L’afide che minaccia i cipressi di Bolgheri

Allarme per gli iconici cipressi del Carducci: su 2.400 sono circa 400 quelli malati e alcuni rischiano di essere abbattuti. Ne parliamo con il nostro accademico Pio Federico Roversi, fitopatologo del CREA.

di Giulia Bartalozzi
  • 01 June 2022

Questa non è la prima volta che i cipressi di Bolgheri si ammalano. Qual è la causa e come si manifesta la malattia?
Va ricordato in primo luogo che in questo caso non si tratta di una malattia, come ad esempio per le infezioni del Cancro del Cipresso il cui agente patogeno è un fungo, ma bensì degli attacchi di un Insetto l’Afide del Cipresso. Detto questo si evidenzia che gli arrossamenti e disseccamenti di porzioni di chioma sono determinati da incrementi improvvisi delle popolazioni dell’Afide le cui popolazioni possono in breve tempo aumentare in modo esplosivo in quanto una sola femmina può dare origine in un anno a 2 milioni di miliardi di Afidi capaci di occupare 6 miliardi di m2 ovvero una superficie di 60.000 ha, pari a circa 6 volte l’intero Comune di Firenze che complessivamente occupa poco più di 10.000 ha.

Quali sono i rimedi possibili? E' davvero necessario abbattere e rimuovere le piante malate, danneggiando un paesaggio famoso nel mondo? 
Anche nel caso di infestazioni anche gravi di Afide del Cipresso, con estesi disseccamenti di porzioni delle chiome della Conifera, di norma non è saggio procedere subito con abbattimenti in quanto solo in limitate occasioni gli attacchi di questo Insetto compromettono del tutto la vitalità delle piante colpite. Può essere invece utile come prima cosa l’immediato lavaggio delle chiome con acqua addizionata di saponi per ripulirle dalle fumaggini che si sviluppano sulla melata prodotta dall’Afide e ricoprono le parti verdi ostacolando respirazione e fotosintesi.

Gli interventi necessari sono molto costosi? E' possibile prevenire questa avversità prima di doverla curare con interventi drastici?
Come spesso succede anche in altri settori prevenire è sempre meglio che intervenire tardivamente, quando ormai anche i non specialisti possono rendersi conto dei danni guardando i cipressi con chiome più o meno arrossate a chiazze. Quello che è importante sottolineare è che sarebbe necessario un monitoraggio periodico, condotto annualmente da personale addestrato e competente, per rilevare lo sviluppo delle popolazioni di Afide del Cipresso e la loro entrata in fase di supermoltiplicazione: questo permetterebbe di fare per tempo interventi mirati di costo contenuto, con prodotti a basso impatto ambientale, prima del verificarsi di danni gravi, salvaguardando in modo corretto ed efficace questo patrimonio naturale e storico.

La ricerca su questo problema è aggiornata o ci sono ancora degli studi in corso come sul fungo che causa il cancro della corteccia del cipresso?
Per quanto attiene l’altra importante avversità biotica del Cipresso, il Cancro causato dal fungo Seiridium cardinale (Wagener) Sutton et Gibson, gli studi su questo come sulle altre avversità di questa splendida conifera devono necessariamente avere un continuo aggiornamento in quanto è necessario non dimenticare mia che abbiamo a che fare con organismi e microrganismi viventi, la cui caratteristica fondamentale è la continua evoluzione e modificazione per adattarsi in un ambiente che oggi più che in passato sta subendo modifiche importanti nei principali parametri climatici.


FOTO: Densa colonia dell'Afide Cinara cupressi