“A New York portiamo il profumo delle nostre Madonie”

Intervista al georgofilo Nicola Fiasconaro che ha inaugurato il suo primo punto vendita negli Stati Uniti.

di Giulia Bartalozzi
  • 12 November 2025

Cavaliere, il 16 ottobre 2025 Fiasconaro ha inaugurato il suo primo punto vendita negli Stati Uniti, un temporary store nel cuore di SoHo, a New York, che resterà aperto fino a gennaio 2026. Perché questa decisione?
Aprire a New York, nel cuore di SoHo, è stata una scelta naturale e al tempo stesso simbolica. Da anni guardiamo con attenzione al mercato americano, che oggi rappresenta il nostro primo mercato estero: un pubblico curioso, attento alla qualità e molto ricettivo verso le eccellenze del Made in Italy.
Con questo temporary store abbiamo voluto portare un pezzo autentico di Sicilia nel centro del mondo, offrendo un’esperienza che va oltre il semplice acquisto di un dolce: un incontro con la nostra storia, i nostri profumi, i nostri sapori.
SoHo è un luogo cosmopolita, dove arte, moda e cultura si fondono: l’ambiente perfetto per raccontare la nostra artigianalità e la capacità di innovare restando fedeli alle radici. È un modo per far conoscere ai newyorkesi – e ai tanti turisti che popolano la città durante le feste – la tradizione del panettone siciliano e, più in generale, la passione che mettiamo in ogni creazione.
È un passo importante nel nostro percorso di internazionalizzazione, ma sempre con un cuore profondamente ancorato a Castelbuono e alla nostra terra.

Come avete maturato l’idea e come è progettato questo negozio?
L’idea è nata come evoluzione di un percorso che da anni ci vede impegnati a far conoscere la nostra arte dolciaria nel mondo. Abbiamo creato un luogo rappresentativo, un punto d’incontro diretto con il pubblico americano.
New York, e in particolare SoHo, rappresentano un crocevia di culture, creatività e gusto: volevamo che il nostro primo store all’estero fosse in un quartiere capace di riflettere la nostra identità – tradizionale ma allo stesso tempo aperta all’innovazione.
Il negozio è concepito come un temporary store esperienziale: non solo un punto vendita, ma uno spazio che racconta Fiasconaro e la Sicilia attraverso i sensi. L’allestimento è stato concepito per accogliere chi entra in un viaggio nel mondo Fiasconaro.
Abbiamo voluto che ogni dettaglio parlasse di artigianalità: dalle confezioni curate a mano, alle vetrine che mostrano gli ingredienti simbolo delle Madonie. È un piccolo angolo di Castelbuono nel cuore di Manhattan, pensato per far vivere la nostra filosofia a chi ancora non ci conosce da vicino.

 Lei ha detto che “si tratta di un’iniziativa dal forte valore simbolico”: potrebbe spiegarlo meglio?
Sì, è vero, l’ho definita un’iniziativa dal forte valore simbolico perché questo temporary store rappresenta molto più di un semplice punto vendita: è un ponte tra la nostra Sicilia e il mondo.
Aprire nel cuore di New York, a SoHo, significa portare la nostra storia, la nostra identità e il lavoro di un’intera comunità artigiana fino al centro di una delle città più internazionali del pianeta. È un modo per dire che anche da un piccolo paese delle Madonie, come Castelbuono, si può arrivare lontano restando fedeli alle proprie radici.
Questo progetto è simbolico perché racchiude la nostra filosofia: custodire la tradizione, innovarla con rispetto e condividerla con un pubblico sempre più vasto. Ogni panettone, ogni dolce racconta un pezzo della nostra terra, e vederli brillare nelle vetrine di New York è per me una grande emozione. Simbolo di orgoglio e di speranza, è la prova che l’eccellenza artigianale italiana, quando è autentica, può parlare tutte le lingue del mondo.  

In un contesto geopolitico ed economico sempre più complesso, non ultima la questione dei dazi statunitensi, che cosa si aspetta dall’apertura di questo negozio?
Siamo pienamente consapevoli del contesto complesso in cui ci muoviamo — tra tensioni geopolitiche, cambiamenti economici globali e questioni come quella dei dazi — ma crediamo che proprio in momenti come questi sia importante continuare a investire nella qualità e nei rapporti umani.
Con l’apertura del temporary store di New York non cerchiamo solo un risultato commerciale immediato: ci aspettiamo soprattutto di costruire relazioni solide, di far conoscere da vicino chi siamo e cosa c’è dietro ogni nostro prodotto. La forza del Made in Italy — e in particolare del Made in Sicily — sta nella capacità di raccontare un’autenticità che nessun dazio può tassare: la storia, la passione, l’artigianalità.
Naturalmente, ci auguriamo che questa presenza diretta ci aiuti a consolidare la nostra posizione nel mercato americano, a dialogare meglio con i nostri partner e a comprendere ancora più a fondo gusti, esigenze e tendenze dei consumatori locali.
In un mondo che cambia così rapidamente, la nostra risposta è semplice: restare fedeli ai valori che ci hanno portati fin qui, continuare a innovare con coraggio e portare la Sicilia nel mondo, con la stessa sincerità con cui l’abbiamo sempre fatto a Castelbuono.

In che modo la sua azienda può contribuire a diffondere l’immagine dell’Italia e delle eccellenze agroalimentari Made in Italy?
Credo profondamente che ogni impresa italiana che lavora con autenticità e rispetto per le proprie radici abbia una responsabilità culturale, oltre che economica: quella di essere ambasciatrice del nostro Paese nel mondo.
Noi lo facciamo attraverso ciò che conosciamo meglio — i dolci, la pasticceria, la lievitazione — ma soprattutto attraverso il racconto di una Sicilia autentica, fatta di mani, di territorio, di tempo. Ogni panettone, ogni ingrediente selezionato è un pezzo del nostro Paese che viaggia e parla di bellezza, tradizione, sostenibilità.
Penso che il nostro contributo stia nel mostrare che l’eccellenza non nasce dalla quantità, ma dalla qualità e dalla coerenza: restare fedeli alla filiera artigianale, valorizzare le materie prime locali, collaborare con piccoli produttori, e allo stesso tempo saper innovare senza snaturarsi.
Quando un americano, un giapponese o un tedesco assaggia un nostro panettone e ne percepisce la differenza, non scopre solo un dolce: scopre un modo di fare impresa, una cultura del cibo che è sinonimo di passione e di rispetto.
Ecco, se con il nostro lavoro riusciamo a trasmettere questo — che l’Italia è qualità, creatività, bellezza e autenticità — allora sento che stiamo davvero contribuendo a diffondere l’immagine migliore del nostro Paese nel mondo

In foto, da sinistra: Antonella Fiasconaro, Fausto Fiasconaro, Agata Fiasconaro e Nicola Fiasconaro il giorno dell’inaugurazione del primo pop up store Fiasconaro a New York, avvenuta lo scorso 16 ottobre.