L’accordo raggiunto nel recente trilogo europeo sul nuovo Regolamento dedicato alle New Genomic Techniques (NGTs), in Italia Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA), rappresenta un passaggio storico per l’innovazione genetica in agricoltura e giunge al termine di un lungo percorso, spesso rallentato dalle esitazioni della politica, nonostante l’attesa di ricercatori e imprese agricole. Per la prima volta l’Unione Europea riconosce formalmente la necessità di distinguere le NGTs/TEA dagli OGM tradizionali, aprendo la strada a un quadro normativo più moderno e coerente con l’evoluzione delle conoscenze scientifiche. È importante ricordare, tuttavia, che l’accordo raggiunto nel trilogo dovrà ora essere approvato con voto formale sia dal Parlamento europeo sia dal Consiglio dell’Unione prima di diventare definitivamente operativo.
In questo processo, l’Italia ha esercitato un ruolo determinante, grazie alla capacità, consolidata negli ultimi anni, di promuovere un’interazione costante e costruttiva tra la comunità scientifica della genetica agraria, gli stakeholder del settore primario e i decisori politici. Tale triangolazione virtuosa ha permesso di superare approcci di natura ideologica, orientando le posizioni negoziali su evidenze scientifiche, scenari agronomici concreti e obiettivi chiari di sostenibilità. L’Italia ha così potuto partecipare al trilogo come un Paese in grado di avanzare proposte equilibrate, credibili e innovative, contribuendo in modo significativo alla definizione dell’intesa finale.
Tra gli elementi più significativi emersi in questa fase vi è il pieno riconoscimento del ruolo imprescindibile della ricerca di base. Senza una conoscenza approfondita dei genomi, dei geni che determinano i caratteri agronomicamente rilevanti e delle complesse interazioni che regolano la risposta delle piante agli stress biotici e abiotici, l’applicazione delle NGT/TEA non può esprimere appieno il proprio potenziale. L’identificazione del maggior numero possibile di geni, varianti alleliche e regioni genomiche alla base di tratti fondamentali, quali la resistenza ai patogeni, l’efficienza nell’uso dell’acqua e dei nutrienti, la qualità delle produzioni, costituisce una condizione essenziale per affrontare con efficacia le sfide climatiche, ambientali ed economiche dei prossimi decenni.
A conferma di tale impostazione, il MASAF ha recentemente avviato, per il tramite del CREA, il progetto nazionale TEA4IT, iniziativa strategica che vede il coinvolgimento anche delle Università, CNR e fondazioni private e che persegue una duplice finalità. In primo luogo, il progetto è volto a rafforzare la ricerca di base, potenziando la capacità di identificare geni e tratti di interesse mediante l’impiego di tecnologie genomiche avanzate; in secondo luogo, esso prevede l’organizzazione e l’allestimento di una rete di campi sperimentali dedicati alle TEA/NGTs. Tale sviluppo risulta imprescindibile, poiché la ricerca genetica non può rimanere circoscritta agli ambienti controllati dei laboratori e delle serre. Solo le sperimentazioni in pieno campo consentono di valutare con sufficiente accuratezza il valore fenotipico delle piante e la loro capacità di interagire con la complessità dei sistemi agricoli.
La transizione dalle prove in condizioni controllate alle sperimentazioni agronomiche costituisce il vero banco di prova dell’innovazione, solo in questo contesto si valutano la stabilità dei caratteri introdotti, la produttività, la qualità delle produzioni, l’adattabilità ai diversi ambienti e i benefici effettivi in termini di riduzione degli input chimici. Con TEA4IT, l’Italia si colloca tra i primi Paesi europei a dotarsi di un sistema coordinato e strutturato capace di trasferire con rapidità le innovazioni scientifiche verso applicazioni concrete, favorendo così l’immissione sul mercato di varietà e cloni maggiormente sostenibili e resilienti.
Il nuovo Regolamento europeo, pur rappresentando un passaggio fondamentale, segna l’avvio di un percorso e non il suo punto di approdo. Numerosi aspetti tecnici e applicativi richiederanno un progressivo affinamento, in parallelo con l’accrescersi delle conoscenze scientifiche e dei dati generati dalle sperimentazioni in pieno campo. La prospettiva di una revisione e di un aggiornamento periodico della normativa costituisce un’opportunità preziosa per mantenere il quadro regolatorio coerente con l’evoluzione rapida della ricerca genomica. Si tratta di un meccanismo essenziale affinché l’Europa possa consolidare la propria competitività rispetto a Paesi come Stati Uniti, Giappone, Regno Unito, Cina e molte altre nazioni extra-UE che già da tempo hanno escluso le NGT dalla rigida definizione di OGM, favorendone così lo sviluppo e l’applicazione.
Grazie all’accordo raggiunto nel trilogo, agli investimenti strategici in ricerca e sperimentazione e alla crescente collaborazione tra comunità scientifica, mondo agricolo e istituzioni, l’Italia è oggi nelle condizioni di contribuire in maniera decisiva alla costruzione di un’agricoltura europea più sostenibile, innovativa e competitiva. Le NGTs/TEA non rappresentano soltanto uno strumento tecnico ma esprimono una nuova visione dell’agricoltura del futuro, fondata sulla conoscenza, sulla responsabilità e sulla capacità di trasformare la ricerca scientifica in valore economico, ambientale e sociale per la collettività, introducendo al contempo una rapidità di innovazione finora difficilmente immaginabile.