Il surrogato del latte bovino proposto da Israele

di Mauro Antongiovanni
  • 19 January 2022

La rivista “Dairy Global” del 15 dicembre scorso riporta una notizia che vale la pena di segnalare e commentare.
La notizia è la seguente: un’azienda israeliana che si occupa di tecnologie alimentari riesce a produrre per fermentazione microbica proteine identiche a quelle contenute nel latte bovino, senza che le vacche da latte siano implicate in alcun modo. A dire il vero, sono ormai diverse le aziende che producono proteine sintetiche per fermentazione microbica, dalla “Perfect Day” a “Change Food”, a “De Novo Dairy” o “Formo”.
Il prodotto viene identificato come “animal-free dairy milk”. L’articolo non dice di più e ciò incuriosisce ed induce il lettore a continuare a leggere.
La tecnologia, proposta dal prof. Tamir Tuller dell’università di Tel Aviv, ha lo scopo di andare incontro alla richiesta dei consumatori di disporre di un alimento con le caratteristiche nutrizionali sovrapponibili a quello tradizionale di origine animale, ma senza provare sensi di colpa.
L’articolo ci spiega che il prodotto è il frutto di 15 anni di studi che hanno portato a “creare” (questo è il verbo usato nella presentazione) proteine del latte assolutamente “indistinguibili” da quelle naturali del latte bovino in termini di gusto, consistenza, colore e nutrienti (che vuol dire?), ma che sia senza colesterolo e senza lattosio.
L’argomento, comunque, sta destando interesse. Intervistato, Eyal Afergan, cofondatore di “Imagindairy”, ha dichiarato: “è difficile per le persone accettare grossi cambiamenti, specialmente se riguardano gli alimenti che preferiscono, ma se c’è un’alternativa con lo stesso sapore, che sia in linea con i loro valori, diviene più facile accettarla”. Ma, basta che un prodotto abbia solo lo stesso sapore del latte naturale per essere in grado di sostituirlo in tutto e per tutto?
Secondo i proponenti, la tecnologia di produzione del surrogato richiede solo il 10% dell’acqua che sarebbe necessaria per la produzione di corrispondenti quantità di latte naturale e solo l’1% di terreno agricolo. Infatti, aggiungono, i microrganismi sintetizzanti sono oltre il 20% più efficienti nel sintetizzare le proteine del latte rispetto al metabolismo della bovina da latte. Tutto ciò in linea con la necessità di mantenere l’ecosistema naturale sostenibile e salvaguardare il benessere animale (di quali animali?). Se le vacche non saranno più necessarie, elimineremo anche l’emissione di gas serra, il metano in particolare, provenienti dal loro metabolismo microbico digestivo.
C’è da essere, quanto meno, perplessi. Il latte che, fra l’altro, è il primo alimento che la natura offre a noi mammiferi, non è fatto solo di proteine, svariate in numero e qualità, ma anche di una frazione grassa, anch’essa peculiare per la presenza di acidi salutari a catena corta e media, oltre al tanto aborrito lattosio, a minerali importanti quali il calcio ed il fosforo e a vitamine.
Purtroppo, l’articolo di “Dairy Global”, a firma della freelance Natalie Berkhout, fornisce l’informazione ma non approfondisce. Non sappiamo quali proteine vengano sintetizzate ed in quali proporzioni fra loro per simulare il complesso naturale dato dalle varie caseine, albumine, lattoglobuline, immunoglobuline, lattoferrina. E non sappiamo se al prodotto finale vengano aggiunte le frazioni grassa, minerale e dei carboidrati, per completezza. Informazioni più precise non sono facilmente reperibili in rete.
Sembra di capire che con questo latte si possano fare anche altri prodotti lattiero-caseari, fra cui i formaggi.
I nostri produttori di formaggi tipici possono stare tranquilli?