Colazione, pranzo e cena segnavano una precisa e chiara scansione della 
tavola di un bel tempo passato, mentre oggi sulle tavole postmoderne dei
 brunch, apericena e buffet gli alimenti cambiano e conquistano nuove 
qualificazioni e ruoli che coinvolgono le produzioni alimentari.
Molti
 e sostanziali sono i recenti cambiamenti nella composizione, 
denominazione e scansione temporale dei pasti e odiernamente la 
colazione del primo mattino che rompe il digiuno notturno (da qui le 
denominazioni inglesi e francesi di 
breakfast e di 
petit dejeuner)
 non è più la collazione o riunione degli avanzi del pasto della sera 
precedente e in Italia si riduce a un caffè e al più un cornetto o 
brioche. 
Nell’attuale grande modificazione del nome e dell’ora dei pasti, per gli
 inviti adesso si è costretti a precisare l’ora della colazione, pranzo o
 cena, senza contare che queste ore non solo variano nei diversi paesi 
ma anche nella stessa Italia mutano tra le diverse regioni 
settentrionali, centrali e meridionali. La confusione non cessa da 
quando compaiono nuovi momenti, tipologie e denominazioni dei pasti con 
parole – macedonia come il 
brunch della tarda mattina, soprattutto domenicale (commistione tra colazione e pranzo, dall’inglese 
breakfast e 
lunch) e il recente, dilagante 
apericena
 della serata che si prolunga fino alla notte (aperitivo associato a 
cena) costituito da un aperitivo servito insieme con una ricca serie di 
stuzzichini e accompagnato da assaggi di piatti differenti, salati e 
dolci, che può essere consumato al posto della cena. Definizione 
peraltro non esatta, perché l’aperitivo non apre una cena che non esiste
 essendo solo un prolungamento di un sostanzioso aperitivo e per questo è
 più corretta la dizione di 
aperitivo rinforzato.
Nella nuova 
organizzazione delle tavole non cambiano soltanto i tempi e le 
denominazioni dei pasti, ma anche i loro contenuti e si tende a tornare 
alla moda rinascimentale e barocca del buffet, tanto che è stata creata 
una nuova scienza o disciplina della ristorazione, 
la buffettistica.
 Un’abitudine, quest’ultima, che ha il suo successo per diversi motivi: 
opportunità di preparare i cibi in anticipo con migliore utilizzo del 
personale di cucina, ridotto personale di servizio in sala perché il 
buffet si avvale di un autoservizio del consumatore, possibilità di 
quest’ultimo di soddisfare i propri gusti scegliendo i cibi che 
preferisce e, non da ultimo, grande diversificazioni e magnificenza 
delle presentazioni dei cibi che con facilità possono dare il messaggio 
di ricchezza del convivio. 
Con i nuovi stili di vita postmoderni e i cambiamenti nella 
organizzazione della tavola mutano anche i contenuti e i cibi consumati.
        
            
                
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