Le Angiosperme attirano gli insetti e altri pronubi con i vistosi e profumati fiori offrendo loro nettare e polline, ovvero frutti e semi commestibili; a loro vota i pronubi trasferiscono il polline che aderisce al loro corpo, su altri fiori della stessa specie assicurandone l’impollinazione o ne disperdono i semi. Tale simbiosi mutualistica è utile sia alle piante che agli animali. Non sempre i suddetti rapporti possono essere considerati leali e vantaggiosi per entrambi i simbionti. Alcuni insetti per raggiungere i nettari, posti in profondità, introducono nel fiore solo la ligula, o forano dall’esterno la corolla trascurando il polline. Di contro alcune piante attirano gli insetti dai quali ottengono importanti servigi dando in cambio effimere illusioni di carattere sessuale o alimentare. Emblematici sono i casi di alcune Orchidee e Restionacee il cui comportamento viene genericamente indicato come ingannevole, poiché, procura loro un vantaggio sfruttando la vulnerabilità dei simbionti senza dare nulla in cambio.
I fiori dell’Orchidea Ophrys insectifera non producono nettare e attirano i maschi dell’Imenottero Bombilide Argogorytes mistaceus rilasciando un odore simile al feromone sessuale delle femmine cui somigliano. Il maschio posandosi sul labello del fiore dalle dimensioni simili a quelle della femmina della propria specie, esegue i movimenti di corteggiamento e di accoppiamento (pseudocopulazione), durante i quali sul suo corpo restano attaccati i sacchi pollinici che traferirà sullo stigma del fiore successivamente visitato sempre illudendosi di accoppiarsi.
Le Restionacee sudafricane Ceratocaryum argenteum, e Ceratocaryum pulchrum hanno gli steli verdi fotosintetizzanti e le foglie atrofizzate. Dalle infiorscenze femminili, simili a spighe di grano, si originano i semi sferoidali simili a noci di colore marroncino lunghe del diametro di circa 1 cm, e dall’odore per noi disgustoso dovuto alle stesse sostanze che sono presenti in minore concentrazione, nelle feci delle antilopi Damaliscus pygargus, nota come Damalisco dalla fronte bianca e dell’Antilope alce Taurotragus oryx, (Pallas 1866) che gli Scarabeidi stercorari dei generi Epirinus e Scarabaeus utilizzano sia come scorta alimentare che per deporre le uova e assicurare alle larve il pabulum necessario per completare lo sviluppo. Gli adulti degli Scarabeidi, ingannati dall’odore e dalla forma, trascinano i semi in un luogo adatto dove li interrano assicurandone il germogliamento.
Foto: Maschio di Argogorytes mistaceus su fiore di Ophrys insectfera