Sì agli antibiotici nelle stalle

  • 06 October 2021

Si voleva togliere il diritto agli animali di essere curati con gli antibiotici. Una visione miope e antiscientifica della lotta all'antibiotico resistenza della quale le terapie veterinarie non sono certamente le uniche responsabili. Anzi. Condannando così gli animali ammalati a morire in sofferenza, a dispetto di tutte le parole spese sul benessere animale.
Questo sarebbe accaduto con l'approvazione della proposta dell'europarlamentare Martin Häusling, tesa a vietare l'uso degli antibiotici in medicina veterinaria.
Un pericolo che il Parlamento europeo è riuscito a scongiurare respingendo a larga maggioranza la mozione Häusling, che su un totale di 686 voti ha ricevuto 450 voti contrari.
Un risultato frutto della consapevolezza dimostrata dai parlamentari europei nei confronti dei temi legati all'allevamento e alla cura degli animali.
Una decisione sulla quale hanno certamente influito le petizioni sottoscritte dai medici veterinari e la levata di scudi del mondo degli allevatori.
A questo proposito il presidente di Anmvi, l'Associazione nazionale medici veterinari italiani, Marco Melosi, ha commentato il voto del Parlamento europeo dichiarando che i medici veterinari saranno in grado di dimostrare la bontà di un approccio regolatorio all'uso degli antibiotici, ma non proibitivo.
"Questo voto - ha aggiunto Melosi - dimostra che l'Europarlamento crede nella strategia per la lotta all'antimicrobico resistenza delineata dalla Commissione europea con il contributo delle evidenze scientifiche in medicina veterinaria".
Un percorso, va aggiunto, che si colloca perfettamente nello spirito One health, dove medicina dell'uomo e degli animali interagiscono per raggiungere obiettivi condivisi.
Soddisfazione per l'esito delle votazioni anche da parte degli allevatori.
Giusto riservare gli antibiotici di ultima generazione alla medicina umana, ma ben diverso è togliere strumenti fondamentali alla cura e al benessere degli animali, come la mozione presentata al Parlamento europeo intendeva fare.
Grazie alla mobilitazione di veterinari e allevatori, il pericolo è stato scongiurato. Ma sullo sfondo resta la preoccupazione per una visione pregiudiziale e antiscientifica nei riguardi del mondo agricolo e di quello dell'allevamento in particolare.
Restando sul tema dell'antibiotico resistenza, è il caso di ricordare che negli allevamenti l'impiego di antibiotici è in costante riduzione.
La conferma viene dall'Efsa, l'ente europeo per la sicurezza alimentare che ha verificato la caduta del consumo di antibiotici nelle stalle.
Preoccupante è invece l'elevato uso improprio delle terapie antibiotiche in campo umano, che avviene nel 25% dei casi, come denunciato da Aifa, l'agenzia italiana per il farmaco.
Non è solo sulle stalle, allora, che bisogna puntare l'attenzione per sconfiggere il problema dell'antibiotico resistenza.

da: Agronotizie, 21/9/2021


Commento di Mauro Antongiovanni
Ho letto l’articolo di Angelo Gamberini su “Agronotizie” del 21 settembre, dal titolo “Sì agli antibiotici nelle stalle” che riporta la notizia della bocciatura all’Europarlamento della mozione che intendeva vietare l’impiego di antibiotici per la cura degli animali in allevamento.
Si tratta di un passo avanti nei riguardi dell’uso selvaggio di antibiotici che si è fatto negli anni passati come “promotori di crescita”, uso selvaggio che ha contribuito alla diffusione della antibioticoresistenza batterica acquisita, insieme all’uso altrettanto selvaggio di antibiotici in terapia umana, troppo spesso prescritti solo a scopo “precauzionale”.
Giustamente i veterinari italiani e gli allevatori del nostro paese hanno espresso la loro soddisfazione apprendendo la notizia. Attenzione, adesso, ad evitare gli abusi.
Un commento sui numeri della votazione: se il 65% ha votato contro la mozione, vuol dire che il 35% si è astenuto o ha votato a favore, ritenendo che sia opportuno bandire gli antibiotici anche per la cura degli animali malati.