Al’ICARDA il “Premio Mendel” per le risorse genetiche

di Enrico Porceddu
  • 25 March 2015
Il 19 marzo 2015 l’ICARDA – International Center for Agricultural Research in the Dry Areas,  Centro Internazionale per la Ricerca Agricola in Aree Asciutte - ha ricevuto a Berlino il prestigioso premio Gregorio Mendel, per essere riuscito a curare la salvaguardia delle sue importanti collezioni di risorse genetiche vegetali a Tel Hadia, vicino ad Aleppo in Siria, malgrado le condizioni difficili presenti in quell’area.
L’ICARDA (www.icarda.org) fa parte del sistema internazionale di ricerca del Gruppo di Consulenza per la Ricerca Agricola Internazionale (CGIAR) e collabora con i Paesi delle zone aride del mondo a sostegno di una produzione sostenibile dei loro sistemi agricoli, miglioramento del reddito dei piccoli agricoltori ed elaborazione ed attivazione di strategie per il miglioramento della nutrizione e della  sicurezza alimentare. Distrutto il centro di ricerca dalla guerra civile, l’unità di salvaguardia delle risorse genetiche vegetali è l’unico settore del Centro che non ha interrotto la sua attività e – grazie a finanziamenti australiani, del Global Diversity Trust e del Fondo arabo per lo sviluppo economico e sociale - è riuscita a duplicare le collezioni e a portarle fuori dalla Siria. “Quando il conflitto si è acuito, il personale ha aumentato il suo impegno ed ha portato fuori dalla Siria il 100% delle collezioni” ha detto il Direttore Generale, Mahmoud Solh, nel ritirare il Premio. Egli ha anche aggiunto che ICARDA era, in precedenza, riuscito a recuperare anche le collezioni di Afghanistan e Iraq e che 80% di tutte le collezioni sono conservate anche presso gli impianti di Svalbard in Norvegia, in condizioni di ghiaccio permanente ed in altri Istituti internazionali e nazionali.
Costruita con il sostegno finanziario e su progetto italiano e dedicata a Nazzareno Strampelli, la banca dei geni - impianti di conservazione e i laboratori di analisi e ricerca – contiene forse la più grande collezione del mondo di razze locali e specie selvatiche affini di orzo, lenticchia, cece, fava, specie foraggere, insieme a frumento duro e tenero raccolte nelle regioni secche ove avvennero le prime domesticazioni delle piante oggi coltivate, compresi la mezzaluna fertile in Medio Oriente, l’Altipiano abissino in Etiopia, la Valle del Nilo e le Regioni dell’Asia centrale e del Caucaso. A questi si aggiunge una collezione, forse unica al mondo, di Rizobi azotofissatori. 
 “L’impegno dell’ICARDA è prezioso ed indispensabile non solo per gli attuali genetisti vegetali la cui attività di costituzione varietale dipende dalla disponibilità di variabilità genetica ma anche per quelli futuri che dovranno sempre più impegnarsi per mettere a punto varietà tolleranti una limitata disponibilità idrica nel terreno e resistenti agli insetti ed agli agenti patogeni” ha detto Peter Harry Carstensen, ex premier di stato e Presidente della Fondazione Gregor Mendel.
"Accettiamo questo riconoscimento nella consapevolezza della responsabilità dell’ICARDA di continuare a lavorare con i governi per la sicurezza alimentare e il miglioramento del benessere rurale nelle zone di conflitto”, ha concluso Moahmed Solh, nell’indirizzo di ringraziamento. 


ICARDA receives the “Mendel Prize” for genetic resources 

On 19 March 2015, the International Center for Agricultural Research in Dry Areas (ICARDA) was honored in Berlin with the prestigious Gregor Mendel Prize for successfully securing its important collections of crop genetic resources in Tel Hadya, near Aleppo in Syria, despite the area’s difficult conditions. 
ICARDA is part of the international research system and works with countries in the world’s arid areas to support their agricultural systems’ sustainable production, the improvement of small farmers’ incomes and the preparation and implementation of strategies for improved nutrition and food security.  Although the research centre was destroyed by the civil war, the plant genetic resource conservation unit is the centre’s only sector whose activity has not been interrupted. Thanks to funding from Australia, the Global Diversity Trust, and the Arab Fund for Economic and Social Development, it has been able to duplicate its collections and remove them from Syria.