Oltre tre secoli di archivio di fattoria. Londa, i Visani e i Venerosi Pesciolini

Un patrimonio oggi disponibile all'Accademia dei Georgofili sia in formato cartaceo che digitale.

di Luca Menconi
  • 08 October 2025

Gli archivi di fattoria non hanno mai goduto di grande successo in ambito archivistico. Esistono certamente archivi e inventari che ne descrivono le documentazioni. Restano comunque pochissimi, rispetto al numero di aziende agricole che si possono immaginare come esistenti o esistite nella sola Toscana o, su scala più grande, in tutta Italia. Tante e diverse sono le ragioni: la perdita dei materiali per usura del tempo o per imprevisti, il disinteresse per scritture spesso di vita spicciola e ritenute di scarsa importanza oppure la gelosia di tanti possessori di queste carte per quanto rappresenta giustamente e legittimamente una parte della loro storia e identità.
A fronte di questo quadro generale, meritevole è pertanto ogni iniziativa e sforzo teso a rendere di pubblico dominio, per la comunità scientifica e per i semplici curiosi, quanto ancora esiste delle fattorie in termini di documentazione, che tanto rivela della storia sociale, economica e anche culturale di un determinato territorio. È quanto successo con l’archivio della fattoria di Londa, una piccola comunità del Mugello, in provincia di Firenze, giunto in dono all’Accademia dei Georgofili nel 1997 da parte della famiglia Venerosi Pesciolini. La generosità dei donatori e la lungimiranza e gli investimenti dell’Accademia hanno consentito di mettere oggi a disposizione questo patrimonio archivistico, che va dal lontano 1622 al relativamente recente 1972, per un totale di oltre 65.000 carte. Condotta in oltre due anni di lavoro, la descrizione di questo frammento di storia, che può essere considerato a buon titolo un punto di studio significativo sul mondo mezzadrile toscano, è ora a disposizione sia in formato cartaceo, sia in formato digitale, in maniera pubblica e gratuita.
I numerosi poderi che costituivano la fattoria di Londa erano di proprietà della famiglia Visani, sulla quale nulla si conosce di preciso. Grandi proprietari del Mugello e originari di San Godenzo, i Visani possedevano gran parte delle terre della comunità montana a partire almeno dal Seicento. Loro sono i documenti più antichi di questo archivio, costituiti da scritture legali come contratti, controversie, sentenze e altro. Alla fine dell’Ottocento, succedutesi le generazioni, Giuseppe Venerosi Pesciolini, esponente di una nobile famiglia originaria di Ghizzano (Pisa), si sposava con Giulia Visani, l’ultima, insieme alla sorella Anita, della loro famiglia, a quanto si conosce fino a oggi. La dote? La fattoria di Londa. Da questo matrimonio nascevano Paolo, Margherita e Francesco Venerosi Pesciolini, che sarebbero diventati poi i proprietari della tenuta, secondo i dettami di una relazione peritica del 1930. Con la scomparsa del padre, infatti, la madre, ormai anziana, decideva di accelerare il trapasso della proprietà londese, insieme ad altre di diretta derivazione Venerosi Pesciolini, ai tre figli. Iniziava così l’ultimo più breve capitolo della storia della fattoria di Londa documentato nell’archivio, quando Paolo, il futuro podestà di Firenze, la gestiva direttamente fino alla scomparsa, avvenuta nel 1964. Un anno dopo, nel 1965, la fattoria veniva ceduta dai Venerosi Pesciolini e qui si esauriscono le scritture dell’archivio, di questo intreccio plurisecolare.
Non è comune imbattersi in un archivio di fattoria così organico, forte di oltre 700 unità archivistiche. Giornali di cassa, libri mastri, bilanci, saldi e libri colonici costituiscono il fulcro dei numerosi registri presenti in questo patrimonio, mentre mandati di pagamento, lettere con organismi pubblici e privati, mappe, planimetrie, rapporti con i mezzadri e riscossioni di agenti sono il perno delle altrettanto numerose carte sciolte della tenuta. Lo spaccato dell’azienda agricola è, pertanto, ampio e variegato, in grado di sostenere studi di più ordini e gradi. L’indagine di natura economica sull’andamento dell’azienda nel suo complesso, per esempio, si può intrecciare a quella di microeconomia sui singoli poderi per conoscere entità, natura o tipologia delle produzioni di vino, olio, grano, ecc. Quella sociale o culturale, invece, può essere interessata ad approfondire la natura dei contratti mezzadrili, le frequenti controversie o il tipo di organizzazione del lavoro, fra impiego delle macchine agricole, ripartizione delle rese e ruolo di agenti e mezzadri, spesso succedutisi in più generazioni sulla medesima terra.
Con questo inventario, l’Accademia fornisce così un nuovo e significativo strumento all’indagine storica, con l’augurio che esso possa essere sfruttato per scoperte inedite e significative.