Un Testo unico in materia forestale: perché è importante e urgente la sua approvazione

  • 28 February 2018
E’ in fase di approvazione da parte del Consiglio dei Ministri il Testo Unico di legge in materia di foreste e filiere forestali. Nei mesi passati l’Accademia dei Georgofili si è impegnata, nella sua tradizionale funzione di alta istituzione scientifica orientata al confronto tecnico e all’elaborazione di buone politiche in campo agricolo-forestale, per discutere, perfezionare e indirizzare i contenuti del Testo Unico. Questo ruolo ha avuto il suo culmine nell’organizzazione del workshop “GESTIRE IL BOSCO: UNA RESPONSABILITA’ SOCIALE” organizzato a Roma il 25 ottobre del 2017 dove il mondo forestale si è confrontato con gli eletti nel Parlamento per discutere i contenuti del Testo Unico.
Dopo un paziente, ampio e trasparente lavoro di mediazione condotto per mesi sulla nuova normativa, in queste ultime settimane, all’approssimarsi della sua definitiva approvazione, sono emerse delle obiezioni estremamente critiche e francamente poco obiettive. In risposta a tali critiche è stato predisposto l’appello che viene pubblicato nel seguito, appello che l’Accademia sostiene sia nello stile della comunicazione, che nei contenuti.

Giampiero Maracchi



L'appello è stato sottoscritto dal modo universitario, della ricerca non accademica, associazioni della società civile e rappresentanze di settore.
Qui l'elenco completo delle adesioni: scarica in PDF
Per aderire: accademia@georgofili.it


Nelle ultime settimane sono state rese pubbliche delle valutazioni critiche sul Testo unico in materia di foreste e filiere forestali, attualmente in fase di approvazione finale da parte del Consiglio dei Ministri prima di essere sottoposto alla firma definitiva del Presidente della Repubblica. Vogliamo chiarire la nostra posizione su questa norma, sia per quello che riguarda il metodo che il merito.
Il metodo. Il Testo unico è frutto di un lavoro di confronto e partecipazione pubblica durato 4 anni e riprende in gran parte un testo licenziato nel luglio 2015 dal Tavolo di settore “Foresta e legno” del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Ministero che negli ultimi anni ha finalmente cercato di dare corpo a quel mandato di coordinamento delle politiche forestali che è nella sua stessa denominazione, anche alla luce delle profonde revisione degli assetti istituzionali del Paese nelle funzioni e competenze forestali (soppressione delle Comunità montane, assorbimento del Corpo Forestale dello Stato nell’Arma dei Carabinieri, riorganizzazione dei ruoli, eliminazione di servizi e riassegnazione delle funzioni di gestione, controllo e vigilanza del territorio). In attuazione della Legge delega n.154 del 2016, si è data prosecuzione al processo di revisione e armonizzazione della normativa nazionale già vigente in materia forestale (D.lgs.227 del 2001 recante "Orientamento e modernizzazione del settore forestale, a norma dell'articolo 7 della legge 5 marzo 2001, n. 57) in coerenza con la strategia nazionale definita dal Programma quadro per il settore forestale (comma 1082 dell’art. 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296), la normativa europea e gli impegni assunti in sede comunitaria e internazionale (Forest Europe). La proposta di riforma, dopo il suo lancio al Forum Nazionale delle Foreste organizzato nel novembre 2016 a Roma (www.reterurale.it/foreste), è andata incontro ad una serie di dibattiti pubblici, organizzati in diverse località del paese (Cuneo, Trento, Padova, Amatrice, Potenza, Foggia), ed è stata oggetto di diverse discussione in ambito tecnico-scientifico e in varie sedi congressuali. Contemporaneamente il testo è stato in profondità discusso e “concertato” con il Ministero dell’Ambiente, dei Beni culturali e dell’Economia e inviato al Consiglio dei Ministri per una prima lettura e per procedere all’avvio delle consultazioni istituzionali richieste dalla Legge delega. È stato, quindi, presentato alla Conferenza unificata Stato-Regioni, dove è stato approvato con modifiche vincolanti, in Consiglio di Stato che ha espresso un parere estremamente positivo e alle Commissioni competenti di Camera e Senato. Queste ultime hanno richiesto e ottenuti pareri e osservazioni dalle principali organizzazioni della società civile e del mondo scientifico che hanno espresso un generale apprezzamento accompagnato, in alcuni casi, da proposte migliorative, osservazioni e richieste di cui, su mandato politico delle Commissioni e nei limiti di competenza definiti dalla Delega, si è tenuto conto nella versione successiva e consolidata del documento.
Non si ricorda nella storia del settore forestale italiano una esperienza così ampia e partecipata di elaborazione di un testo normativo. Questo è un segnale positivo e importante, che si accompagna alla parallela scelta di istituire una Direzione Foreste presso il Ministero per dare dignità e capacità operativa alle autorità centrali dello Stato in un settore che riteniamo strategico per lo sviluppo del paese. Per questo sembrano strane le critiche fatte in questi giorni al decreto, critiche che spesso non entrano nel merito degli articoli della norma, esulano dalla competenza del mandato di delega e sono caratterizzate da toni ultimativi e drammatizzanti.  
Il merito. Giustamente la rivista tecnica Sherwood, riservandosi di commentare i contenuti della norma con maggior dettaglio nel futuro, ha evidenziato quello che il decreto non comporterà:
•    non eliminerà alcuna legge di tutela ambientale vigente;
•    non eliminerà alcuna area protetta, di nessun tipo;
•    non eliminerà la richiesta di autorizzazione ai fini paesaggistici, là dove è richiesta oggi;
•    non eliminerà l’autorizzazione ai fini del vincolo idrogeologico;
•    non toglierà la potestà alle Regioni e alle Province Autonome in materia di foreste, pertanto rimarranno in vigore tutte le leggi, i regolamenti e le prescrizioni di tutela attuali;
•    non prevede alcun esproprio delle proprietà.
In calce a questa dichiarazione si entra nel merito delle principali critiche fatte alla norma. Il Testo unico, che si ricorda essere un testo di indirizzo nazionale per una materia di competenza concorrente tra Regioni e Stato, ha evidentemente dei limiti, in primis legati al fatto che – come esplicitamente previsto nella delega al Governo – non viene attivato alcun impegno finanziario per lo Stato. Sarebbe, tuttavia, assurdo e incomprensibile non approvare una norma specificatamente rivolta alla valorizzazione della selvicoltura quale elemento fondamentale per lo sviluppo socio-economico e per la salvaguardia ambientale del territorio della Repubblica italiana, e sulla quale si è fatto un eccezionale investimento di energie intellettuali e di capacità di negoziazione, motivato e razionalmente basato sulla esclusiva finalità di migliorare le condizioni delle risorse forestali nazionali e delle aree, soprattutto interne e montane, che le interessano. Si approvi, quindi, il Testo unico e, anche nell’elaborazione dei Decreti attuativi, si continui quell’esperienza di dialogo e di leale collaborazione tra istituzioni, società civile e cittadini che si è avviata in questi anni.


Una risposta nel merito alle principali osservazioni critiche al Testo Unico (scarica PDF)