Alternative all’uso di antibiotici in alimentazione animale: il ruolo degli acidi grassi a corta catena e dei polifenoli

di Arianna Buccioni, Mauro Antongiovanni
  • 12 October 2016
Fino dagli anni ’50, quando gli antibiotici cominciarono ad essere utilizzati in alimentazione animale, ritenendo, a torto, che la loro azione preventiva fosse senza conseguenze, ci si rese conto che molti batteri patogeni acquisivano la capacità di resistere all’azione antimicrobica degli antibiotici che si usavano.
Con il passare degli anni abbiamo ottenuto il non brillante risultato che per molti patogeni le terapie antibiotiche non hanno più efficacia, anche in campo umano.
Che fare? Sembra ovvio che sia necessario eliminare completamente gli antibiotici dai mangimi zootecnici, sostituendoli con prodotti alternativi, ma l’operazione incontra mille difficoltà, anche perché le condizioni di eccessiva promiscuità degli allevamenti intensivi necessitano di misure preventive.
Le alternative esistono e sono molteplici. Fra queste vanno segnalate due classi di prodotti naturali: gli acidi grassi a corta catena, fra i quali il butirrico merita il posto d’onore e i tannini, fra i quali gli idrolizzabili come quello di castagno si sono dimostrati, oltreché efficaci batteriostatici e battericidi, capaci di indurre effetti collaterali positivi nei metabolismi e dell’animale e della sua micro popolazione ruminale ed intestinale.
Queste sostanze interagendo con la cellula microbica, interferiscono con il suo metabolismo a vari livelli e provocano il blocco delle funzioni vitali o della sintesi di tossine responsabili dell’azione patogena.
L’impiego dei polifenoli nell’alimentazione dei ruminanti si rivela utile per abbattere l’emissione di gas serra, limitare l’escrezione azotata attraverso un miglior bilanciamento energia-proteina della razione, nella cura delle diarree nei vitelli nonché per modulare le bioidrogenazioni ruminali favorendo l’arricchimento in componenti funzionali della frazione lipidica di latte o carne. Anche i polifenoli contenuti nelle sanse denocciolate, possono essere utilizzati nell’alimentazione dei ruminanti offrendo la possibilità di un re-impiego diretto senza trattamenti preventivi di bio-waste, favorendo il miglioramento della qualità nutrizionale del latte. 
L’acido butirrico, invece, promuove lo sviluppo dei villi intestinali creando i presupposti per una migliore assimilazione dei principi nutritivi. I monogliceridi sintetici, che hanno una struttura chimica differente da quelli naturali, offrono una buona opportunità nell’abbattimento dei patogeni avicoli come la Salmonella Typhimurium e Enteriditis ed il Clostridium Perfringens. I tannini di castagno si sono rivelati utili nell’alimentazione delle ovaiole per produrre uova a basso contenuto di colesterolo, senza andare in contro agli effetti negativi che spesso i polifenoli generano in questa tipologia produttiva. Infine, in prove in vitro, i tannini di castagno hanno dimostrato una valida attività antibatterica nei riguardi del Clostridium perfringens, Escherichia coli, Salmomella typhimurium e Campylobacter jejuni.