Scienza e tecnica per un vino di qualità: “per questo diamo sostegno ai giovani ricercatori”

Intervista a Monica Soldera, dell’azienda vitivinicola Soldera Case Basse che nel 2010 ha istituito il “Premio Internazionale Soldera Case Basse per Giovani Ricercatori” e lo ha rilanciato nel 2020 attraverso una collaborazione con l’Accademia dei Georgofili, per esaltarne la vocazione internazionale e scientifica.

di Giulia Bartalozzi
  • 15 December 2021

Come è nato il Premio Internazionale Soldera Case Basse? 
Soldera Case Basse sostiene da sempre la ricerca scientifica, perché crediamo che lo studio sia la chiave per raggiungere l’eccellenza. Proprio in ragione di questo nostro valore fondante, nel 2010, Gianfranco e Graziella Soldera, con il contributo del Professor Mario Fregoni, hanno istituito il “Premio Internazionale Soldera Case Basse per Giovani Ricercatori”. Il premio ha, da sempre, avuto l’obiettivo di stimolare i giovani ricercatori all’eccellenza nella ricerca vitivinicola per promuovere le conoscenze a vantaggio di un settore economico di grande importanza per vari paesi. In dieci anni abbiamo ricevuto 83 ricerche da 74 candidati di 22 Istituzioni scientifiche, e abbiamo assegnato il primo premio a ben 15 studiosi. 

Perché dopo 10 anni la collaborazione con i Georgofili? Che cosa si aspetta? 
L’Accademia dei Georgofili è un riferimento, nel nostro paese e in tutto il mondo, nel contributo al progresso delle scienze e delle loro applicazioni all’agricoltura, alla tutela dell’ambiente, del territorio agricolo e allo sviluppo del mondo rurale. Per questo siamo orgogliosi e onorati di averla come partner in questa nuova fase del Premio Soldera. I primi 10 anni di storia hanno dato al Premio Soldera solide basi per proiettarsi nel futuro, verso un’evoluzione che consentisse di allargarne gli orizzonti internazionali e la vocazione accademica che oggi si esprimono al meglio in questa collaborazione. Con questa sinergia rafforziamo la vocazione internazionale e scientifica del Premio continuando a stimolare e sostenere i giovani. 

Il premiato della sezione viticoltura nel 2021 è un giovane ricercatore che si occupa di agricoltura di precisione. Come si concilia la tecnologia con la "viticoltura naturale" da voi praticata? Quanto può aiutare in generale? 
Case Basse, da sempre, concilia ricerca e tecnica con la viticoltura naturale perché ritiene necessario che i processi naturali e le pratiche tradizionali vengano sottoposti a verifiche scientifiche, a ricerche e sperimentazioni anche con l’ausilio di strumentazioni innovative. Lo scopo è quello di capire e assecondare la natura, non interferire o semplificare ma imparare a fare meglio. Le nostre attività di accudimento delle viti vengono sempre più affinate, diventano più precise e puntuali. Il momento ottimale per la vendemmia, la vinificazione naturale con lieviti autoctoni e il lungo affinamento in botte dei vini beneficiano dei risultati delle analisi continuative che conduciamo con lo spin-off dell’Università di Firenze fondato dal Prof. Massimo Vincenzini che ci supportano nel prendere le decisioni e operare. Le ricerche condotte a Case Basse sono numerose e spaziano in molti campi, per citarne alcune il clima, la gestione della chioma, le malattie della vite, la biodiversità, l’analisi sensoriale. Molte hanno partecipato alle dieci edizioni del Premio. Scienza e tecnica giocano un ruolo fondamentale contribuendo alla produzione di un vino di elevata e costante qualità. 

Che ripercussioni avete avuto a causa dei cambiamenti climatici in questi ultimi anni? 
Case Basse, con l’aiuto del professor Mario Fregoni, ha iniziato a studiare gli impatti dei cambiamenti climatici sulla viticoltura nei primi anni 2000, a seguito delle importanti esperienze avute con le annate 2002 e 2003. Per affrontare questa situazione lavoriamo su due fronti: la ricerca e la pratica. Abbiamo aumentato il numero degli studi e l’attenzione all’osservazione della natura, proprio perché la prevedibilità delle stagioni è minore, le variazioni più frequenti e i fenomeni più estremi. Nella pratica siamo ancora più attenti e precisi in modo da orientare la cura delle viti all’andamento specifico del clima. Con le vendemmie abbiamo sperimentato un anticipo dei tempi, rispetto ai dati storici di inizio ottobre siamo arrivati al 20/25 settembre con anni straordinari come il 2017 (26 agosto) e il 2021 (7 settembre) oltre all’ormai famoso 2003. Anche la decisione della raccolta è quindi ancora più precisa e puntale perché meno prevedibile e, anche più variabile nella maturazione delle differenti zone dei vigneti.

L'OIV ha dichiarato un forte calo di produzione per il 2021: quanto ciò può condizionare una produzione che punta essenzialmente su elevati standard qualitativi? 
A Case Basse la resa è sempre stata molto bassa, su circa 10 ettari di vigne di Sangiovese la nostra produzione media è di 15.000 bottiglie. Sin dalla potatura impostiamo le viti per ottenere una bassa resa di uva, i grappoli vengono precocemente diradati per il raggiungimento ottimale della maturazione alla vendemmia. L’uva viene ancora selezionata all’arrivo in cantina e dopo la diraspatura avviene una cernita finale degli acini. L’intensità della selezione dipende dall’andamento climatico e dall’evoluzione della maturazione che ne deriva. Per noi, da sempre, il livello di produzione dipende dall’andamento climatico e può variare anche sensibilmente nelle diverse annate.

In foto: un momento della Premiazione 2021. Monica Soldera è la prima a sinistra. Al centro il Presidente dei Georgofili Massimo Vincenzini e a destra il Vicepresidente Amedeo Alpi.