Natura, arte, cultura nei festoni di Giovanni da Udine nella Villa Farnesina

di Lucia Tongiorgi Tomasi
  • 10 April 2024

Giorgio Vasari nella biografia dedicata al pittore friulano Giovanni da Udine elogia l’artista per aver dipinto intorno al 1518 nella villa romana di Agostino Chigi, oggi detta ‘Farnesina’: “…stagione per istagione di tutte le sorte di frutte, fiori e foglie con tanto artifizio lavorate, che ogni cosa vi si vede viva e staccata dal muro e naturalissima”.
Grande mecenate nella Roma dei primi due decenni del Cinquecento, il ricco banchiere Chigi aveva voluto che le sale della propria dimora fossero affrescate dai più importanti artisti del tempo e aveva ordinato all’ammiratissimo Raffaello di dipingere la volta della loggia prospicente al giardino con uno scenografico soggetto ispirato alla favola mitologica di Amore e Psiche. Il pittore aveva incaricato quindi il suo scolaro Giovanni Nani di origine udinese, di circondare le romanzesche vicende della ninfa con opulenti festoni vegetali che sono stati da sempre assai ammirati e che hanno suggerito l’occasione di studi approfonditi non solo da parte degli storici dell’arte, ma anche di botanici ed agronomi. Nell’ esuberante offerta di fiori, frutti e ortaggi ritratti dal naturale (quasi certamente prendendo spunto dai vegetali che crescevano nei giardini che circondavano la villa), sono tra l’altro attestate alcune specie provenienti dal Nuovo Mondo, un fatto che riveste un notevole significato per la prossimità cronologica alla scoperta colombina.
Se i fiori affrescati rimandano a quelli allora presenti nei giardini contemporanei (non erano infatti ancora  giunte in Europa dal Medio Oriente le bulbose dalle lussureggianti infiorescenze), la quantità e l’opulenza di frutti e degli ortaggi  affrescati sulla splendida volta suggerisce  che l’artista  possa aver tratto ispirazione da De honesta voluptate et valetudine, dove  l’umanista Bartolomeo Sacchi detto Il Platina, enumerava  e descriveva oltre cento piante che coincidono proprio con quelle ritratte da Giovanni da Udine sul soffitto chigiano. E’ anche probabile che questi frutti e questi ortaggi fossero imbanditi sulle tavole dei suntuosi banchetti che il dovizioso banchiere organizzava sovente per allietare i suoi numerosi e illustri ospiti