Cento anni fa nasceva il tramezzino, anticipatore del “food design”

Battezzato da Gabriele D'Annunzio, che si fece pagare profumatamente per questo nome.

di Giovanni Ballarini
  • 07 May 2025

Nel 1925 Angela Demichelis con il marito Onorino Nebiolo, con i risparmi accumulati in America, comprano a Torino il caffè Mulassano con il proposito di gestire un locale tutto loro. Entrambi rientrano in Italia dagli Stati Uniti dove Angela a Detroit, giovanissima, sposa Onorino che con i fratelli-cognati gestisce ristoranti e locali notturni scoprendo un mondo nuovo: attraversa spesso la frontiera dal Michigan al Canada per rifornirsi di liquore di contrabbando per i suoi ristoranti e non sfugge alle attenzioni della mafia italoamericana, che minaccia di rapirle un figlio.
In Italia, Angela intende dare nuovo vigore all’ottocentesco locale con moderne proposte da accompagnare all'aperitivo e, con una macchina per tostare il pane portata dagli States, arrivano a Torino i primi toast. Torino è uno dei vertici del Triangolo Industriale italiano e capitale dell’automobile dove Giovanni Agnelli (1866 – 1945) per il lancio della Fiat Tipo 4 indice un concorso per la creazione di un nuovo cioccolatino che il pasticcere di Bologna Aldo Majani vince con un cremino a forma cubica formato da quattro strati e non da tre tradizionali. Fin dall’inizio del Novecento, Torino è capitale della moda, le grandi Esposizioni stimolano la competizione e gli Anni Venti a Torino l’arte non è in un periodo di rivoluzione gridata ma un momento in cui la novità della creazione passa per l’illuminazione delle piccole cose, quotidiane, famigliari. È in questo ambiente culturale che Angela con il marito Onorino nel caffè Mulassano frequentato da giovani creano il tramezzino, come una targa commemorativa recita “In questo locale nel 1926 la signora Angela Demichelis Nebiolo inventò il tramezzino”.
Diversamente da tutti gli altri panini che lo precedono il tramezzino è l’espressione di una progettazione del cibo, oggigiorno divenuta Food design. Questo recente termine racchiude il processo di studi progettuali e ricerche che portano alla nascita di nuovi prodotti legati al cibo e dove la progettazione nasce dalla considerazione del cibo come oggetto di design e gli ingredienti che lo compongono sono visti come materiali, mirando a generare oggetti nuovi. Tre sono gli elementi del Food design del tramezzino: il tipo di pane morbido e senza crosta, la novità della forma triangolare, la specifica nuova denominazione anche perché nel luglio del 1923 il Fascismo ha emesso un provvedimento che elimina ogni parola straniera dalla parlata italiana. Qui, non sappiamo in che modo, interviene Gabriele D’Annunzio (1863 1938) che propone il nome di tramezzino.
Diverse sono le versioni sull’origine del termine. La prima sostiene che la forma a triangolo delle fette di pane ricorda a D’Annunzio i tramezzi di legno della casa in Abruzzo. La seconda che il nome nasce dal fatto che il tramezzino è un piccolo intermezzo per spezzare la fame tra la colazione e il pranzo. La terza è che la parte migliore del cibo è in mezzo tra le due fette di pane e per questo altri per sostituire il termine di sandwich hanno proposto il termine un poco difficoltoso “tra i due”. Un fatto è però certo, che Gabriele D’Annunzio si è fatto pagare per questo nome. Non lo sappiamo da documenti e tanto meno da lui o dalla signora, certe cose non si dicono in pubblico, ma lo sappiamo perché molti sono i nomi inventati da D’Annunzio per alimenti o come testimonial per il liquore Aurum, l’Amaretto di Saronno, l’Amaro Montenegro o ditte quali Saiwa e Rinascente e tanti altri prodotti. In ogni caso D’Annunzio ci ha messo del suo ma si è sempre fatto profumatamente pagare.
Usato come momento a metà strada tra la colazione e il pranzo, consumato come spuntino o merenda, il tramezzino nasce come piccolo tea sandwich da consumare in un paio di bocconi all'ora del tè, poi si diffonde a Venezia dove con gli aperitivi mattutini e pomeridiani si propaga nei bar con il nome el tramesin e da qui nel Veneto. Nel luglio 1936 il giornale “La Cucina Italiana” ufficializza il tramezzino scrivendone la prima ricetta. Negli anni il tramezzino guadagna popolarità diventando un classico della cucina italiana, spesso consumato in occasioni sociali, come aperitivi o festeggiamenti, oltre a essere un'opzione comoda per molte altre diverse occasioni e odiernamente sta vivendo una evoluzione con nuove tendenze che riflettono l'attenzione crescente verso ingredienti freschi, salutari e creativi. I tramezzini vegetariani e vegani stanno guadagnando terreno, c'è una crescente attenzione verso la sostenibilità, i tramezzini fusion combinano ingredienti e sapori di diverse cucine del mondo iniziando a divenire popolari. Con l'aumento delle intolleranze alimentari e della domanda di scelte più sane vi sono locali che offrono opzioni di tramezzini senza glutine, a basso contenuto calorico e ricchi di proteine. Iniziano anche a comparire tramezzini non solo salati ma dolci. Infine l’estetica è importante e anche i tramezzini sono presentati in modi creativi utilizzando colori e impiattamenti per attrarre visivamente i clienti.
Un fatto è però certo, che il tramezzino inventato a Torino un secolo fa da Angela Demichelis con il marito Onorino Nebiolo è il primo anticipatore italiano dell’attuale Food Design.