Risicoltura italiana, il punto sulla ricerca

  • 29 September 2021

Con 234 mila ettari di superficie investita, pari al 52% dell’intera superficie comunitaria destinata alla coltivazione del riso (di cui 16 mila ettari, il 7% del totale nazionale coltivati in biologico) una produzione di oltre 1,5 milioni di tonnellate, cioè il 54% della produzione comunitaria, l’Italia si conferma leader del settore in ambito europeo e mondiale (elaborazione CREA su dati ISTAT, 2016).
Si tratta quindi di mantenere e rafforzare l’eccellenza di questo simbolo del made in Italy, vincendo – grazie alla ricerca – le sfide della sostenibilità e della resilienza al cambiamento climatico, tutelando al tempo stesso l’agroecosistema risaia.
La ricerca  del CREA sta studiando soluzioni innovative per contenere gli input chimici e tutelare acqua, suolo e biodiversità: come la semina in asciutta a file interrate, che favorisce un significativo risparmio di acqua, soprattutto se accompagnata da una gestione agronomica oculata, ad esempio della fertilizzazione. Anche il miglioramento genetico rappresenta una alternativa valida per aumentare le rese e ridurre gli input di fertilizzanti ed agrochimici, mediante l’introduzione di resistenze genetiche legate ad aspetti fitosanitari, amplificati e favoriti dal cambiamento climatico. Inoltre, può contenere le infestanti e le malerbe, migliorando l’architettura e la crescita della pianta, soprattutto se coadiuvato da soluzioni di agricoltura di precisione e di controllo meccanico, complementare a quello con erbicidi.
Anche il biologico richiede varietà geneticamente resistenti, ben adattabili e in grado di competere con le malerbe, oltre ad una gestione agronomica precisa ed innovativa per facilitare la produttività in assenza di input agrochimici. Rotazioni adeguate e cover crop sono la risposta per contenere le infestanti, mezzi tecnici innovativi nel campo della fertilizzazione organica e dei biostimolanti per contenere le problematiche fitosanitarie.
I ricercatori stanno studiando strumenti di breeding innovativi quali le TEA, Tecnologie di Evoluzione Assistita e soluzioni digitali per la gestione agronomica della risaia. Da evidenziare, infine, le ricerche finalizzate all’incremento di conoscenze sui prodotti bio-based e all’interazione del riso con microrganismi utili, per una loro applicazione nell’agroecosistema risaia.

Da Agricultura.it, 20/9/2021