Robot e luce ultravioletta come contrasto alle muffe

  • 17 June 2020

I ricercatori della Cornell AgriTech di Geneva, nello Stato di New York, hanno collaborato con la norvegese SAGA Robotics, per sviluppare le prime unità robotiche commerciali, mentre quest'anno arriveranno sul mercato i robot mobili autonomi.
Questa primavera, i ricercatori stanno impiegando due di questi robot per condurre delle prove in campo sulle uve Chardonnay, in due siti: i vigneti di ricerca della Cornell AgriTech a Geneva e la Anthony Road Wine Co. a Penn Yan, New York.
Gli studi della Cornell sull'uso della luce UV per eliminare la peronospora della vite risalgono al 1991, mentre gli studi in collaborazione con l'Università della Florida hanno controllato con successo la peronospora nelle fragole, attraverso delle prove sul campo effettuate negli ultimi quattro anni.
Gli ultimi test sull'uva da tavola hanno dimostrato non solo la possibilità di tenere sotto controllo la peronospora, ma anche l'oidio.
La tecnica della luce ultravioletta è una svolta contro l'oidio e la peronospora che, nell'arco di una sola stagione, possono diventare resistenti agli spray chimici antifungini, costando centinaia di milioni di dollari alle aziende che sviluppano principi attivi.
"Ovunque vengano coltivate le uve da tavola, i coltivatori devono preoccuparsi dell'oidio", ha dichiarato Lance Cadle-Davidson, Ph.D., patologo di un impianto di ricerca presso l'Unità di ricerca sulla genetica dell'uva da tavola presso il Servizio di ricerca agricola del Dipartimento dell'agricoltura degli Stati Uniti a Geneva, e partner del progetto.
Il robot a luce UV di nome Thorvald, è utilizzato per applicare di notte il trattamento sulle viti in un campo di ricerca della Cornell AgriTech. "Il classico viticoltore spruzza fungicidi chimici per la gestione della peronospora, tra le 10 e le 15 volte all'anno", ha dichiarato Cadle-Davidson, che è anche professore aggiunto presso il Dipartimento di patologia vegetale della Cornell.
I funghi parassiti si sono evoluti insieme alle piante da milioni di anni, e spesso sviluppano resistenza ai trattamenti chimici. Ma la loro evoluzione ha anche sviluppato un punto debole: l’adattamento ai cicli naturali della luce.
La luce UV danneggia il DNA, sebbene molti organismi abbiano sviluppato difese biochimiche contro questi danni derivanti dalla componente blu presente nella luce solare.
"Ciò che ci consente di utilizzare i raggi UV per controllare questi patogeni delle piante, è che l’applichiamo di notte", ha detto Gadoury. "Di notte, i patogeni non ricevono luce blu e il loro meccanismo di riparazione non funziona".
Cadle-Davidson sta inoltre sviluppando, in collaborazione con scienziati della Carnegie Mellon University, una tecnologia visiva per il rilevamento e la quantificazione della muffa sulle foglie della vite.
"Siamo ora alla versione 1.0 di questo trattamento con robot, che applica la stessa dose di luce UV su ogni vite, indipendentemente dal fatto che sia malata o sana", ha detto Cadle-Davidson. "Il nostro obiettivo a lungo termine è quello di abbinare tali approcci di rilevamento e trattamento in tutto il vigneto, in modo automatizzato".

Da Freshplaza.it, 11/6/2020