Prosecco, la Commissione Ue verso l’ok al Prosek croato. L’Italia: «Vergognoso»

  • 22 September 2021

Alla fine l’iter per il riconoscimento del «Prosek» va avanti e non senza polemiche. La Commissione europea, ha, infatti, dato il suo assenso alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Ue della domanda di registrazione della menzione tradizionale del vino locale croato. Una procedura che era sta avviata questa estate e che aveva già scatenato malumori dall’Italia e dalle sue istituzioni. Insorte in difesa del nostro Prosecco e della sua denominazione.
È proprio in risposta a due interrogazioni parlamentari di eurodeputati diversi che l’Esecutivo europeo ha comunicato la notizia. Questa decisione si scontra, nuovamente, con chi vede minato il futuro della nostra eccellenza tanto amata all’estero. Ora ci sono due mesi di tempo per presentare ricorsi e obiezioni prima della decisione finale da parte della Commissione. Alla notizia tantissime le reazioni sconcertate.
«La decisione della Commissione Europea sul riconoscimento dell’indicazione geografica protetta del vino croato Prosek è sbagliata. Il Ministero si è già opposto a questo riconoscimento e utilizzerà ogni argomentazione utile per respingere la domanda di registrazione promossa dalla Croazia, anche appellandosi ai principi di tutela espressi dalla Corte di Giustizia in casi analoghi, come ad esempio avvenuto nel recentissimo caso dello «Champanillo» spagnolo». Ha subito replicato il ministero delle Politiche agricole in una nota.
Ad alzare la voce è anche Luca Zaia. Il governatore del Veneto, da sempre risoluto nel difendere la denominazione, ha definito «senza senso» la scelta del via libera da parte dell’Unione Europea. «Non ho parole per commentare quanto accaduto. Di questa Europa non sappiamo cosa farcene. Un’Europa che non difende l’identità dei suoi territori, un’Europa che dovrebbe conoscere la storia del prosecco». «L’Ue Dovrebbe capire che, non solo si tratta di un prodotto che ha avuto tutti i riconoscimenti formali, dalle stesse strutture amministrative della Commissione Europea, anche rispetto alla riserva del suo nome - continua Zaia - ma il prosecco ha, addirittura ottenuto il massimo riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco. Tanto è vero che il territorio in cui si produce è definito “le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene”.
Difficile non notare la somiglianza del nome del vino croato Prošek con quello del Prosecco italiano. Ed è questo a preoccupare gli eurodeputati italiani: il termine simile potrebbe trarre in inganno i consumatori e causare danno al vino Made in Italy. Eppure, il Prosek con il Prosecco nostrano non ha nulla a che fare e non è un prodotto nato per essere un’imitazione di quello italiano. Il Prosecco è uno spumante metodo Martinotti declinato per lo più dal brut all’extra dry, bianco e rosato e ottenuto da uve Glera in oltre 600 milioni di bottiglie: considerando Asolo Docg, Conegliano Valdobbiadene Docg e Prosecco Doc. Il Prošek, è un vino fermo dai riflessi ambrati e intensi, dolce, simile a un passito. Si abbina principalmente con dessert ed è ottenuto da basse rese dall’appassimento di varietà autoctone: principalmente Bogdanuša, Maraština e Vugava, talvolta con l’aggiunta di Plavac Mali. Viene vinificato nella Dalmazia centrale e meridionale in alcune decine di migliaia di bottiglie perlopiù da piccoli produttori, soprattutto nell’isola di Hvar. 

da Corriere.it, 13/9/2021