Uno Scarabeide Cetoniino visitatore dei fiori

di Santi Longo
  • 19 April 2023

Il Crisantemo campestre, Glebionis segetum, è una pianta annua originaria del Mediterraneo orientale, attualmente diffusa nell’Europa occidentale e settentrionale, in Cina e in alcune zone del Nord America. Nell’Italia meridionale è comune nei campi, nei vigneti, negli oliveti, nei frutteti e negli agrumeti, nonché negli incolti e negli ambienti ruderali e urbani, dal livello del mare fino ai 900 m.
A fine inverno le sue vistose fioriture attirano numerosi insetti antofili soprattutto Coleotteri Scarabeidi, Imenotteri Apoidei e Vespoidei, nonché Ditteri Sirfidi e Muscidi; quest’ultimi sono le prede preferite dai Ragni della famiglia Thomisidae del genere Synema, di piccole dimensioni, che tendono l’agguato nascosti sotto i petali fiorali.
Nelle aree incolte di Catania e di altri centri urbani meridionali i più attivi visitatori diurni dei fiori sono gli adulti dello Scarabeide Cetoniino Oxythyrea funesta Poda, che sono ottimi volatori in grado di compiere rapidi cambi di direzione durante il volo. A partire dalla metà di marzo, dal mattino, al tramonto, si soffermano sulle corolle di numerose piante con fiori bianchi o gialli sui quali, grazie alle lunghe zampe dotate di tibie dentate e di tarsi con unghie robuste, si aggrappano saldamente. L’abbondante polline di G. segetum, del quale si alimentano, in parte resta impigliato fra i peli del loro corpo e in tal modo, quando si trasferiscono su un altro fiore, effettuano l’impollinazione incrociata. A partire dalla fine dello stesso mese le femmine, mentre si alimentano sui fiori, vengono raggiunte dai maschi che, dopo un breve corteggiamento, le inseminano. Considerato che le dimensioni degli adulti si aggirano intorno ai 10 mm, i piccoli ragni predatori, se presenti, restano nascosti sotto i petali in attesa di prede abbordabili. Negli agrumeti gli adulti di O. funesta, spesso insieme agli altri Cetoniini floricoli Tropinota hirta Podi e Tropinota squalida Scop, della sotto tribù Cetoniina, visitano i fiori per alimentarsi del polline e del nettare, provocando con le zampe microlesioni al pistillo che sui frutti maturi, soprattutto di arancio e mandarino, si manifestano sotto forma di cicatrici di varia forma che, se numerose, deprezzano le produzioni. Molti agrumicoltori ritengono che siano le api le responsabili di tali alterazioni e chiamano “allapati“ i frutti colpiti.
A partire dalla prima decade di aprile, e circa 15 giorni dopo l’accoppiamento, le femmine fecondate di O. funesta, al pari di quelle delle Tropinote, si trasferiscono nei suoli ricchi di sostanze organiche dove, alla profondità di circa 2-3 cm, depongono le uova in ordine sparso. Le uova schiudono dopo circa 7 giorni; le larve sono di tipo melolontoide, dalla tipica forma a C, con il capo sclerificato dotato di due robuste mandibole. Anche le zampe sono robuste e consentono lo spostamento fra i detriti organici dei quali si alimentano fino a una profondità di circa 10 cm, concorrendo in tal modo ai processi di umificazione. Di norma completano lo sviluppo in due anni; la larva matura, lunga circa 2 cm, costruisce nel suolo una camera pupale terrosa, entro la quale si trasforma in pupa e successivamente, durante l’autunno, in adulto. Quest’ultimo rimane nel terreno da dove fuoriesce non appena sono presenti i primi fiori primaverili.
Nelle zone in cui si verificano elevate presenze di adulti, si consiglia di proteggere i fiori delle piante coltivate, soprattutto garofani e rose, con cappucci di tessuto non tessuto, e di coltivare piante esca a fioritura precoce (crucifere, senape, rape) per attrarre e catturare gli adulti. 

Foto: Adulti di Oxythyrea funesta in fase di corteggiamento su fiore di Glebionis segetum; a destra, sotto un petalo, è nascosto un ragno predatore del genere Synema.