La fitochimica, settore in espansione da guardare con interesse

Intervista a Luisa Pistelli, Ordinario di Biologia Farmaceutica Università di Pisa, Presidente della Società di Fitochimica Italiana e dell'Associazione Amici dei Georgofili di Pisa

di Giulia Bartalozzi
  • 02 March 2022

Professoressa, lei è Presidente della Società di Fitochimica Italiana: ci spiega da chi è composta e quale è la sua attività?
La Società Italiana di Fitochimica (SIF, da non confondere con la SIF, Società Italiana di Fisica o con la SIF, Società Italiana di Farmacologia) è stata fondata nel 1981, infatti abbiamo recentemente festeggiato il quarantesimo anniversario proprio a Pisa lo scorso 13 dicembre 2021 con un evento in presenza e da remoto che ha visto la partecipazione di numerosi soci, giovani e meno giovani, che hanno contribuito a fare grande la nostra società con le loro ricerche.
La SIF non si occupa esclusivamente di fitochimica, cioè della chimica dei metaboliti secondari delle piante, dei cosiddetti principi attivi, della loro estrazione, isolamento e caratterizzazione, ma anche della loro attività biologica con un approccio multidisciplinare allo studio delle piante alimentari, aromatiche e medicinali che va dalla etnobotanica e fitoalimurgia, dalla raccolta spontanea e coltivazione alla propagazione biotecnologica,  fino all’indagine biologico-farmacologica degli estratti e dei principi attivi purificati e al loro inserimento in preparati salutistici, alimentari, cosmetici e farmaceutici.
Fanno parte della società, ricercatori pubblici e privati ed esperti in ambito botanico, ecologico, agronomico, fitochimico, farmacologico, tossicologico, tecnologico alimentare e farmaceutico, proprio per contribuire allo studio interdisciplinare di queste entità vegetali e alla loro valorizzazione. Molte delle notizie sulla società sono reperibili sul nostro sito web: www.phytosif.it.

Il suo ruolo come Presidente in che cosa la occupa?
Multidisciplinarietà, internazionalizzazione, educazione e formazione, rapporto con il mondo delle imprese e della produzione, queste sono le linee guida che la Società di Fitochimica si è data per il futuro.  La mia attività di Presidente è quindi quella di promuovere la società in tutti questi ambiti, contribuendo alla crescita sia del numero dei soci che della attività promosse, che vanno dall’organizzazione di congressi, prima nazionali ora sempre più internazionali (ICEMAP- International Conference of Edible, Medicinal and Aromatic Plants, che nel 2022 sarà alla terza edizione), alla Scuola di Fitochimica, dedicata alla formazione di studenti e giovani ricercatori su argomenti che di volta in volta approfondiscono grandi famiglie di piante, oppure piante di rilevanza medicinale/salutistica o specifiche classi di composti fitochimici sempre con un approccio multidisciplinare. Durante la scuola i giovani ricercatori vengono stimolati a confrontarsi e a presentare le loro ricerche in pubblico e in inglese e vengono assegnate borse di studio a sostegno delle spese necessarie alla partecipazione. Purtroppo, a seguito della pandemia, sono stati trascurati gli aspetti di convivialità e scambio di idee dal vivo, ma si spera di poterli recuperare quanto prima per migliorare ulteriormente la crescita scientifica.
La SIF inoltre collabora sia a livello italiano nell’organizzazione di congressi inter-società, sia a livello internazionale partecipando quale unica società italiana a Joint Meeting con società gemelle straniere come la PSE (Phytochemical Society of Europe), GA (Society for Medicinal Plant and Natural Products), ASP (American Society of Pharmacognosy) ed altre ancora.
Inoltre la SIF è inserita con un proprio ed unico rappresentante per l’Italia nella ESCOP (European Scientific Cooperative on Phytoterapy), che legifera a livello europeo sulle piante medicinali e i prodotti fitoterapici, e contribuisce sempre con un rappresentante agli esperti di riferimento della Farmacopea Europea. 

