L’albero della manna nelle campagne del Salento

di Francesco Tarantino
  • 16 February 2011
E’ inusuale trovare nelle campagne del Salento carsico acqua di superficie. Invece vi è un luogo nel centro della penisola, nelle campagne di Supersano nei periodi  autunno-vernini trovare affioramenti di acqua nelle campagne, tanto che nelle annate più abbondanti di piogge i terreni diventano impraticabili per mesi interi. Il luogo era quindi un vero “eden”: area ricca di acquitrini, di animali selvatici stanziali e migratori, profondamente ombroso e fresco per la presenza di tipiche latifoglie continentali. Qui, le querce, dominanti in tutto il Salento, diventano in modo specifico “a foglia caduca” proprio per il freddo insistente in inverno. Prendono il nome di Quercia farnetto (Quercus frainetto), Quercia virgiliana (Quercus virgiliana), Quercia pubescens o roverella (Quercus dalechampi). Ma non solo. Marinosci descrive in modo puntuale la presenza del Castagno, albero tipicamente collinare che ordinariamente vive dai 500 ai 1.000 metri di altitudine, dell’Olmo tipico dei climi freddi continentali, del Carpino, ed in ultimo del Frassino indicandone la presenza anche di esemplari “maestosi” che addirittura primeggiavano sulle più diffuse querce.E’ in questo contesto naturale che i monaci basiliani tra il IX ed il XIV secolo hanno sviluppato la loro presenza culturale storica. La presenza della ben nota cripta e degli affreschi tuttora conservati ne sono illustre testimonianza. E’ in questo habitat naturale e culturale che quasi certamente si diffuse la coltivazione dell’albero della manna, comunemente chiamato “Orniello”  classificato con il nome scientifico di Fraxinus ornus. Albero più piccolo del suo simile “Fraxinus oxycarpa” o Frassino meridionale che invece è spontaneo in questo territorio, ma meno adatto alla produzione della manna. Quest’ultimo già ritrovato fu ritrovato anche dal sottoscritto nella primavera 2002 stavolta sulle pendici della “serra”. Ma è stato il nome del Santuario, ancora oggi molto conosciuto, di “Coelimanna” a creare le basi di questa ricerca. Santuario importante per i pregiati affreschi e la incantevole Cripta che li custodisce. Ma come ha ben detto lo storico Emilio Panarese nessun nome e/o toponimo locale è “calato da cielo”, se non fortemente radicato nella tradizione, nella cultura e attività del luogo. Come poteva spiegarsi questo nome “Coelimanna” a Supersano, proprio a fianco alla cripta basiliana? Le ipotesi su questa origine sono state, tra storia e  leggenda, tra le più stravaganti e assortite, ma nessuna con una base storica valida. Mancava quindi il ritrovamento odierno per avvalorare non solo la presenza dell’orno, ma in particolare il nome “Coelimanna” dato al luogo. In occasione di un laboratorio didattico con gli studenti dello Scientifico Capece di Maglie, percorrendo i sentieri alle spalle della Cripta a non molti metri della stessa, mi sono imbattuto in questo albero dal portamento arbustiforme, posto in posizione di ombra per il sovrastare dei pini d’Aleppo, ma ben visibile e riconoscibile.

(foto da Wikipedia)

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