Il nuovo rapporto FAO sullo stato delle foreste

di Maurizio Martina
  • 05 November 2025

Il Global Forest Resources Assessment 2025 (FRA) è il più recente aggiornamento quinquennale sullo stato delle foreste mondiali prodotto dalla FAO. Basato su dati ufficiali forniti da oltre 197 paesi e territori, il rapporto offre una panoramica dettagliata sull'estensione, la condizione, la gestione e gli usi delle foreste, contribuendo al monitoraggio di obiettivi globali come gli SDGs, l'Accordo di Parigi e il Piano Strategico delle Nazioni Unite per le Foreste.
Secondo il rapporto, presentato il 20 ottobre durante la plenaria della Global Forest Observations Initiative (GFOI) a Bali, le foreste rappresentano una componente fondamentale del nostro pianeta, coprendo circa 4,14 miliardi di ettari, pari al 32% della superficie terrestre. In media, ogni persona dispone di circa mezzo ettaro di foresta. Quasi la metà di questa superficie si trova nelle zone tropicali, seguite da quelle boreali, temperate e subtropicali. A livello regionale, l’Europa detiene la maggiore estensione forestale, mentre il Sud America si distingue per la più alta proporzione di foresta rispetto alla superficie totale. Cinque paesi — Russia, Brasile, Canada, Stati Uniti e Cina — ospitano oltre la metà delle foreste mondiali.
Negli ultimi decenni, la perdita netta di foreste ha registrato un netto miglioramento. Se negli anni ’90 si perdevano oltre 10 milioni di ettari all’anno, oggi il dato è sceso a poco più di 4 milioni. Questo risultato è frutto della riduzione della deforestazione in alcuni paesi e dell’espansione forestale in altri. Asia, Europa e America del Nord e Centrale hanno visto crescere le loro aree forestali, mentre Africa e Sud America continuano a perdere superficie, seppur a ritmi più contenuti.
Dal 1990, si stima che siano stati persi circa 489 milioni di ettari di foresta. Tuttavia, il tasso annuo di deforestazione è in costante calo. Anche l’espansione forestale ha rallentato, segno di una dinamica globale più complessa e meno uniforme.
La stragrande maggioranza delle foreste mondiali — il 92% — si rigenera naturalmente. Nonostante una riduzione di 324 milioni di ettari dal 1990, il ritmo di perdita è diminuito. Le foreste primarie, poco toccate dall’attività umana, rappresentano il 29% del totale e sono particolarmente presenti in Europa, Sud America e Nord e Centro America. Anche queste, però, hanno subito una riduzione, seppur più contenuta negli ultimi anni.
Le foreste piantate costituiscono circa l’8% del totale globale. L’Asia è la regione con la maggiore estensione, mentre il Sud America ha la più alta percentuale di piantagioni con specie introdotte. L’Europa, invece, ha la quota più bassa. Le piantagioni intensamente gestite rappresentano circa metà delle foreste piantate.
Il volume forestale globale è stimato in 630 miliardi di metri cubi, con un terzo concentrato nelle foreste primarie. Dopo i cali degli anni ’90, biomassa e stock di carbonio hanno registrato una crescita costante. Le foreste boreali e temperate sono in espansione, mentre quelle tropicali mostrano segnali di declino. Il carbonio è distribuito tra suolo, biomassa vivente e materiale morto.
Circa il 20% delle foreste mondiali è protetto legalmente. L’Asia ha la quota più alta. Inoltre, oltre la metà delle foreste è gestita attraverso piani formali, con l’Europa che guida con il 94% delle sue foreste sotto gestione pianificata. Un dato su cui riflettere se si pensa che le foreste sono sempre più minacciate da incendi, parassiti, malattie e eventi climatici estremi. Gli incendi colpiscono soprattutto le zone subtropicali, mentre le altre minacce si concentrano nelle aree temperate e boreali.
Infine, la proprietà forestale è prevalentemente pubblica (71%), anche se in Oceania, Nord e Centro America e Sud America la quota privata è più elevata. La gestione pubblica è dominante, in particolare in Africa (91%), Sud America (89%) e Asia (85%). Tuttavia, la gestione da parte di imprese è aumentata dal 4% nel 1990 al 15% nel 2020, mentre le comunità indigene e locali gestiscono oggi il 3% delle foreste pubbliche, rispetto al 2% nel 1990. Le foreste sono gestite per molteplici scopi: produzione di legno e prodotti non legnosi (circa 1,20 miliardi di ettari di foresta equivalente a 29% del totale), conservazione della biodiversità (12%), protezione del suolo e dell’acqua (9%), e servizi sociali come educazione, turismo e conservazione culturale (5%). Questa diversificazione riflette l’importanza crescente delle foreste per il benessere umano e ambientale globale. Si tratta di dati rilevanti che, se ben utilizzati, possono aiutare a sviluppare nuove politiche locali mirate e utili alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio forestale che ci è dato in custodia, ovunque esso sia.