Dialoghi sulle biotecnologie: “Il contributo delle Tecnologie di Evoluzione Assistita per il miglioramento genetico di caratteri qualitativi della patata”

Dialogo con Vincenzo D’Amelia, professore di genetica agraria, Università degli Studi di Napoli Federico II

Luigi Frusciante e Vincenzo D’Amelia 17 September 2025

Frusciante: La patata è la principale coltura alimentare non cerealicola al mondo. La sua storia di domesticazione risale a oltre undicimila anni fa sugli altopiani andini del Sud America. Durante questo lungo processo, sono state selezionate diverse specie di patate, principalmente diploidi, adattate a condizioni diurne brevi e a latitudini vicine all’equatore. Tra queste, Solanum tuberosum, una specie poliploide polisomica, è l'unica che si è diffusa in aree situate lontano dalla fascia equatoriale.

D'Amelia: Il successo di S. tuberosum si deve soprattutto alla sua straordinaria adattabilità a climi diversi, probabilmente legata all’elevata variabilità genetica degli ecotipi diploidi da cui ha avuto origine. Prima della comparsa dei gameti non ridotti, che portarono alla formazione del gruppo tetraploide Andigena e poi del Chilotanum, la specie aveva già accumulato tratti adattativi importanti. Evidenze genetiche recenti indicano un’unica domesticazione nelle Ande peruviane, seguita da incroci con specie selvatiche durante la diffusione verso sud. In Cile e Argentina, la patata acquisì l’adattamento al fotoperiodo lungo, decisivo per la tuberizzazione in latitudini elevate e per il suo successo in Europa e Nord America.
Sembrerebbe che il tubero sia arrivato sulle coste spagnole nel XVI secolo, adottato inizialmente come alimento di riserva per le lunghe traversate oceaniche. Introdotto nella valle del Po trovò un punto di partenza per diffondersi lungo “Strada Spagnola” — il corridoio militare che collegava le province spagnole dell’Italia settentrionale ai Paesi Bassi. Seguendo questo percorso, la patata mise radici nei villaggi dell’Europa centro-settentrionale, dove si rivelò una risorsa preziosa: lasciata sottoterra, sfuggiva alle razzie durante i conflitti e garantiva sopravvivenza anche nei periodi di carestia.
La patata ha sostenuto la crescita demografica ed è stata protagonista di eventi epocali, come la diaspora irlandese dovuta alla devastazione dei raccolti provocata dagli attacchi di peronospora. Così, da alimento fondamentale dell’impero Inca, la patata è diventata un motore di trasformazioni sociali ed economiche profonde tra Europa e Americhe.
Oggi la produzione globale si basa quasi esclusivamente su varietà autotetraploidi, propagate tramite tuberi-seme, caratterizzate da elevata eterozigosità ma anche da una limitata diversità genetica, frutto della selezione di pochi genotipi sviluppati nel XIX secolo.

Vai all'articolo


Etica animale

Agustín Blasco 17 September 2025

Il problema
In questo articolo, affronteremo un aspetto dell'etica umana, quello che riguarda i nostri obblighi nei confronti degli animali.
Alla radice del problema dei nostri rapporti con gli animali c'è il problema della coscienza. In che misura un animale è consapevole di sé? Un animale sa di essere nato e di dover morire?
Le risposte a queste domande sono importanti per le conseguenze che ne derivano. Ad esempio, se un animale non è effettivamente consapevole del suo futuro, non ha aspettative e non ha un progetto di vita nello stesso senso in cui potrebbe averlo un essere umano; quindi, tenerlo rinchiuso non è grave quanto rinchiudere un essere umano e, d'altra parte, togliergli la vita non è nulla di grave (quest'ultimo punto è sostenuto anche da attivisti per i diritti degli animali come Peter Singer). D'altra parte, se consideriamo che le differenze sono solo di grado, esistono anche differenze di grado all'interno degli esseri umani: alcune persone con disabilità intellettive potrebbero, in alcuni casi, essere meno intelligenti di certe scimmie superiori, o meno dotate di alcune delle caratteristiche che ci rendono umani.

Utilitarismo
Il filosofo Peter Singer, professore alla Princeton University, ha applicato la teoria utilitaristica agli animali. Gli utilitaristi sostengono che ciò che dovremmo o non dovremmo fare dipende dalle conseguenze delle nostre azioni. L'obiettivo delle nostre azioni dovrebbe essere massimizzare il piacere e minimizzare la sofferenza; ma soffrono gli animali? Soffrono gli insetti? Soffrono le aragoste quando vengono cucinate vive? Soffrono i tori nell'arena? Soffrono gli scimpanzé quando vengono sottoposti a esperimenti? Le risposte a molte di queste domande devono essere fornite dalla scienza, non dalla mera riflessione. Esperimenti ben condotti possono far luce sui metaboliti prodotti durante la sofferenza, sulle reazioni neurologiche, ecc. Esiste un'evidente gradazione dai molluschi ai mammiferi, con la sofferenza di questi ultimi più sviluppata e simile alla nostra. Molti animali vengono utilizzati per condurre esperimenti sul dolore umano; se non fossero correlati, questi esperimenti sarebbero inutili. L'etica utilitaristica ne tiene conto e non considera la quantità di sofferenza la stessa in tutti i casi.
La teoria è difficile da applicare, poiché non spiega bene come risolvere il conflitto di interessi, oltre a presentare evidenti problemi con le unità di misura del piacere e della sofferenza. Ad esempio, un toro allevato allo stato brado per quattro anni soffrirà per quindici minuti in una corrida e combatterà senza sapere che morirà: il toro non ha mai partecipato a una corrida prima. Quei quattro anni di libertà e di ben nutrimento non valgono forse i quindici minuti di lotta nella corrida?
Evitare la sofferenza e migliorare il benessere degli animali da cui beneficiamo è considerato parte dei nostri doveri nei loro confronti. L'utilitarismo non promuove il vegetarianismo, né cerca di porre fine alla sperimentazione animale, ma cerca di limitare le pratiche dolorose sugli animali.

Vai all'articolo


Vai al notiziario




Prossimi eventi

Dal 18 September 2025 al 18 December 2025

"Bosco, Albero, Uomo" - Mostra fotografica







Dal 02 February 2026 al 04 February 2026

3rd International Crop Modelling Symposium (iCROPM2026)


Vedi tutti gli eventi


Biodiversità e terroir del luppolo in Italia: dalle popolazioni spontanee alle nuove prospettive di filiera

Andrea Fabbri e Tommaso Ganino 17 September 2025

Negli ultimi anni, il crescente interesse per la birra artigianale ha alimentato in Italia un rinnovato fermento attorno alla coltivazione del luppolo (Humulus lupulus L.), pianta storicamente diffusa in forma spontanea lungo tutto il territorio nazionale ma mai valorizzata, fino a tempi recenti, come coltura specializzata.


Vai all'articolo


L’Ente Nazionale per la Cellulosa e per la Carta (ENCC): direttrici di sviluppo di un gruppo d’impresa di Stato nel contesto agro-industriale italiano (1935–1995)

Gaetano Locci 17 September 2025

L’Ente Nazionale per la Cellulosa e per la Carta (ENCC), istituito nel 1935, rappresenta uno dei più significativi esempi di gruppo d’impresa pubblica nel panorama agro-industriale italiano del XX secolo. Questo articolo analizza le direttrici evolutive dell’ENCC, la sua trasformazione in gruppo d’impresa e il ruolo strategico delle sue società controllate (SAF, SIVA, RESS e Nuramare) nello sviluppo agricolo, forestale e cartario nazionale. 

Vai all'articolo