Tutelare la verità scientifica e la libertà della ricerca

  • 30 April 2014
Vista la sentenza del TAR del Lazio del 24 aprile u.s. che ha respinto il ricorso di un’azienda agricola contro il decreto del 12 luglio 2013, che vietava la coltivazione di mais OGM Mon810, e visto il plauso espresso a riguardo da alcune associazioni agricole, riteniamo opportuno riportare qui di seguito alcuni passaggi dell’articolo di Vincenzo Cappellini, pubblicato sull’Informatore Agrario n° 15 (17/23 aprile 2014). 
Il TAR deve applicare le norme di leggi prodotte dalla politica, che noi rispettiamo. Come cittadini ne sentiamo e vagliamo gli effetti e possiamo documentare e chiedere al mondo politico eventuali modifiche. Come ricercatori abbiamo però il dovere di chiedere subito il rispetto della verità scientifica e tutelarne la totale libertà, soprattutto quando vediamo che questa viene distorta a fini strumentali, quali che essi siano, fino al punto di applicare un inaccettabile nuovo oscurantismo, imposto con l'assurda e autolesionistica proibizione di proseguire le ricerche in un settore in cui l'intero pianeta progredisce, consapevole che esso sarà fondamentale per il futuro dell'umanità, senza i paventati e mai constatati rischi.
Dopo la giusta e pacata considerazione del prof. Amedeo Alpi (v. Georgofili INFO del 9 aprile 2014), si ritiene che sarebbe apprezzabile la più ampia partecipazione di ricercatori qualificati alla Giornata di Studio che si svolgerà il prossimo 12 giugno a Milano su: “Il costo della non scienza in agricoltura. Il rigetto delle colture transgeniche in Italia e in Europa”. L’evento è organizzato dalla Sezione Nord-Ovest dei Georgofili, per discutere a parità di livello scientifico sui danni biologici paventati, ma mai dimostrati, attribuiti a quegli OGM ormai ampiamente diffusi nelle coltivazioni mondiali.
Qualora questo invito non potesse essere accolto, perché non giunge tempestivamente o per qualsiasi altro motivo, i Georgofili saranno sempre disponibili e lieti di organizzare al più presto un altro incontro su questo specifico tema scientifico, accogliendo anche ogni suggerimento organizzativo da parte di biologi e genetisti di riconosciuto valore.

“L’anno scorso negli USA è stata raggiunta la produzione record mondiale di mais con ben 283,5 q/ha. La multinazionale che ha fornito il seme è stata la Pioneer con la varietà OGM P2088YHR. Quale imprenditore agricolo, che da tempo soffre i danni conseguenti alla paradossale situazione esistente in Italia, per cui possiamo importare mais e soia OGM, utilizzarli e mangiarli, mentre come agricoltori non possiamo coltivarli (vietato persino fare sperimentazione), ho voluto approfondire l’analisi dell’anomalia per verificare, nel concreto, quanti miliardi di euro perda oggi lo Stato italiano a causa di questo errato indirizzo. … I dati statistici (ISTAT, AGER, MiPAAF, Università di Milano) riportano che l’anno scorso la superficie investita in mais in Italia è stata di circa 917.500 ha e la produzione totale di circa 67 milioni di quintali, con una resta pari a 73,02 q/ha. Per procurarci il fabbisogno annuale di 103,9 milioni di quintali, nel 2013 abbiamo pertanto dovuto importare circa il 35% del nostro fabbisogno con un onere pari a 812 milioni di euro.
Nel 2014, con le prospettive di semina non certo in aumento e considerate poi tutte le potenziali avversità (piralide, diabrotica, micotossine, aflatossine, fumonisine, ecc.), la produzione non sarà certo destinata ad aumentare per cui dovremo spendere nuovamente sul mercato estero notevoli risorse economiche nazionali, che potremmo invece facilmente ricavare dai nostri terreni.
In tale situazione, diventa urgente ed inderogabile adottare dei nuovi sistemi produttivi (ovviamente sempre salubri al 100% e non inquinanti), quali sono le già iper-collaudate sementi OGM: la nostra bilancia dei pagamenti con ‘estero ne avrebbe un buon giovamento. …
Se invece della superata varietà di MON810 si potesse utilizzare il nuovo Pioneer P2088YHR, la produzione italiana potrebbe aumentare come minimo di 80 q/ha e raggiungere così i 153 q/ha. …
Quantificata la parte economica, va inoltre sottolineata l’importante circostanza che il nuovo Pioneer P2088YRH è resistente alla piralide, alla diabrotica, al glifosate e quindi apporta un notevole beneficio ambientale per quanto riguarda l’attuale utilizzo di antiparassitari che non verrebbero più dispersi nell’atmosfera e così pure i diserbanti non più necessari. … 
Non va poi dimenticato che il problema delle coltivazioni sta diventando sempre più la carenza d’acqua. Oggi si stanno già mettendo a punto delle varietà OGM che hanno minor bisogno di risorse idriche.
C’è da domandarsi allora come sia possibile che le autorità nazionali responsabili tollerino l’attuale indirizzo avverso agli OGM, che comporta un danno economico ed ambientale di tale rilevanza.”
Vincenzo Cappellini