Ricercatori sviluppano la prima varietà tedesca di chia

  • 26 May 2021

I  brillanti  semini  grigi  sono  un  ingrediente  praticamente immancabile in qualsiasi ciotola per i cereali, quanto meno su Instagram: da quando sono stati introdotti sul mercato tedesco i semi di chia, hanno spopolato su blog, riviste hipster e riviste di cucina. Un'università ha ora sviluppato la prima varietà tedesca di chia. Il cosiddetto "superfood" è stato finora importato soprattutto dall'America centrale e meridionale, ma negli ultimi anni, alla luce dell'elevata domanda, anche gli agricoltori africani sono entrati nel business. I  semi  di  chia  sono  originari  del  Messico  e  del  Guatemala e  si  dice  siano  stati utilizzati nella cucina locale sin dai tempi dei Maya. Sono considerati un superfood non a  torto,  in  quanto  rappresentano  una  delle  fonti  più  ricche  dei  preziosi  acidi  grassi polinsaturi, oltre a vantare un elevato contenuto di proteine e fibre alimentari, nonché di vitamine e minerali. Non c'è dunque da stupirsi se sempre più persone decidono di acquistare  i  semini,  nei  negozi  di  prodotti  biologici  o  di  prodotti  dietetici  naturali, nonostante il loro prezzo si aggiri sui 20-40 euro al chilo.
Presto  anche  gli  agricoltori  tedeschi  potrebbero  beneficiare  di  questa  tendenza. Infatti,  l'Università  di  Hohenheim  di  Stoccarda  ha  reso  noto  che  l'Ufficio federale  delle  varietà  vegetali  ha  concesso  l'autorizzazione  della  varietà  "Juana", sviluppata dalla stessa università, che potrà essere quindi coltivata in Germania. Rispetto  a  molti  suoi  cugini  sudamericani,  la  varietà  tedesca  è  meno  sensibile  al freddo ed è in grado di sopportare meglio la durata del giorno alla latitudine locale. Ora si  dovranno  trovare  aziende  produttrici  di  sementi  disposte  a  inserire  tale  varietà  nei loro programmi di selezione e a commercializzare i semi agli agricoltori. Lo sviluppo della coltivazione a livello locale comporterebbe un bilancio ecologico del prodotto nettamente migliore. Infatti, così come molti altri alimenti in voga, la chia è un piccolo "killer del clima". Oltre alle modalità di trasporto ad alta intensità di CO2 dall'America  del  Sud,  c'è  anche  il  problema  del  frequente  ricorso  da  parte  degli agricoltori  locali  ai  pesticidi,  allo  scopo  di  aumentare  la  resa  e  soddisfare  l'elevata domanda esterna.
Inoltre,  sottolinea  Simone  Graeff-Hoenninger,  a  capo  del  gruppo  di  lavoro  sui sistemi   di   coltivazione   e   sulla   modellizzazione   dell'Università   di   Hohenheim, l'aumento  dell'export  di  tale  varietà  ne  avrebbe  favorito  una  minore  disponibilità  sul mercato locale. "L'aumento della domanda ha comportato anche un aumento di prezzo, tale  per  cui  la  popolazione  locale  non  è  più  in  grado  di  permettersi  un  prodotto  che rappresenta  uno  degli  alimenti  di  base  della  propria  dieta",  ha  osservato.
La chia è stata introdotta sul mercato tedesco nel 2009, come ingrediente da forno, successivamente, a partire dal 2013, è stata autorizzata anche la vendita di semi di chia puri. Non mancano alcune critiche attorno alla chia tedesca,  dal momento che esistono molte piante autoctone  che  presentano  quasi  gli  stessi  valori  nutritivi  dei  semi  di  chia,  come  ad esempio i semi di lino, l'olio di colza o alcune varietà di noci.

Da: Agrapress, Rassegna della stampa estera n. 138319, 21/5/2021