Accrescere il valore dei vini a denominazione di origine: avviato il percorso di innovazione organizzativa in Toscana

di Daniela Toccaceli
  • 08 March 2023

Il problema
Il problema della stabilità dei prezzi all’origine incide in modo significativo sulla capacità delle filiere dei vini a denominazione di origine (DO) di creare e redistribuire valore per remunerare ogni fase della filiera.
Tale problema, nella sua concreta manifestazione e ricerca di soluzioni, assume connotazioni specifiche. Il prodotto, profondamente legato al territorio, è altamente differenziato tra Denominazioni e all’interno di ciascuna. Ogni Denominazione ha una propria struttura di filiera e attraverso l’autoregolazione plasma la ricerca sempre più spinta dell’eccellenza e della remuneratività. Il mix ottimale di qualità, quantità e prezzi sembra essere frutto di una sapiente alchimia, ma il faro dell’innovazione tocca anche questo ambito.
Cooperando, i Consorzi toscani hanno avviato un percorso comune per le fasi iniziali.

Il progetto di innovazione MOVITO
Tra i molti tipi di innovazione, una delle tipologie meno eclatanti è quella dell’innovazione organizzativa. Proprio questa, invece, è stata al centro di un percorso che hanno condiviso i maggiori Consorzi di tutela dei Vini Toscani (Brunello di Montalcino, Chianti, Chianti Classico, Maremma, Morellino di Scansano, Nobile di Montepulciano e Vernaccia di San Gimignano) insieme a due aziende vitivinicole (Conte Guicciardini di Ferdinando Guicciardini e Fattoria dei Barbi di Stefano Cinelli Colombini) nell’ambito dei Gruppi Operativi (GO) del Partenariato Europeo per l’Innovazione (PEI), finanziati dalla Regione Toscana nel PSR 2014-2020 e concluso il 31 gennaio 2023. Sono stati coinvolti in fase di disseminazione anche tutti gli altri Consorzi toscani riuniti in AVITO, in origine promotore del progetto.
Si tratta del progetto MOVITO (monitoraggio sull’andamento di mercato e benchmarking di filiera dei vini toscani a DO) che è stato guidato dal Laboratorio GAIAINNOVA  del PIN-Polo universitario di Prato, cui afferiscono la responsabile del progetto e il coordinatore scientifico Alessandro Pacciani.

L’innovazione organizzativa per ricostruire la filiera informativa
L’intero progetto è imperniato su un concetto relativamente nuovo nel ragionamento economico sulle filiere: il valore e l’utilizzo delle informazioni.
Il concetto chiave è quello di filiera informativa. Ad ogni passaggio del processo produttivo, le imprese della filiera generano una grande mole di informazioni, finora trascurate, se non per il loro significato ai fini della tracciabilità del prodotto. Infatti gli Enti di certificazione e gli Enti Pubblici preposti ne sono i principali depositari limitatamente alle fasi produttive.  Se si considera anche la fase di commercializzazione, allora si è in grado di ricostruire l’intera filiera informativa. Qual è il suo significato e il suo utilizzo? Si tratta di uno strumento fondamentale per conoscere e governare la denominazione secondo il fine di accrescerne il valore.
Per ricostruire la filiera informativa, è stato intrapreso un percorso innovativo che è interamente basato sulla cooperazione tra le imprese e il loro Consorzio di tutela (innovazione organizzativa). Il ruolo del Consorzio come soggetto di governance della filiera è fondamentale per assicurare la costruzione del valore in collaborazione con le imprese. Da un lato le imprese cooperano per offrire informazioni al Consorzio, dall’altro il Consorzio si dota di nuovi strumenti per restituire reportistiche puntuali sull’andamento della denominazione dal punto di vista produttivo e commerciale. È ovviamente una base informativa fondamentale per sviluppare sia benchmarking aziendale, sia strategie di marketing e di sviluppo della denominazione.
In concreto, ricostruire la filiera informativa significa raccogliere e trattare una quantità crescente di dati e per questo i Consorzi si sono dotati di appropriati apparati informatici e di un sistema di business intelligence progettato ad hoc e dotarsi delle competenze per interpretarle e utilizzarle correttamente. 

