La vita sociale delle mucche: un muggito per ogni emozione

  • 05 February 2020

Le mucche hanno una vita sociale intensa e sembrano tutt’altro che stupide. Sono le conclusioni di un interessante lavoro apparso pochi giorni fa sulla rivista Nature Scientific Reports (link all’articolo: https://www.nature.com/articles/s41598-019-54968-4#Sec6), come parte della tesi di dottorato della biologa Alexandra Green, svolta nell’Università di Sidney.
I bovini (13 giovenche, tutte di razza Frisona, ma di ceppo americano) hanno mostrato una intensa vita sociale ed alcune spiccate individualità, espresse con i muggiti, che lungi dall’essere uguali e monotoni, hanno potuto consentire di interpretare (in senso lato) lo specifico stato psicologico di ogni animale, evidenziato in base alla modulazione della voce, che è rimasta distinta per ogni individuo, come ha dimostrato l’analisi statistica (a tutti gli effetti, una specie di Google Translator bovino), che ha valutato 333 differenti vocalizzazioni emesse dagli animali in varie situazioni potenzialmente positive o negative (foraggio accessibile o non accessibile, isolamento visivo tra individui, ed altro).
Il muggito serve per mantenere il contato con il gruppo, e serve per tanti altri scopi, come quello di commentare il tempo: chiacchiere, esattamente come quelle di noi umani. Se il tempo minaccia di virare al brutto, il muggito si sposta su registri bassi. Qualche informazione sulla vita sociale dei simpatici e pacifici bovini era già nota, ma questo studio ha dimostrato senza ombra di dubbio che questi animali emettono muggiti chiaramente distinti. L’impronta sonora del muggito appare influenzata, individuo per individuo, dalle componenti ad alta frequenza, sia nelle situazioni potenzialmente “positive”, sia in quelle potenzialmente “negative”. Insomma, animali sociali e comunicativi, per i quali si spera che i risultati dei prossimi lavori scientifici possano migliorare il loro benessere e contribuire alla loro felicità, magari creando con un dizionario “umano/bovino” che consenta una più approfondita reciproca conoscenza.

da: Corriere.it 23 gennaio 2020