Che prospettive future ci sono per l'impiego delle piante in campo farmaceutico e cosmetico? Quali sono i principali problemi del comparto?
Riguardo alle attuali prospettive di impiego delle piante officinali e dei prodotti da esse derivati, sia nel campo della ricerca che in quello industriale, si nota sempre un maggiore interesse verso questo che un tempo era considerato un settore di nicchia in Italia, ma che negli ultimi venti anni e diventato sempre più di attualità per l’inserimento di queste piante nei prodotti non solo di interesse farmaceutico e cosmetico ma anche salutistico (basti pensare agli integratori alimentari a base di ‘botanicals’ o alimenti potenziati).
La SIF (insieme alla Soc. Botanica Italiana, SBI, e alla Soc. Ortoflorofrutticoltura Italiana, SOI) è inserita tra le società scientifiche che si occupano delle piante officinali nel Tavolo Tecnico istituito presso il MIPAAF a seguito dell’uscita del Decreto Legislativo 21/05/2018 n. 75 e del quale faccio parte anch’io come rappresentante dell’Università di Pisa ormai dal 2019. Proprio il 12 gennaio scorso è stata raggiunta l’intesa in Conferenza Stato-Regioni sui decreti attuativi e sono stati definiti l'elenco delle specie di piante officinali coltivate e i criteri di raccolta e prima trasformazione delle specie di piante officinali spontanee.
Tutto questo si spera che si possa tradurre in un maggior interesse verso questo comparto, sia da parte dei produttori che delle aziende di trasformazione, ma anche in un’attenzione maggiore alla ricerca e sperimentazione in questo settore. Finora chi si occupava di ricerca sulle piante medicinale e aromatiche e del loro utilizzo sembrava si interessasse di argomenti di bassa rilevanza scientifica, poi però l’industria farmaceutica ha invertito la tendenza verso l’uso di molecole di sintesi ed ha riscoperto l’importanza delle risorse vegetali e del loro impiego, non solo medicinale ma anche nutrizionale, salutistico e cosmetico, spinta anche da una forte richiesta dei consumatori verso l’uso di prodotti naturali per la salute.
A seguito di tutto ciò, la SIF ambisce a porsi come punto di riferimento per le problematiche che le piccole e medie imprese del settore possano incontrare per la messa a punto di metodi analitici per il controllo di qualità e stabilità dei prodotti e nella ricerca di innovazione sia di processo che di prodotto.  Siamo convinti che alla ricerca di base si debba affiancare anche la ricerca applicata. Pertanto auspichiamo e promuoviamo sempre di più incontri tra accademici e specialisti del settore con coltivatori e industriali.

Lei è anche Presidente dell'Associazione Amici dei Georgofili di Pisa: può fare un bilancio dopo questi primi 5 anni di attività?
Ebbene si, dal 2015 la sottoscritta è stata invitata dai compianti Professori Scaramuzzi e Loreti a costituire l’Associazione degli Amici dei Georgofili con sede a Pisa (a quel tempo era attiva anche l’analoga Associazione a Firenze, che da qualche anno ha cessato la sua attività) per promuovere e divulgare le attività e gli scopi propri dell’Accademia nonché per stimolare dibattiti e approfondimenti sui temi connessi alla tutela e valorizzazione del patrimonio agro‐ambientale, ecologico e della biodiversità
Prioritaria è l’attività di organizzazione di convegni, congressi e tavole rotonde ma sono state effettuate anche visite a musei, mostre o aziende di coltivazione, trasformazione e commercializzazione di piante alimentari, ornamentali, medicinali e aromatiche. Purtroppo, la pandemia da COVID-19 ha prima fermato completamente tutte le attività dell’associazione nel 2020 e condizionato la partecipazione ad eventi in presenza. Però abbiamo ugualmente continuato nella nostra attività di divulgazione proponendo anche diverse conferenze online. L’ultima nostra attività è stata effettuata in presenza al parco di San Rossore nel dicembre 2021, dove si è parlato della biodiversità del parco e soprattutto dei funghi presenti nel parco stesso.