L’innovazione istituzionale: potenziamento delle organizzazioni interprofessionali nel settore vino
In parallelo, si è sviluppata anche un’altra innovazione, questa volta di tipo istituzionale. Si tratta della incisiva rivisitazione che nel Regolamento UE 2117/2021 è stata condotta rispetto alle Organizzazioni Interprofessionali (OI) e alla particolare attenzione che il nuovo articolato dedica proprio al comparto dei vini a denominazione di origine e indicazione geografica. In sintesi le novità salienti:

  • Si è posto (di nuovo) lo strumento interprofessionale alla portata dei Consorzi di Tutela che possono essere riconosciuti come OI.
    Le OI devono essere riconosciute dallo Stato membro a livello nazionale, regionale o di circoscrizione economica. Nella nuova formulazione, in particolare ai fini dell’estensione delle regole (art 164) è stato introdotto il comma 2 che specifica in modo inequivocabile la nozione: “per “circoscrizione economica” si intende [...], per i prodotti a denominazione d'origine protetta o a indicazione geografica protetta riconosciuta dal diritto dell'Unione, la zona geografica specificata nel disciplinare”.
  • È centrale la finalità di perseguire l’equilibrio di mercato dotandosi degli strumenti informativi necessari.
    Agli stessi produttori è attribuito il compito di adottare tutti i comportamenti necessari per autoregolare l’offerta per adeguarla alla domanda e contrastare shock e conseguenti condizioni di incertezza, instabilità e perdite di valore.  Infatti, tra i molteplici obiettivi per cui può essere costituita la OI vi sono quelli legati alla conoscenza della filiera e dei mercati, alla regolazione contrattuale: “i) migliorare la conoscenza e la trasparenza della produzione e del mercato, anche mediante la pubblicazione di dati statistici aggregati sui costi di produzione, sui prezzi, corredati, se del caso, di relativi indici, sui volumi e sulla durata dei contratti precedentemente conclusi e mediante la realizzazione di analisi sui possibili sviluppi futuri del mercato a livello regionale, nazionale o internazionale;  ii) prevedere il potenziale di produzione e rilevare i prezzi pubblici di mercato;  iii) contribuire ad un migliore coordinamento delle modalità di immissione dei prodotti sul mercato, in particolare attraverso ricerche e studi di mercato; iv) esplorare potenziali mercati d'esportazione; v) redigere contratti tipo […].”
  • Regolazione dell'offerta di prodotti agricoli a denominazione di origine protetta o indicazione geografica protetta
    Secondo l’articolo 166 bis di nuova introduzione, quando almeno i due terzi dei produttori della denominazione hanno raggiunto un accordo preventivo, lo Stato Membro può stabilire norme vincolanti per la regolazione dell’offerta dei vini a DO che: sono intese ad adeguare l'offerta di tale prodotto alla domanda; non danneggiano il commercio di prodotti diversi da quelli interessati da tali norme; non consentono la fissazione di prezzi, nemmeno a titolo orientativo o di raccomandazione; non rendono indisponibile una percentuale eccessiva del prodotto interessato che altrimenti sarebbe disponibile; non rappresentano un ostacolo per l'accesso di nuovi operatori sul mercato né recano pregiudizio ai piccoli produttori; contribuiscono al mantenimento della qualità e allo sviluppo del prodotto.  Tali norme sono soggette all’obbligo di pubblicazione, controllo, notifica alla Commissione UE.
  • Orientamenti delle Organizzazioni Interprofessionali per la vendita di uve per i vini a denominazione di origine protetta o a indicazione geografica protetta
    È stato introdotto specificamente per il settore vitivinicolo l’articolo 172 ter che, in deroga al principio di concorrenza (art 101, paragrafo 1, TFUE), stabilisce una prerogativa per le OI del settore vitivinicolo cui è consentito di fornire indicatori di orientamento sui prezzi non vincolanti riguardo alla vendita di uve destinate alla produzione di vini a denominazione di origine protetta o a indicazione geografica protetta.

Conclusioni 
È del tutto evidente che l’OI è riproposta con i tratti di uno strumento potente, che per essere utilizzato sapientemente deve poggiare su una solida base di conoscenza, conoscenza che crea valore.
A questa necessità di organizzarsi per conoscere e valorizzare i dati della filiera ha iniziato a rispondere il progetto MOVITO accompagnando i Consorzi di tutela dei vini toscani in un percorso di innovazione che ha un orizzonte temporale di medio-lungo periodo.
L’innovazione organizzativa che serve a ricostruire la filiera informativa che hanno iniziato a introdurre i Consorzi Toscani si incontra costruttivamente con l’innovazione istituzionale decisa da Bruxelles. Per l’importanza loro riconosciuta, anche nella nuova PAC di imminente attuazione, le OI sono indicate tra i soggetti beneficiari e attuatori in diverse misure di sostegno alle filiere.