Tempi difficili per la ricerca in agricoltura (anche in USA)

di Amedeo Alpi
  • 09 May 2012
Uno specifico comitato del Senato americano ha proposto di costituire una Fondazione con lo scopo di attivare fondi da destinare alla ricerca in agricoltura. A prima vista sembrerebbe che la politica degli USA sia molto sensibile alle necessità del comparto agricolo; in realtà il "Farm Bill" che, come sappiamo, è il massimo dispositivo legislativo che norma anche i contributi per l'intera attività agricola della Federazione, prevede tagli abbastanza pesanti; infatti l'ultimo Farm Bill, approvato nel 2008, prevedeva, per la durata di un quinquennio, di assegnare 348 milioni di dollari per la ricerca, ma, nella nuova legislatura subirà una riduzione a 200 milioni.
La decisione  si accompagna ad una serie di provvedimenti restrittivi per l'agricoltura come, ad esempio, la riduzione dei sostegni diretti agli agricoltori che è stata attuata mediante tagli rilevanti. Purtroppo, anche per gli USA,  provvedimenti sfavorevoli al comparto agricolo non sono una novità ma sono accolti con un certo disappunto da tutti coloro che hanno a cuore l'agricoltura e che la considerano centrale per lo sviluppo ordinato della società. Così, prendendo l'esempio da quanto è stato fatto nell'ambito della ricerca biomedica, i sostenitori e patrocinatori dell'agricoltura  hanno pensato di muoversi, nell'ambito del Senato americano, sia  organizzando una Fondazione "nonprofit" con l'obiettivo di raccogliere ingenti risorse finanziarie, sia  autorizzando, nel contempo, lo USDA (il corrispondente americano del nostro Ministero delle Politiche Agricole) ad accogliere i finanziamenti dalla Fondazione. La giustificazione per tale iniziativa è stata data, in modo tanto semplice quanto autorevole, dal noto biologo vegetale Dott. Roger Beachy della Washington University di St. Louis, con le seguenti parole: "Abbiamo bisogno di trovare qualsiasi via per stimolare investimenti nell'agroalimentare americano e la creazione della Fondazione è un importante aiuto nella direzione voluta".
Ovviamente il modello al quale si ispirano è la famosa Fondazione degli Istituti Nazionali per la Salute (NIH) che, per gli ultimi 15 anni è riuscita a raccogliere 560 milioni di dollari. Il Senato americano vorrebbe innescare la partenza della "Fondazione per la ricerca alimentare ed agricola" (questo è il nome dato alla nuova organizzazione) con un finanziamento pubblico di 100 milioni di dollari in modo da attirare e incoraggiare altri donatori. Thomas Van Arsdall, direttore della Unione Nazionale per la Ricerca Alimentare ed Agricola ha così commentato l'evento "E' importante che le finanze federali rappresentino la miccia per far partire la nuova impresa".
Evidentemente gli americani capiscono e condividono la necessità di sacrifici di budget per il loro governo federale, ma ritengono che all'agricoltura si debbano dare comunque attenzioni particolari.
Ovviamente i contesti italiano ed americano sono diversi e non è affatto detto che ciò che viene organizzato in USA  abbia lo stesso successo  in Italia, ma certamente questa iniziativa  ci offre lo spunto per una ulteriore meditazione non solo sul ruolo dell'agricoltura nella società evolute, ma anche sull'indispensabile contributo della ricerca scientifico-agraria.
La notizia riportata e commentata nella presente nota è apparsa su Science Insider del 24 Aprile u.s. a firma di Erik Stokstad. E' interessante osservare che la rivista Science, che ospita regolarmente articoli scientifici di grande rilevanza, ha organizzato recentemente due sezioni per commentare quotidianamente le notizie scientifiche più importanti (ScienceNOW) e le notizie concernenti la politica della ricerca (ScienceInsider).

Foto: un laboratorio presso il LINV (Laboratorio Internazionale Neurobiologia Vegetale), diretto da Stefano Mancuso