Il triste trend delle morti bianche in agricoltura si mantiene costante

di Pietro Piccarolo
  • 25 June 2025

Il 29 maggio scorso presso l’Accademia dei Georgofili si è tenuto l’incontro su “Salute mentale in agricoltura, un tema sottovalutato”. Sottovalutato ma importante a cui però sino ad oggi, almeno nel nostro Paese, è stata data scarsa attenzione. Dall’incontro è anzitutto emerso che il tasso di disagio psicologico nella categoria agricola è maggiore rispetto alla media dei lavoratori di altri settori. Un dato, tra gli altri, particolarmente impressionante è rappresentato dal tasso dei suicidi che è del 40% maggiore rispetto alle altre categorie, ed è del 100% superiore per gli agricoltori anziani. Per fare fronte a questo disagio e agli effetti che ne derivano, in paesi come l’Irlanda, sono stati messi in atto programmi di sostegno a favore degli agricoltori, con la formazione di consulenti agricoli in grado di dare loro la necessaria assistenza.
Se questo è un tema che solo recentemente è stato portato alla luce, non altrettanto si può dire per quello delle morti bianche in agricoltura, di cui anche l’Accademia dei Georgofili da tempo ne ha denunciato la gravità. Gravità evidenziata dagli incidenti mortali registrati dall’INAIL che ogni anno continuano a verificarsi e che, se riferiti al numero degli occupati nel primario, indicano un’incidenza doppia rispetto alla media nazionale. Considerando le statistiche dell’INAIL, si vede che nel quinquennio 2015-2019 si sono verificati complessivamente 788 incidenti mortali, pari a una media di 158 incidenti all’anno, mentre nel quinquennio successivo 2019-2023 si è registrato un leggero calo scendendo a un totale di 740, e cioè a 145 decessi all’anno. Sempre da fonte INAIL, risulta che nel settore primario gli incidenti mortali relativi al primo trimestre 2025 sono stati 19, e cioè superiori di quasi il 27% di quelli dello stesso periodo dello scorso anno (15 incidenti mortali). Questo significa che, mediamente, nei primi tre mesi dell’anno in corso si è registrato un decesso ogni tre giorni. Si tratta di un dato che non può non destare preoccupazione e che è in controtendenza in quanto, considerando tutte le categorie di lavoro, gli incidenti mortali in Italia nel primo trimestre sono stati 146, cioè 4 in meno rispetto al 2024.
La causa principale di queste morti bianche è il ribaltamento del trattore che si verifica per diverse ragioni operative, quali l’eccessivo livello di pendenza del terreno, il sovraccarico della macchina, un guasto ai freni, ecc. ma anche per errore umano. Quando avviene il ribaltamento, se il trattore non è dotato delle strutture di protezione, l’esito letale è praticamente inevitabile. Le strutture di protezione previste per legge sono rappresentate da:
- i ROPS (Roll-Over Protective Structure), cioè strutture di protezione installate sul trattore rappresentate dai telai a due montanti (Roll bar), dai telai a quattro montanti e dalle cabine, che delimitano il “volume di sicurezza” dell’operatore;
- le cinture di sicurezza, che trattengono l’operatore al posto di guida evitando che sia sbalzato fuori in caso di ribaltamento.
L’obbligo di installazione dei suddetti dispositivi si applica ai trattori di nuova costruzione e retroattivamente anche a quelli già in servizio. La revisione è stata resa obbligatoria con una legge del 2012. Il decreto del 20 maggio 2015 (Revisione generale periodica delle macchine agricole), ha poi definito le categorie di macchine soggette a revisione e, per i trattori, anche la tempistica per l’effettuazione della revisione in base alla vetustà degli stessi. L’inizio è per quelli immatricolati entro il 31 dicembre 1983, cioè macchine che hanno più di 40 anni. Va infatti considerato che il parco trattoristico nazionale è molto obsoleto, con un’età media che supera i 25 anni. Le stime parlano di oltre 600 trattori sprovvisti di ROBS e di oltre 1 milione di trattori mancanti di cintura di sicurezza. Purtroppo, il decreto è rimasto lettera morta in quanto ad oggi manca il decreto attuativo. Ciò spiega l’alto numero di decessi per ribaltamento. In paesi come la Germania, dove è stata applicata la revisione dei trattori, gli infortuni mortali per capovolgimento è passato dai 181 casi del 1969, anno in cui l’installazione dei ROPS è divenuta obbligatoria, agli attuali circa 10 decessi all’anno.  
Federacma, la Federazione Confcommercio delle associazioni dei rivenditori di macchine agricole, operatrici e di giardinaggio, da tempo chiede al Governo l’emanazione della legge attuativa interministeriali per rendere operativa la revisione obbligatoria dei mezzi agricoli (di volta in volta è stata prorogata la data di avvio), stanziando le risorse necessarie per la sua attuazione.
Poiché il ribaltamento si verifica soprattutto in condizioni operative in cui è mancata la consapevolezza del rischio, l’Accademia dei Georgofili, congiuntamente all’INAIL Toscana, Regione Toscana, Università degli Studi di Firenze, ENAMA e CIA agricoltura, alcuni anni fa ha promosso un corso di “Formazione per formatori”, mirato a fornire gli elementi per la valutazione del livello di sicurezza di cui gli operatori devono avere consapevolezza.  Il corso articolato in lezioni toriche ed esercitazioni in campo, della durata di 6 giornate, ha fornito gli elementi teorici e pratici per valutare la sicurezza nell’uso della macchina in diverse condizioni di impiego. La formazione è importante non solo per la sicurezza sul lavoro, ma anche per dare assistenza agli agricoltori, evitando che si venga a creare disagio psicologico, stress e ansia. Questa assistenza deve essere fornita da operatori preparati e opportunamente formati.