locale può dipendere dalla leadership nazionale, mentre negli Stati democratici di successo la leadership nazionale diventa più dipendente dalla politica locale. Uno Stato di successo ha bisogno di una connessione fondamentale tra la politica nazionale e quella locale nelle comunità di tutto il suo territorio.
La teoria dello Stato presentata dal Prof. Myerson sottolinea come la politica locale sia sempre stata fondamentale per le società umane, e alle teorie della democrazia costituzionale – focalizzate sulla divisione dei poteri tra i rami legislativo, esecutivo e giudiziario – affianca una nuova prospettiva che evidenzia la primaria importanza della divisione del potere tra i leader politici nazionali e locali. Questa è stata anche una preoccupazione dei Padri della costituzione degli Stati Uniti d’America del 1787. Nel linguaggio della Rivoluzione americana, le persone che costituivano la base fondamentale della nuova Nazione erano considerate gli abitanti aventi diritto al voto che agivano insieme nelle loro comunità locali.
In definitiva, il successo di uno Stato democratico risiede nell’equilibrio tra potere centrale e autonomie locali, laddove il ruolo delle comunità e delle loro istituzioni viene pienamente valorizzato e tutelato.
Il Prof. Myerson ha definito un paradigma che può essere applicato a contesti storici e geografici molto diversi. A conclusione della sua lezione ha fatto riferimento alle missioni di sostegno alla costruzione di Stati democratici, in particolare al caso dell’Afghanistan dimostra i rischi di una governance troppo centralizzata: la mancanza di responsabilità e di ruolo per i leader locali ha contribuito al fallimento statale.
A noi resta di applicare questo fecondo paradigma a contesti che sono di nostro interesse come Georgofili, quali ad esempio l’evoluzione della governance europea in un contesto storico e geopolitico sfidante, o l’evoluzione della governance della politica agricola europea, o nella gestione delle relazioni tra città e campagna, o con riferimento all’applicazione dei diritti di proprietà a nuove risorse, quali ad esempio l’informazione gestita (o posseduta?) dall’intelligenza artificiale. 

Per gli approfondimenti: Myerson B. G. (2025) Local Politics in Nations and Empires. In Ménard C. and Shirley M. (Eds) Handbook of New Institutional Economics, Springer https://doi.org/10.1007/978-3-031-50810-3 

Foto: da sx. Roger. B. Myerson, Daniela Toccaceli, Alessandro Pacciani e Claude Menard