La coltivazione del mais con irrigazione e fertilizzazione a rateo variabile, una case history di successo in Lombardia

di Vincenzo Matteliano
  • 02 November 2022

Il progressivo aumento delle temperature, la riduzione della quantità e l’alterazione della distribuzione delle piogge dovute al cambiamento climatico rischiano di penalizzare la gestione delle colture di mais. L’incremento delle temperature negli areali maidicoli, infatti ha comportato un incremento dell’evapotraspirazione delle colture con un aumento delle necessità irrigue. Il problema viene aggravato dalla riduzione degli eventi piovosi. Anche se il mais è una tra le colture più efficienti nell’utilizzo delle risorse idriche naturali, per raggiungere grandi risultati produttivi l’irrigazione rimane un fattore irrinunciabile. Basti pensare che gli stress idrici influiscono sul numero di cariossidi (chicchi) per spiga e sulla loro dimensione e dunque sulla produzione totale ottenuta. Un altro aspetto da non sottovalutare è lo stato sanitario del raccolto, in questo caso lo stress idrico indebolisce la pianta, favorendo l’insediamento e lo sviluppo di vari microrganismi patogeni come i funghi del genere Aspergillus, potenziali produttori di aflatossine.
Durante il ciclo colturale vi sono due momenti importanti in cui l’irrigazione risulta fondamentale per l’ottenimento delle produzioni desiderate:
    1) in pre-fioritura e durante la fioritura. Uno stress in questo periodo influisce negativamente sulla dimensione della spiga e sull’impollinazione, avendo come risultato un numero inferiore di cariossidi;
    2) in fase di riempimento della granella. La carenza idrica in questa fase compromette l’efficienza fotosintetica della pianta e, di conseguenza, la traslocazione dei nutrienti nella granella, limitando la dimensione e il peso della cariosside e incidendo anche sul suo valore nutrizionale.
In Italia, il sistema agro-alimentare lombardo è uno dei più importanti ed è uno dei più rilevanti nel contesto europeo. Nello specifico, la superficie coltivata a cereali è pari a circa 335.000 ha di cui circa 140.000 ha a mais. La diffusione della coltivazione del mais in Lombardia è legata alla forte vocazione zootecnica della regione.
Nel corso degli ultimi anni le produzioni di mais hanno subito fortemente gli effetti del cambiamento climatico, portando a situazioni critiche sia per il normale sviluppo delle colture che per la scarsa qualità del prodotto.
Per far fronte a queste situazioni e salvaguardare la produzione agricola, risulta fondamentale supportare l’implementazione di tecnologie e pratiche che consentano di massimizzare l’utilizzo dell’acqua in agricoltura, soprattutto in quelle zone caratterizzate da una scarsa disponibilità di fonti idriche superficiali. Tecnologie che consentano di supportare una gestione oculata della risorsa idrica, che deve avvenire in momenti e con volumi tali da evitare le perdite per deflusso superficiale e per percolazione profonda, al di sotto della zona esplorata dalle radici delle colture.
In virtù di questa premessa, in Lombardia è nato il progetto SOS-AP (SOluzioni Sostenibili per l’Agricoltura di Precisione) sviluppato presso l’azienda agricola “La Canova”.
Si tratta di un’azienda zootecnica costituita da 300 ha utili alla produzione di quanto necessario all'alimentazione dei bovini. I campi sono per la maggior parte irrigati tramite impianti per aspersione (pivot, rainger e ippodromi) che distribuiscono l'acqua ogni 4-5 giorni in modo uniforme.
La sperimentazione è stata condotta su un appezzamento di circa 15 ha che ricadeva in due campi attigui. La scelta è stata motivata dalla presenza di diverse tipologie di suoli, così da rendere più differenziabile la quantità di acqua applicata.
Come primo step del progetto è stato effettuato il monitoraggio :
del suolo, per mezzo della caratterizzazione integrata del suolo tramite indagine elettromagnetica, creazione di carte di resistività elettrica e delimitazione delle aree omogenee (indagine 2018).
della vegetazione, con l’acquisizione di misure spettrali nel visibile e nell’infrarosso tramite satellite (contributo IREA-CNR e Dekalb Fieldview).
dell’umidità, con l’ausilio di sensori installati in ogni zona omogenea (8 sonde Netsens, per il rilevamento dell’umidità del terreno fino a 40 cm di profondità e una stazione meteo. Le sonde di umidità trasmettono i dati a un server consultabile da remoto. Per il calcolo dell'umidità è stato inoltre utilizzato un modello agro-idrologico (SWAP) che, importando variabili agro-metereologiche, orizzontazione e proprietà del suolo e della coltura, permettono di conoscere, in ogni momento della stagione agraria, il contenuto di acqua disponibile nel suolo.
- della resa, con mappatura georeferenziata alla raccolta.
La gestione irrigua a rateo variabile è stata effettuata attraverso un pivot al quale è stato possibile modificare la velocità di movimento del braccio articolato (variable speed control). Questo ha consentito di diversificare la piovosità su “spicchi” dell’area irrigata, con un investimento economico per l’adeguamento dell’impianto minore rispetto a quello necessario ad attuare un vero “controllo per zone” (variable zone control) che richiede ugelli gestiti singolarmente.
Le innovazioni sperimentate sull'appezzamento hanno portato a un risparmio idrico di circa il 20% senza perdita di produzione.
Dal punto di vista ambientale i benefici sono da ricercarsi nel risparmio idrico, risparmio energetico, maggiore efficienza nell'uso dei nutrienti, mitigazione del rischio di contaminazione di acque superficiali e sotterranee.
Inoltre, grazie alla tecnologia GPS e alle immagini satellitari, l’azienda è riuscita ad avere mappe delle rese colturali e a monitorare gli andamenti vegetativi in campo durante ogni fase della campagna agricola.  Sovrapponendo queste mappe con i dati derivanti dalle analisi del terreno, si dispone di un vero e proprio database di tutti i terreni aziendali, grazie al quale è possibile pianificare con efficienza concimazioni e semine.
Come prima applicazione di questi dati, nel 2018, un campo di 13 ettari è stato seminato a mais con rateo variabile.
Visto l’esito positivo di quella prova, negli anni seguenti la superficie aziendale di mais seminato a rateo variabile è aumentata e nel 2021 l’azienda ha seminato con questa tecnica 42 ettari di mais, triplicando l’estensione del 2018.

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Queste informazioni e altri approfondimenti sono disponibili nella sezione “InnovainAzione”, curata da ISMEA, all’interno del portale Innovarurale, ideato dalla Rete Rurale Nazionale.
Il Catalogo delle innovazioni in campo vuole stimolare la condivisione di esperienze significative e rappresentare uno stimolo per la nascita di nuove idee e per l'implementazione delle stesse in ambiti agricoli simili e differenti.