AKIS è l’acronimo della denominazione inglese “Agricultural Knowledge and Innovation System”, in italiano Sistema della conoscenza e dell’innovazione in agricoltura. E’ l’insieme coordinato dei soggetti e delle attività che producono conoscenza e innovazione e che la rielaborano e organizzano a beneficio delle imprese e dei territori rurali.
Comprende quindi un elevato numero di soggetti pubblici e privati quali:
- le istituzioni di ricerca e di studio
- le strutture che realizzano formazione quadri e professionale,
- gli organismi di consulenza che sostengono le imprese nelle azioni di cambiamento dei processi produttivi e organizzativi,
- il vasto ambito di società e istituzioni deputate alla raccolta, organizzazione e fruizione delle grandi moli di dati e informazioni prodotte e utilizzate dal settore agricolo e alimentare
- tutto l’insieme di soggetti vecchi e nuovi che producono innovazioni.
Ciascuna delle suddette aree professionali è caratterizzata da un sempre maggiore livello di specializzazione e tecnologia, ha obiettivi specifici e sostanzialmente rivolge la propria attività alla soluzione di problematiche o alla valorizzazione di opportunità produttive e territoriali.
Poiché dalle analisi realizzate a livello europeo all’inizio del nuovo millennio, è emerso che il sistema agroalimentare dell’Unione europea è ancora poco innovativo e che le risorse umane impiegate hanno ampi spazi di miglioramento del proprio bagaglio di conoscenze, le politiche degli ultimi 20 anni hanno progressivamente dato sempre più spazio alle attività e ai soggetti AKIS promuovendo diverse forme di finanziamento nell’ambito dei diversi fondi disponibili. In particolare, vanno segnalate le iniziative di stimolo all’attività di ricerca nell’ambito dei cosiddetti Programmi quadro dell’UE, gli ultimi denominati Horizon 2020 e Horizon Europe, e l’azione strategica e capillare promossa dalle cosiddette politiche agricole e di sviluppo rurale sostenute dai fondi europei specifici per l’agricoltura e rivolta più specificamente a potenziare le attività di assistenza, servizio, supporto alle imprese e ai territori. Queste ultime politiche hanno messo a disposizione, dal periodo di programmazione 2007 – 2013 passando per il periodo 2014 -2022 e arrivando all’attuale 2023-2027, una discreta disponibilità finanziaria gestita dalle Regioni italiane che è andata dai circa 60 milioni di euro all’anno delle prime fasi ai circa 90 milioni di euro anno dell’intervento più recente.
Un aspetto di grande interesse che ha caratterizzato il sostegno ai sistemi della conoscenza e dell’innovazione dei Paesi europei riguarda alcune sottolineature che la Commissione europea ha fatto rispetto alle metodologie da adottare. Rispetto al passato, facendo tesoro dei risultati di numerose ricerche speccifiche, si è deciso di puntare su modalità nuove nell’erogazione di servizi di supporto privilegiando approcci partecipativi che prevedono la gestione dei progetti di conoscenza e innovazione da parte di partenariati che comprendano tutti i soggetti e le professionalità variamente coinvolte dalla ricerca alla formazione dalla tecnologia informativa alla consulenza e soprattutto le imprese.
In questa ultima fase le politiche europee, nazionali e regionali sono chiamate soprattutto a creare un sistema fra tutti i soggetti della conoscenza e dell’innovazione cioè a promuovere connessioni e collegamenti istituzionali, quindi anche formali, ma soprattutto operativi in modo che, ad esempio, formazione e consulenza si realizzino concordemente, che la ricerca si abitui ad avere come interlocutori i soggetti più vicini alle imprese. Va in questa direzione l’istituzione di Tavoli nazionali (Coordinamento nazionale AKIS e Assemblea AKIS) e regionali (Coordinamenti regionali AKIS) che prevedono la partecipazione di tutte le componenti dell’AKIS per definire concordemente strategie e evidenziare le necessità più impellenti.
Sostanzialmente, all’approccio lineare che prevedeva la ricerca all’apice di un percorso che a cascata coinvolgeva gli altri ambiti dei servizi, meri fruitori dei contenuti della ricerca, è stato sostituito un approccio in cui i soggetti sono tutti parte di un processo circolare che dai bisogni passa alla individuazione di soluzioni ai problemi, alla messa a punto di percorsi di crescita delle risorse umane e di nuovo all’analisi di nuove eventuali esigenze.