Combinare agricoltura biologica e ingegneria genetica all’interno dell’Unione Europea

  • 12 May 2021

Per  una  maggiore  sostenibilità  a  livello  globale,  la  normativa europea  dovrebbe  essere  modificata  per  consentire  l’utilizzo  dell’editing  genomico nell’agricoltura biologica, sostiene un gruppo di ricerca internazionale che coinvolge le  Università  di  Bayreuth  e  di  Göttingen,  in  un  documento  pubblicato  sulla  rivista Trends in Plant Science.
A maggio del 2020, la Commissione Europea ha presentato la sua strategia “Farm-to-Fork”,  che  fa  parte  del Green  Deal europeo.  L’obiettivo  è  quello  di  rendere l’agricoltura  europea  e  il  suo sistema  alimentare  più  sostenibili.  In  particolare,  la percentuale di agricoltura biologica praticata sul totale dei terreni agricoli dell’Unione Europea  dovrà  essere  portata  al  25%,  entro  il  2030.  Tuttavia,  se  rimane  in  vigore l’attuale  normativa  europea, questo  aumento  non  garantirà,  in  alcun  modo,  una maggiore sostenibilità, come dimostra questo recente studio scientifico.
Molte  applicazioni  derivate  da  nuovi  processi  biotecnologici  sono  fortemente limitate, o addirittura vietate, dalle attuali disposizioni normative dell’Unione Europea. Ciò è particolarmente vero per l’editing genomico, un nuovo strumento di precisione usato nella selezione varietale.
“Con  le  attuali  restrizioni  giuridiche  concernenti  l’utilizzo  della  biotecnologia, espandere  ulteriormente  l’agricoltura  biologica  potrebbe  facilmente  portare  a  una minore, piuttosto che a una maggiore, sostenibilità. Eppure, proprio l’editing genomico offre  un  grande  potenziale  per  un’agricoltura  sostenibile”,  afferma  Kai  Purnhagen, principale  autore  dello  studio,  nonché  professore  di  diritto  alimentare  tedesco  ed europeo, presso l’Università di Bayreuth. L’agricoltura  biologica  si  concentra  su  una  maggiore  diversità  agricola,  e  vieta l’utilizzo di pesticidi e di fertilizzanti chimici. Pertanto, può avere un effetto benefico sulla  biodiversità  e  sulla  protezione  dell’ambiente  a  livello  locale.  Tuttavia,  rispetto all’agricoltura   tradizionale,   l’agricoltura   biologica   offre   rendimenti   minori. Di conseguenza,  è  necessaria  una  superficie  di  terra  maggiore per  produrre  la  stessa quantità di alimenti di alta qualità.
“L’aumento  della  domanda  globale  di  alimenti  di  alta  qualità,  e  il  contestuale aumento  dell’agricoltura  biologica  all’interno  dell’Unione  Europea,  porterebbe  a un’espansione  dei  terreni agricoli  in  altre  parti  del  mondo.  Tutto  ciò  potrebbe facilmente tradursi in costi ambientali che superano eventuali benefici ambientali locali (vale a dire,  all’interno  dell’Unione  Europea),  dal  momento  che  la  conversione  di terreni  naturali  in  terreni  agricoli costituisce  uno  dei  principali  fattori  propulsivi  del cambiamento climatico globale e della perdita di biodiversità”, sostiene Matin Qaim, coautore  dello  studio  e  professore  di  economia  agricola  presso  l’Università  di Göttingen. La combinazione di agricoltura biologica e moderna biotecnologia potrebbe essere un modo per risolvere questo aspetto problematico.
“L’editing genomico offre opportunità uniche per rendere la produzione alimentare più sostenibile, e per aumentare ulteriormente la qualità, ma anche la sicurezza, degli alimenti. Con l’aiuto di questi nuovi strumenti molecolari, possono essere sviluppate piante più robuste che offrono elevate rese per un’alimentazione di alta qualità, anche con  meno  fertilizzanti”,  spiega  Stephan  Clemens,  coautore  dello  studio e preside fondatore della nuova Facoltà di Scienze Naturali: Alimentazione, Nutrizione e Salute, presso l’Università di Bayreuth.
Inoltre,  l’editing  genomico  viene  utilizzato  per  selezionare  piante  resistenti  ai funghi,  che  prosperano  nell’agricoltura  biologica  senza  pesticidi  contenenti  rame.  Il rame  è  particolarmente  tossico  per  il  suolo  e  per  gli  organismi  acquatici,  ma  il  suo utilizzo per il controllo dei funghi è tuttavia consentito nell’agricoltura biologica, per via della mancanza, a tutt’oggi, di alternative non chimiche.
“L’agricoltura  biologica  e  l’editing  genomico  potrebbero  pertanto  completarsi  a vicenda,  e  insieme  potrebbero  contribuire  a  una  maggiore  sostenibilità  locale  e globale”, spiega Qaim. Tuttavia,   l’uso   dell’ingegneria   genetica   nell’agricoltura   biologica   richiede cambiamenti legislativi a livello europeo.“ Al momento, non vi è una maggioranza politica per procedere in tal senso, perché l’ingegneria genetica viene vista in modo estremamente critico da molti. Eppure, forse una migliore comunicazione potrebbe portare gradualmente a una maggiore apertura della  società,  almeno  verso  l’editing  genomico,  perché  questa  forma  di  ingegneria genetica  consente  una  selezione  varietale  molto  mirata,  senza  dover  introdurre  geni estranei  nelle  piante.  Porre  l’accento  su  questo  punto  potrebbe  dissipare  molti  dei timori, diffusi, concernenti l’ingegneria genetica”, afferma Purnhagen.

da Agrapress, Rassegna della stampa estera n. 13805, 29/4/2021