Delle circa 1500 specie della famiglia Cicadidae, note come Cicale, 25 sono quelle presenti in Italia e nel Bacino mediterraneo dove, da tempi remoti, alcune specie hanno attirato l’interesse di studiosi e artisti che hanno tratto spunto dalle loro peculiari caratteristiche morfologiche, etologiche e biologiche, per realizzare studi e ispirazione per componimenti artistici. Aristotele, nel quarto secolo avanti Cristo, ha descritto la biologia delle cicale nel trattato De Historia Animalium; successivamente molti studiosi si sono dedicati alla specifica branca dell’entomologia denominata Tettigologia. Gli adulti che vivono sugli alberi, trascorrono la fase preimaginale, più o meno lunga, nel terreno pungendo le radici di molte piante per succhiarne gli umori. Una volta completato lo sviluppo, le neanidi si trasformano in ninfe che emergono dal terreno e si arrampicano sugli alberi dove sfarfallano gli adulti. I maschi, concludono la loro breve esistenza poco dopo l’accoppiamento, mentre le femmine muoiono dopo aver ovideposto. Esse con l’ovopositore scavano una serie di cellette nei rametti vegeti di alberi o negli steli secchi di arbusti, in cui depongono le uova. La schiusa avviene in autunno e le neanidi neonate scendono nel terreno dove ricercano le radici anche a profondità superiori a 3 metri, aiutandosi con le zampe anteriori di tipo fossorio. Nell’estate del 1995, in un giovane uliveto della Sicilia centrale, le piante presentavano severi disseccamenti a seguito delle numerose punture di ovideposizione praticate nei rametti dalle femmine di Cicadetta mediterranea Fieber, 1876.
Le cicale hanno destato la curiosità di Aristofane, di Aristotele, di Plinio, di Galeno e di Omero che nell’Iliade paragonò i discorsi dei guerrieri al frinìo delle cicale. Fedro, Esopo e La Fontaine le hanno rese protagoniste, non sempre positive, delle loro favole. Virgilio, Zanella, Carducci, Trilussa, d’Annunzio e altri poeti hanno dedicato celebri versi alle cicale. Dioscoride consigliava di mangiarle arrostite per lenire i dolori della vescica e ancora oggi in alcune zone dell’Estremo Oriente, del Sud America e dell’Australia, sono considerate specialità gastronomiche. Particolare curiosità e interesse ha destato negli osservatori il sonoro richiamo sessuale, detto frinìo, che i maschi di molte specie emettono in estate, quando le temperature diurne superano i 22°C, per attirare le silenziose femmine che stanno nascoste fra le foglie e i cui organi sonori non sono funzionanti. Già Aristotele aveva annotato: “beate le cicale che lor mogli sono mute”; osservazione che, nel primo secolo avanti Cristo il poeta satirico Xenarco da Rodi, parodiò in: “Ha la cicala sorte inver beata, / Perché senza favella è la sua amata”. L’organo stridulante dei maschi è costituito da due placche vibratili dette timballi che vengono azionate da potenti muscoli annessi. Il suono emesso ha intensità e timbro differenti nelle varie specie. Assordante è quello della Cicala malesiana Megapomponia imperatoria Westwood, 1842, lunga circa 7 cm che emette suoni simili al raglio d’asino; quello della messicana Cicala gigante, Quesada gicas, Olivier 1790 ricorda il fischio di un treno. Simile al dolce canto di un uccello è il suono della giapponese Meimura opalifera Walker, 1850. Le silenziose femmine delle Cicale hanno l’apertura di copulazione distinta da quella di ovideposizione, caratteristica presente anche nelle femmine dei Lepidotteri Ditrisi.
Peculiare è la durata dello sviluppo delle neanidi che, nelle differenti specie, va da due fino a diciassette anni.
Al genere nord-americano Magicicada diffuso in Nord America afferiscono specie i cui adulti, lunghi intorno a 4 cm, condividono gli stessi ambienti a clima temperato. Le loro neanidi trascorrono nel terreno da 13 a 17 anni (13 e 17 sono numeri primi il cui prodotto, nonché minimo comune multiplo, è 221). Il primo gruppo comprende: Magicicada tredecim (Walsh & Riley, 1868); Magicicada neotredecim, Marshall e Cooley, 2000; Magicicada tredecassini, Alexander e Moore, 1962; Magicicada tredecula, Alexander e Moore, 1962. Le congeneri che completano lo sviluppo in 17 anni sono: Magicicada septendecim, descritta da Linnaeus nel 1758 sulla base di un resoconto di Klam che gli inviò un esemplare; Magicicada cassinii (Fisher, 1851) e Magicicada septendecula, Alexander e Moore, 1962,
La scorsa primavera in alcune zone del Nord America si è verificato lo sfarfallamento massivo e simultaneo degli adulti di cicale di entrambi i gruppi di specie. In precedenza tale periodico evento è stato registrato nel 1803 anno in cui gli USA hanno acquistato la Louisana dalla Francia, lo scienziato Alessandro Volta ha iniziato a produrre le pile elettriche e l’ingegnere Trevthick ha costruito la prima locomotiva. Il prossimo sfarfallamento simultaneo avverrà nel 2245 quando, dopo 221 anni dal 2024, le specie con un ciclo di 13 anni avranno completato 17 generazioni, mentre quelle con ciclo di 17 anni ne avranno completate 13.
Questo comportamento biologico riduce al minimo l’ibridazione fra i due gruppi di Magicicade e consente agli adulti di sfuggire ai predatori specializzati i quali difficilmente riescono a sincronizzare il loro ciclo con quello delle longeve cicale, le quali non distruggono l’habitat che invadono e condividono solo ogni 221 (17x13) anni.
Foto: Magicicada tredecim (Walsh & Riley, 1868)